CHIUSI, SONNINI PRONTO A BALLARE DA SOLO. LA STRANA IDEA DELLA DISCONTINUITA’ NELLA CONTINUITA’

lunedì 26th, luglio 2021 / 13:11
CHIUSI, SONNINI PRONTO A BALLARE DA SOLO. LA STRANA IDEA DELLA DISCONTINUITA’ NELLA CONTINUITA’
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CHIUSI – Gianluca Sonnini è a tutt’oggi l’unico candidato in lizza per le prossime comunali. E’ il candidato del Pd. Non è chiaro se sarà anche il candidato di una coalizione di centro sinistra, perché ad oggi, la coalizione non c’è. Il Pd nonostante le dichiarazioni di intenti non ha ancora trovato uno straccio di alleato. Ha perso per strada il Psi (il consigliere Annulli si è defilato e non ha rinnovato neanche la tessera e l’ex segretario nazionale Nencini  avrebbe invece puntato volentieri su Bettollini); non ha trovato un accordo con il M5S e con Possiamo, e adesso è ai ferri corti pure con Italia Viva. Scaramelli minaccia di non appoggiare Letta alle suppletive per il collegio senese della Camera e si scambia accuse pesanti e improperi con il suo ex partito… Il che potrebbe significare rottura e strade separate anche a Chiusi. La situazione è questa tant’è che lo stesso Sonnini, in una intervista che sembra più sollecitata da lui che richiesta dall’intervistatore, non fa mistero delle difficoltà a ammette: ”Ci auguriamo che possano esserci le condizioni, altrimenti, animati dalla forza delle idee e dal desiderio di prendersi cura di Chiusi e della sua comunità, c’è pur sempre la possibilità di correre da soli”.

Meglio soli che male accompagnati, dice il proverbio. E in effetti la compagnia rischiava (e rischia) di essere un po’ eterogenea e alquanto improbabile, perché allearsi con chi ti ha fatto l’opposizione fino a due minuti prima, non è mai una cosa semplice e spesso è pericolosa.  Sonnini da candidato Pd, dice che il suo partito potrebbe correre da solo. Per il Pd sarebbe la prima volta. Quello che non dice Sonnini e che, se fossimo nei suoi panni ci farebbe dormire son agitati, è che il Pd no solo rischia di correre da solo, ma anche con mezzo partito contro. Perché come sappiamo la sua candidatura è uscita a maggioranza, con metà Unione Comunale assente per protesta. Presentarsi alle elezioni senza alleati, neanche di facciata, e con il proprio corpo attivo e il proprio elettorato dilaniati da una diatriba infinita può portare sorprese spiacevoli. Già i numeri di partenza, se si prendono in esame i risultati delle ultime tornate elettorali (politiche 2018, Europee 2019 e Regionali 2020) non sono più quelli del 2016 e sono in calo costante e progressivo. Rispetto al 2016 c’è stata la scissione a sinistra (i bersaniani), poi quella a destra di Italia Viva e a Chiusi c’è in più la “questione-Bettollini” con una possibile “fronda” che potrebbe nel segreto dell’urna mettersi di traverso e far mancare una bella fetta ad una torta già striminzita…

Certo, molto dipenderà – anche per il Pd – da cosa faranno gli altri, da quali e quante saranno le alternative sulla scheda. Se queste saranno minimamente credibili oppure no. Il tempo stringe e il nulla di fatto fin ad ora non depone a favore. Un Pd unito e compatto, anche da solo potrebbe giocarsela e potrebbe anche vincere. Mezzo Pd, con l’altra metà contro o comunque non in appoggio, rischia grosso.

Nell’intervista citata Gianluca Sonnini, oltre all’ipotesi di correre da soli, dice anche un’altra cosa: “il passato è qualcosa che fa parte delle esperienze di tutti noi e costituisce la nostra eredità, base su cui costruire il futuro cercando di non ripetere certi errori, garantendo la partecipazione dei cittadini su certi argomenti sensibili, nei confronti dei quali si è compreso che la popolazione vuole essere coinvolta e soprattutto ascoltata. Si opererà in continuità rispetto al passato per ciò che riguarda le opere fatte, è giusto valorizzare e mettere a frutto il lavoro svolto da chi mi ha preceduto. Negli ultimi 10 anni, sono state realizzate opere frutto di scelte alle quali anch’io ho partecipato e che è giusto che il PD rivendichi come proprie”.

