IL PD E LA “LINEA DEL PIAVE” DELLE AMMINISTRATIVE. A CHIUSI PUO’ VINCERE LA DESTRA DEL CAVALIERE INESISTENTE. CHI RAPPRESENTA OGGI LA SINISTRA?

lunedì 19th, aprile 2021 / 11:33
IL PD E LA “LINEA DEL PIAVE” DELLE AMMINISTRATIVE. A CHIUSI PUO’ VINCERE LA DESTRA DEL CAVALIERE INESISTENTE. CHI RAPPRESENTA OGGI LA SINISTRA?
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Le elezioni amministrative saranno un primo test, anche per la costruzione delle alleanze. Siamo all’inizio di un percorso con l’obiettivo di arrivare, per le elezioni politiche, a un nuovo centro sinistra che dialoghi col M5S”. Questa è la linea del segretario del Pd, Enrico Letta. Il quale sa bene – e anche tra i commentatori sono in molti a sostenerlo – che che alle prossime amministrative, si gioca l’osso del collo. Quello sarà il primo vero test per il nuovo corso. Una sorta di “linea del Piave”. Per resistere e ripartire, con un partito rilanciato e consolidato sul territorio, oppure alzare bandiera bianca. Il Pd nella condizione della… Fiorentina, a rischio retrocessione e alle amministrative un pareggio potrebbe non bastare. Dovrà vincerle le amministrative e soprattutto non dovrà perdere le partite decisive: Cioè nelle 6 grandi città chiamate al voto: Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna e Trieste. Poi se perderò a Trieste, che è già governata dal centro destra, pazienza. Ci può stare. Ma le altre dovrà provare a tenerle o a riconquistarle. E al di là delle metropoli, conterà anche la tenuta negli altri 1.300 comuni. Conterà anche il risultato di Chiusi per esempio, perché Chiusi era una roccaforte del Pd. Del Pd renziano, certo, ma anche, in precedenza, dei Ds, del Pds, del Pci… Per il Pd perdere anche Chiusi, dopo aver già perso Pienza, Chianciano Terme, Città della Pieve, Fabro, Orvieto, oltre a Siena, Perugia e Arezzo in un territorio che era a forte tradizione di sinistra sarebbe un colpo difficilmente digeribile. Sarebbe il segnale di una resa incondizionata, di una debacle casalinga…

L’ordine di scuderia del Nazareno – dalle cronache – sembra essere quello di stringere con i 5 Stelle alleanze e dappertutto per ‘testare’, in vista delle future politiche, la ‘nuova’ alleanza. Solo che vari pezzi di classe dirigente locale, sia nelle grandi città, che in periferia, fanno resistenza e allora ecco Letta rilancia lo strumento delle primarie definendole “la via maestra”, per il Pd, ma anche “uno strumento flessibile, che non va imposto”. Una mezza retromarcia, dopo aver detto una settimana che si sarebbero fatte ‘ovunque’, magari a metà giugno… Insomma adesso le primarie di faranno solo laddove ci sarà bisogno per scardinare le resistenze interne rompere il fronte di chi non vuole l’alleanza coi 5S a prescindere.

A Chiusi il sindaco uscente non è in corsa. Il partito lo fatto fuori dicendo di voler guardare oltre, lui prima è uscito dal partito, poi ha dichiarato che non si ricandiderà né con il Pd, né con altri. E questa è cosa nota. Non è un mistero che la segretaria Cardaioli volesse superare l’attuale coalizione Pd-Psi e aprire un confronto con tutte le forze di centro sinistra e anche coi due gruppi attualmente all’opposizione: i Podemos e appunto i 5 Stelle che negli ultimi 5 anni ne hanno dette di tutti i colori sia del sindaco che del Pd.

Ad oggi, 19 aprile, non c’è nessun candidato a sindaco in campo. Il Pd due mesi fa presentò una rosa di nomi che non si sa più che fine abbia fatto. Gli altri – Podemos e M5S – si sono incontrati tra loro, hanno stabilito un percorso comune e alcuni punti programmatici e priorità (per la verità piuttosto banali e generiche, ma siamo solo all’inizio), parlando di campo progressista e ecologista, senza fare però riferimento esplicito al Pd. In sostanza la mossa Possiamo-M5S ha anticipato il Pd, che a questo punto non potrà aprire tavoli separati con le due forze…

La situazione chiusina è talmente nebulosa e “incancrenita” che la destra potrebbe trovarsi a vincere suo malgrado. Il Pd, già ridotto ai minimi termini (il risultato della regionali 2010 è stato il peggiore della storia: 1.100 voti contro i 2.800 ottenuti alle comunali 2016) rischia l’implosione anche per la possibilità di una “fronda” da parte dei bettolliniani; i Podemos sono ormai un gruppetto di amici senza alcun radicamento reale, i 5 Stelle potrebbero perdere gran parte del loro elettorato fatto anche da gente culturalmente di destra e “avvelenata” con la sinistra, gente che certo non gradisce l’abbraccio alla sinistra radicale e tantomeno la prospettiva di un accordo con il Pd…  Così, una destra inesistente sul piano locale, assente su tutta la linea, senza dirigenti riconoscibili, ma forte di un consenso fisiologico e del trascinamento mediatico di figure come Salvini e la Meloni, potrebbe lucrare sui guai altrui e magari per una manciata di voti strappare il Comune alla sinistra. Senza avere però un progetto, una classe politica pronta e da anni preparata al “cambio”…

