CHIUSI: LA SCOMPARSA DI “ANTONELLO”, ARTIGIANO D’ALTRI TEMPI

lunedì 12th, aprile 2021 / 17:43
CHIUSI: LA SCOMPARSA DI “ANTONELLO”, ARTIGIANO D’ALTRI TEMPI
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CHIUSI – C’erano una volta gli artigiani. Quelli veri, dei mestieri antichi. Quelli che stavano dentro i centri storici e nelle strade di paese, non ancora nelle zone produttive e commerciali: sarti, falegnami, fabbri, tappezzieri, meccanici (anche di biciclette), barbieri, orafi, fotografi, tipografi… A Chiusi per esempio ce n’erano tanti, sia nel centro storico che alla Stazione. C’erano strade che erano zone artigianali ante litteram, con un bottega dopo l’altra. Spesso anche dello stesso tipo…  Via Piave e via Montegrappa, per esempio, due fra le strade più vecchie di Chiusi Scalo, abitate e popolate per lo più appunto da artigiani. Antonio Del Buono, per tutti “Antonello”era uno di loro. Faceva il tipografo in via Montegrappa. E come tutti i tipografi di antica tradizione, era un tipo particolare, a suo modo un intellettuale, non solo perché lavorava con le parole e la stampa, ma anche perché amava il teatro, per esempio. E tutte le cose di paese.

Ha calcato il palcosecenico quando ancora lo facevano in pochi, negli anni ’50 e ’60, con la Filodrammatica locale e poi ha trasferito quella sua passione per la scena, nella sfilata i costume dei Ruzzi della Conca. Lo abbiamo visto sfilare, spesso con la moglie Milvia accanto o nei paraggi, vestito da notabile (FOTO),  da sindaco, da capostazione e pure da prete… Ma ha anche curato (stampato e basta è forse riduttivo) tante pubblicazioni, tanti libri di memorie locali. Ha stampato per decenni il periodico “Montepiesi” di Sarteano. Noi di primapagina non ci abbiamo mai stampato il giornale, perché serviva un altro genere di tipografia, ma tanti supplementi sì. Con “Antonello” che se ne è andato alla soglia dei 90 anni, una settimana fa, ci abbiamo lavorato parecchio. Eravamo amici. Sodali, verrebbe da dire. Ci siamo scambiati informazioni, piccoli segreti del mestiere, ma anche risme di carta, pellicole e quant’altro potesse essere utile a stampare una qualsiasi pubblicazione, fosse un calendario, un libro, un supplemento una tantum al giornale… Dalla metà dell’800 a tutto il ‘900 i tipografi sono sempre stati per tradizione socialisteggianti… Antonello era cattolico, ma laicissimo nei ragionamenti e nell’atteggiamento verso il prossimo, verso la politica anche.

Un personaggio d’altri tempi, già ai suoi tempi, ma anche un artigiano meticoloso con delle mani enormi , un cittadino attento alle cose del mondo e del paese. Di poche, pochissime, parole e l’occhio lungo.

Dietro quegli occhiali spessi e lo spolverino nero sembrava serioso e un po’ triste, ma non lo era. Come tutti i tipografi d’antan, sapeva lavorare bene con le parole, i silenzi e gli spazi. Così come spalmava l’inchiostro sulle macchine, sapeva dare pennellate d’ironia. Ti prendeva per il culo senza farsi accorgere. Di artigiani così, purtroppo ne son rimasti pochi. Ci mancherà Antonello…

m.l.

 

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