CHIUSI, LA SUGGESTIONE LISTA CIVICA E LA STORIA DELLE LISTE CIVICHE CHIUSINE
CHIUSI – Chissà se l’iniziativa civica trasversale lanciata nei giorni scorsi da Alessandro Bologni, Giorgio Cioncoloni, Gaetano Gliatta, Luciano Fiorani e un’altra quindicina di persone sfocerà in una lista elettorale. Qualcuno, anche tra i firmatari della “lettera aperta”, ci spera. Del resto, come abbiamo già scritto presentando la cosa, quando la politica non riesce a fornire soluzioni o anche solo indicazioni e non riesce ad uscire dal vuoto pneumatico, i cittadini si organizzano in proprio, he hanno tutto il diritto ed è anche un segnale di vitalità. A Chiusi peraltro è successo spesso, perché già il grande e glorioso Partito Comunista che pure prendeva più del 60% dei voti, mostrava difficoltà ad interpretare le istanze e le sollecitazioni di una parte della società e della sua stessa base elettorale. Facciamo un ripassino.
Nel 1988, alle comunali si presentò una lista con tre cipressi nel simbolo, animata da un’area critica verso il monolite Pci, della quale facevano parte anche alcuni di quelli che oggi figurano tra i promotori dell’appello civico. Solo che anche la lista dei cipressi apparve troppo trasversale e non convinse nemmeno la sinistra a sinistra del Pci, che si presentò con una lista propria sotto le insegne di Democrazia Proletaria. Due debolezze non fanno una forza e il progetto finì lì.
Cinque anni dopo, nel 1993, la prima volta che si votava con l’elezione diretta del sindaco, la stessa area dei Cipressi si ritrovò sotto il simbolo de La Rete di Orlando, con Fiorani candidato. Il Pci non c’era più, aveva nel frattempo cambiato nome e simbolo diventando Pds, ma vinse lo stesso, nonostante il candidato a sindaco Poggioni risultasse indagato per falso in atto pubblico (si era negli anni di tangentopoli). Poggioni vinse, ma dopo pochi mesi – come volevasi dimostrare – fu condannato a 22 mesi e costretto a dimettersi. Chiusi dovette tornare al voto l’anno successivo.
E anche nel 1994 nacque un movimento civico che poi sfociò in una lista elettorale, quella di “Scegliamoci il sindaco”, con Paolo Scattoni candidato. A differenza dei “Cipressi” questa volta l’iniziativa aveva avuto una gestazione più lunga, meno autoferenziale e più partecipata, furono fatte anche una sorta di “primarie” con votazione presso vari gazebo per indicare il candidato, lo spoglio avvenne in piazza Garibaldi a Chiusi scalo, in pubblico. Alle “primarie” di Scegliamoci il sindaco diede un contributo importante anche questo giornale, allora cartaceo. Il movimento ottenne 453 voti e riuscì ad eleggere un consigliere (Paolo Scattoni, per mezzo voto: Rifondazione Comunista infatti ne elesse 2 con 905 voti: quorum dei due eletti 452,5). Ma il buon risultato della lista civica condizionò anche il Pds, che con Ciarini sindaco, portò in giunta il maestro Piero Rossi risultato il più votato nel sondaggio preliminare di Scegliamoci il sindaco e due figure della società civile come Giorgio Cioncoloni e Roberto Morgantini. Scattoni fece un’opposizione puntigliosa, nel suo stile, ma il movimento, nonostante la grande partecipazione preelettorale, non riuscì a trasformarsi in progetto politico. E, come i Cipressi, finì lì…
Successivamente, nella seconda legislatura Ciarini (1998-2002) e nelle due targate Ceccobao (2002-2007 e 2007-2011) si torna all’antico. Sono gli anni del bipolarismo. L’opposizione in Consiglio rimane affidata alla destra, ma una destra poco presente e sempre meno identitaria, con gli ex Msi che soffrono la concorrenza berlusconiana, egemonizzata dagli ex socialisti. Nella società, invece in quegli anni è senza dubbio Primapagina la voce più critica e mai accondiscendente. Ma sempre da un’ottica di sinistra.
