CHIUSI VERSO IL VOTO: SOLO TRE MESI DI TEMPO. IL PD RISCHIA SERIAMENTE DI PERDERE IL COMUNE. LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE…

mercoledì 13th, gennaio 2021 / 13:35
CHIUSI VERSO IL VOTO: SOLO TRE MESI DI TEMPO. IL PD RISCHIA SERIAMENTE DI PERDERE IL COMUNE. LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE…
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“Non c’è altra strada diversa dall’unità per affrontare questa emergenza, la più grande dal dopoguerra. Ecco perché mi rivolgo alla maggioranza e all’opposizione”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa alla Camera sulle misure anti-Covid.

“Nei prossimi mesi sarà tutto terribilmente complicato, teniamo fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani, sarebbe errore imperdonabile rallentare a pochi metri dal traguardo, nell’ultimo miglio”, ha aggiunto. La dichiarazione di Speranza la riporta oggi l’agenzia Ansa.

Il ministro della sanità, mette dunque in guardia la politica, affinché lasci da parte le diatribe e faccia rientrare i venti di crisi che aleggiano sul governo Conte.

Andare al voto anticipato in mezzo ad una situazione di emergenza come quella attuale, o tentare operazioni trasformistiche facendo appello a qualche drappello di “responsabili” dell’opposizione per salvare l’esecutivo, se questo perderà l’appoggio dei renziani, potrebbe essere un passo falso, pericoloso. Una perdita di tempo prezioso, un rallentamento della battaglia per fermare il virus e per far ripartire il Paese. Sarebbe l’ennesima riprova che la politica e il Parlamento sono distanti e avulsi dalla vita reale della gente comune…

Quello del ministro Speranza, l’unico dell’ala sinistra della maggioranza (Leu), è un appello al senso di responsabilità e all’unione delle forze per l’obiettivo primario: fermare la pandemia. Non mettere in crisi il governo.

In questo quadro, che fa pensare all’aforisma di Flaiano “la situazione è grave ma non seria”, ci sono comuni che al voto ci dovranno andare comunque, tra qualche mese, per scadenza del mandato amministrativo. Tra questi anche Chiusi e Trequanda, quest’ultimo comune salito agli onori delle cronache per la vicenda del deposito nazionale unico di rifiuti radioattivi, che secondo la mappa stilata dalla agenzia governativa Sogin potrebbe sorgere proprio lì, al confine con il comune di Pienza.

A noi invece sorge spontanea la domanda: il richiamo di Speranza vale solo per Roma, cioè per il governo nazionale, o è “esportabile” anche nelle varie realtà locali che saranno chiamate alle urne a primavera? In effetti a quanto si sa, la tornata elettorale amministrativa dovrebbe tenersi a metà maggio. Il che significa che i consigli comunali in carica si scioglieranno intorno al 15 aprile. Mancano tre mesi appena, tondi tondi. Un tempo ormai limitato.

A Trequanda il sindaco Roberto Machetti è già al secondo mandato, ma nei comuni con meno di 3.000 abitanti è possibile anche il terzo. Potrebbe essere dunque ricandidato e il suo partito, il Pd ci sta pensando. Ma qualche fibrillazione c’è anche nell’ameno borgo  a cavallo tra Valdichana, Valdorcia e Crete senesi, famoso per l’olio di altissima qualità e per le terrecotte di Petroio, dove sarebbero capaci di fartelo su misura, di coccio, il sindaco, qualora i patiti non trovassero la quadra, come si suol dire… Vedremo. Per ora il candidato più probabile a succedere a Machetti è ancora… Machetti.

A Chiusi la situazione  è più complicata per la nota rottura tra il gruppo dirigente del Pd e il sindaco Bettollini che ad agosto ha lasciato la tessera del partito. Dopo l’incontro vis a vis del 29 dicembre sono passate altre due settimane, ma ancora nessuna fumata è uscita dal camino del Pd. Né in un senso (riconferma di Bettollini) né nell’altro (cambio di cavallo). Il partito di maggioranza continua nel suo silenzio tombale che sembra una strategia decisa a tavolino per innervosire il sindaco e indurlo a sbroccare.

In effetti Bettollini un po’ innervosito lo è. Perché dopo 10 anni di “onorato servizio” prima come assessore, poi un anno da facente funzioni di sindaco dopo l’addio di Scaramelli, e infine da sindaco eletto,  ritiene di avere il diritto di sapere che cosa dovrà fare nei prossimi 5 anni, cioè se ricaricare le pile per affrontare la campagna elettorale o mettersi l’anima in pace e cercarsi un lavoro.

Si sente scaricato anche umanamente Bettolini, e amareggiato per non aver avuto un segno di incoraggiamento o di sostegno da parte della maggioranza nemmeno per la gestione della pandemia, che, ad onor del vero,  è stata piuttosto efficace, sia nella prima fase che nella seconda ondata. Ma questo evidentemente per il Pd non fa curriculum. Non sono arrivati apprezzamenti neanche per altre opere attese da tempo e portate a compimento in questi ultimi mesi come il rifacimento di alcune strade, la “diga” sul Montelunghino per mettere in sicurezza idraulica l’area della ex Fornace e parte di Chiusi Scalo… Dal Pd non una parola, nonostante il tempo corra velocemente e cominci a stringere.

