SOSTIENE VALENTI… IL REDDE RATIONEM NEL PD DI CHIUSI. LE SFIDE POSSIBILI E GLI ASSENTI INGIUSTIFICATI. CON IL COVID SULLO SFONDO

giovedì 04th, febbraio 2021 / 15:02
SOSTIENE VALENTI… IL REDDE RATIONEM NEL PD DI CHIUSI. LE SFIDE POSSIBILI E GLI ASSENTI INGIUSTIFICATI. CON IL COVID SULLO SFONDO
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CHIUSI – Due giorni fa l’agenzia Impress di Siena ha riportato una intervista di Fabrizio Camastra al segretario provinciale senese del Pd Andrea Valenti, sulla situazione politica a Chiusi, sul sindaco Bettollini e sulle consultazioni interne ed esterne del Pd.

Un partito è tante cose. E’ impegno, passione, militanza. Una cosa sicuramente non è. Non è un autobus dal quale si sale e si scende.” dice Valenti. E qui chi sia il destinatario del messaggio, anche se implicito, è chiaro.

“Valenti, tra le questioni di metodo che avete sollevato c’è il fatto che Juri Bettollini ha restituito la tessera, ma i termini per rinnovarla ci sarebbero, se dovesse richiederla voi come vi comportereste?” chiede l’intervistatore.

A me non risulta che Bettollini abbia rinnovato la tessera, certamente richiederla sarebbe un suo diritto. Nel caso ciò avvenga bisognerà vedere come sarà valutata dall’organo di garanzia del partito, che valuterà la richiesta, stabilendo se il comportamento tenuto da Bettollini alle regionali, con l’invito a non votare la lista del Pd ma solo il candidato alla presidenza, sia conforme con lo stare all’interno del Partito democratico”.

Ecco qui il primo errore la fa Camastra (che potrebbe non sapere) e il secondo Valenti (che invece dovrebbe sapere) che dimostra di conoscere poco i Pd di Chiusi: 1) Bettollini non ha mai restituito la tessera del Pd, ha solo annunciato ad agosto di non volerla rinnovare per il 2020. E, in forza di un rinvio del tesseramento in teoria ha tempo fino al 30 aprile per farlo, se dovesse ripensarci. 2) L’invito a non votare la lista pd ma solo il candidato alla presidenza fatto da Bettollini alle regionali, non è conforme con lo stare all’interno del Pd? Beh anche altri, a Chiusi, hanno dichiarato il voto addirittura ad un candidato alternativo a quello del Pd pur essendo iscritti al partito. Vedi Paolo Scattoni, uno dei leader del Comitato Aria,  al quale nessuno ha chiesto conto di quella dichiarazione e di quel non voto al Pd e nessuno lo ha deferito all’organo di garanzia. Anzi è uno di quelli che al momento dettano la linea del partito.

Ma al di là di questi dettagli (che poi tanto dettagli non sono), l’intervista di Valenti è illuminante anche per altri aspetti. Infatti il segretario conferma che il Pd di Chiusi (senza averne un mandato dagli organismi) ha avviato contatti con altre forze politiche comprese quelle che oggi siedono all’opposizione e ritiene la cosa del tutto normale, perché “E’ dovere di un partito cercare di allargare il consenso”.

Poi però Valenti lascia aperte più porte. Parlando ad esempio di Italia Viva dice “Certamente la riflessione parte dalla coalizione che ha sostenuto Eugenio Giani alle ultime regionali, poi si vedrà il divenire delle discussioni a cosa porterà”. Quindi anche per le comunali, “certamente” il Pd dovrebbe partire da un accordo con Scaramelli e Italia Viva… Saranno contenti i Podemos.

Ma la chicca è il finale, laddove Valenti parla del Carbonizzatore e del Comitato Aria.

“(Il carbonizzatore, ndr) sarà ancora un argomento di discussione, per questo è necessario aprire un dialogo con il Comitato ARIA. Le istanze di base vanno ascoltate”, dice il segretario.

Ecco. Ma al di là del fatto che non si è mai sentito nessuno dire che le istanze di base vanno ignorate, la domanda che sorge spontanea- come diceva Lubrano – è come mai il Pd non le ha ascoltate prima, quando montava la bagarre? Ovvio che dire oggi “è necessario aprire un dialogo con il Comitato Aria” è solo un modo poco elegante per dire che il Pd prende le distanze da Bettollini, anche a costo di flirtare con i suoi più strenui detrattori, con quelli che accusavano il sindaco, la maggioranza e quindi l Pd di voler avvelenare la popolazione di Chiusi e quella dei paesi limitrofi e di aver svenduto il territorio per farne una pattumiera.

Già la Lega qualche giorno fa, strizzava l’occhio al Comitato Aria affermando che la destra nel suo programma punterà su due temi molto cari ad alcuni esponenti del Comitato:  il carbonizzatore e la Fondazione Orizzonti. Ora anche Valenti cerca di far concorrenza alla destra, parlando di dialogo con il comitato. Forse sia a destra che nel Pd c’è qualcuno che pensa che quelle 2.500 firme raccolte contro il progetto Acea siano 2.500 voti. Ma non è esattamente così. Quelle firme sono voti già accasati, in parte a destra (Lega soprattutto), in parte nei 5 Stelle, in parte nei Podemos e in parte anche nel Pd. E molti dei firmatari sono gli stessi che mettono “mi piace” sotto alle dirette Facebook del sindaco sull’emergenza Covid.

