“RIAPRIRE CINEMA E TEATRI, SI PUO’ FARE IN SICUREZZA!” STAVOLTA SCARAMELLI HA RAGIONE
FIRENZE – “Oggi, 2 Febbraio, sono 100 giorni che la #cultura è ferma. Teatri, cinema, spettacoli dal vivo. Tutti chiusi, bloccati, nessuno ne parla. Sembrano non interessare nessuno. Ho firmato in merito una mozione, che discuteremo nel prossimo Consiglio regionale, per consentirne la riapertura in Toscana alle stesse condizioni fissate dai DPCM per le trasmissioni televisive.
In questi casi è consentita la presenza del pubblico grazie al rispetto del distanziamento, osservando protocolli rigidi ispirati alla massima prudenza. Bene, forse può bastare una corretta interpretazione o anche solo assimilare le regole. Fatto sta che la cultura non può sempre essere l’ultima a ripartire e la prima a chiudere. Si, è evidente, a cambiare deve essere l’approccio culturale. Questo vale per le scuole come per iniziative culturali che troppo spesso vengono sacrificate prima di ogni altro settore. Serve da subito cambiare approccio per consentire un graduale ritorno alla normalità, per lo meno nelle Regioni in zona gialla e arancione”. L’autore della mozione in questione è il consigliere regionale Stefano Scaramelli. Il quale è un esponente politico che cerca spesso visibilità, che è piuttosto spregiudicato ed ha imparato benissimo a galleggiare nella politica melmosa di questi tempi malati. Ma in questo caso ha ragione. Magari anche in questa iniziativa di Scaramelli c’è un pizzico di propaganda, ma il tema è reale e la proposta che fa non insensata. Anzi. Far ripartire cinema, teatri e concerti – anche se in condizioni diverse da prima – è una esigenza vitale non solo per gli addetti e gli operatori del settore, ma anche per il pubblico. Nelle sale cinematografiche e nei teatri il distanziamento è possibile, mettere 50 o 100 persone in una sala che ne contiene 600 garantisce sicurezza. Come a scuola si fanno lezioni scaglionate, al cinema e in teatro si possono fare più proiezioni e più repliche. Potrebbe essere un modo per sostenere maggiormente gli operatori…
E la stessa cosa vale per gli eventi politico-culturali. Possibile che non si possa fare un’assemblea pubblica “in presenza”, con meno di 100 persone, in ambienti dove ce ne starebbero comode il triplo? La “burocrazia” delle normative di sicurezza non può sequestrare la vita civile, sia che si tratti di espletamento di funzioni democratiche o di svago e ristoro per l’anima. Del resto le messe in chiesa non sono state mai vietate. Ha ragione Scaramelli quando afferma che forse può bastare una corretta interpretazione o anche solo assimilare le regole… E’ l’applicazione rigida e ottusa dei regolamenti che crea – sempre – disagi, disparità di trattamento, ingiustizie e… disastri.
La Toscana, per esempio, è da un mese che è zona gialla. Almeno nelle zone gialle certe regole dovrebbero essere gestite con un approccio diverso. Se qualcuno poi se ne approfitta, perde il diritto…
M.L.
No, ”se qualcuno ne approfitta non perde il diritto”,infetta anche me! Ma è mai possibile che se viene stabilito che non si possano aprire locali anche con un terzo di gente in meno della potenziale capienza c’è tutto un mondo che si rivolta e che afferma di SAPERE cosa bisogna fare?
