CHIUSI, INAUGUARATA LA DIGA SUL MONTELUNGHINO. DOMANI IN CONSIGLIO COMUNALE RIPARTE IL PROGETTO PER IL RECUPERO DELLA FORNACE. BETTOLLINI SI TOGLIE UN SASSOLINO DALLA SCARPA
CHIUSI – L’opera era attesa da anni e era necessaria per due motivi: mettere in sicurezza idraulica una parte rilevante di Chiusi Scalo e consentire interventi urbanistici nell’area della ex fornace di via Oslavia, altrimenti interdetti. Questa mattina l’opera è stata inaugurata, senza fanfare e senza porchette. Ma con una certa soddisfazione degli amministratori che hanno portato a compimento un impegno preso in campagna elettorale nel 2016.
Parliamo della “diga” sul torrente Montelunghino, a monte della zona artigianale e commerciale della Boncia, dove è presente anche il supermercato Coop er intenderci.
Come dicevamo lo sbarramento controllato metterà in sicurezza idraulica due aree di Chiusi Scalo: quella del mar Nero e quella della Fornace, finora a rischio di allagamento in caso di esondazioni e piogge copiose.
I lavori si sono svolti in due fasi: a valle del torrente dove sono stati innalzati gli argini sia nella parte destra sia nella parte sinistra e a monte (al di sopra della linea ferroviaria Firenze-Roma) dove è stata realizzata l’opera più visibile ovvero una cassa di laminazione.
L’intervento ha avuto un costo complessivo di 450 mila euro finanziati in parte dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e in parte con risorse del bilancio comunale.
“La realizzazione di quest’opera idraulica e l’eliminazione, dunque, del rischio idraulico rappresenta anche il primo passo verso un progetto concreto di recupero dell’area della vecchia Fornace e dell’area ex della Ciana al Mar Nero e a questo proposito novità importanti ci saranno proprio nel prossimo consiglio comunale organizzato per domani pomeriggio alle 18”, scrive il sindaco Bettollini, il quale continua ricordando che “la chiusura di questi lavori prima della fine del mandato era una promessa fatta in campagna elettorale cinque anni fa”. Il sindaco esprime soddisfazione “per aver aver mantenuto la parola perché significa aver messo un tassello importante per la sicurezza idraulica e la qualità della vita dei nostri cittadini”
“L’opera in questione – dice Bettollini – non sarà appariscente e di sicuro non è visibile alla maggior parte dei cittadini, ma rappresenta uno dei lavori più importanti nella storia della nostra città. Oggi possiamo guardare al futuro di Chiusi e della sua ripresa economica con un occhio più entusiasta e sicuramente più concreto”. Ogni riferimento alla possibilità di un recupero del’area della ex fornace non è per nulla casuale.
“La politica e l’attività amministrativa è fatta di piccole conquiste giornaliere e noi continueremo a lavorare con questo spirito fino all’ultimo giorno che la democrazia ci consente”, scrive ancora il primo cittadino, che appare soddisfatto ache di un’altra cosa. Quella di aver rimesso a posto delle previsioni e delle scelte sbagliate di amministrazioni precedenti. Scelte che hanno precluso per anni qualsiasi intervento. E qui il riferimento è alla scelta operata dall’amministrazione Ceccobao che nel 2010 tolse la possibilità edificatoria nell’area ex Fornace, per privilegiare un mega insediamento commerciale a Querce al Pino (la famosa “colata” di cui su queste colonne parlammo a lungo all’epoca e che fu alla base di forti divisioni anche all’interno del Pd oltre che della nascita della Primavera). Questo “intoppo”, unito al rischio idraulico (certificato dall’alluvione del 2006), aveva bloccato sul nascere ogni progetto sull’area Fornace.
Adesso la questione si riapre, l’amministrazione Bettollini ha già approvato la variante per l’edificabilità dell’area ex fornace e adesso con la “diga” toglie di mezzo anche il problema rischio esondazioni. E- non a caso – domani, mercoledì 23 dicembre, la giunta porterà in Consiglio Comunale il progetto presentato dalla proprietà della Fornace per il recupero dell’area. Se sarà approvato, la proprietà potrà dare il via all’investimento.
“Era una situazione bloccata da 20 anni. Oggi non lo è più”, dice Bettollini. In effetti del recupero della Fornace a Chiusi si parla anche da più di 20 anni. Dai tempi dell’amministrazione Poggioni e si era nei primi anni ’90. Poi la questione tornò in ballo con Ciarini, infine con Ceccobao che fece di tutto per intralciare l’operazione, prima alzando i coefficienti di inedificabilità e aumentando le prescrizioni, poi alla fine, chiudendo il discorso, per spostare il mercato del mattone intorno al Casello Autostradale, dove già nel ’91 si era insediato il primo grande centro commerciale , che in origine avrebbe dovuto sorgere proprio alla Fornace o nelle immediate vicinanze.
La soddisfazione di oggi, per la realizzazione della diga e per aver reso di nuovo possibile l’intervento di recupero della ex Fornace, sembra essere anche un “sassolino” che Bettollini si è tolto dalla scarpa, pensando alla vicenda che lo vede da mesi in rotta di collisione con la segretaria del Pd Simona Cardaioli. Il perché è semplice: Simona Cardaioli faceva parte del gruppo consiliare di Ceccobao ed è stata una delle figure di maggior rilievo di quel periodo.
Domani in consiglio, la discussione sul progetto della famiglia Fioroni (proprietaria della Fornace) potrebbe segnare un altro capitolo della saga. Con la a.
m.l.