INFILTRAZIONI MALAVITOSE, PARLANO I SINDACI DI CHIANCIANO E CHIUSI. L’ALLARME CONTINUA, I PRECEDENTI SONO TANTI

giovedì 29th, ottobre 2020 / 11:28
INFILTRAZIONI MALAVITOSE, PARLANO I SINDACI DI CHIANCIANO E CHIUSI. L’ALLARME CONTINUA, I PRECEDENTI SONO TANTI
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CHIUSI –  I Sindaci di Chianciano e di Chiusi, Marchetti e Bettollini, sono intervenuti su La Nazione a proposito della notizia data ieri anche da primapagina, dell’arresto di tre persone in affari con la ‘Ndrangheta calabrese. Una associazione per delinquere, così l’hanno definita gli inquirenti, che aveva rilevato alberghi e ristoranti nella zona con pratiche illecite.
“Qui di certe persone non abbiamo bisogno” dichiara il primo cittadino chiancianese Andrea Marchetti complimentadosi per l’operazione con le Forze dell’Ordine e auspicando che il tessuto economico sano di Chianciano sappia resistere alle attenzioni delle cosche, che come abbiamo scritto non è certo una novità.
Il sindaco di Chiusi Bettollini è ancora più preciso e circostanziato. Sia nella dichiarazione rilasciata a La Nazione, sia sul proprio profilo facebook, dove rilancia la dichiarazione stessa presentandola così: “Chiusi è stata soltanto sfiorata dal blitz della Polizia di Stato e della Dia che ha riguardato Chianciano, sul “discusso” imprenditore di origine campana, Luigi Pergamo, che aveva rilevato 2 anni fa la gestione di un noto e apprezzato ristorante – La Fattoria – che si trova nei pressi del Lago di Chiusi e che è stato oggetto ieri mattina di perquisizione“.
Bettolini dunque fa anche il nome del ristorante acquisito dall’imprenditore arrestato e al quotidiano fiorentino rivela altri dettagli:
“Apprendo dalla stampa questa notizia e ovviamente come amministratore pubblico seguo con attenzione l’intera vicenda e tutti gli sviluppi che verranno fuori. Sono un sindaco molto presente e vicino a tutte le imprese che iniziano o riavviano la propria attività. Nel 2018, pur invitato alla inaugurazione della nuova gestione, decisi di non partecipare. Come tutti sanno in genere partecipo e sono presente quando nuove attività si avviano, ma non accettai l’invito perché già al tempo mi parve una apertura anomala.
Per la mia amministrazione i principi di legalità e trasparenza sono un faro insostituibile cosi come la lotta alla mafia e a tutte le organizzazioni criminali. Nell’ambito delle nostre competenze l’attenzione è sempre altissima cosi come il rapporto e il dialogo costante con tutte le istituzioni impegnate nel contrasto alla criminalità. Sento il dovere di ringraziare gli inquirenti, la Dia, le donne e gli uomini della Polizia di Stato per questa operazione”.
Interessante quel richiamo alla mancata presenza all’inaugurazione della nuova gestione dello storico ristorante chiusino, perché gli parve “una apertura anomala”. Evidentemente c’erano già segnali preoccupanti. O quantomeno poco chiari in quell’operazione. Che evidentemente non era del tutto isolata.
I lettori infatti ricorderanno che proprio nel 2018, nel mese di novembre, lo stesso sindaco Bettollini con uno blitz in diretta streaming,chiese l’affidamento al Comune di un vecchio mulino ristrutturato a struttura ricettiva e sequestrato nel 2010 ad una società che faceva capo a un ex parlamentare del Polo delle Libertà ed ex sindaco d Afragola, tale Vincenzo Nespoli, accusato di riciclaggio di denaro sporco e di collusioni con la malavita organizzata. Non sappiamo come sia finita la richiesta del sindaco chiusino, ma anche quella fu un segnale che la zona fosse oggetto di certi interessi, certe attenzioni e certe operazioni. E anche la conferma che l’allarme sulle infiltrazioni malavitose più volte lanciato anche da questa testata fin dai primi anni ’90, non era campato in aria.
Durante i mesi del lockdown, esattamente il 2 aprile, riportammo un articolo de La Voce delle Voci, storica testata controcorrente dell’hinterland napoletano, in cui si parlava della guerra tra cinesi e mafie per mettere le mani sul made in Italy, in seguito alla crisi determinata dall’emergenza sanitaria. Cioè una specie di shopping in Italia delle aziende in difficoltà da parte dei nuovi ricchi cinesi e delle mafie italiane e non solo. Le cronache ciclicamente, ma sempre più frequentemente con le operazioni della DIA e delle procure locali, ci dicono che l’allarme è continuo e la guardia non va abbassata.
Era una emergenza anche prima del covid, adesso può inserirsi come un cancro devastante nella stessa emergenza covid e in una economia già martoriata dalla pandemia. Per alcuni vendere la propria azienda a chi paga subito e in contanti, magari anche più del prezzo di mercato, può rappresentare una via d’uscita, forse la più redditizia e anche la più semplice. E quando di vie d’uscita non ne vedi, puoi vendere anche alla metà del prezzo, pur di non perdere tutto. Le mafie hanno disponibilità immense di denaro, possono fare sia le une che le altre operazioni, a seconda della situazione e della loro convenienza, lucrando sulle difficoltà altrui o anche solo e semplicemente sulla paura di non vedere la fine del tunnel.
M.L.
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