Quanto al carbonizzatore il cui progetto è stato ritirato, e quindi stoppato, vale la pena ricordare che adesso a Chiusi c’è una norma di Piano Regolatore che vieta la realizzazione e l’insediamento di impianti insalubri per il trattamento dei rifiuti, c’è una proposta fatta a suo tempo da questo giornale (prima del progetto Acea) e rilanciata dal sindaco durante l’Inchiesta Pubblica di un anno fa per realizzare, al posto del carbonizzatore, un grande parco fotovoltaico…

Il segretario Valenti e il Pd di Chiusi forse dovrebbero cominciare a dire cosa ci vorrebbero fare lì alle biffe in quei 12 ettari dismessi e acquistati da Acea insieme al depuratore che già tratta 99 mila tonnellate l’anno di reflui fognari, residui  industriali, e percolato di discarica, invece di baloccarsi sulla tessera di Bettollini e rincorrere le opposizioni consiliari ed extraconsiliari.

Di alcuni esponenti di spicco del comitato Aria si parla come possibili candidati di una eventuale lista civica appoggiata dalle destre (e di qualcuno anche come candidato delle destre direttamente): Romano Romanini, Emanuele Felici, Rossella Rosati, Tiziana Marroni. i nomi sono questi.

Lo sa Valenti? forse sì perché noi lo abbiamo scritto e sappiamo che ci legge. Diciamolo: alcuni nomi sembrano buttati sul tavolo a caso. Giusto per vedere l’effetto che fa. Altri potrebbero avere una logica. Non è chiaro cosa intenda fare il Comitato Aria, da quale parte vorrà schierarsi e se si schiererà, però una sfida Bettollini-Romanini potrebbe essere una bella sfida, non al ribasso, come è spesso successo alle comunali di Chiusi. Una sfida vera, un po’ come quella tra Scaramelli e Cioncoloni per la Primavera nel 2011. Ma il problema è chi sta con chi. Chi sosterrà questo o quello… Non è ininfluente se uno sta col Pd o con la destra. O se la sfida fosse tra due liste civiche… con i partiti osservatori interessati, ma di seconda fila.

Quanto al Pd, dovrà essere l’assemblea comunale del partito a decidere la linea e con chi allearsi, dopo “ampia e approfondita discussione”. Non con un post su facebook. Non può bastare una indicazione dalla federazione senese, che magari tiene conto del quadro nazionale, ma non di quello locale.

Anche perché le attuali coalizioni nazionali e regionali potrebbero saltare, sacrificate sull’altare del drago. Anzi di Draghi. E allora tutto tornerebbe in alto mare anche a Chiusi. Con i 5 Stelle che mai si alleerebbero con il Pd senza un input nazionale i tal senso e un un pd lacerato, dilaniato e con un plafond di voti che è meno della metà di quanti ne prese nel 2016 e che potrebbero diventare a metà della metà in caso di lista Bettollini.

Adesso sembra che nel silenzio tombale della segreteria si sia aperta pure una lotta intestina e sorda per la candidatura a sindaco con varie fazioni l’una contro l’altra armata: c’è chi vorrebbe un ritorno di Ciarini (nome proposto dai Podemos, pare), chi vorrebbe invece la segretaria Cardaioli, chi l’ex vicesindaco Sonnini, chi il capogruppo Agostinelli, come soluzione di discontinuità nella continuità,  chi l’assessore Micheletti “che è uno equilibrato”, chi una figura d’esperienza come Claudio Del Re e chi al contrario vorrebbe chiudere la diatriba e ricandidare Bettollini, senza se e senza ma… Anche perché l’emergenza covid non ammette divagazioni. Un Bettollini che stava per lasciare e gettare la spugna e sull’onda cattiva del covid ha invece ripreso il mano il timone e si è rimesso sul ponte di comando per portare la città in acque più sicure, come fanno i capitani delle navi, anche quelli solitari, con la ciurma che mugugna, ma non ha il coraggio e la forza di ammutinarsi.

Chiusi in queste ore sta vivendo una escalation di contagi, rischia di essere dichiarata “zona rossa” in una regione gialla e si prepara ad uno screening di massa con tampone a tutta la popolazione. Ma la politica, incartata su sé stessa, non favella. Assente su tutta la linea. Non aiuta, non accelera. non dà indicazioni. In questo momento assai delicato, Bettollini, volenti o nolenti, e suo malgrado, è l’unico attore in campo. Gli altri si sono dileguati, non ce n’è uno che dica qualcosa. Questo è un pessimo segnale che viene dalla città.

Chissà se il segretario provinciale del Pd Valenti parteciperà domenica all’assemblea dell’Unione Comunale sulla piattaforma Zoom. O se deciderà di farselo un giretto a Chiusi, magari sabato, per una verifica sul campo, come si suol dire. Per lavoro, anche sotto emergenza covid, si può…

Marco Loenzoni

 

 

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