Tre mesi sono lunghi da passare diceva una vecchia canzoncina, un po’ pruriginosa, di Rosanna Fratello, ma in verità mica tanto lunghi. Tre mesi sono una inezia. Sia nel 2011 che nel 2016, di questi tempi, a inizio gennaio, la discussione politica a Chiusi per le comunali, era già entrata nel vivo.

In vista delle elezioni del 2011 anticipate per il volo di Ceccobao alla Regione, si cominciò a parlare di alleanze, liste alternative, spallate, già nel mese di novembre del 2010, quando emersero le previsioni del nuovo Piano regolatore e Primapagina uscì con il titolo “La colata”. A Gennaio il Pd, non era ancora renziano, ma  era spaccato come adesso, sul Prg e sulla gestione del partito. L’ala “ulivista” e quella di sinistra fecero la fronda… Primapagina organizzò un’assemblea pubblica alla saletta del teatro, da lì prese avvio il progetto de La Primavera. Erano i primi di febbraio.  Nel 2016 a gennaio era tutto già chiaro: si sapeva che il candidato Pd sarebbe stato Bettollini, nominato vicesindaco da Scaramelli, prima di partire anche lui per Firenze, per fargli ottenere la reggenza, si sapeva che la Primavera non si sarebbe ripresentata, non nella stessa forma almeno e che il testimone se lo sarebbero diviso i 5 Stelle in ascesa e una l.ista più marcatamente di sinistra e meno “ibrida” e trasversale della Primavera (i Podemos). E si sapeva che la destra era in ambasce e infatti non la risollevò nemmeno l’intervento diretto di Salvini.

Questa volta, tutti i partiti sembrano essere in colpevole ritardo. Il Pd perché probabilmente non riesce ad uscire dal l’impasse, i 5 Stelle perché si sono liquefatti come neve al sole, Italia Viva perché pensa solo alla propria sopravvivenza e visibilità; la destra perché semplicemente esiste come voti, ma non come presenza politica;  i Podemos perché sperano in un accordo con un Pd debettolinizizzato, ma anche loro sembrano una voce flebile con l’obiettivo di rifare… i Ds e niente altro.  Ci piacerebbe per esempio sapere cosa pensano dell’appello del ministro Speranza. Se lo ritengono valido anche per Chiusi, oppure no. Ovvero se la pregiudiziale anti Bettollini è più forte di qualsiasi appello all’unità e alla responsabilità.

Lo abbiamo già scritto in altre occasioni e lo ribadiamo: una ricomposizione della sinistra sul piano locale sarebbe salutare e auspicabile. Ma cambiare cavallo, anzi cavaliere, per rimettere in sella la vecchia nomenklatura Ds pre-renziana, quella che stava a reggere il moccolo a Ceccobao, non ci sembra una grande prospettiva. Meglio sarebbe, a nostro avviso, provare a ricucire lo strappo con Bettollini, lasciare in sella lui, che ha acquisito una certa esperienza e nell’emergenza ha imparato a muoversi e può essere garanzia di stabilità, affiancargli una squadra robusta sia dal punto di vista operativo che da quello politico-culturale” e far riacquisire al Pd e ai partiti dell’eventuale coalizione un ruolo più forte e più visibile di direzione ed elaborazione politica. Sarebbe una ricomposizione in positivo, in avanti, non un salto all’indietro, per segnare una frattura.

Del resto questo è ciò che hanno chiesto le assemblee di circolo del Pd e con più forza una sessantina di “dissidenti” rispetto alla segretaria Simona Cardaioli ed è anche ciò che nell’incontro al vertice del 29 dicembre Bettollini ha sostanzialmente messo sul piatto come propria disponibilità. Ci sembra che sia anche l’unica strada che consentirebbe al Pd e alla sinistra di mantenere la guida del comune con una certa tranquillità.

Cercare per forza lo scontro, esasperare il quadro, per fare in modo che la corda si sfilacci ulteriormente e il sindaco sbrocchi e si metta fuori gioco da solo, ci sembra al contrario una condotta non solo poco lungimirante, ma anche piuttosto irresponsabile, data la situazione contingente. Anche pericolosa perché può aprire e spianare la strada ad una amministrazione improvvisata. In caso di rottura definitiva infatti il Pd può perdere ed è anzi molto facile che perda. E perda contro chiunque sia dall’altra parte e qualunque sia il suo candidato.  E’ un film già visto altrove. Vedi Città della Pieve, Chianciano, Pienza, Siena, Perugia, Fabro, Orvieto… Solo a Panicale, nel 2009,  pur presentandosi diviso in due liste contrapposte il Pd riuscì a mantenere il Comune, ma solo perché la destra si mostrò più divisa del Pd…E non  è detto che a Chiusi succeda la stessa cosa.

Forse il Pd chiusino dovrebbe organizzare, magari sulla piattaforma Zoom, qualche serata di ripasso di ciò che è successo nei paesi vicini… Così si renderebbe conto del rischio che corre e degli errori che dovrebbe evitare. E lo stesso dovrebbero fare anche gli altri potenziali alleati. Se serve un supporto, l’archivio di primapagina è a disposizione…

M.L.

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