Il richiamo al civismo si ripresenta forte ancora una volta nel 2011, dopo l’uscita di scena di Ceccobao, con il partito di maggioranza ormai diventato Pd, diviso e senza leadership. Alle comunali le liste civiche sono addirittura due: la Primavera con candidato a sindaco l’ex assessore Giorgio Cioncoloni di formazione e cultura socialista e la lista “personale” di Rita Fiorini Vagnetti, di area centrista e democristiana. Entrambe fanno meglio della destra capeggiata da Gaetano Gliatta, ma nonostante le fibrillazioni e le divisioni del Pd, non sfondano. La Primavera però ottiene il miglior risultato mai ottenuto da una lista civica: 1.300 voti parti al 27%. Alle ultime regionali il Pd, partito di maggioranza, ne ha presi di meno.
Anche la primavera pur avendo al suo interno buona parte delle figure della “sinistra diffusa” e l’appoggio dichiarato di Rifondazione Comunista si connota ancora una volta come lista trasversale, aperta cioè a sensibilità diverse. Un trasversalismo e una “connotazione poco riconoscibile” che ne annacqua il progetto e alla fine la rende esattamente uguale alle esperienze precedenti: lavoro puntiglioso in consiglio, nessun coinvolgimento degli elettori e della gente, nessuna prospettiva politica di lungo respiro.
In sostanza nessuna velleità di contendere al Pd la rappresentanza della sinistra, che era uno degli obiettivi iniziali, data la deriva che stava imboccando il Pd con il renzismo che cominciava ad affacciarsi e a prendere il sopravvento.
Tant’è che alle elezioni successive, quelle del 2016 la Primavera, pur essendo la più forte lista civica mai vista a Chiusi, non si ripresenta. L’area Primavera si divide praticamente a metà tra M5S nel quale alcuni sono nel frattempo confluiti e la lista Possiamo, che echeggia i “podemos” spagnoli e punta a superare il difetto di fabbrica della Primavera, dandosi anche nel nome una più chiara ed evidente connotazione di sinistra. Questo perché il trasversalismo spinto e l’immagine e l’idea stessa di una politica “ibrida” non hanno funzionato. A Chiusi almeno. In altri paesi, anche dei dintorni, le liste civiche trasversali o appoggiate dalla destra hanno vinto le lezioni, ma quanto a risultati il “cambio di marcia” nessuno lo ha visto.
Adesso ci risiamo, fra 4 mesi Chiusi tornerà alle urne per eleggere sindaco e consiglio comunale. Il Pd ha voluto far fuori il sindaco uscente Bettollini, ma non ha né preparato, né trovato una alternativa. In un anno non ha cavato un ragno dal buco, incartandosi in diatribe infinite. La destra tace. Qualche esponente si ritrova insieme agli storici alfieri del “civismo chiusino” a lanciare un appello al confronto. I Podemos trattano da mesi con il Pd e si muovono nel frattempo insieme ai 5 Stelle, che però mezzo Pd non vuole vedere neanche in fotografia. Anche il Comitato Aria che durante la bagarre per il progetto Acea sembrava aver catalizzato molte attenzioni, adesso è in mezzo al guado. Qualcuno lo tira di qua, qualcun altro di là, alcuni esponenti sono tra i promotori dell’iniziativa civica, alcuni stanno coi 5 stelle, altri sembra siano corteggiati addirittura dal Pd. I Podemos piacciono solo ad una parte del Pd, quella della segretaria Cardaioli, che nel 2016 addirittura li votò (non è un mistero, perché lo ha raccontato lei) e per ora stanno con il cerino in mano.
Non è detto che l’iniziativa civica lanciata nei giorni scorsi diventi una lista elettorale, non è semplice trovare un candidato a sindaco credibile e 12 candidati per il consiglio, quando è più facile perdere che vincere. Certo è che la storia politica degli ultimi 35 anni a Chiusi ci dice che le liste civiche non hanno mai avuto grande successo e soprattutto che, anche quando hanno fatto un buon risultato, non sono mai diventate un progetto politico. E a guardar bene, buona parte degli animatori delle varie esperienze sono sempre stati gli stessi…
m.l.
