E A CASTELNUOVO BERARDENGA ACEA INVESTE SUL… PERCOLATO DI DISCARICA. COMITATI VIGILI SULL’AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO LE CORTINE DI ASCIANO
Ad Asciano, si discute dell’ampliamento dell’impianto per i rifiuti delle Cortine, che raccoglie i rifiuti dell’Ato Toscana Sud da avviare a riciclo o ai termovalorizzatori per produrre energia. E il progetto precede anche la realizzazione di un biodigestore anaerobico. In sostanza un impianto a biogas.
Attualmente l’impianto assolve alle funzioni di:
• Selezione dei rifiuti urbani indifferenziati per l’invio a recupero energetico della frazione combustibile.
• Compostaggio della frazione organica proveniente dalle raccolte differenziate.
• Valorizzazione di rifiuti cellulosici (carta e cartone) e multimateriale (vetro, lattine, plastica, poliaccoppiati) provenienti da RD per il loro invio a riciclo. E’ di proprietà di Sienambiente e utilizato da Sei Toscana. Si trova nel comune di Asciano, ma al confine con quello di Castelnuovo Berardenga, praticamente nei pressi di Castelnuovo Scalo sulla linea ferroviaria Chiusi-Siena.
• Selezione dei rifiuti urbani indifferenziati per l’invio a recupero energetico della frazione combustibile.
• Compostaggio della frazione organica proveniente dalle raccolte differenziate.
• Valorizzazione di rifiuti cellulosici (carta e cartone) e multimateriale (vetro, lattine, plastica, poliaccoppiati) provenienti da RD per il loro invio a riciclo. E’ di proprietà di Sienambiente e utilizato da Sei Toscana. Si trova nel comune di Asciano, ma al confine con quello di Castelnuovo Berardenga, praticamente nei pressi di Castelnuovo Scalo sulla linea ferroviaria Chiusi-Siena.
A drizzare le antenne per il progetto di ampliamento sono soprattutto cittadini e comitati proprio di Castelnuovo Berardenga.
Fosco Vivi, esponente politico castelnuovino di area renziana, mettendo in guardia i suoi compaesani, ricorda che questo “biodigestore anearobico stante le problematiche ambientali che potrebbe produrre, è stato anche oggetto di consultazioni referendarie in qualche comune italiano, insomma dovremo in primo luogo richiedere ad Asciano un coinvolgimento del Comune di Castelnuovo in questa scelta”(…) “Senza pregiudizi, perché può benissimo darsi che il progetto di nuovo impianto a biogas si riveli un aerosol, ma credo che ognuno di noi farà bene ad informarsi affinché non ci rifilino un altro pacco”.
Ma mentre abitanti e comitati di Castelnuovo si mobilitano per vederci più chiaro sull’ampliamento de Le Cortine, proprio a Castelnuovo Berardenga sta per vedere la luce un progetto sperimentale che si chiama “Beyond the landfill 4.0” e prevede l’utilizzo del percolato di discarica per nutrire alcune coltivazioni. Il progetto in questione sarebbe stato messo a punto da Sei Toscana, insieme all’Università di Firenze e ad altri partners, tra cui il Gruppo Acea, la famosa multiutility del Comune di Roma, che voleva realizzare il carbonizzatore a Chiusi e che fu costretta a fare marcia indietro in seguito alle fortissime contestazioni della piazza a fine 2019.
A Chiusi Acea, oltre al carbonizzatore, ha progettato anche l’adeguamento del depuratore esistente, rilevato anche quello, eliminando però (su richiesta del Comune e altri enti) il percolato di discarica dalle materie prime trattate. A Castelnuovo invece il percolato diventa materia prima da riutilizzare a scopo agricolo…
Saranno contenti il sindaco Nepi e i cittadini di Castelnuovo Berardenga? L’amministrazione locale avrà valutato tutti i pro e i contro e le possibili “ripercussioni”?
