PALASPORT, HUB VACCINALE E FRECCIAROSSA: L’INAUGURATION DAY RIAPRE I GIOCHI IN VISTA DELLE AMMINISTRATIVE?
CHIUSI – Il giornalista americano John Reed scrisse “I dieci giorni che sconvolsero il mondo”, un libro-reportage sulla Rivoluzione d’Ottobre in Russia di cui si trovò ad essere testimone oculare. Ecco la giornata di ieri, 13 giugno 2021, potrebbe essere ricordata come il giorno che sconvolse il quadro politico chiusino in vista delle amministrative di ottobre. Ieri a Chiusi sono successi fatti importanti. L’inauguration day (Palasport, Hub vaccinale territoriale e Frecciarossa) non è stato solo la chiusura con il botto del mandato del sindaco, ma un… terremoto.
Bettollini si è tolto sicuramente delle soddisfazioni e anche qualche sassolino dalle scarpe, ma è anche passato all’incasso. Ha preso applausi (e questo ci stava, succede sempre in occasioni del genere), ma ha anche ottenuto apprezzamenti e riconoscimenti a scena aperta, per sé e per la sua giunta, da parte della Regione, della Provincia, dell’Unione dei Comuni, di tanti sindaci dei dintorni, della Asl, di buona parte dell’associazionismo, non solo quello interessato direttamente al Palasport e all’Hub vaccinale. In tutti e tre gli appuntamenti in sequenza in parte lo ha fatto di persona, in parte ha assistito alla demolizione pezzo a pezzo del “castello accusatorio” costruito per farlo fuori, a partire dal presunto isolamento in cui avrebbe portato Chiusi rispetto al resto del territorio e delle istituzioni e al fatto di essere una figura divisiva.
La giornata di ieri ha rovesciato questa narrazione. E politicamente parlando Bettolini ha anche dato una dura lezione al Pd, dimostrando che volendo le ferite e le fratture, comprese quelle dolorose e fratricide, si possono ricomporre.
Lo ha fatto con Giacomo Grazi, presidente dell’Unione dei Comuni e sindaco di Torrita di Siena, che a febbraio lo accusò di volere la vaccinazione di massa “verticale” cioè per aree e non per categorie, come invece ion quel momento stava avvenendo) per farsi propaganda e lo ha fatto soprattutto con Stefano Scaramelli, il quale in modo un po’ sibillino, ma neanche troppo, ha addirittura riaperto i giochi in vista delle amministrative, lanciandosi in un vero e proprio endorsement a favore di Bettollini.
Ha riconosciuto Scaramelli che fare il sindaco è faticoso e può anche rovinarti la vita, ti può stancare, ma ha anche invitato Bettollini ad essere “artefice del proprio destino”, un invito a pensarci bene prima di mollare e se il Pd andrà pervicacemente in altra direzione, a prendere il toro per le corna e a candidarsi in proprio. Lasciando intendere che lui in tal caso una mano gliela darebbe. Eccolo il fatto dirompente che può cambiare lo scenario, sfilando al Pd uno dei possibili alleati e riaprendo alla possibilità di rivedere Bettolini in campo nella prossima campagna elettorale.
Senza troppi peli sulla lingua Scara ha “demolito” (benevolmente, ma lo ha fatto) anche Gianluca Sonnini, cioè quella che potrebbe essere la soluzione del Pd… Insomma uno scossone. E tutto con la benedizione urbi et orbi del governatore della Toscana Eugenio Giani che ha avuto parole di elogio per entrambi (Bettollini e Scaramelli) e alla presenza delle altre due consigliere regionali Pd Anna Paris ed Elena Rosignoli, che non hanno battuto ciglio. Tra i sindaci si son fatti vedere oltre a Grazi anche Michele Angiolini di Montepulciano, Edo Zacchei di Sinalunga, Agnese Carletti di San Casciano Bagni, Francesco Landi di Sarteano…
Nello specifico delle tre inaugurazioni”, Bettollini si è tolto – dicevamo – qualche sassolino dalle scarpe. Sul nuovo Palasport, per esempio ha ricordato la dura discussione che ci fu nel Pd nel 2013 quando una parte del partito guidata da Simona Cardaioli che era segretaria anche allora, voleva continuare nella costruzione dello stadio faraonico rimasto incompiuto e altri invece erano per la riconversione del progetto in palazzetto, salvando ad uso sportivo i due campi da calcio attuali, poi ristrutturati e ammodernati (cosa che chiedevano all’epoca anche le opposizioni e un comitato contro l’ipotesi di cementificazione).