Nelle foto: una veduta aerea di Chiusi e la sommità della Torre civica (foto Marco Marano)
Il messaggio che ne esce da tale ricostruzione e’: ” chi lascia la strada vecchia per la nuova con le ruote per aria si ritrova”…. nemmeno Gava quando a forcella distribuiva ” aggratisse” la scarpa destra al sottoproletariato napoletano e se avesse vinto forniva la sinistra……da una parte si riconosce che sia giusto proporre novità e confronto(introduzione) ma alla fine ciò che emerge è la presa di distanza da qualsiasi esperienza di ” civica natura, perchè la mancanza di progetto politico” che si richiama segna la demarcazione fra chi si osteggia e chi si vorrebbe ancora che continuasse con le redini in mano al governo delle cose della città.Si vede che il concetto di presentabilità totalmente disconosciuto e su cui abbiamo ampiamente discusso proprio su questo giornale anche con una certa insistenza, cosa che dico sempre che sia come l’elastico delle mutande che dove lo si tiri arriva.E’ estensibile alle bisogna.Ma perchè, ” il progetto politico” forse ha fatto parte della giunta attuale uscente ? Io come vedi caro Marco non sono come Cioncoloni che dice che non scrive più sul tuo giornale-intervengo molto di meno di prima questo di certo – ma non ho perso mai la visione del dibattito sulle cose,perchè il dibattito serve e non serve il tifo, anche dove ci sono mille difficoltà, ed i cittadini devono poter capire ed è questa sempre la ragione dei miei scritti ed anche se mi illudo che così sia, lo ritengo utile. Di certo,non mi sembra che il tuo schierarsi faciliti tale questione.In fondo a pensarci bene cosa hai detto? Riconosci che ci sia bisogno di incontro,di compartecipazione,ma alla fine spazzi via ogni possibilità di alternativa ”perchè le liste civiche non hanno raccattato mai nulla”. E’ una visione strana codesta,strana perchè elimina ogni possibilità di progressione che possa arrivare ad un cambiamento.Ed il cambiamento è forse quello dell’immobilismo della giunta che sostieni ? Ricordi i tempi di Ceccobao come ti ” avverrivi” contro le decisioni che la giunta prendeva? Non c’era una cosa che gli passavi dal tuo filtro…ed ugualmente in tale luce era la giunta,con grande diniego verso di te da parte di questa o comunque prendevano con assoluto ostracismo i fatti che commentavi. Adesso da parte della stessa giunta anche se certe persone sono cambiate ma anche quelle attuali respiranti la stessa aria, tutta pappa e ciccia… e così anche da parte di categorie come quella dei commercianti.ricordi come s’incazzavano con te ? Poi sono ” gli altri” che sono su un terreno friabile e scivoloso, inconcludenti, visti come sono divisi, ed al primo acenno di cambiamento e di possibile concertazione di forze saltano fuori le differenze scardinanti sui migranti, sul possibile razzismo riportando posizioni che di certo non sono comuni individualmente nella lista alla quale hanno dato la loro partecipazione i nomi della lista di coloro che hanno dato la loro disponibilità.In pratica-poi la finisco-dal tuo scritto viene fuori un aria di ostracismo in ogni senso,soprattutto verso quelle che possono essere possibilità di immissione di aria nuova di cui abbisogna Chiusi.Ed io lo giudico minimo minimo strumentale e funzionale alla continuazione della politica che a parole è sempre stata definita ”per la gente” ma nei fatti che apre i cancellia di interventi come quelli di Acea (e ancora non è finita tale questione….) oppure come quelli relativi alla gestione di un patrimonio comune ncome quello dell’acqua che come abbiamo visto negatori di volontà popolari. E’ ora che i cittadini si sveglino e non si promette loro il paradiso di certo perchè i danni di questa politica sono stati e marcano ancora il territorio, ma credo che guardandosi intorno si debba riconoscere che l’unica cosa che tale politica teme sia la concertazione dei cittadini ed il fatto di poter dire basta e di cercare di costruire una cosa diversa,anche attraverso mille difficoltà certamente,ma per prima cosa e per far questo è necessaria quella scopa di saggina grezza che spazzi via coloro che tale situazione hanno prodotto.
Il mio ragionamento è semplicissimo è si basa su dati di fatto. Tutte le esperienze civiche non sono mai diventare progetto politico (questo è innegabile) è ciò perché essendo trasversali il progetto non potevano averlo. Come puoi mettere d’accordo persone che l’hanno visioni del mondo.opposte? Se pensi che sia possibile, auguri. Io però, se volessi fare una lista civica eviterei di apparire come una aggregazione di 60-70 enni avviluppari in se stessi e cercherei qualche trentenne con qualcosa da dire.
