CHIUSI, LA SUGGESTIONE LISTA CIVICA E LA STORIA DELLE LISTE CIVICHE CHIUSINE

lunedì 10th, maggio 2021 / 11:10
CHIUSI, LA SUGGESTIONE LISTA CIVICA E LA STORIA DELLE LISTE CIVICHE CHIUSINE
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CHIUSI – Chissà se l’iniziativa civica trasversale lanciata nei giorni scorsi da Alessandro Bologni, Giorgio Cioncoloni, Gaetano Gliatta, Luciano Fiorani e un’altra quindicina di persone sfocerà in una lista elettorale. Qualcuno, anche tra i firmatari della “lettera aperta”, ci spera. Del resto, come abbiamo già scritto presentando la cosa, quando la politica non riesce a fornire soluzioni o anche solo indicazioni e non riesce ad uscire dal vuoto pneumatico, i cittadini si organizzano in proprio, he hanno tutto il diritto ed è anche un segnale di vitalità. A Chiusi peraltro è successo spesso, perché già il grande e glorioso Partito Comunista che pure prendeva più del 60% dei voti, mostrava difficoltà ad interpretare le istanze e le sollecitazioni di una parte della società e della sua stessa base elettorale. Facciamo un ripassino.

Nel 1988, alle comunali si presentò una lista con tre cipressi nel simbolo, animata da un’area critica verso il monolite Pci, della quale facevano parte anche alcuni di quelli che oggi figurano tra i promotori dell’appello civico. Solo che anche la lista dei cipressi apparve troppo trasversale e non convinse nemmeno la sinistra a sinistra del Pci, che si presentò con una lista propria sotto le insegne di Democrazia Proletaria. Due debolezze non fanno una forza e il progetto finì lì.

Cinque anni dopo, nel 1993, la prima volta che si votava con l’elezione diretta del sindaco, la stessa area dei Cipressi si ritrovò sotto il simbolo de La Rete di Orlando, con Fiorani candidato. Il Pci non c’era più, aveva nel frattempo cambiato nome e simbolo diventando Pds, ma vinse lo stesso, nonostante il candidato a sindaco Poggioni risultasse indagato per falso in atto pubblico (si era negli anni di tangentopoli). Poggioni vinse, ma dopo pochi mesi – come volevasi dimostrare – fu condannato a 22 mesi e costretto a dimettersi. Chiusi dovette tornare al voto l’anno successivo.

E anche nel 1994 nacque un movimento civico che poi sfociò in una lista elettorale, quella di “Scegliamoci il sindaco”, con Paolo Scattoni candidato. A differenza dei “Cipressi” questa volta l’iniziativa aveva avuto una gestazione più lunga, meno autoferenziale e più partecipata, furono fatte anche una sorta di “primarie” con votazione presso vari gazebo per indicare il candidato, lo spoglio avvenne in piazza Garibaldi a Chiusi scalo, in pubblico. Alle “primarie” di Scegliamoci il sindaco diede un contributo importante anche questo giornale, allora cartaceo. Il movimento ottenne 453 voti e riuscì ad eleggere un consigliere (Paolo Scattoni, per mezzo voto: Rifondazione Comunista infatti ne elesse 2 con 905 voti: quorum dei due eletti 452,5). Ma il buon risultato della lista civica condizionò anche il Pds, che con Ciarini sindaco, portò in giunta il maestro Piero Rossi risultato il più votato nel sondaggio preliminare di Scegliamoci il sindaco e due figure della società civile come Giorgio Cioncoloni e Roberto Morgantini. Scattoni fece un’opposizione puntigliosa, nel suo stile, ma il movimento, nonostante la grande partecipazione preelettorale, non riuscì a trasformarsi in progetto politico. E, come i Cipressi, finì lì…

Successivamente, nella seconda legislatura Ciarini (1998-2002) e nelle due targate Ceccobao (2002-2007 e 2007-2011) si torna all’antico. Sono gli anni del bipolarismo. L’opposizione in Consiglio rimane affidata alla destra, ma una destra poco presente e sempre meno identitaria, con gli ex Msi che soffrono la concorrenza berlusconiana, egemonizzata dagli ex socialisti. Nella società, invece in quegli anni è senza dubbio Primapagina la voce più critica e mai accondiscendente. Ma sempre da un’ottica di sinistra.

