Il 6 settembre scorso il ministro della Salute Roberto Speranza, insieme al presidente della Regione Toscana, fece visita al polo tecnologico senese che sta lavorando al Progetto MabCo19, per il quale il Governo ha stanziato 80 milioni di euro nel 2020, a cui si aggiungeranno 300 milioni per il 2021.
Il progetto MabCo19 prevede di affiancare al già esistente gruppo di ricercatori, dedicato allo sviluppo di anticorpi monoclonali e vaccini, anche un impianto, che sarà capace di produrre lotti pilota per la prova clinica sull’uomo e un numero sufficiente di dosi per un primo intervento a supporto di eventuali emergenze sanitarie.
Insomma la soluzione si avvicina. E parte da Siena, da quel gruppo di “ragazzi di via Fiorentina” che, se la “cura” funzionerà (e sembra di sì) tra qualche anno potrebbero essere ricordati, per il contributo dato ad una battaglia epocale per l’umanità, con la stessa deferenza riservata ai “ragazzi di Via Panisperna”.
m.l.
Nella foto, Rino Rappuoli si è messo dietro ai suoi giovani collaboratori. Anche questo è un bel segnale. Prendere nota please.
Esistono articoli scientifici pubblicati?
“L’anticorpo monoclonale è stato scelto tra 450
Inoltre, il gruppo di ricerca ha recentemente pubblicato su BioRxiv il lavoro scientifico “Extremely potent human monoclonal antibodies from convalescent Covid-19 patients” relativo alle evidenze dell’attività svolta finora. Il preprint, firmato da oltre venti ricercatori, tra i principali a livello nazionale e internazionale delle realtà INMI Spallanzani, Toscana Life Sciences, VisMederi, Università di Siena e Imperial College di Londra, mostra gli avanzamenti dell’attività di laboratorio”… (da InToscana.it, 14.10.20)