LA LIBERAZIONE DAL FASCISMO E LA LIBERAZIONE DAL VIRUS, IL 26 L’ITALIA RIAPRE… DA MILANO A CHIUSI FISCHIA IL VENTO…

domenica 18th, aprile 2021 / 18:09
LA LIBERAZIONE DAL FASCISMO E LA LIBERAZIONE DAL VIRUS, IL 26 L’ITALIA RIAPRE… DA MILANO A CHIUSI FISCHIA IL VENTO…
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Dal 26 aprile l’Italia riapre. Lo ha deciso il Governo che ha disposto un graduale, ma sensibile allentamento del lockdown. La data non sembra casuale, e sarebbe veramente bello se il 26 aprile segnasse, dopo la Liberazione dal Nazifascismo avvenuta il 25, anche la “liberazione dal virus”. Ad oggi  solo una speranza non una certezza. Sono in tanti, anche tra gli esperti a dire infatti che forse sarebbe stato meglio aspettare qualche settimana e qualche milione di vaccinati in più, prima di riaprire ristoranti, bar,attività, palestre, spettacoli, perfino il calcetto e altri sport di contatto.  Ma questo è. Forse il Governo ha voluto dare un segnale di speranza. Minuscolo. Salvini si è subito intestato la vittoria, a favore degli “aperturisti”, ma si sa , lui è fatto così vive di panini e propaganda h24. Si intesterebbe anche la resurrezione di Cristo se potesse…

D’altra parte chi vive di attività autonome e non ha lo stipendio fisso o la pensione garantita non ce la fa più. Deve lavorare per sbarcare il lunario e pagare e bollette. Troppo facile dire “chiudiamo”, “teniamo chiuso” pensando solo a se stessi e non a chi di star chiuso non se lo può permettere. E se è obbligato a farlo fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Si dirà che molti autonomi evadono e tasse, non fanno gli scontrini, né le fatture, che, evadendo, hanno messo da parte soldi sufficienti per stare anche senza lavorare.  Certo molti sì, ma non tutti. C’è chi non ha evaso niente perché aveva anche poco da evadere e si è visto mancare del tutto o ridurre drasticamente le proprie entrate. I ristoratori e i baristi, certo, ma anche tanti titolari di negozi di abbigliamento, di scarpe e poi gli allenatori, i giocatori, i massaggiatori delle società sportive dilettantistiche; i tanti attori, registi, scenografi, macchinisti, addetti alle luci e al suono dei teatri; i tanti musicisti che campavano facendo serate nei pub, facendo il piano bar, suonando ai matrimoni;  i tecnici che lavoravano per allestire i service dei concerti e dei festival; le orchestre da ballo e i titolari delle scuole di danza; i trasportatori…

Oggi a Città della Pieve un manipolo di ristoratori umbri capitanati da Vissani (con mascherina abbassata) ha fatto un sit in davanti alla casa di Draghi. “Spero che Dio ci aiuti a superare questa crisi, ma qui servono denari freschi”, ha detto lo chef ternano, che poi ha aggiunto: “Hanno autorizzato a fare ristorazione all’aperto, ma come si fa a mangiare fuori con questo freddo?”. Ecco, evidentemente al Governo hanno funzionari che studiano attentamente il meteo: si apre, ma solo per finta, con sto freddo chi vuoi che ci vada al ristorante all’aperto? 

Ovvio che le attività penalizzate e in difficoltà non sono quelle tipo i ristoranti di Vissani…  C’è da sperare che la riapertura, dal 26 aprile, non sia il preludio a nuove chiusure, perché la cosa sarebbe devastante. Sia dal punto di vista economico che dal punto di vista psicologico.

Intanto il 25 aprile rimane il 25 aprile. Quest’anno nessuno canterà dai balconi Bella Ciao, con lo striscione “Andrà tutto bene”, perché non è andata bene per niente… e non sta andando bene nemmeno adesso. Il numero dei morti giornaliero non si abbassa. La curva dei contagi cala leggermente, ma molto leggermente. La campagna vaccinale va a rilento e a singhiozzo. Gli hub territoriali non si vedono, gli annunci mirabolanti del Generale Figliuolo restano annunci. Ma la Liberazione va celebrata. Perché è giusto celebrarla anche ai tempi del covid. Per non dimenticare, per tenere le antenne dritte, per non farsi fregare un’altra volta…

A Milano e in Lombardia, c’è chi cercherà di “Liberare la Liberazione” dedicando la giornata a fare “tamponi gratuiti” per tracciare la circolazione del virus e consentire di arginarne la diffusione, come stanno facendo da mesi: si tratta di quelli di Medicina Solidale e Brigata Soccorso Rosso capeggiati dal “chiusino di adozione ” Alessandro Lanzani. Nei giorni scorsi erano a Brescia, Il 25 aprile saranno a Milano in varie piazze. A Milano dove il 25 aprile ha un significato particolare, perché segna l’insurrezione e la liberazione di quella città, medaglia d’oro della resistenza. A Milano dove – come dice spesso Lanzani – non è mai finita e dove adesso c’è da combattere quest’altra guerra contro un nemico subdolo e meno visibile e anche contro lo smantellamento della sanità pubblica, contro le storture di un sistema che ha favorito i privati e ha penalizzato le fasce più deboli… Una nuova Resistenza insomma. Che però ha bisogno di risorse, di solidarietà, di donazioni (donazione tramite PayPal, collegandosi al link https://paypal.me/pools/c/8ulCxl6H3W), così come i partigiani nel ’44 avevano bisogno dell’aiuto dei contadini, per mangiare e dormire… 

A Chiusi, il 25 aprile, dopo il consueto giro con deposizione di corone ai monumenti, il sindaco firmerà un atto formale per la concessione di un  locale alla sezione Anpi “Tiradritti” che lo occupa dal dopoguerra, ma senza mai averne avuto titolo effettivo… La giunta Bettollini ha deciso di sanare una situazione sospesa e mai definita da più di 70 anni. Giusto così.

Non è andato tutto bene. Tutt’altro. Ma Bella Ciao si può cantare lo stesso e con ragione. Perché è il canto fondativo della Repubblica nata dalla Resistenza. L’Italia è democratica e antifascista e non è nata sotto un cavolo.

m.l.

 

 

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