Ora il palasport è realtà. E’ costato un bel po’, è vero (circa 5 milioni complessivamente, comprese le infrastrutture viarie e di servizio e quanto speso in precedenza per lo stadio), ma è una struttura moderna, molto bella e funzionale che con la realizzazione della seconda tribuna, potrà ospitare anche gare di livello nazionale, cosa impossibile al Palasport di Poggio Galllina. Un palasport così non esiste nel raggio di 50 km, forse anche 100, non in realtà delle dimensioni di Chiusi.
E non a caso Bettollini ieri ha trovato due testimonial d’eccezione che ne hanno sottolineato la qualità e l’utilità: Damiano Pippi, campione del mondo e argento olimpico di Pallavolo, uno di quella “generazione di fenomeni” che ha dominato la scena pallavolistica mondiale dal 1994 al 2004, il primo grande interprete del ruolo del “libero”, ed Ezio Cardaioli, classe 1935, storico coach della Mens Sana Basket di Siena artefice della scalata dalla serie C alla serie A. Il primo vive a Castiglione del Lago ed ha voluto essere presente; il secondo, chiusino di origine, vive a Siena ed ha inviato una lettera appassionata e piena di speranze per la crescita del basket che a Chiusi sta vivendo un momento esaltante con la San Giobbe impegnata nei playoff promozione per salire in A2 (purtroppo ieri gara 1, proprio al nuovo palasport di Chiusi, l’ha persa, ma la serie è lunga avrà modo di rifarsi).
Certo il nuovo impianto è una toppa messa su una scelta scellerata e su una spesa di oltre 2 milioni di euro che rischiava di finire in un nulla di fatto, ma è una toppa molto bella. Che può dare soddisfazioni. Toccherà ora a chi lo gestirà, al comune, alla comunità sportiva fare in modo che possa lavorare.
Con il nuovo palasport, con il Centro Vaccinale allestito al vecchio palasport di Poggio Gallina e con il frecciarossa, confermato per il terzo anno consecutivo, Chiusi ritrova indubbiamente centralità e un ruolo da punto di riferimento per il sud della provincia di Siena, ma non solo.
Chiusi è ben servita dal punto di vista viario e ferroviario e l’Hub vaccinale per esempio può raccogliere utenza non solo dai comuni più vicini, ma anche dal resto della Valdichiana e di altre zone della Toscana. Ed è questo l’intento: favorire la vaccinazione, aumentando i luoghi in cui si può fare (sono 80 gli hub in Toscana) e avvicinare questi luoghi alla popolazione. L’obiettivo, ha detto il presidente Giani è raggiungere l’immunità di gregge (cioè la quasi totalità dei vaccinati) a fine settembre. L’Hub di Chiusi può dare un contributo in questa direzione, con una capacità di 400 dosi per ogni giornata di apertura. Inizialmente sarà una a settimana, poi forse saranno di più. Dipenderà dalla disponibilità di dosi e di personale. Il centro Vaccinale di Chiusi è gestito dalla Asl ed è una struttura della Regione Toscana, il Comune ha solo messo a disposizione il palasport e impegno logistico nell’allestimento.
Anche il Frecciarossa rilancia la centralità di Chiusi e della sua stazione. La conferma della fermata non era scontata perché la pandemia ha pesato negativamente sui trasporti. E servirà un impegno della Regione, anche in termini di finanziamento, per mantenerla. Ma questo impegno ci sarà, hanno assicurato Giani e Scaramelli. ll governatore ha anche sottolineato come Chiusi debba diventare sempre più la stazione di riferimento per la Provincia di Siena, una delle più penalizzate dal punto di vista ferroviario dalle scelte del passato, ma anche per una parte della vicina Umbria. Chiaro che una fermata del frecciarossa, da sola non fa primavera… che servirà potenziare anche gli altri servizi ordinari, ma l’aggancio all’alta velocità è un bel biglietto da visita, un valore aggiunto di immagine certamente, ma anche per la fruibilità e accessibilità del territorio. Meglio averla che non averlo.
La giornata di ieri ha distribuito meriti e ringraziamenti e ha in qualche modo ricompattato anche la stessa giunta comunale al completo, con l’assessore ai lavori pubblici Micheletti spesso accostato al sindaco negli apprezzamenti dei vari oratori. Segnale di distensione anche questo, che isola ancora di più il gruppo dirigente del partito di maggioranza. Che ne esce oggettivamente con le ossa a pezzi, come Napoleone a Waterloo.
Che succederà adesso? Bettollini seguirà il consiglio di Scaramelli e deciderà di essere artefice del proprio destino, tornando prepotentemente in campo? Tra le foto della giornata pubblicate dal sindaco, ce n’è una in cui il presidente Giani, al centro del parquet del palasport, la palla sembra volerla passare proprio a lui…
m.l.
Un Post da annali,e qui mi cheto !
E chiu pilu pe tutti!!!
Quantunquemente e qualunquemente.