Hanno chiuso palestre, cinema e teatri e ridotto l’orario a bar e ristoranti, ma emerge sempre più chiaramente come una delle principali “fonti di contagio” è l’affollamento sui mezzi di trasporto, quelli urbani nelle grandi città e quelli per i pendolari, siano essi lavoratori o studenti. Mezzi che dovevano essere potenziati in estate per arrivare preparati un po’ meglio alla ripresa delle scuole e delle attività produttive. Ma poche regioni lo hanno fatto. La Regione Toscana freschissima di rinnovo di presidente, giunta e consiglio, è la prima in Italia a correre ai ripari. La Giunta Giani ha infatti stabilito la riduzione della capienza dei bus al 50% per consentire un maggiore distanziamento tra i passeggeri. Ma per coprire comunque il servizio, ha anche stanziato 4 milioni di euro, che si sommano ai 3 milioni già stanziati ad agosto, per garantire servizi aggiuntivi soprattutto per il trasporto scolastico, anche attraverso il ricorso a 200 bus turistici o Ncc (Noleggio con conducente). Come è noto la soglia indicata dal Governo nazionale è l’80% della capienza, adesso si può scendere al 50% migliorando drasticamente il livello di sicurezza” dice il neo assessore Stefano Baccelli, ricordando che da agosto ad oggi sono stati comunque aggiunti 200 mezzi tra bus turistici e Ncc per un totale di 600 corse aggiuntive al giorno”. Con la Toscana che risulta tra le regioni più colpite da questa seconda ondata di contagi, quella che arriva dalla Regione è una buona notizia.
A livello locale, da registrare, l’impegno assunto ieri dal sindaco di Chiusi per ulteriori misure, anche comunali, a favore delle categorie più penalizzate dalle misure restrittive e dall’obbligo di chiusura. Lo ha fatto, Bettollini, nel primo giorno di applicazione dell’ultimo Dpcm, nel dare comunicazione del quinto caso di positività, al momento, sul territorio chiusino. Scrive il sindaco della città di Porsenna:
“Oggi è il primo giorno di applicazione del nuovo #Dpcm; leggo sconforto, rabbia, delusione, paura. Sono tutti sentimenti che comprendo con ragione. È per questo che mi sento di offrire una parola di solidarietà e affetto a tutte quelle attività che hanno dovuto chiudere, a tutte quelle che hanno dovuto limitare i propri orari e a tutti coloro che vedono davvero complesso arrivare alla fine del mese. Ma questo è il momento in cui dobbiamo essere una vera comunità che, di fronte a questa difficoltà, si unisce e non si divide.
In questi mesi, il consiglio comunale ha sospeso tante tasse locali, ha azzerato la tari per 3 mesi a tutte le attività economiche ed ha messo in campo tante attenzioni per essere umilmente al fianco del commercio, dell’impresa ma più in generale del mondo economico.
Ma queste azioni, incredibilmente, sono già il passato; sono azioni importanti ma di fronte a questa ulteriore restrizione dobbiamo aprire di nuovo il ragionamento del sostegno locale.
Essere una comunità significa muovere il passo tutti insieme; significa ridistribuzione della ricchezza; significa non lasciare indietro nessuno;
Per questo convocherò, nei prossimi giorni, categorie economiche e parti sociali (ovviamente non in presenza) perché è imminente la compilazione del bilancio 2021 e, delle scelte in favore di chi soffre e rischia di non alzare più la saracinesca, si possono fare e vanno fatte; Certo, per farlo, dovremmo rinunciare ad alcuni investimenti e studiare un metodo di ridistribuzione delle risorse a disposizione, in maniera condivisa, verso quei settori che sicuramente soffriranno in maniera importante.
È il momento di saldare un patto tra Istituzioni e cittadini; Il Comune c’è sempre stato e da domani ci sarà più che mai e farà la sua umile parte come sempre ha fatto”.