Il richiamo al civismo si ripresenta forte ancora una volta nel 2011, dopo l’uscita di scena di Ceccobao, con il partito di maggioranza ormai diventato Pd, diviso e senza leadership. Alle comunali le liste civiche sono addirittura due: la Primavera con candidato a sindaco l’ex assessore Giorgio Cioncoloni di formazione e cultura socialista e la lista “personale” di Rita Fiorini Vagnetti, di area centrista e democristiana. Entrambe fanno meglio della destra capeggiata da Gaetano Gliatta, ma nonostante le fibrillazioni e le divisioni del Pd, non sfondano. La Primavera però ottiene il miglior risultato mai ottenuto da una lista civica: 1.300 voti parti al 27%. Alle ultime regionali il Pd, partito di maggioranza, ne ha presi di meno.

Anche la primavera pur avendo al suo interno buona parte delle figure della “sinistra diffusa” e l’appoggio dichiarato di Rifondazione Comunista si connota ancora una volta come lista trasversale, aperta cioè a sensibilità diverse. Un trasversalismo e una “connotazione poco riconoscibile” che ne annacqua il progetto e alla fine la rende esattamente uguale alle esperienze precedenti: lavoro puntiglioso in consiglio, nessun coinvolgimento degli elettori e della gente, nessuna prospettiva politica di lungo respiro.

In sostanza nessuna velleità di contendere al Pd la rappresentanza della sinistra, che era uno degli obiettivi iniziali, data la deriva che stava imboccando il Pd con il renzismo che cominciava ad affacciarsi e a prendere il sopravvento.

Tant’è che alle elezioni successive, quelle del 2016 la Primavera, pur essendo la più forte lista civica mai vista a Chiusi, non si ripresenta. L’area Primavera si divide praticamente a metà tra M5S nel quale alcuni sono nel frattempo confluiti e  la lista Possiamo, che echeggia i “podemos” spagnoli e punta a superare il difetto di fabbrica della Primavera, dandosi anche nel nome una più chiara ed evidente connotazione di sinistra. Questo perché il trasversalismo spinto e l’immagine e l’idea stessa di una politica “ibrida” non hanno funzionato. A Chiusi almeno. In altri paesi, anche dei dintorni, le liste civiche trasversali o appoggiate dalla destra hanno vinto le lezioni, ma quanto a risultati il “cambio di marcia” nessuno lo ha visto.

Adesso ci risiamo, fra 4 mesi Chiusi tornerà alle urne per eleggere sindaco e consiglio comunale. Il Pd ha voluto far fuori il sindaco uscente Bettollini, ma non ha né preparato, né trovato una alternativa. In un anno non ha cavato un ragno dal buco, incartandosi in diatribe infinite. La destra tace. Qualche esponente si ritrova insieme agli storici alfieri del “civismo chiusino” a lanciare un appello al confronto. I Podemos trattano da mesi con il Pd e si muovono nel frattempo insieme ai 5 Stelle, che però mezzo Pd non vuole vedere neanche in fotografia. Anche il Comitato Aria che durante la bagarre per il progetto Acea sembrava aver catalizzato molte attenzioni, adesso è in mezzo al guado. Qualcuno lo tira di qua, qualcun altro di là, alcuni esponenti sono  tra i promotori dell’iniziativa civica, alcuni stanno coi 5 stelle, altri sembra siano corteggiati addirittura dal Pd. I Podemos piacciono solo ad una parte del Pd, quella della segretaria Cardaioli, che nel 2016 addirittura li votò (non è un mistero, perché lo ha raccontato lei) e per ora stanno con il cerino in mano.

Non è detto che l’iniziativa civica lanciata nei giorni scorsi diventi una lista elettorale, non è semplice trovare un candidato a sindaco credibile e 12 candidati  per il consiglio, quando è più facile perdere che vincere. Certo è che la storia politica degli ultimi 35 anni a Chiusi ci dice che le liste civiche non hanno mai avuto grande successo e soprattutto che, anche quando hanno fatto un buon risultato, non sono mai diventate un progetto politico. E a guardar bene, buona parte degli animatori delle varie esperienze sono sempre stati gli stessi…

m.l.

Nelle foto: una veduta aerea di Chiusi e la sommità della Torre civica (foto Marco Marano)

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