Già la questione delle Cortine di Asciano (impianto in cui finisce la spazzatura di gran parte della provincia di Siena) sta creando dubbi, perplessità e preoccupazioni, questo secondo progetto con l’utilizzo del percolato, che non è acqua di colonia, tra l’altro con Acea di mezzo, potrebbe scatenare, dopo la bagarre di Chiusi, una nuova levata di scudi nel senese… Per ora non c’è stata contestazione, ma si sa come vanno queste cose: il tam tam corre veloce e da un tam tam di allarme ai tamburi di guerra con le lenzuolate il passo, spesso è breve. Un attimo…
Ovvio che i rifiuti prodotti da qualche parte vanno trattati e gli impianti di trattamento servono. Ma alcuni sembrano o sovradimensionati o ubicati in aree poco idonee, spesso a ridosso del confini altrui, il che desta sempre sospetti, altri sono presentati come impianti sperimentali, belli e buoni in linea di principio, ma non testati e dunque senza certezze di funzionalità. Il caso Acea a Chiusi, con l’Inchiesta Pubblica regionale, dovrebbe aver insegnato molte cose.
M.L.
Il progetto è vecchio di quasi due anni. Basta visitare la proposta che è del gennaio 2019 come si deduce dall’allegato 2 “A CORREDO DELLA PROPOSTA PROGETTUALE PRESENTATA AI SENSI DEL
DECRETO DEL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 24 MAGGIO 2017
-ACCORDI PER L’INNOVAZIONE-“. I proponenti sono “SEI Toscana coem soggetto capofila insieme ad ACEA Ambiente e REA Impianti.
Evidentemente passate le elezioni regionali ritornano alla carica. Carbonizzatore- Depuratore fanno parte del pacchetto.
È il solito metodo di far passare decisioni di cui le popolazioni “sofferenti” poco sanno e capiscono anche meno.
Il percolato in Italia viene tradizionalmente trattato in impianti di depurazione e viene trasportato con macchinari specifici. Non tutto si riesce a depurare: c’è una frazione che non è biodegradabile e ci sono gli alogeni organici che vengono degradati solo parzialmente. Ci sono poi caratteristiche qualitative che subiscono variazioni nel corso del tempo a causa delle variazioni chimiche che intervengono nel corpo della discarica. Tra pH che incrementa e oscilla tra basico e acido a seconda dell’età della discarica, c’è da tenere presente anche la concentrazione di ammoniaca e di azoto (ad es., l’azoto ammoniacale delle vecchie discariche ha un’altissima capacità inquinante). Vanno inoltre considerati i metalli come zinco, cromo, cadmio e via elencando. Quindi, occorre tenere presente che tutto questo quadro potrebbe complicarsi molto – nei termini di “tenuta ambientale” – col passare del tempo. Temo che questi aspetti non siano stati nemmeno sfiorati nelle presentazioni che sono state fatte.
Enzo Sorbera, il percolato intanto, da una ventina d’anni, viene regolarmente trattato nel depuratore di Chiusi Scalo ex Bioecololgia, ora Acea. Ed è anche la “materia prima” considerata più pericolosa tra quelle trattate dall’impianto, anche se c’è anche una parte di “liquami” di derivazione industriale (non meglio specificati) che non saranno certo acqua di rose. Quanto alle popolazioni di Asciano e Castelnuovo Berardenga, mi pare che si stiano mobilitando, anche attraverso dei comitati. Ma a Chiusi la notizia ha fatto poco effetto, quasi a dimostrare che per molti i progetti sperimentali Acea, così come e impianti di trattamento rifiuti, possono anche andar bene, purché li facciano da qualche altra parte (anche se poi serviranno anche per la nostra monnezza e non solo per la loro). Non so, ad esempio, se il Comitato Aria e gli altri comitati che si sono battuti strenuamente contro il carbonizzatore abbiano offerto il loro sostegno e la loro esperienza maturata sul campo di battaglia, ai comitati di Asciano e Castelnuovo. I progetti in ballo sono due ed entrambi sono rilevanti, e sono anche entrambi in provincia di Siena, quindi non sulla luna. Resta il fatto che gli impianti per ii trattamento e smaltimento dei rifiuti e delle scorie residue del trattamento stesso (percolato o fanghi), da qualche parte si debbono fare. Non a Chiusi, perché a Chiusi con la nuova norma di Piano Regolatore, non saranno consentiti altri…
Nel mio precedente commento ho fatto riferimento al cosiddetto “Accordo per l’innovazione”. Questo secondo me è il vero ritardo nell’azione dei progetti promossi da SEI Toscana, ACEA Ambiente e REA impianti. È un disegno maturato in sostanziale riservatezza concordato con Regione, Ministero. SEI che ci mettono un bel po’ di soldi. Un progetto maturato a tempo, dove l’azione locale doveva essere la ricerca del consenso della popolazione, che a Chiusi ha saputo informarsi prima e mobilitarsi poi.