La situazione sul fronte Covid a Chiusi appare del tutto sotto controllo e decisamente migliore rispetto anche a molti dei comuni limitrofi. Molto meglio anche rispetto alla prima fase della primavera scorsa. Ma rischia di andare fuori controllo dal punto di vista economico e sociale. Proprio ieri, in
altro articolo, riferivamo di prese di posizioni roventi, contro il governo, contro il Dpcm, contro le restrizioni… Bettollini prima ha invitato tutti alla calma e alla coesione, poi ha annunciato impegni a breve per alleviare le difficoltà oggettive di imprese e lavoratori anche sul piano locale. Come a sottolineare che lui e la giunta sono al pezzo e faranno delle scelte di bilancio per sostenere chi sta peggio.
Non sappiamo se il richiamo al termine “patto” tra amministrazione e cittadini l’abbia fatto volutamente con riferimento ad un precedente storico. Ma il precedente c’è stato e risale al 1944-45, ai primi mesi dopo la Liberazione, quando con la città in ginocchio e il 90% delle abitazioni e degli stabilimenti produttivi danneggiato dalla guerra, la giunta del CLN guidata dal sindaco socialista Luigi Romanini propose appunto “un patto” tra proprietari di immobili, amministrazione e cittadini, affinché gli immobili utilizzabili fossero concessi ad affitto calmierato e simbolico per consentire la ripresa delle attività, il sostentamento di tante famiglie e l’avvio della ricostruzione. E il “patto” funzionò.
Dalla guerra ad oggi, questa emergenza per pandemia è la più grave che si sia verificata, non se ne vede la fine, le risposte stesse sia della scienza che del governo presentano aspetti contraddittori. E anche chiusure temporanee per evitare che la curva del contagio cresca, possono diventare una mazzata decisiva e mortale ad una economia già debole e già in difficoltà anche prima.
Chiudere cinema e teatri, dopo che sono stati obbligati a garantire sanificazioni e distanziamento e hanno provveduto a farlo, mettendo gli spettatori in condizioni di sicurezza, appare veramente una forzatura che si poteva evitare. Tanto più che sono state lasciate aperte le chiese. Perché la messa sì e il teatro e il cinema no? Tra l’altro come dice Ascanio Celestini, “Dio lo puoi pregare anche da casa, Bollani o Marco Paolini, se li vuoi vedere e ascoltare devi andare in teatro”… E sia la messa che il teatro o il cinema, sono “ristoro” per l’anima.
Non è vero che cinema, teatro, palestre e anche bar e ristoranti siano, tutto sommato, “momenti” di cui per un periodo si può fare anche a meno . Intanto la vita è fatta anche di certi momenti che ne alzano la qualità, poi bisognerebbe spiegarlo, che si tratta di cose marginali cui si può rinunciare, a chi ci lavora e ci vive… Certe decisioni sembrano fatte apposta non solo per fermare il contagio, ma anche per mettere gli uni contro gli altri, i precari contro i garantiti, gli autonomi contro i dipendenti e i pensionati a reddito fisso, chi sta meglio contro chi sta peggio, regione contro regione…
L’idea di un “patto” che si basi su coesione sociale e scelte concrete di ristoro per coloro che sono penalizzati, anche a livello locale, oltre alle misure nazionali, appare come una buona idea. E un atteggiamento responsabile. Non necessariamente da comunisti old style. E nemmeno da… populisti.
Ovvio che le misure locali non basteranno, e forse non basteranno nemmeno i “ristori” nazionali. Senza una seria e reale redistribuzione della ricchezza a vantaggio dei più deboli, come fece Roosevelt con il New Deal negli Usa degli anni ’30, non se ne uscirà.
m.l.
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Apprezzo molto le parole del Sindaco Bettolini. E’ indispensabile affrontare una crisi così devastante attraverso una coesione della collettività che deve partire dalle piccole Comunità come la nostra attraverso segnali di aiuti (per quel che è possibile) presenza delle Istituzioni, ma anche moderazioni dei toni non solo dei politici. Gli scenari che si paventano sono preoccupanti sia da un punto di vista economico che sociale, la vecchia frase “Pescare nel torbido” sembra tornata in auge in alcune forze che spingono verso lo sciacallaggio (vedi disordini nelle grandi città). Al netto di alcuni errori la strada del contenimento del Virus è obbligata, non esistono scorciatoie.
