CHIUSI, MA IL PD E’ UN PARTITO O UN ASILO INFANTILE?

martedì 08th, giugno 2021 / 17:57
CHIUSI, MA IL PD E’ UN PARTITO O UN ASILO INFANTILE?
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CHIUSI – Sul blog “Strisciarossa” Ella Baffoni analizza la crisi del Pd, sorpassato nei sondaggi anche da Fratelli d’Italia a livello nazionale e in preda a una guerra infinita tra correnti nei territori, soprattutto laddove nel prossimo autunno si voterà per il rinnovo di sindaci e consigli comunali…

L’articolista cita a tal proposito “la nascita in questi giorni della nuova formazione  ispirata da Goffredo Bettini (le “Agorà democratiche”), quella di Anna Ascani (“Energia democratica”) e quella nata dall’iniziativa di diversi parlamentari come Marco Furfaro, Paola De Micheli e Nicola Oddati (“Prossima”). Tutte nate, e anche questo è singolare, con l’obiettivo di “unire il Pd”.  Strano modo di unire quello di fare ognuno la propria corrente… “Come se già il Pd non fosse – tra lo sgomento e l’impotenza dei militanti, anche quelli che hanno forti radici e passioni in quella “casa” – occupato a dividersi federazioni posti di potere e perfino sezioni, in preda a cacicchi territoriali stile De Luca, insomma del tutto disinteressato alla politica vera, quella che si fa nei territori” scrive Ella Baffoni, che come altro segnale scollamento, cita “la debolezza di Enrico Letta. Che con grande generosità ha preso le redini di unPd in grande difficoltà, sostituendo uno Zingaretti dimissionario perché indignato da quel che avveniva nelle ramificazioni del partito. Una generosità che rischia di fargli fare la fine del vaso di coccio, spintonato da questa o quella componente, senza riuscire a trovare una sintesi. Proprio lui che aveva detto, appena insediato, “Un partito che lavora per correnti come qui da noi non funziona. Dobbiamo superare insieme questa sclerotizzazione”. 

“Lo spettacolo è disperante”, anche per chi vede nel Pd un puntello democratico nonostante tutto… scrive ancora l’articolista di Strisciarossa e a sostegno di questa sua constatazione  osserva: “Basta vedere quel che avviene in preparazione delle amministrative di autunno (qui Romaqui Rimini). Sorde lotte fratricide e autocandidature: e una povertà estrema di energie e idee da mettere in campo. In questa situazione coltivare grandi speranze rischia di essere un esercizio stucchevole”…

Ecco oltre a “qui Roma, “qui Rimini”, poteva scrivere anche “Qui Chiusi”, perché anche a Chiusi lo spettacolo che sta offrendo il Pd in vista delle amministrative è disperante. A Chiusi non c’è una proliferazione di correnti, ma il partito è spaccato in due, senza possibilità di ricomposizione. D’altra parte un cocomero, una volta tagliato a metà, non si può riattaccare… E anche a Chiusi non esce uno straccio di idea neanche a pagarla, né una alternativa al sindaco giubilato e messo alla porta, senza neanche mai spiegare il perché.

Negli ultimi due giorni il Pd chiusino ha diffuso due comunicati, cosa mai fatta in un anno. E lo ha fatto per salutare la conferma per il terzo anno consecutivo della fermata del Frecciarossa e l’apertura dell’hub vaccinale al palasport.

In entrambi i comunicati però, pur citando l’impegno delle istituzioni, ha evitato accuratamente di nominare anche solo di striscio il sindaco Bettollini che nell’un caso e nell’altro è stato indiscutibilmente il soggetto che più si è impegnato e “sbattuto” per ottenere i due risultati. Cosa peraltro riconosciuta, per quanto riguarda il centro Vaccinale anche dal Direttore generale della Asl Toscana Sud Est D’Urso e per il Frecciarossa da chiunque conosca minimamente la questione.

Per carità, Bettollini camperà lo stesso anche senza i complimenti del Pd chiusino, ma l’atteggiamento del partito di maggioranza sembra quello dei bambini dell’asilo, che evitano di dare soddisfazione a compagno antipatico e se possono gli fanno pure i dispetti… Deve essere stato anche un esercizio complicato districarsi tra ringraziamenti e riconoscimenti ed evitare ci citare il sindaco, come se non c’entrasse nulla…

Per il Pd e per il suo gruppo dirigente un ennesimo scivolone, una ennesima figura  (doppia in questo caso) da peracottari, dimostrando che la guerra a Bettollini è ormai (ma lo è sempre stata) una guerra personale, che non ha nulla di politico né tantomeno di strategico… Una vendetta sulla rottamazione renziana di qualche anno fa, punto e basta. Niente altro. Tant’è che ad un anno quasi dalla “rottura” (era il 29 luglio 2020) il Pd chiusino non ha ancora trovato una alternativa credibile… Ha dei nomi in ballo, alcuni dei quali sono stati peraltro fedelissimi di Bettolini e compagni di giunta…

I due comunicati diffusi dal Pd in queste ultime ore dimostrano che a Chiusi se c’era e c’è qualcuno da mandare a casa, con le prossime elezioni, questo è il Pd, non il sindaco. Perché un partito di maggioranza che fa le bizze e le ripicche come i bambini non può governare una città. Neanche se questa in realtà è solo un paesotto di 8.000 abitanti.

Il Pd, questo Pd, non può governare perché non è in grado, per atteggiamenti puerili, ma sarà difficile anche che le elezioni le vinca, data appunto la spaccatura e la secessione di mezzo partito. La destra ha un’occasione storica. Forse irripetibile. Il gruppo dirigente attuale del Pd invece ha l’occasione per entrare anch’esso nella storia e negli annali come il il primo che ha perso il Comune e lo ha regalato agli avversari, dal 1944 ad oggi…

m.l.

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