INFILTRAZIONI MAFIOSE N TOSCANA, 23 ARRESTI. RIFIUTI CONTAMINATI SOTTO UNA STRADA DELLA VALDELSA
FIRENZE – Colpo della Dda di Firenze con l’Arma dei carabinieri (Ros, Forestali e altre specialità) alle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana. Una operazione a ‘più teste’ ha portato all’arresto di 23 persone in relazione a tre indagini collegate tra loro in materia di inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza, tutti reati aggravati sia da metodo mafioso “in favore di potenti cosche di ‘ndrangheta”. Tra queste la cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro). Le infltrazioni vanno dal Mugello, al distretto conciario di Santa Croce (Pisa) a Livorno e toccano pure la Valdelsa.
Sempre da fonte ANSA, l’operazione avrebbe portato alla scoperta di un traffico di droga, con l’ingresso e la distribuzione in Toscana di cocaina, traffico che ruotava attorno al porto di Livorno. Arrestato un importante esponente della ‘ndrangheta. Messa in luce anche l’infiltrazione che passava nel settore inerti della cosca Gallace che, preso il controllo su una storica azienda del Mugello, avrebbe condizionato la concorrenza aggiudicandosi importanti commesse pubbliche.
La notizia è certamente rilevante e l’operazione di polizia molto importante. Ma non è che la conferma – se ce ne fosse bisogno – di quanto anche regioni cone la Toscana siano ormai entrate nel mirino delle cosche e siano teatro di attività illecite di vario genere. Alcune più propriamente criminali e altre legate ad attività economiche ritenute “normali”, il che fa capire come anche il sistema imprenditoriale sia permeabile a certe infiltrazioni.
In questo caso, per esempio, si parla di rifiuti contaminati usati (o nascosti) nei rilevati stradali di una arteria della Valdelsa che tocca le province di Siena e Firenze. E la cosa fa tornare in mente la famosa “querelle” sulle ceneri che negli anni ’80-’90 interessò molti comuni umbri al confine con la Toscana: Fabro, Città della Pieve, Panicale, Piegaro. All’epoca erano ceneri delle centrali Enel, adesso ceneri di risulta delle attività conciarie della zona del cuoio tra Firenze e Pisa lungo l’Arno. Un anno e mezzo fa a Chiusi si è parlato molto del progetto Acea per la trasformazione dei fanghi di risulta della depurazione, il progetto è stato bocciato a furor di popolo (e per gravi carenze e lacune sule carte). L’operazione anti ‘Ndrangheta di queste ultime ore fa capire che il problema dello smaltimento dei fanghi e dei rifiuti speciali, di qualunque origine siano, va affrontato, altrimenti lo gestisce la malavita…
m.l.
Cosa vuol dire ”che il problema va affrontato sennò lo gestisce la malavita” di poter dare spazio unilateralmente a ciò che debba decidere la Regione senza sentire i cittadini che poi si trovano sottocasa quello che è già successo da altre parti ? Quale autonomia hanno i cittadini di poter decidere cosa posizionare in casa loro quella che le iniziative si facciano sentito i proprietari dei suoli e poi se ai cittadini non stia bene alla prossima tornata non votano quei partiti che hanno prodotto il danno allargando le gambe ? Certo che il problema va affrontato come tu dici a quello ci arrivano tutti, ma ma il comparto pubblico prima di fornire disponibilità ai privati per certe tipologie di impianto non dovrebbe secondo te sapere cosa ci si impianti sopra e sentire i cittadini se gradiscono? Se non fa questo vedi come va a finire? E ancora non è detta l’ultima parola perchè ACEA non credo che abbia comperato i terreni per piantarci gli alveari per le api. E’ questo un paese dove la politica non fa più l’interesse dei cittadini e tali rifiuti vi sono anche perchè la tipologia dello sviluppo è impostata dalla politica stessa a realizzare e produrre impianti di smaltimento nella maniera più attenta a risparmiare in costi,diventando così vere e proprie imprese e conomiche che perseguono un profitto,così come sono diventatae le ASL che s’incaricano della salute delle persone.Alla fine c’è poco da dire e quando le persone insorgono, purtroppo solo quando si tocca loro la pelle,allora si vedono i problemi ma mica si và a ritroso a vedere tali intuizione se avessero corrisposto alle politiche dei partiti che dicevano spargendo la voce a 360 gradi che il pubblico era pubblico e doveva funzionare meglio del privato? Si è preferito il privato facendo gli accordi con le società dell’acqua e nonostante il referendum vinto dai cittadini che hanno deciso che fosse pubblica non lo si è fatto, perchè i comparti pubblici hanno sottoscritto gli impegni con le corportations dell’acqua che la loro gestione fosse durata anni ed anni, e la gente messa lì dai partiti ha sottoscritto condizioni capestro. Ed allora, se i partiti guida, non i ramoscelli di questi, sono i primi a produrre le ragioni del dissesto, ogni parola è vana ed ogni volta che aprono bocca ci dovrebbe essere sempre qulcuno che ricordi loro chi sia il responsabile. Ma questa è solfa al vento.Ma perchè il problema del quale ne hai parlato anche tu per anni ed anni delle polveri a Fabro non riguarda la stessa natura di cose ? Ed alla fine i comitati che spuntano come funghi alla difesa della salute dei cittadini fanno quello che possono, qui è la politica che deve essere portata avanti ed espletata in maniera diversa ma fatta fare sempre a coloro che i guasti li hanno permessi non mi sembra una buona ragione per la loro riconferma, perchè oggi stiamo rischiando questo ed è probabile che avvenga, anche alle prossime elezioni ed allora è bene che la gente si svegli, soprattutto quella che ha figli.
Gli arresti eseguiti in queste ore, dimostrano ancora una volta quanto la grande malavita organizzata come la Mafia e la Camorra, siano in grado di penetrare nel tessuto produttivo e sociale di tutto il territorio nazionale. Al primo posto nella tragica graduatoria, parrebbe esserci la Lombardia. Quello che però mi pare, è che non si possano mettere tutto sullo stesso piano gli arresti di questi giorni con le ceneri di Fabro. Ricordo benissimo le urla isteriche degli ambientalisti ideologici, che come è loro costume, tirarono fuori anche a quel tempo, lo spauracchio tumori. Terrorizzare la gente, è il miglior modo per controllarla. Detto ciò, va ricordato che su quella vicenda ci fu anche un processo presso il Tribunale di Orvieto. Alla sbarra per così dire, vi furono messi diversi soggetti privati e pubblici come la stessa Enel. Il processo si concluse con una assoluzione piena di tutti gli imputati. Mi sembra che non ci furono altri processi.
Ci saranno ancor più infiltrazioni !
Lo stato non ha PROTETTO le piccole imprese. Le piccole e medie imprese non hanno più potuto usufruire di finanziamenti. Quei pochi finanziamenti ricevuti da parte dello stato,à sono finiti alle banche perché hanno ,con quei soldi ,fatto rientrare i clienti o sono serviti per chiudere i conti!
Le piccole imprese,che proprio ieri Zingaretti ha offeso e dileggiato,sono dovute ricorrere a finanziatori privati che poi si sono trasformati in veri e propri strozzini !
VOLETE poi che non ci siano infiltrazioni mafiose,sia nel pubblico che nel privato ?
UN DISASTRO…….premeditato !