Sono anch’io d’accordo con il senso delle parole del Sindaco ma occorrerà vedere il modo di tali interventi. Ci sono attività sul lastrico ed il rischio che anche altre che adesso sono sul filo del rasoio cadano dalla parte del lastrico quindi credo che vadano sostenute. Tutto questo però non esime tutti i cittadini da una riflessione che è doverosa e che riguarda quella che questo tipo di sviluppo e di economia non siano più in grado di garantire una vita normale.Siccome le scelte economiche non riguardano tanto i Comuni che sono il terminale del convogliamento di risorse che vanno verso i cittadini,sarebbe auspicabile che tutti ripensino- quando danno dei giudizi- all’accettazione che è stata fatta per anni dei tagli alla spesa pubblica da parte dei governi di centro destra ma anche e forse ancora di più a quelli capitanati dal centro sinistra. E siccome su questo concetto si ripropone il concetto di ”cambiamento” io credo che se non si cambi tale visione getteremo risorse al vento.Questa visione credo che debba rimanere ben ferma e ben ferma anche quella di chi siano state quelle forze politiche per le quali è stato prodotto che tali provvedimenti passassero e si imponessero a livello nazionale. In pratica la vecchia vignetta di Cipputi con l’operaio sfiorato dalla punta dell’ombrello all’altezza dell’orifizio e la voce che da dietro la schiena gli dice”tranquillo è nostro”. Questo è il concetto che si è imposto negli ultimi 20-25 anni e che è passato ed oggi siamo a lamentarci delle insufficienze degli ospedali pubblici ed a scagliarci contro quelli privati non ricordando che tutta questa politica ha riportato gli investimenti tolti al pubblico e deviati verso i privati ? Allora conta la memoria oppure non conta ? Oppure si dice che la politica compartecipativa abbia prodotto tutto questo ? Ma dove erano quei sindaci soprattutto quelli delle nostre zone che oggi sono imboscati o pensionati d’oro destinati dai partiti a quelle funzioni che gli stessi hanno deciso di affidar loro alla fine dei loro mandati e quando non solo i loro predecessori ma anche quelli recenti hanno battuto le scale dei successi personali sulla politica ed hanno preso ”i treni che sarebbero passati solo una volta?”.Ma non ve lo ricordate più e adesso venite a fare i discorsi che occorra essere uniti ? Si uniti va bene ma uniti per uno scopo che è esattamente il contrraio di quello che avete percorso tutti voi che avete dato fiducia a chi non la meritava e gliela avete data perchè avete forse dentro di voi l’impossibilità strutturale e culturale di leggere quello che si sarebbe preparato più lontano.Quest’ultima mia frase è il problema centrale credo. Perdonatemi ma lo sfogo che sembra provenire da chi dica che ”abbia capito tutto” ma siccome ancor oggi vedo e sento che ci si arrovella intorno ai personalismi per cercare di salvare lo status delle persone e quindi di ripercorrere la stessa strada che è stata battuta fino ad oggi , io credo che sarebbe necessario pensare da subito(e credo che si sia anche in ritardo) alla proposizione di una nuova forma di governo locale da parte di tutte le forze presenti che scelga di percorrere una nuova via,molto più civica, più ricca di iniziative, soprattutto dove siano presenti quelle istanze che incontrano il favore della gente e soprattutto che vedano non privilegiare gli uni a danno degli altri.Il sistema clientelare che c’è stato, supportato da una parte dal sistema dei soldi (banche) e dal sistema più soft ma nondi meno incisivo dell’influenza culturale delle parrocchie e dell’associativismo deve finire. I vari settori decisionali sull’economia del comune dove si va a decidere gli interventi debbano essere affidati a persone competenti e culturalmente ed eticamente all’altezza di vedere di essere permanentemente esenti da pressioni di ogni genere ed anche soprattutto non dipendenti dall’accentramento su personalità come è stato fin’ora.Dico questo perchè ancora nonostante tutto a me sembra che si tenti di eliminare elementi di disturbo all’andazzo di