Perchè quelli con le visioni ”omogenee” come dici tu hanno cambiato qualcosa oppure hanno fatto ancorpiù incancrenire la situazione? Ma è possibile che tu non te ne renda conto ed ancora tu insista ? Non sono più i tempi delle ”visioni omogenee” cme le intend tu almeno per Chiusi ed è il momento che occorra sostituire ciò che non dà più nulla alla città anche e proprio perchè per anni ci si è incartapecorti sulle visioni omognee pensando che comunque il partito reggente pur differenziandosi in renziani e zingarettiami ed ancor prima con bersaniani e scalatori della margherita si poteva fornire un impronta di novità.lo sai qual’è il problema vero? E’ nel negare con gli atti e con gli atteggiamenti rivolti verso l’esterno a prendere consapevolezza che i tempi siano cambiati e che tutta quella ”pappa”sulla quale hanno campato intere fascie sociali di beneficiati dalla politica ad ogni livello ancora possano segnare il percorso. Ma tutto questo viene smentto dai fatti, ripeto dai fatti. Soprattutto quei fatti che non prendono consapevolezza sul perchè le fasce sociali che una volta votavano a sinistra adesso votino lega,anche e soprattutto nei principali feudi dove pescava la sinistra nei nostri territori.Ed a nulla valgono i proclami che la classe operaia od i subalterni debbano riorganizzarsi e lottare quando il principale partito che una volta li amministrava è schierato apertamente col sistema, perchè chiariamoci questo almeno quel partito è era cosa molto diversa da quello odierno e gli interessi non sono gli stessi. oppure la questione degli interessi di cui nessuno ormai parla più dentro a tale partito sia coperta da un velo di assoluto slenzio? Nessuno si azzarda a parlare più di capitalismo, figuriamoci se una Democrazia Cristiana che ha cambiato nome lo possa mettere in discussione…. Tutti parlano di altro, non ne senti proprio parlare più, come per dare per assodato che il tutto sia inamovibile e che i valori fondanti della lotta anticapitalista -per cambiare il cambiabile a poco a poco e non per avere l’occupazione del palazzo d’inverno- nessuno li reclami più.Valgono solo le affermazioni personali, l’imporsi a livello di scalata sociale dentro la politica e dentro l’economia, il beneficio da portare per prima cosa a se stessi, il silenzio stampa di Giunte consiliari,come se fossero CDA di una aggregazione economica, che procedono massivamente verso strumenti che hanno fatto diventare la democrazia cosa impensabile ad essere concertata o discussa. Tutto è lasciato al despota di turno al quale s’inchinano i servi della gleba. Allora, possono essere questi il futuro di un paese, di una provincia, di una regione che vediamo capitanata da chi adesso e nel passato ha prodotto i guasti sociali che ha prodotto accettando lo sviluppo capitalistico e pensando di regolarlo quando sà bene che tutto questo sia impossibile? Ma di cosa parliamo ? I trentenni che dici te lo sai bene a cosa sono ridotti purtroppo, ad andare col cappello in mano ad elemosinare un posto precario di lavoro arruffianandosi alla politica e di contempo non mettendo in discussione nulla di tale politica.E questo sarebbe il futuro? Il futuro sarebbe quello che con le chitarre in mano si tuoni contro la guerra?Ma non te ne accorgi che è proprio ”il sistema che vuole questo” e che si serve anche dell’immigrazione per sfruttare i poveri e farli campare da precari con 20 Euro al giorno per 12 ore di lavoro? Se senti quello che dice il maggior partito della sedicente sinistra davanti una situazione del genere più ne arrivano di disgraziati e più soldi le loro organizzazioni introitano.Questo non vuol dire che non si debbano salvare i naufraghi chiariamoci questo e che non deve essere messa in campo una organizazione umanitaria che si occupi di loro ,ma caro Marco quando corrono I SOLDI si rischia di non distinguere più dove inizi il discorso umanitario e dove questo finisca e dove inizi quello ECONOMICO che vuole che tale stato di cose non finisca e perduri.
