IL VIRUS, LO SCREENING DI MASSA E L’ESPOSIZIONE MEDIATICA: CHIUSI E SINALUNGA, DUE PAESI ALLO SPECCHIO E RISPOSTE DIVERSE
CHIUSI – Sinalunga e Chiusi sono da sempre due paesi allo specchio. Si somigliano molto. Hanno entrambi l’autostrada e il treno. Per un secolo circa sono stati i due poli produttivi e commerciali della Valdichiana. Sono entrambi paesi “di confine”: Sinalunga con l’aretino, Chiusi con l’Umbria. Entrambi hanno sempre mal digerito la leadership territoriale di Montepulciano. Più operaia Sinalunga, più terziaria con un pizzico di nobiltà decaduta Chiusi. Entrambe con un centro storico e una parte più recente. Più grande Sinalunga con quasi 13 mila abitatati, e più frazioni, più piccola e in calo Chiusi che di abitanti ne ha 8.600 e di frazioni solo 3 (di cui solo una in forma di paese).
Chiusi è l’unico comune “zona rossa” della Toscana con un centinaio di casi covid in corso e la presenza accertata della variante brasiliana. Sinalunga non è zona rossa, ma da novembre è tra i comuni più colpiti dal virus, attualmente ha 80 casi.
A Chiusi da ieri è in corso lo screening di massa, “Territori sicuri” con tamponi molecolari, a tutti. A Sinalunga lo screening si è concluso domenica 7 febbraio. “Personalmente non mi ritengo soddisfatto dell’affluenza, 1800 cittadini che si sono sottoposti al tampone sono a parer mio pochi, considerato il lavoro svolto nel sensibilizzare la comunità a partecipare. I cittadini non hanno colto l’importante opportunità di verificare la situazione personale e proteggere la collettività dall’espandersi del virus”, ha scritto il sindaco sinalunghese Edo Zacchei sulla pagina fb del comune. Un flop che non è piaciuto al primo cittadino.
A Chiusi le prenotazioni hanno superato quota 5.500 e oggi il sindaco ha annunciato che la Cabina di regia regionale ha aperto le prenotazioni anche per giovedì e venerdì, e ci sono ancora 480 posti disponibili, riservati però esclusivamente ai residenti di Chiusi. Lo screening si concluderà venerdì.
Tra i due paesi allo specchio la risposta non è stata univoca e identica. A Chiusi la popolazione ha risposto in massa, a Sinalunga molto meno.
C’è chi a Chiusi si è lamentato della sovraesposizione mediatica, con la città finita in tutti i Tg, come il comune più a rischio della Toscana. In molti sui social hanno parlato di “pubblicità negativa” che peserà anche sul commercio e sul turismo, sull’immagine complessiva della città, anche dopo la bufera. E qualcuno ha pure accusato, neanche troppo velatamente il sindaco di aver approfittato dell’emergenza per ritrovare visibilità dopo mesi complicati…
L’esposizione e il clamore mediatico, giustificati dal fatto si essere l’unico comune zona rossa, dalla presenza della variante brasiliana del covid e dal fatto che il focolaio più rilevante sia partito da un asilo infantile, oltre che dall’essere a confine con l’Umbria che è ugualmente “rossa” e attaccata dalle varianti del virus, non hanno fatto pubblicità negativa, ma hanno al contrario consentito la risposta compatta della popolazione e l’immagine che esce anche dai Tg e dagli articoli di giornale non è quella di una cittadina in ginocchio, piegata dal virus, ma di una cittadina attenta, coesa più di quanto non lo sia la sua espressione politica, e pronta a fare la propria parte. Può sembrare paradossale, ma l’immagine di Chiusi da questo frangente complicato, esce rafforzata e migliore di quanto non lo fosse in precedenza.
A Sinalunga è andata decisamente peggio. Nella cittadina della Valdichiana nord il clamore mediatico è stato inferiore, ma anche il risultato. Nonostante lo screening sia stata effettuato nel week end. La differenza è tutta qui. E l’ammissione del sindaco Zacchei, che è persona per bene e politico onesto, ne è la conferma.
Anche il sindaco di Sarteano – dove lo screening è stato fatto a metà gennaio – che si era lanciato in un messaggio ai suoi cittadini in cui li invitata “ad evitare il più possibile rapporti con persone del comune confinante” (Chiusi, ndr), ha dovuto ritirare il post e chiedere scusa. Perché quando esplose il focolaio nella Rsa delle suore, che ha infettato mezza Valdichiana nessuno ha scritto, “non incontrate i sarteanesi”. Anche Landi insomma ha capito di aver scritto una castronata e ha fatto, da persona civile e per bene, marcia indietro. In queste situazioni la colpa non è di nessuno, non ci sono untori e appestati. C’è un problema che va arginato e circoscritto e bisogna farlo tutti insieme, senza alzate d’ingegno o barriere doganali.
La risposta messa in campo da Chiusi, con il concorso della Regione, della Asl, delle associazioni di volontariato, culturali e sportive, del personale sanitario, è stata una risposta “alta” che valorizza e mette al centro della lotta alla pandemia la sanità pubblica, le istituzioni territoriali e la cittadinanza attiva.
A Sinalunga i risultati dello screening di massa sono comunque confortanti: su 1.800 tamponi effettuati, nessun caso positivo è stato riscontrato. “Ciò dimostra – dice il sindaco Zacchei – che la crescita dei positivi a Sinalunga era circoscritta e che non rappresentava pericolo di espansione ulteriore. I dati di oggi confermano questa tendenza, ma questi elementi non devono far abbassare la guardia, perché il virus è ancora in circolo e purtroppo secondo i dati che ci giungono da aree anche a noi vicine è presente anche nelle sue varianti più contagiose”. Vedremo i risultati di Chiusi, dove la presenza della variante è già stata verificata. L’operazione Territori Sicuri può consentire di avere un quadro più preciso, isolare gli eventuali asintomatici e circoscrivere l’epidemia e ridurre le possibilità di contagio. Ovviamente in attesa della campagna di vaccinazione che tra ritardi e problemi vari sta riprendendo e da lunedì 15 dovrebbe viaggiare speditamente, almeno per le categorie indicate come destinatarie delle prime dosi del vaccino Astra Zenica, poi – come abbiamo anticipato ieri – toccherà rapidamente agli over 80, presso gli ambulatori dei medici di famiglia o a domicilio.
Oggi a Chiusi dovrebbe arrivare il senatore De Falco, ex M5S ora nel gruppo dei senatori “Responsabili”. E’ il comandante che urlò a Schettino: “Torni a bordo, cazzo!” e che a Chiusi era già venuto nel 2019 alla Festa della Costituzione. Una visita significativa, che sottolinea, se ce ne fosse bisogno, che a Chiusi si sta attuando una risposta all’emergenza che può essere ripetuta in altre parti d’Italia. Anche laddove -vedi l’Umbria in zona rossa – non è stato attivato in questi giorni nulla di simile. Non è pubblicità negativa. Tutt’altro.
m.l.