Quindi continuità da un lato  (quelle delle opere e dei risultati della giunta Bettolini), e discontinuità sul “metodo”. Quando afferma di “non ripetere certi errori, garantendo la partecipazione dei cittadini su certi argomenti sensibili, nei confronti dei quali si è compreso che la popolazione vuole essere coinvolta e soprattutto ascoltata”, sembra fare riferimento alla vicenda Acea. Sulla quale il candidato Sonnini sembra prendere le distanze da come la gestì Bettollini. Ma – viene da chiedersi – dov’era Sonnini e dov’era Simona Cardaioli, quando tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 la questione esplose e divise drammaticamente la città? Lo stesso Pd, come partito, non si discostò di mezzo centimetro dalla linea dell’amministrazione, non fece richiami ad un maggiore coinvolgimento della popolazione…

E inoltre, per operare “in continuità con le opere realizzate” c’era bisogno di arrivare ad una rottura traumatica e al clima di divisione che regna adesso nel Partito di maggioranza? Gianluca Sonnini dice nell’intervista di essere “abituato alle sfide”. Beh, questo forse no, perché quando fu allegramente giubilato dalla sera alla mattina da Scaramelli, nel 2015, mentre molti lo difesero (compreso questo giornale), lui rimase in silenzio, preferì farsi da parte, in totale obbedienza, come un fraticello o un soldatino, senza alzare barricate, neanche un muretto a secco… Antognoni giubilato da dirigente della Fiorentina, almeno l’ha messa in mano agli avvocati.

Certamente Sonnini non meritava quel trattamento e quella defenestrazione, ma non fece niente per vendere cara la pelle e rimarcare il torto subito, anzi lasciò soli anche coloro che ne presero le difese. Avrebbe potuto prendere in mano e per mano il partito in quel momento, molti lo avrebbero seguito e sostenuto… Non lo fece. Obbedì come Garibaldi al telegramma di La Marmora.

Qualcuno suoi social ha scritto in questi giorni che con la candidatura a sindaco è stata premiata la sua fedeltà al partito, non la sua autonomia di giudizio…

Comunque per ora è l’unico cavallo che è entrato tra i canapi.  Quali saranno gli altri non si sa. Si sa che esponenti del Comitato “Confronto Aperto” smentendo se stessi e ciò che hanno detto a più riprese, anche la sera dell’iniziativa pubblica al Prato, una lista civica la vogliono fare e sono già andati dal segretario comunale per informarsi sui passaggi burocratici necessari… Con loro c’era anche la referente locale della Lega. Quindi lista civica, ma non asettica, anzi piuttosto connotata. La Lega non è un partner incolore.

Non si sa invece – come dicevamo in apertura, cosa faranno Podemos, 5 Stelle, Italia Viva e la neonata Sinistra Civica ed Ecologista, tutte formazioni a vario titolo ascrivibili al centro sinistra, che quanto a proposte e “presa politica” nel dibattito pubblico locale sono prossime allo zero, ma possono rappresentare complessivamente, sulla carta, un migliaio di voti. Più sulla carta che nella realtà probabilmente. Nulla si sa o si percepisce anche sul fronte destro. Se la Lega lavora per la lista civica, quelli di Fratelli d’Italia sembrano meno entusiasti di una tale soluzione e siccome anche sul fronte destro e civico si litiga quanto dalle parti del Pd, c’è anche chi dice che le liste alternative al Pd potrebbero essere più di una… In quel caso il Pd ringrazierebbe di cuore e – siccome ormai nel Pd sono più democristiani che ex comunisti, qualcuno andrebbe anche ad accendere un cero alla Madonna.

Ma – richiamando il vecchio Marx e il suo amico Engels – c’è uno spettro che fa ancora più paura al Pd di una eventuale lista alternativa: lo spettro che si aggira sul cielo di Chiusi è infatti quello di una astensione di massa. Cioè di un segnale forte contro una politica incapace di trovare soluzioni plausibili… Nel 2007 quando a sfidare Ceccobao (Ds) furono Anita Paolini per a destra e una listarella di disturbo capeggiata da Giorgio Socciarello (di disturbo per la destra) l’astesione superò il 32%. Stavolta dato il clima peggiore e la divisione latente all’interno di tutti gli schieramenti arrivare al 50% può essere un attimo…

m.l.

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