Il rischio a Chiusi è quello di una vittoria elettorale non tanto della destra (l’alternanza è il sale della democrazia) quanto di una lista e un candidato improvvisati, messi su negli ultimi 15 giorni di campagna elettorale, tirati fuori dal cilindro come fa il mago con il coniglio… Si tenga conto che il centro destra è rimasto fuori dal Consiglio sia nel 2011 che nel 2016. E da allora non si è mai più visto né sentito. Eppure ad oggi a Chiusi, numeri alla mano, è lo schieramento che ha più chances di vincere. Per le divisioni e le contraddizioni altrui, ma anche nel calcio e in altri sport si può vincere per demerito degli avversari più che per merito proprio. Succede spesso tra l’altro. Sarebbe la vittoria del Cavaliere Inesistente, con buona pace del Visconte Dimezzato e del Barone Rampante. Per maggiori informazioni rileggere Calvino.

Chiusi oltretutto è in Toscana e il Pd in Toscana non se la passa bene. L’ex governatore Rossi sotto inchiesta per aver sforato il tetto dei finanziamenti elettorali nel 2015, un consigliere regionale, due funzionari della Regione e un sindaco (quello di Santa Croce sull’Arno) indagati per abuso di ufficio e corruzione in seguito ad una inchiesta sullo smaltimento illegale dei fanghi delle concerie che ha portato alla luce connessioni con la ‘Ndrangheta calabrese…

Tegole pesanti anche sulla giunta Giani, messa sotto tiro in più occasioni anche dai renziani, alleati ma sempre col fucile spianato. La campagna vaccinale che non decolla, la rabbia di tante categorie massacrate dalla crisi e dall’emergenza covid potrebbero inoltre favorire un voto di protesta e di… pancia.

Il silenzio del Pd che sembra digerire tutto, compresi i cambi di segretario a livello nazionale, come il semolino e le mosse estemporanee di Possiamo e 5S non aiutano a diradare la nebbia né le perplessità d tanti cittadini “percossi e attoniti”, quasi rassegnati  al declino.

Possibile che la sinistra chiusina, quella che è dentro il Pd e quella che è fuori di esso, non riesca a trovare un modo per parlarsi, non a distanza, e a vedere se esistono margini per ricomporre un quadro sfilacciato e ormai inservibile?

Una domanda del genere però ne presuppone altre due, a monte: 1) ha ancora senso, oggi, parlare di destra e sinistra? 2) Quale è oggi la sinistra a Chiusi, chi la rappresenta?

La prima risposta è sì. Perché le disuguaglianze ci sono ancora e sono sempre di più, perché le soluzioni ai problemi non sono mai “neutre”, perché è bene che si sappia da che parte si sta.

La risposta alla domanda numero 2 è più articolata: a Chiusi la sinistra c’è ma si vede poco. E’ frantumata e dispersa. Una parte del Pd è certamente di sinistra. Una parte almeno del Psi è di sinistra. Bettollini e buona parte dei suoi sostenitori sono di sinistra. Gli assessori comunali sono di sinistra. I Podemos sono di sinistra. Questo giornale è di sinistra. Una parte della società civile (intesa come associazionismo, volontariato ecc.) è di sinistra.

Ma a sinistra c’è l’abitudine a farsi le bucce, a contare i peli nell’uovo, a guardarsi in cagnesco quando non si è d’accordo su una cosa, a sinistra si passa da amico a nemico in un attimo. La sindrome di Livorno 1921 non è mai finita. Per questo nessuno dei soggetti citati la rappresenta tutta, la sinistra. 

Servirebbe uno sforzo collettivo di umiltà. Ognuno con la propria specificità, bisognerebbe provare a ragionare senza pregiudizi e senza conventio ad escludendum su ciò che è stato fatto e su ciò che si vorrebbe fare. O si ritiene necessario fare. Non dovrebbe essere impossibile. A Chiusi si parla un dialetto comprensibile a tutti. Anche a chi non è di Chiusi.

Poi ci sono gli altri, quelli con cui si può parlare e confrontarsi e anche fare accordi, se utili e necessari: Scaramelli e Italia Viva, per esempio. Un certo mondo imprenditoriale. Oppure i 5 Stelle che possono starei(almeno in parte) in un campo progressista, ma per concezione della politica, slogan, atteggiamenti e metodi non sono un movimento di sinistra e sono più simili alla destra. Qualcuno a quest punto dirà: e i comitati come il Comitato Aria? I Comitati sono espressioni vitali, ma tematiche, nascono intorno ad un problema, se diventano partito e parlano di tutto, finisce la loro funzione e diventano una finzione.

m.l. 

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