COVID, E’ UNA GUERRA DI RESISTENZA. FOCOLAIO IN UNA RSA A SARTEANO E CONTAGI ALTALENANTI NELLA ZONA

venerdì 08th, gennaio 2021 / 11:48
COVID, E’ UNA GUERRA DI RESISTENZA.  FOCOLAIO IN UNA RSA A SARTEANO E CONTAGI ALTALENANTI NELLA ZONA
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DA MILANO ARRIVA UNA PROPOSTA AI SINDACI, PER FARE TAMPONI A TUTTI A PREZZO CALMIERATO

CHIUSI – La campagna di vaccinazione anti covid è partita e procede ovunque abbastanza speditamente.  Anche in Toscana e in Umbria. Per ora tra il personale socio sanitaria e ospiti e personale delle Rsa. Rsa che continuano ad essere i luoghi più sensibili e a rischio. Lo dimostra il focolaio scoppiato qualche giorno fa a Sarteano. Questa volta non nella Rsa comunale, ma in quella del Santo Volto, gestita dalle suore, con 12 casi di positività fra gli ospiti (uno dei quali ricoverato) e 3 fra suore e addetti in struttura.  Sarteano con altri 35 positivi, oltre quelli della Casa di riposo, è uno dei paesi attualmente più sotto pressione. A Chiusi i casi al momento sono 13, ma la seconda ondata ha fatto superare quota 100 (101 per a precisione), mentre nella prima ondata tra marzo e giugno erano stati solo 43. A Montepulciano i casi sono 25. Il sindaco poliziano, Michele Angiolini, ieri, 7 gennaio, scriveva:

“E’ evidente che la progressiva, sensibile discesa dei casi positivi registrata dalla metà di novembre ha rappresentato l’uscita dalla cosiddetta “seconda ondata”,  ma non dall’emergenza, visto che, come abbiamo ricordato più volte, la “curva dei contagi” si è raffreddata ma non esaurita. E il momento attuale è caratterizzato soprattutto da una certa imprevedibilità che non consente, almeno ai non specialisti, di identificare una tendenza”.
Angiolini ricorda che “negli altri comuni della Valdichiana Senese si attenua il forte incremento dei contagi degli ultimi giorni ( 12 i nuovi casi positivi ieri, ndr). Alle Scotte si registra una nuova perdita che fa salire il totale del territorio senese a 132 decessi; aumenta il numero dei ricoverati covid, 49 (+3), di cui 7 provenienti dalla Valdichiana Senese. Sette anche i degenti in terapia intensiva. La provincia di Siena deve fare i conti per il decimo giorno consecutivo con un numero di nuovi casi positivi (39) superiore a quello delle guarigioni (21). Elevato anche il rapporto tra tamponi effettuati e contagi diagnosticati, al 12,9%. Da rilevare che, dei 651 positivi attivi al momento, 515 sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o in quanto risultano privi di sintomi”.
Situazione questa confermata anche dal sindaco di Chiusi Bettollini il quale riferisce che “la seconda ondata, nonostante più del doppio dei casi di positività, ha fatto registrare meno ricoveri, meno morti e anche meno durata dell’isolamento e sintomi per 99% dei casi pari ad una influenza”. Insomma sintomatologia meno grave e decorrenza della malattia più rapita, con tempo di guarigione intorno alle due settimane, mentre nella prima fase, ci sono stati casi, numerosi, che si sono negativizzati solo dopo 40-50 giorni.
Pur nell’emergenza, questo della sintomatologia più lieve e dei tempi più corti è un dato incoraggiante. E non dipende solo dal fatto che nella seconda ondata il virus ha colpito anche fasce di età più giovane, quindi con meno patologie ulteriori e pregresse. Anche le persone over 50 hanno avuto sintomi più lievi, si sono negativizzati più rapidamente e non hanno avuto necessità di ricovero.
Adesso con l’arrivo del vaccino (o dei vaccini) e la vaccinazione di massa che partirà a primavera la situazione dovrebbe ulteriormente migliorare. Con la speranza che Toscana e Umbria da lunedì 11 gennaio possano mantenere la “zona gialla”, sia pure “rafforzata” e quasi arancione, perché non solo la gente, ma anche l’economia ha bisogno di respirare.
Intanto dalla postazione milanese di “Medicina solidale”  (che ha avamposti anche in Valdichiana con alcuni medici e operatori che hanno aderito all’iniziativa) è partita in queste ore una nuova sfida, per consentire e favorire un maggiore “tracciamento” dei contagi. E la cosa è arrivata sui banchi del consiglio comunale del capoluogo lombardo per iniziativa della lista di opposizione da sinistra Milano in Comune.
La sfida è quella di fare più tamponi possibili (almeno quelli antigenici rapidi) e di farli a prezzo calmierato, come la task force di Medicina Solidale e Soccorso Rosso ha dimostrato di poter fare.
La petizione è adesso sul tavolo del sindaco milanese Giuseppe Sala, del presidente della regione Lombardia Fontana e del presidente del Consiglio Conte.  Ma l’obiettivo è che il campo si allarghi e la proposta arrivi sul tavolo di altri sindaci, in tutta Italia e che questi la facciano propria. In Toscana e Umbria,per esempio  il tampone antigenico rapido si può fare anche presso strutture e laboratori di analisi privati, senza la richiesta del medico, ma al prezzo non irrisorio di 60 euro (in qualche caso anche 75- 80).
Questo il testo della petizione milanese:

La Pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza in modo drammatico come da tempo sia stato disatteso l’Art. 32 della nostra Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. (…)”

Le conseguenze purtroppo sono misurabili nel numero dei morti: la Lombardia ha un indice di letalità del 5,4 %, contro una media nazionale del 3,4%. Sostanzialmente è la prima “comunità” al mondo in questo tragico primato.

Mentre si procede a rilento con il vaccino, il tracciamento sul territorio rimane il nodo fondamentale e imprescindibile su cui basare la prevenzione e l’individuazione di nuovi focolai ed ha un nome preciso: tamponi antigenici rapidi. Non solo prevenzione e diagnosi precoce, ma anche un enorme risparmio di risorse necessarie per arginare la malattia conclamata. 

Il tampone rapido antigenico è uno strumento veloce a bassissimo costo industriale che si può fare ovunque, in sicurezza, per operatori, cittadini e cittadine, e in economia, come ci dimostra l’esempio che abbiamo a Milano con i “Tamponi gratuiti e sospesi” realizzati dalla brigata sanitaria Soccorso Rosso e Medicina solidale. Un modello solidale che può essere un esempio pragmatico e operativo di come investire i soldi pubblici. 

Constatiamo invece che questa necessità e urgenza, è stata lasciata a disposizione della sanità privata che “vende” questo servizio mediamente a 50 euro, con profitti esorbitanti, che sono ingiustificabili non solo rispetto all’articolo 32 della Costituzione, ma anche ai più elementari criteri di etica in un contesto cosi drammatico, oltretutto aggravato dalle difficoltà economiche di molte persone.

Per questo come Associazione Milano in Comune-Sinistra e Costituzione, lanciamo una petizione pubblica perché i tamponi rapidi siano realizzati a prezzi calmierati, coprendo il prezzo di costo e del lavoro del personale sanitario.

La prevenzione non può essere occasione di profitto in attesa che il vaccino sia disponibile per tutti e tutte.

Chiediamo anche che siano realizzati presidi itineranti per mettere in atto questo importante sistema di prevenzione e tutela, a partire dalle scuole e dai luoghi di lavoro. Questo provvedimento del prezzo calmierato al prezzo di costo può essere imposto con ordinanze comunali, decreti regionali e nazionali, e quindi, rispettivamente, dai sindaci, dai presidenti di regione e da decreto del governo.

Firmate la questa raccolta firme finalizzata ad ottenere i “tamponi calmierati”, cui dovranno seguire provvedimenti più strutturali a favore della sanità pubblica.

Chiediamo l’immediata regolamentazione dei prezzi con l’adozione del “tampone calmierato”!

Associazione Milano in Comune-Sinistra e Costituzione

Per firmare: https://www.change.org/p/giuseppe-sala-tamponi-calmierati-per-tutti-e/psf/promote_or_share?guest=existing&short_display_name=marco%20&recruiter=&source_location=react-fe

 

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