sempre che si potrebbero formare, o con prese di posizione, mezze frasi, e sprazzi di luce gettati là in attesa di poter leggere quali siano i ritorni.Tutte queste manfrine debbono finre, ci vogliono persone eticamente pulite e non dipendenti ma slegate dai partiti : una costituzione vera civica che comprenda senz’altro anche le istanze dei partiti ma che aiuti a superare le difficoltà agli stessi ed ad orientare su altre basi il loro elettorato.Questa credo che possa essere una primitiva bozza di orientamento locale della politica che si predispone alle elezioni del 2021 che veda anche i cittadini singoli che hanno seguito il movimento dei comitati giuocare una presenza fondamentale dentro tale disegno.Contrasta tutto questo alla fine con le aspettative ed i programmi del partito di maggioranza? Bene, allora occorre che si lavori su tale terreno con tutte quelle forze che vogliono cambiare musica ed alla fine rendere responsabili delle scelte che verranno fatte i cittadini, persona per persona.Non c’è altro.L’alternativa a questo? La discesa ancor più a fondo,aiutata dalla crisi del covid 19 ma aiutata anche e soprattutto da coloro che hanno qualcosa da perdere.Mi sembra che il messaggio sia netto e intellegibile,ma come si dice sempre sarebbe una rivoluzione quella che ho auspicato, ed i suoi ”guardiani” dovrebbero essere coloro che ricollochino al giusto posto quelle due interferenze e condizionamenti che prima ho nominato,perchè lo sviluppo- sottosviluppo a Chiusi- è stato messo in ponte principalmente da quelle forze che non sono aria fritta ma forze vere e proprie, e dura da anni.E tali forze hanno assicurato le nomine,le funzioni ed il controllo, spargendo l’aria fritta della politica sulla gente, quasi un aria mefitica che sarebbe bene poter rappresentare anche in fotografia, nelle strade vuote, nella gente rintanata, nelle persone silenti ed accettanti tutto senza discutere, ed anche in quelle che sembrano animate da tanto senso civico che fanno gli interessi consapevolmente od inconsapevolmente di questo meccanismo che ho detto e che si chiamano ” social e complesso mediatico”.Non è quanto avete letto il sogno di un altro mondo ma una proposizione di ragionamento che porta in periodi di crisi come questo a ragionare su come le crisi facciano emergere le necessità di cambiamento e su come sia diseguale il sistema nei confronti di chi ha bisogno di poter vivere una vita accettabile e decente senza presentarsi alle istituzioni col cappello in mano:ripenso con un flash ai cartelli esposti del ”Si al carbonizzatore”quelal èuna cosa piccola ma anche a ben altro.Ed è stata la storia di 25 anni di un luogo che poteva essere civile e che invece si è imbarbarito.E per favore non si trovi per ogni iniziativa che viene fatta o pensata la soluzione contraria perchè la critica va bene ma la critica si fa avendo gli elementi dentro e confrontandosi con quanto avviene al di fuori,capendone le necessità e le politiche da mettere in atto. Le personalizzazioni come riferimenti sono sempre deleterie, le politiche invece sono chiarificatrici e portatrici di visioni di interessi;quegli stessi interessi che fin’ora vi hanno raccontato che sono scomparsi perchè considerarli non è ritenuto opportuno.Ma non opportuno a cosa, chiedetevelo tutti! Forse opportuno a continuare la stessa solfa ? E questa sarebbe la sinistra che forze e menti sopraffine vi hanno fatto passare in testa ? Ma per carità, perchè è per questa sinistra che tutto è fuorchè sinistra che vi ritrovate con l’animo ad essere angustiati. Ma per uscire da tali angustie occorre avere memoria e soprattutto poter pensare da dove si viene ed a dove si vada e quali siano gli elementi che vi hanno dato in pasto.Che non sia tanto facile per alcuni posso capirlo per il semplice fatto che in tante storie interessi personali si mischiano alle necessità che si crede che debbano e che possano venir considerate (è sempre la stessa storia del sistema clientelare che si impone )ma non per chi non ha nulla da perdere.E qui finalmente mi cheto.