Allora i trentenni di oggi, tranne pochi, oggi sono disincantati da questa politica e che non è affatto vero che non ne vorrebbero prenderne coscenza, ma fino a che non si organizzano sotto l’aspetto politico,sono passibili complessivamente di strumentalizzazione e di essere manipolati, anche a loro insaputa, e non è affatto ammissibile che il paragone lo si porti come cerchi di fare te e di metterlo in contrapposizione col ”vecchiume” dei 60 enni- 70 enni.Una mossa, quella vera, per pesare deve pesare e contenere ASPETTI VALORIALI, CHE NON POSSONO ESSERE CONTRABBANDATI DA CHI NE HA INTERESSE. E’ SU QUESTO CHE DEVE BASARSI UNA SINISTRA DEGNA DI TALE NOME,NON SUGLI ARTICOLI DI GOMMA. DI TALE GOMMA GRAZIE AL COMPLESSO MEDIATICO CE N’E’ GIA’ TROPPA ED IL MONDO NON REGGE PIU,MA VEDO CHE I CERVELLI GRAZIE A TALE COMPLESSO MEDIATICO DISCUTONO SEMPREPIU’ DI ASPETTI DISPERSIVI, NON FONDAMENTALI E TUTTI TENDENTI ALL’AFFERMAZIONE DEL ”CONDUCTOR” CHE TI DICE LUI QUELLO CHE SI DEBBA FARE. Se ti piace tale mondo accomodati, io ormai un età ce l’ho e credo che il mondo abbia bisogno di altro e non di gente che intenda ” la politica come far carriera” tanto per ribadire la musica che a te sembra piacerti tanto e che porti spesso per esempio, tranne poi vedere che tale politica produce gli effetti che vediamo.RITORNIAMO A PARLARE DI VALORI, DI INTERESSI, DI COME IL SISTEMA DOVE VIVIAMO LI PRODUCA E LI DIRIMA, DOVE LI COPRA E DOVE NON LI FACCIA APPARIRE AD APPANNAGGIO DEI SOLITI PREZZOLATI ALLA POLITICA. Che tutto questo venga fatto e portato avanti da chi ne è stato finora beneficiato-persone e partiti- se permetti la mia solidarietà è bene che non ce l’abbia.E sono felice che insieme a me inizino a venir fuori gente diversa, anche con impostazioni- come dici tu di visione diversa del mondo da quella mia della quale ti domandi come si faccia ad andare d’accordo- ma che possano invece mettere sotto i propri piedi una piattaforma COMUNE ED ANCHE COMUNE NEL RICONOSCERE CHE FIN’ORA LA SOCIETA CHE VIVIAMO NEI NOSTRI PAESI ED IN TUTTA ITALIA HA DATO ORIGINE ALLE DISCRASIE ED AI DRAMMI, POVERTA’ E MISERIE CHE VEDIAMO.C’E’ PROPRIO BISOGNO DI UN MONDO NUOVO, DOVE LA GENTE POSSA CAPIRE CHE DEVE ESSERCI LA DOVE SI FORMANO LE ISTANZE DEL GOVERNARE UNA SOCIETA’ SIA PICCOLA E PAESANA E DI PROVINCIA COSI’ COME QUELLA NAZIONALE….ED ANCHE DOVE-PERMETTIMELO-NON CI SIA PIU’ SPAZIO AL CHE SI POSSA FORMARE UN DESPOTA DI TURNO,TUTTO PROTESO ALL’ACCETTAZIONE DI UN SISTEMA CHE HA FATTO IL SUO TEMPO. TALE CATEGORIA DI DESPOTI PERCORRERA’ SEMPRE LA VIA CHE CONVENGA A LORO STESSI,TENDERA’ AD ILLUDERE LA GENTE SULLA BONTA’ DELLE PROPRIE SCELTE. QUELLE SCELTE CHE HANNO PORTATO A CIO’ CHE VEDIAMO INTORNO A NOI. Occorre avere il coraggio di cambiare perche’ tutti noi viviamo su questa terra e quando si sceglie che chi governa produca per esempio tagli sociali si deve avere il coraggio di opporsi, sennò i conti-anche dopo anni arrivano-lo abbiamo visto con la Sanità alle prese con il Covid, ma questo è solo un piccolo esempio. Quindi secondo me ben venga una speranza che possa imporre un cambiamento di fondo ed iniziare un nuovo percorso, soprattutto nel paese dove viviamo.
https://www.primapaginachiusi.it/2021/05/chiusi-il-pd-esce-allo-scoperto-pronto-il-patto-col-diavolo-ma-reggera/