SI PROFILA UN NUOVO CASO ACEA IN VALDICHIANA? PROGETTO PER UN IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI ORGANICI E PRODUZIONE DI BIOMETANO A TORRITA

giovedì 31st, dicembre 2020 / 12:21
SI PROFILA UN NUOVO CASO ACEA IN VALDICHIANA? PROGETTO PER UN IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI ORGANICI E PRODUZIONE DI BIOMETANO A TORRITA
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TORRITA DI SIENA – Un anno fa di questi tempi a Chiusi si avviava verso la conclusione la vicenda del carbonizzatore Acea, con l’inchiesta pubblica della Regione e i ritiro del progetto da parte della multiutility romana, messa alle strette dall’inchiesta stessa e dalla forte ostilità della popolazione. Adesso in Valdichiana si profila un caso simile. E c’è già chi ha drizzato le antenne.

La lista di opposizione Torrita Bene Comune, fa sapere nel comune di Torrita potrebbe sorgere un impianto per la valorizzazione degli scarti organici e per la produzione di biometano.

La notizia è vera, il progetto è stato presentato alla regione Toscana dal proponente in data 10/08/2020. L’avviso è stato pubblicato in data 11/08/2020 sul sito web regional e e nella stessa data è stato avviato il procedimento. La ditta proponente non  è, in questo caso, Acea, ma Hergo Biometano Toscana Sud Srl.

Si tratterebbe di un impianto per il trattamento di rifiuti organici con tecnologia anaerobica, in grado di produrre biogas da trasformare successivamente in biometano e digestato da avviare a compostaggio.

La lista Torrita bene comune ha presentato una interrogazione al sindaco “per conoscere la posizione dell’Amministrazione Comunale di Torrita di Siena in riferimento alla realizzazione di tale impianto. Se l’Amministrazione Comunale, intenda coinvolgere questo Consiglio nella valutazione di fattibilità della suddetta opera”. Ciò anche per il fatto che “la realizzazione di tali impianti pone problematiche che coinvolgono vari enti quali: ARPAT, Consorzio di Bonifica, Autorità di Bacino Distrettuale, Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie Siena, Arezzo, Grosseto, Comune di Torrita di Siena ed altri”.

Il progetto, ai fini della sua realizzazione, è soggetto ad autorizzazione integrata ambientale (AIA) di cui alla parte seconda Titolo III bis del d.lgs.152/2006 nonché ad autorizzazione relativa al vincolo paesaggistico, fa sapere la Regione che, sul proprio sito, però fissa in 45 giorni a far data dalla pubblicazione dell’avviso, cioè dall’11 agosto, il termine per la presentazione di osservazioni. Il termine quindi è scaduto. Senza che se ne sapesse niente. E sarebbe scaduto anche il termine di 90 giorni per la conclusione del procedimento autorizzativo, “salvo il caso di richiesta di integrazioni e chiarimenti; proroga dei termini istruttori; sospensione del procedimento”. Ma tra i procedimenti di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) già conclusi, quello relativo al progetto di Hergo Biometano Toscana Sud Srl a Torrita, non figura. Si presume quindi che non sia concluso.

Adesso l’amministrazione torritese dovrà rispondere all’interrogazione delle lista di minoranza, ma nel frattempo la ditta proponente può essersi portata avanti con il lavoro.

In Italia, l’impianto più grande per il trattamento anaeroboico a secco dei rifiuti organici e la produzione di biometano si trova a Sant’Agata Bolognese ed è un impianto che tratta 100 mila tonnellate di Forsu e 35 mila tonnellate di sfalci e potature ogni anno. E’ gestito dal Gruppo Hera Ambiente e utilizza tecnologia Hitachi Zosen Inova. E’ in grado oggi di produrre 7,5 milioni di metri cubi di biometano all’anno e circa 20 mila tonnellate di fertilizzante naturale, a detta dell’azienda “di alta qualità”. Lo stesso gruppo Hera aveva presentato un progetto per un impianto di trattamento fanghi e rifiuti liquidi da realizzarsi a Levanella nel comune di Montevarchi, archiviato l’11.09.2020.

Vedremo come evolverà la faccenda a Torrita. Chiaro che i rifiuti si producono e in qualche modo e da qualche parte vanno trattati, se da essi si può ricavare energia o materia seconda tanto meglio. Il caso Acea a Chiusi però è stato nel bene e nel male uno spartiacque, che ha fatto capire, al di là di ogni valutazione di merito, che certe operazioni non si possono fare senza il consenso della cittadinanza e senza che essa ne sia quantomeno informata. Adesso sono i torritesi ad essere sul chi va là.

 

 

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