TORNA IN BALLO IL TEMPIO CREMATORIO DI ZONA? NO, A CHIUSI NON SI PUO’ FARE
CHIUSI – Era il 2017 e prima che scoppiasse e deflagrasse il caso Acea, a Chiusi si discusse per un po’ anche di un altro progetto, quello di realizzare un “Tempio crematorio” di area all’interno del cimitero. O in altra zona, magari vicina al casello autostradale, facilmente raggiungibile e tranquilla, lontana da abitazioni e agglomerati urbani. Secondo l’amministrazione comunale il “Tempio crematorio” sarebbe stato una risposta di civiltà, anche in relazione alla necessità di ampliare continuamente i cimiteri, per molti invece sarebbe stato l’ennesimo scempio ambientale, con ricadute negative sull’aria e quindi sulla salute dei cittadini, ma anche – come tale – un elemento di disturbo e di svalorizzazione del centro storico e delle colline limitrofe, con pregiudizio anche per il turismo.
La questione però finì in un nulla di fatto. Adesso, su Chiusiblog, Paolo Scattoni scrive che il progetto continua a figurare nell’elenco delle opere pubbliche da realizzare, approvato il 23 dicembre scorso in Consiglio Comunale e che quindi il progetto non sarebbe affatto tramontato.
Da quanto sappiamo però il progetto, anche se figura nel Piano triennale delle opere pubbliche, che è quello approvato appunto nel 2017, sfrondato delle opere realizzate, si è arenato e non si farà, perché a Chiusi non si può fare.
Il motivo è semplice. La legge regionale che regolamenta la materia prevede che i crematori possono essere costruiti solamente nelle aree cimiteriali. Nel cimitero di Chiusi, l’unica area in cui si potrebbe costruire è un area geomorfologicamente problematica e classificata come ‘area in frana’. Lì non ci si può realizzare alcunché. Il sindaco Bettollini, d’accordo con l’amministrazione, a suo tempo provò a chiedere alla regione una deroga alle legge, individuando un’area idonea vicina all’autostrada, ma la Regione ha non ha fornito risposte e ha fatto capire di non avere alcuna intenzione di cambiare la legge. La ditta privata che aveva proposto il progetto ha capito, dal canto suo, che a Chiusi la strada era sbarrata o comunque molto in salita e se ne è andata ad investire altrove. Fine della storia.
Anche in questo caso, come nel caso degli impianti per il trattamento dei rifiuti e dei fanghi che nessuno vuole, ma che da qualche parte vanno fatti, il problema prima o poi si riproporrà, perché le aree cimiteriali non possono crescere a dismisura e se anche viene praticata la rotazione, smantellando i campi di sepoltura a terra ogni 10-15 anni, alla fine il terreno sarà comunque insufficiente e la cremazione, oltre che una “risposta di civiltà” sarà una necessità.
E da qualche parte i templi crematori andranno realizzati. Qualcuno la definisce “economia della morte”. Ma anche quella dei funerali, delle lapidi e delle cappelle cimiteriali allora è economia della morte.
Al di là dei timori per possibili problemi di inquinamento dovuti alle emissioni degli impianti al fondo delle diatribe sulla realizzazione dei templi crematori c’è anche un retaggio culturale che affonda le radici nell’ostilità verso la cremazione da parte della Chiesa cattolica, che per secoli vi intravedeva una scelta antireligiosa, anticristiana, quasi una professione di ateismo anche nell’ultimo atto. Non a caso la usavano i massoni e gli anticlericali ottocenteschi, proprio come forma di protesta e di “distanza” dalla Chiesa.
In realtà la Chiesa almeno dal Concilio Vaticano II del 1963, non condanna più la cremazione e lascia libertà di scelta ai fedeli: «La cremazione non è cosa intrinsecamente cattiva o di per sé contraria alla religione cattolica». Soprattutto se è richiesta «per ragioni igieniche, economiche o di altro genere, di ordine pubblico o privato». Però, «Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista per la chiesa “non deve essere permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione» e infine «nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie a norma del diritto». Così recita l’ultimo articolo del documento della Congregazione per la dottrina della fede. Insomma la cremazione non è vietata, è ammessa anche dalla Chiesa, ma con parecchi distinguo…
La laicità dello stato e delle istituzioni dovrebbero invece consigliare valutazioni di altro genere, scevre da considerazioni religiose.