I DPCM prima di essere emanati sono vagliati da equipe di scenziati e di tecnici che conoscono quanto il virus e le relative varianti che cominciano a circolare siano dannosi.Non entro nel merito di quanto afferma Scaramelli ma nemmeno della visibilità ricercata di cui tu parli, ma ritengo logico un comportamento coerente della gente che non può stare a seguire l’uno o l’altro che la mattina si svegliano ed in base a calcoli di convenienza ma comunque di non conoscenza dei problemi infettivi dai quali possa dipendere la vita delle persone si attuino una sequela di uscite mediatiche che poi possono portare all’allargamento delle infezioni. Ci sono i tecnici e scenziati pagati profumatamente credo da parte del governo? Ed allora si seguano le loro disposizioni che lo stesso governo emana.La gente l’abbiamo vista bene che non è controllabile nei modi di come reagisca alle aperture, vedi Milano, vedi Roma, vedi Napoli,ecc.ecc. ma quando poi viene portata all’ospedale e ritorna a casa in una scatola di metallo e viene restituita ai familiari allora la TV fà vedere la gente che piange….parlano tutti di cosa terribile, irrimediabile! A Napoli direbbero”chiagnono e fottono”.Sono tutti discorsi questi che si configurano contrari a ciò che il governo esprime proprio per continuare a gettare benzina sul fuoco politico sull’onda montante di coloro che sono stati penalizzati e che rischiano di essere una mina sociale.Ritengo che il principio tanto osannato dello sviluppo vada completamente rivisto e le attività umane-specialmente quelle degli esercizi pubblici- debbano seguire dei criteri di utilità sociale imprescindibili per essere messi in opera,per istituirsi e per tenere aperto.Sò bene che siamo abituati ad essere liberi e non compressi nella nostra libertà di iniziativa ma se tale libertà porta a veicolare la responsabilità della gente stessa che non obbedisce ai principi di cautela e di responsabilità è una libertà codesta che rischia di inficiare anche quella degli altri.Ecco perchè ho detto che ci dovrebbe essere un ripensamento da parte delle autorità che ci governano dove possa pesare il criterio dell’utilità pubblica di poter aprire certe tipologie di esercizi non tenendo presente le tasse a favore dei comuni che ne conseguano ma il benessere sociale.Non l’ha ordinato davvero il dottore che un esercizio debba fornire il servizio di apericena così tanto in vigore e di moda e che se questo manca sembra di rappresentare che manchi l’ossigeno…Una riflessione profonda c’è da fare sulle persone che hanno assunto tali necessità e che io stesso spesso ho identificato col termine OGM.Si vede di più e più questo pensiero viene messo in evidenza nei periodi di crisi e di bisgno,quando le cose ed i comportamenti inutili diventino vitali.Diciamo tutti in questi periodi che tutto o molto non sarà più come prima ma poi al cospetto degli interessi personali o di categoria ci inalberiamo contro le disposizioni che vietano gli assembramenti.E se io come altri ci ammaliamo a causa di chi non rispetta le disposizioni questa non è una limitazione della libertà altrui? Mica gliel’ho ordinato io od altri che debbano gestire locali anche se forniscano un servizio alla collettività? Fra l’altro per il loro esclusivo profitto! E se per il loro esclusivo profitto io mi possa o mi debba ammalare io voglio che le regole siano rispettate, sennò si parla invano.Sceglieranno altri mestieri, vorrà dire che si ricicleranno,visto fra l’altro che dal momento che non hanno più gli stessi profitti e la maggior parte ha licenziato anche i dipendenti e messi in cassa d’integrazione pagati con soldi pubblici!Ma che si diventa reattivi a tal punto da poter dire ”io faccio quello che voglio ed il resto del mondo si adegui” ? Ma la civiltà della gente si misura anche da come reagisca in tali momenti, o no ? E se dietro non c’è un governo che sembra poter sostenere tutto questo grande impatto allora sarebbe bene che chi protesta abbia un briciolo di memoria e si possa ricordare che se le strutture governative e dello stato non sono state sufficientemente idonee a subire l’impatto devastante della pandemia, sarei desideroso di sapere dove erano tali signori quando i governi precedenti a questo di D’alema, Berlusconi, Monti ,Letta, Renzi
