INFILTRAZIONI MAFIOSE N TOSCANA, 23 ARRESTI. RIFIUTI CONTAMINATI SOTTO UNA STRADA DELLA VALDELSA

giovedì 15th, aprile 2021 / 17:29
INFILTRAZIONI MAFIOSE N TOSCANA, 23 ARRESTI. RIFIUTI CONTAMINATI SOTTO UNA STRADA DELLA VALDELSA
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FIRENZE – Colpo della Dda di Firenze con l’Arma dei carabinieri (Ros, Forestali e altre specialità) alle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana.  Una operazione a ‘più teste’ ha portato all’arresto di 23 persone in relazione a tre indagini collegate tra loro in materia di inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza, tutti reati aggravati sia da metodo mafioso “in favore di potenti cosche di ‘ndrangheta”. Tra queste la cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro). Le infltrazioni vanno dal Mugello, al distretto conciario di Santa Croce (Pisa) a Livorno e toccano pure la Valdelsa.

In un filone sono stati eseguiti in Toscana, Calabria e Umbria sei arresti (uno in carcere e cinque ai domiciliari) per la gestione di reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario. Alcuni soggetti sono a capo dell’Associazione Conciatori di Santa Croce e avrebbero rappresentato, spiegano gli investigatori, il fulcro decisionale di tutto il sistema. Secondo quanto riporta l’agenzia ANSA, “per l’accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati ‘Keu’, altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie. Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero stati usati nel V lotto della Strada 429 della Valdelsa”.
Un altro filone ha portato a un totale di 17 arresti che hanno colpito imprenditori contigui alla cosca Gallace. Sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare, nonché associazione finalizzata al traffico internazionale di droga, detenzione a fini di spaccio, favoreggiamento, il tutto aggravato sia dal metodo mafioso che dall’avere agevolato la cosca Gallace.

Sempre da fonte ANSA, l’operazione avrebbe portato alla scoperta di un traffico di droga, con l’ingresso e la distribuzione in Toscana di cocaina, traffico che ruotava attorno al porto di Livorno. Arrestato un importante esponente della ‘ndrangheta. Messa in luce anche l’infiltrazione che passava nel settore inerti della cosca Gallace che, preso il controllo su una storica azienda del Mugello, avrebbe condizionato la concorrenza aggiudicandosi importanti commesse pubbliche.

La notizia è certamente rilevante e l’operazione di polizia molto importante. Ma non è che la conferma – se ce ne fosse bisogno – di quanto anche regioni cone la Toscana siano ormai entrate nel mirino delle cosche e siano teatro di attività illecite di vario genere. Alcune più propriamente criminali e altre legate ad attività economiche ritenute “normali”, il che fa capire come anche il sistema imprenditoriale sia permeabile a certe infiltrazioni.

In questo caso, per esempio, si parla di rifiuti contaminati usati (o nascosti) nei rilevati stradali di una arteria della Valdelsa che tocca le province di Siena e Firenze. E  la cosa fa tornare in mente la famosa “querelle” sulle ceneri che negli anni ’80-’90  interessò molti comuni umbri al confine con la Toscana: Fabro, Città della Pieve, Panicale, Piegaro. All’epoca erano ceneri delle centrali Enel, adesso ceneri di risulta delle attività conciarie della zona del cuoio tra Firenze e Pisa lungo l’Arno. Un anno e mezzo fa a Chiusi si è parlato molto del progetto Acea per la trasformazione dei fanghi di risulta della depurazione, il progetto è stato bocciato a furor di popolo (e per gravi carenze e lacune sule carte). L’operazione anti ‘Ndrangheta di queste ultime ore fa capire che il problema dello smaltimento dei fanghi e dei rifiuti speciali, di qualunque origine siano, va affrontato, altrimenti lo gestisce la malavita…

m.l.

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