QUANDO LA SERA SI GUARDAVA LA RADIO: RICORDO DI ENRICO VAIME, CHE FECE DA APRIPISTA A “CRONACHE ITALIANE”, IL FORUM NAZIONALE IDEATO DA PRIMAPAGINA

lunedì 29th, marzo 2021 / 20:24
QUANDO LA SERA SI GUARDAVA LA RADIO: RICORDO DI ENRICO VAIME, CHE FECE DA APRIPISTA A “CRONACHE ITALIANE”, IL FORUM NAZIONALE IDEATO DA PRIMAPAGINA
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E’ morto ieri Enrico Vaime. Uno dei più noti autori radiofonici e televisivi. Aveva 85 anni. Per la Rai ha firmato più di 200 programmi, tra cui Canzonissima, Fantastico, Memoria del Bianco e Nero, Quelli della Domenica, più alcune fiction come “Un figlio a metà”, Italian restaurant, Mio figlio ha 70 anni… Per la Radio “Black Out”. Tra i suoi libri “Tutti possono arricchire tranne i poveri”, “Le braghe del padrone”, “Quando la rucola non c’era” “Non contate su di me”, “Anche a costo di mentire” e “Gente per bene”, quasi un’autobiografia.

Di Enrico Vaime ho un ricordo limpido. Nel 2007 fu la “star” della prima edizione di Cronache Italiane, il forum nazionale della stampa locale autogestita, organizzato da Primapagina  a Città della Pieve. Lo intervistai in piazza, davanti ad una bella folla. Fu uno spasso, con quella sua ironia composta, ma tagliente.

Lo invitammo perché sulla comunicazione era certamente un maestro e perché era perugino di nascita e il forum si teneva in Umbria. Ricordo anche un’altra cosa, tutt’altro che banale.  A differenza di altri giornalisti anche meno noti, i quali chiedevano un cachet di 6-700 euro per una comparsata, Vaime venne gratis. Chiese solo che qualcuno andasse a prenderlo a Roma e poi lo riportasse a casa. Con calma. E non si risparmiò. Accettò l’intervista senza rete e senza concordare alcunché, non si sottrasse e rimase a farsi intervistare ad oltranza, finché non fece buio, sbuffando un po’ solo ogni volta che le campane del Duomo emettevano rintocchi rumorosi… “Del resto siamo in terra papalina”, sottolineò.., “ma che rottura di c… ni”.

Fu una giornata memorabile e piacevolissima, in cui si parlò molto di televisione, di radio e di giornali e di quell’Italia che stava velocemente scomparendo, coi vecchi media soppiantati da nuove mode e nuovi strumenti… Ricordò con una punta di nostalgia e di sarcasmo come un tempo a casa sua (ma anche a casa nostra del resto), la sera si stava in cucina a guardare la… radio… E già nel 2007 la Tv generalista era come la radio nel ’53, pronta ad essere sostituita e soppiantata dalla Rete. Ci fece sorridere sbeffeggiando certe mode,  ad esempio quella del “letto di rucola” su qualsiasi piatto, dalla pizza alla tagliata di Chianina, finanche a pietanze fintamente ricercate e raffinate… Perché come ha scritto in un libro spassoso c’è stato un tempo in cui la rucola non c’era. O meglio c’era, ma nessuno la usava. E si campava benissimo lo stesso.

Vaime fu l’apripista di quel Forum che andò avanti per 5 edizioni, fino al 2011 compreso e dopo di lui vide avvicendarsi sul palco altri personaggi famosi venuti a Città della Pieve a parlare di politica, di cronaca, di letteratura, di sport con gente che in tutta Italia faceva giornali e giornaletti locali, di nicchia, di paese, al massimo di provincia o di un’area interprovinciale come era Primapagina. Vennero tra gli altri Gianni Rivera, Franco Balmamion, Paolo Barnard, Gianluca Morozzi, Luca Cardinalini, Giovanni Impastato, Franco Carnieri, Silvia Costa…

Ricordo che Enrico Vaime ebbe parole di apprezzamento e incoraggiamento per quel mondo, per quel tipo di informazione un po’ da pionieri, lo chiamò giornalismo di frontiera, sottolineando che a suo modo la periferia è sempre una frontiera e che i posti di frontiera sono sempre un po’ pericolosi e ibridi, mai definiti. Per rendere meglio l’idea citò un film, americano: “Vanishing point” (in italiano “Punto zero”). A me fece particolarmente piacere, perché proprio quel film del 1971 fu la scintilla da cui scaturì l’idea di fare Primapagina…

Ciao Enrico, buon viaggio…

Marco Lorenzoni

 

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