tagliavano la sanità,tagliavano i trasporti, permettevano a Confindustria di mandare a casa in cassa d’integrazione operai e dipendenti pagati con soldi pubblici quindi di tutti, per una politica economica che non è stata diretta e fatta funzionare da operai e dipendenti a reddito fisso.Le crisi le hanno prodotte loro, non i dipendenti. I dipendendenti da che mondo è mondo si sono adeguati ed hanno dimostrato di pagare crisi non prodotte da loro.Ed allora da una semplice constatazione di aprire alla cultura,ne convengo certamente che questa sia indispensabile ma personalmente non accetto che si vada contro le disposizioni che vengono da scienziati, infettivologi, e fasce di studiosi di tutto rispetto che il Governo ha ascoltato per poi prendere delle decisioni. I messaggi delle categorie sociali sono la maggior parte delle volte messaggi accattivanti per scopi di puro consenso.Diventano bassezze politiche alle quali purtroppo ogni partito ha abituato i propri elettori che non distinguono più le necessità vere dai rischi che potrebbero loro stessi correre.Con il senno di uomo della strada mi si dica se in un paese che ancora ha 300-400 morti al giorno per Covid si possa ipotizzare che certi locali debbano essere aperti-si dice con le precauzioni necessarie-ma quali sono le precauzioni necessarie se non si ha nemmeno la percezione che il virus possa infettare in ogni modo e non solo a distanza di contenimento ma al tatto, all’aria,al respiro ? Io vorrei che finisse al più presto possibile ma soffiare sul fuoco pensando di privilegiare l’economia e la cultura in tal modo,conduce solo ad allungare i tempi di risoluzione dei problemi ed a sfibrare il tessuto sociale.Questo io penso.Gli altri stati dell’Europa non mi sembra che siano così reattivi come è l’Italia, paese anarcoide e con categorie che non si adeguano o che mugugnano fortemente perchè gli incassi si ridemsionano.Lo vadano a dire a chi è sotto respiratore a causa di una masnada di gente che con la bottiglia in mano siede a tavoli di un bar o che va nelle strade della moda afare lo shopping. Non credo che queste siano categorie di persone che se non vanno a teatro si siano lamentate che manchi la cultura? Tutti adesso sentono il bisogno del cinema e teatro in crisi da anni ? Ecco perchè ci dimeniamo in diatribe strumentali
che usiamo per denigrare un governo alle strette con le difficoltà che deve affrontare proprio perchè ha nel seno suo i verminai dei quali l’Italia-quella vera e del bisogno e non quella che ci fanno vedere nei telegiornali- farebbe volentieri a meno.Se non si ha la conoscenza nè la memoria di chi abbia concorso a crearli tali verminai, allora appare alla mente che la salvezza possa essere solo quella del populismo e dei governi alla Orban. Dal ventre molle di una sinistra addormentata e che giuocava solo in difesa,sfilacciata ed inconcludente,penetrata da uno strisciante ” si salvi chi può” degli stessi partiti della sinistra, nel 1921 già si addensavano le ombre di un regime che sarebbe durato 20 anni e che poi non sarebbe stato liberato totalmente nemmeno da noi stessi ma da altri, che avrebbero avuto interesse a darci le libertà individuali a meno che non scantonassero in altre tipologie politiche contrarie a quelle dei ” liberatori”, ma che quella politica l’avrebbero controllata ed amministrata loro. Ed ultimamente e nelle decadi scorse l’abbiamo vista quale autonomia avessero dato al mondo che controllavano, al punto che se quei popoli non avessero imbracciato le armi per liberarsene ancora sarebbero tributari loro.
Carocarlo, sarò contro corrente ma per me,dato che il contagio era in calo,dovevano chiudere tutto per 15/20 giorni !
Vedi che con la riapertura delle scuole,ma più che altro con gli assembramenti nei bus e nelle metropolitane,é ripartito tutto di schianto !
Alle volte,quando è necessario,bisogna prendere decisioni che possano sembrare impopolari !
Figuriamoci se i governanti odierni,in questo momento,avrebbero preso una decisione ” giusta” ma impopolare !
Impopolari sono e impopolari restano !Ma loro…continuano a litigare per le poltrone !