CHIUSI, IL PD FA LE CONSULTAZIONI AD PERSONAM. E INTANTO SPUNTA L’IPOTESI DI UN RITORNO DI CIARINI

lunedì 25th, gennaio 2021 / 11:59
CHIUSI, IL PD FA LE CONSULTAZIONI AD PERSONAM. E INTANTO SPUNTA L’IPOTESI DI UN RITORNO DI CIARINI
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CHIUSI – Tutti in fila, e in fila per uno, come i mezzadri davanti allo scrittoio del fattore… Sabato a Chiusi il Pd, sempre più incartato su se stesso per provare a uscire dall’impasse ne ha escogitata un’altra. La segretaria Cardaioli, invece di convocare l’assemblea dell’Unione Comunale, che sarebbe l’organo deputato, ha deciso di fare una nuova consultazione degli iscritti. Questa volta “ad personam”. Uno per volta, con audizione individuale. Un po’ come quelle di Mattarella per la crisi di governo. Ognuno doveva esprimersi su argomenti programmatici, alleanze e candidatura a sindaco. La consultazione, secondo quanto ha fatto sapere la segreteria, tramite la testata Centritalianews, con un pezzo chiaramente pilotato, avrebbe coinvolto un centinaio di persone, praticamente la metà degli iscritti. Alcuni consultati in forma telematica. Nell’articolo di Centritalia si legge:

“Gli interpellati , come si apprende, hanno mostrato particolare interesse per i temi dell’ambiente, della tutela del lago, del tessuto economico-commerciale, delle scuole con particolare riferimento agli sbocchi occupazionali, del turismo, del rilancio del centro storico, delle ferrovie, dei trasporti pubblici, del sociale, delle prestazioni sanitarie nel territorio e della necessità di politiche d’area. Temi che, è stato detto, dovranno essere al centro del programma della prossima campagna elettorale. Quanto alla coalizione, gli iscritti al Pd di Chiusi hanno espresso la necessità di ampliare quella col Psi seguendo l’esperienza maturata a livello nazionale e guardando a maggiori convergenze programmatiche. Infine, ma non meno importante, sulla questione del candidato  sindaco è necessario, secondo quanto prevede lo statuto del partito, intraprendere un percorso condiviso con l’assemblea dell’Unione comunale per individuare la figura adatta. Non è esclusa, nonostante le polemiche degli ultimi tempi, una ricandidatura dell’attuale primo cittadino Juri Bettollini se – come ricordato nelle scorse settimane dalla segretaria Simona Cardaioli – chiederà di rientrare nel Pd dopo esserne uscito lo scorso agosto, mettendosi a disposizione per le prossime amministrative. Il tempo però stringe e sul tappeto ci sarebbero già alcune ipotesi di candidatura anche se, viene ribadito, la priorità spetta al programma e alle cose concrete da fare per Chiusi”.

Per la verità Bettollini si è messo fin dall’estate scorsa a disposizione per le prossime amministrative, dichiarando a più riprese che avrebbe fatto volentieri un secondo mandato, per dare continuità all’azione amministrativa, soprattutto in un momento delicato e complesso come questo con la pandemia in atto e la campagna di vaccinazione alle porte. Ha dichiarato di essere disponibile a rinnovare la tessera, anche se in forza di un rinvio del tesseramento 2020 deciso dal Pd nazionale, avendo in tasca la tessera 2019, formalmente è ancora iscritto fino al 30 aprile 2021. Dimissionario dagli organismi (tranne l’assemblea dell’Unione Comunale di cui fa parte “in ogni caso” per funzione, in quanto sindaco, così come il capogruppo), ma iscritto. Quindi quello della tessera e della disponibilità sembra essere un falso problema. E comunque facilmente superabile.

Il problema è un altro e sappiamo tutti qual è. E’ che la segretaria Cardaioli e una parte del gruppo dirigente non vogliono Bettollini candidato.E vorrebbero cambiare front man. Poi c’è anche lo scoglio delle alleanze: Bettollini ha detto qualche giorno fa che lui di fare una coalizione con 5 Stelle e Possiamo neanche ci pensa. Altri, invece vorrebbero riprodurre anche a Chiusi la coalizione che sostiene il governo nazionale. O almeno quella che ha sostenuto Giani alla Regione (con socialisti, ecologisti e Italia Viva).

Nell’ultimo mese e mezzo sono circolate anche alcune ipotesi, tra cui anche quella di una candidatura della stessa segretaria Simona Cardaioli, che avrebbe avuto l’appoggio dei Podemos. Forse anche dei grillini.  Qualcuno ha fatto il nome di Gianluca Sonnini, vicesindaco di Scaramelli giubilato nel 2015 e pure quello di Silva Pompili, già presidente della Fondazione Orizzonti, ma sostituita in corsa da Bettollini e non eletta né in Consiglio Comunale né nel Cda della Bcc Valdichiana.

Negli ultimissimi giorni ne è spuntata un’altra di cui si parla sottovoce, ma si parla: quella che di un ritorno in campo di Marco Ciarini, sindaco dal 1994 al 2002, il quale è sicuramente in movimento, ma non si sa se dentro l’alveo Pd oppure in proprio. Probabilmente Ciarini in questa fase sta giocando su più tavoli, essendo il Pd – oggettivamente – un cavallo zoppo e non sicuro di vittoria. Non è più il Pd di una volta ed è pure dilaniato da una diatriba infinita da cui non riesce a tirarsi fuori.

Stante questa situazione, è evidente che per Bettollini l’attesa è snervante. Praticamente il Pd lo sta tenendo a bagnomaria in acqua gelida. Anche se alla fine il partito dovesse piegarsi e accettare la ricandidatura sarebbe in ogni caso una gabbia stretta, come stare in paradiso a dispetto dei santi. Che poi sarebbero santi armati pronti a far fuoco al minimo screzio…

Probabile a questo punto che il sindaco non ne voglia più sapere nemmeno del Pd, non solo di Podemos e 5 Stelle. E sarebbe pure comprensibile. Che poi decida di dare battaglia con una lista personale, è un altro discorso. Non si può escludere, comunque. Perché lo scenario sarebbe da un lato quello di un Pd in bilico tra una operazione di restaurazione dell’ancient regime e un salto nel buio con una figura tutta da “rodare” e dall’altro la possibile vittoria della destra, che sfrutterebbe le divisioni e le lacerazioni del campo avverso .

Bettollini, forte della sua esperienza di questi 6 anni, potrebbe anche contendere al Pd la rappresentanza del centro sinistra e fare appello ad una “alleanza dei responsabili”, cioè di persone e mondi che stanno soffrendo l’emergenza e vogliono assicurare alla città un governo che non sia una scommessa, un esperimento, un salto nel vuoto e gestisca sia la campagna vaccinale e l’emergenza sanitaria, sia la ripresa economica sulla base di valori solidi (quelli che hanno ispirato l’azione amministrativa in questi anni) ed esperienza consolidata sul campo. Vedremo quali saranno le prossime mosse.

Noi, una domanda continuiamo a porcela: Chiusi può permettersi, in questo momento, una campagna elettorale fratricida e mesi e mesi di rodaggio di un sindaco e una giunta  (di destra o del Pd) nuovi e tutti da costruire?

M.L.

 

 

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