Detto questo è anche normale che certi impianti possano essere realizzati solo nelle aree cimiteriali e possibilmente il più lontano possibile dai nuclei abitati. Difficile ipotizzare, per ragioni economiche, un impianto per ogni comune. Un territorio come quello della Valdichiana senese (ma vale anche per l’area del Trasimeno o altre aree sia del senese che dell’Umbria e di tutta Italia) il problema dovrà cominciare a porselo. Meglio se senza pregiudizi.
M.L.
credo che ragionamenti laici, con un pd “democristianizzato” come l’attuale, che permette al proprio sindaco di andare alle processioni religiose con la fascia del comune, siano da considerare pura utopia.
x Francesco Storelli.Per dare la sensazione alla gente che osserva e che trae le proprie spesso incomplete considerazioni, che siano un partito ”aperto” come un supermercato dove puoi trovare tutto, da una parte ci si serve di valori laici indossando le fasce,dall’altra si và in processione dove vengono recitate preghiere ed orazioni ai Santi ed alle Madonne. Erano anche tempi più cupi, dove lo scontro era palpabile ad ogni ora e minuto, ma mio zio che tutti hanno conosciuto a Chiusi, quando era stato Sindaco di Città della Pieve in processione non ci andava,figuriamoci poi se avesse dovuto indossare la fascia tricolore…..ma quella era altra gente, da non accostarsi nemmeno lontanamente a quella odierna. Oggi quando dico che l’abitudine a pensare guidata dal complesso mediatico abbia reso le teste degli OGM, dico forse una fandonia ed uno sproloquio? Mi si dirà forse rispondendo a questo : ”ma i tempi non sono più quelli di una volta”..Bene, ecco in evidenza ancor di più come si possano interpretare gli aspetti valoriali di due filoni eticamente paralleli ma non coincidenti ed essere portati di conseguenza a non fare più distinzioni poichè appare tutto ciò cosa normale : i sentimenti e le concezioni di base dello stato laico e quelli del sentimento religioso. Tutto dentro una pentola, una rimestata e si estrae ciò che piace o che anche faccia comodo.Questa la chiamano modernità soprattutto coloro che vanno in processione con la candela accesa e che prima erano i più anticlericali nelle sezioni del PCI. Quel vecchio sindaco di Città della Pieve che ho detto prima li chiamava con un nome anche a meta degli anni ’50: ”i nuovi poveri”.E lo ha anche scritto ! Ma tanto bene da parte dei suoi compagni non gli è andata,tant’avvero che mezzo secolo dopo prima di morire-lui che era stato vigilato speciale politico assieme a suo padre,in galera e più volte picchiato e mandato all’ospedale- e che fra l’altro al partito non ha mai chiesto nulla ed ha solo dato, ebbe a dirmi queste precise parole :”Caro Carlo ricordati,contro i fascisti ho vinto,contro i compagni ho perso”. Credo che questo sia il destino degli idealisti.Questi di adesso-dicano ciò che vogliono-ma con l’idealismo non hanno nulla a che vedere,anzi se possono lo relegano nel contenitore della mondezza, e c’è chi alla fine dà loro ragione e si batte per loro.Ma attenzione,danno loro ragione ”sempre da sinistra logicamente”- dicono loro- capito chi e che cosa siano questi ?
X Marco Lorenzoni. Ciao, ho scritto una risposta all’intervento di Francesco Storelli ma non lo vedo apparire.Forse è andato nei tuoi spam? Puoi controllare e nel caso immetterlo ? Grazie. Carlo.
Per quanto mi riguarda la Chiesa non c’entra nulla. La mia domanda é :” Se il progetto non si farà, perché é stato inserito nel prossimo programma triennale dell’amministrazione comunale?”.
Il discorso sulla Chiesa non era riferito a te. Progetto credo sia inserito nel piano delle opere pubbliche, perché come ho scritto è sempre lo stesso dal 2017. Ma non si farà, perché a Chiusi non si può fare. Nell’unico spazio idoneo (che per la Regione è il cimitero) non ci sono le condizioni urbanistiche, altrove non si può nemmeno pensare