CHIUSI: PD, BETTOLLINI VINCE ANCHE IL SECONDO ROUND. LA LINEA CARDAIOLI MESSA IN MINORANZA ALLO SCALO. LA BASE CHIEDE LA RICUCITURA…

venerdì 09th, ottobre 2020 / 12:37
CHIUSI: PD, BETTOLLINI VINCE ANCHE IL SECONDO ROUND. LA LINEA CARDAIOLI MESSA IN MINORANZA ALLO SCALO. LA BASE CHIEDE LA RICUCITURA…
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CHIUSI – E anche il secondo round, nei circoli Pd, lo vince Bettollini. O meglio lo vince la volontà di ricucire lo strappo e andare avanti insieme. Dopo Chiusi Città, anche il circolo di Chiusi Scalo si è  pronunciato a larghissima maggioranza in questo senso. Presenti una venticinquina di iscritti, compresi gli assessori, il capogruppo, la segretaria del’Unione comunale e i segretari di altri circoli. Non una adunata oceanica, ma gli iscritti al Pd sono ormai un numero esiguo e quindi  il parterre messo insieme per l’occasione non è disprezzabile.

E come nel circolo del centro storico, anche allo Scalo hanno parlato militanti che di solito non lo fanno. Ma che stavolta hanno avvertito la necessità di dire la loro, perché amareggiati dalla situazione creatasi nel partito e determinati a riportare gruppo dirigente e sindaco sul binario del confronto e del lavoro comune. Il giudizio sull’operato dell’amministrazione – sindaco e assessori – e sui risultati raggiunti è stato pressoché unanime e positivo. Solo Paolo Scattoni, che a dire la verità anche nella recente campagna elettorale aveva dichiarato il proprio voto per un partito diverso e concorrente del Pd – ha posto l’accento su alcune difficoltà della città come il calo demografico e alcune scelte a suo dire errate come il palasport a Pania o la questione Acea e si è espresso contro la ricucitura con Bettolini e una sua eventuale ricandidatura a sindaco.  Ma anche lui è apparso meno tranchant, almeno nei toni, rispetto ad altre occasioni.

L’ex vicesindaco Gianluca Sonnini e Claudio Del Re non hanno risparmiato qualche frecciatina al sindaco e alla sua stagione, sottolineando sostanzialmente che “il partito non è un albergo dove si entra e si esce quando ci pare”, ma anche loro non si sono messi del tutto di traverso rispetto all’ipotesi di rimettere insieme i cocci e ripartire con Bettollini.

Il grosso degli interventi, partendo proprio dal giudizio positivo sull’amministrazione,  è stato decisamente a favore della ricomposizione del quadro  e del rapporto con il primo cittadino, auspicando che possa essere  proprio Bettollini a guidare il centro sinistra alle elezioni 2021. Ma prima di tutto che dentro il Pd si torni a “parlarsi” serenamente e non l’un contro ‘altro armato.

In questo senso la linea (sarebbe più corretto dire l’atteggiamento, più che la linea) tenuta in questi due mesi dalla segretaria Cardaioli è stata sconfessata e ribaltata,  piuttosto clamorosamente. E infatti la stessa Cardaioli ha usato toni meno rigidi e più concilianti, prendendo atto del pronunciamento degli iscritti. A questo punto la componente interna al Pd che puntava a chiudere la stagione Bettollini, nei primi due circoli, quelli peraltro più importanti, è stata messa in minoranza. Una delle “condizioni” cui il sindaco accennò in Consiglio Comunale, per poter rientrare nel partito, si sta cominciando a verificare.

La base del Pd non vuole la rottura. E probabilmente nemmeno le primarie tra Bettollini e altri candidati.  Tutto ciò  è  anche un invito allo stesso Bettollini a lasciarsi alle spalle i risentimenti, ad ammettere qualche errore e a rimettersi a disposizione. Questo è emerso nei circoli di Chiusi Città e Chiusi Scalo. Piuttosto robusto in questo senso – racconta chi c’era – l’intervento del tesoriere Enzo Bittoni, così come improntato alla linea della “ripartenza tutti insieme” è stato quello di Andrea Micheletti.

Stasera tocca a Montallese. Ed è facile prevedere che sarà il 3-0 per Bettollini che nella frazione gioca in casa e ha lo zoccolo duro dei suoi sostenitori. Lunedì e martedì saranno chiamati a pronunciarsi i circoli di Montevenere e Macciano, ma la partita della consultazione degli iscritti sembra ormai segnata. Prima di tirare le somme sarà bene aspettare comunque la fine del giro.

Già adesso però, sia Bettollini, sia la segretaria Cardaioli e il gruppo dirigente del Pd, dovranno trarre delle conclusioni. Il sindaco non può deludere (o eludere) la volontà della base del partito che ne chiede il ritorno convinto nei ranghi;  la segretaria e gli altri dirigenti non potranno ignorare che il corpo attivo del partito la pensa diversamente da loro. In casi del genere, in passato,  le dimissioni e un cambio di manico sarebbero state inevitabili e immediate. Qualcuno le avrebbe chieste, di sicuro. E non è detto che non succeda.

Simona Cardaioli  in questi mesi ha tenuto un atteggiamento funzionariale, burocratico, con una rigidità da Pcus brezeneviano e Bettollini si è messo sull’Aventino, estraniandosi del tutto dalla vita del Pd, considerandosi un esiliato. O autoesiliato.

Ma nelle due assemblee di circolo fin qui svoltesi, la base ha dato una lezione di stile ai propri vertici. Da segnalare infatti – sempre stando al racconto dei presenti – “il clima disteso, i toni pacati e la discussione molto libera”. Cosa questa che lascia aperti margini di ricomposizione, senza rattoppare uno strappo facendone un altro.

Come abbiamo scritto ieri, dopo l’assemblea di Chiusi Città, ribadiamo a maggior ragione dopo l’assemblea dello Scalo, che nonostante tutti i limiti strutturali e i difetti di fabbrica e di conduzione del Pd, questo passaggio si sta rivelando importante, decisivo e anche più “libero” di quanto si potesse immaginare alla vigilia. Il Pd non è guarito, non è senza peccato, sta perdendo voti come un colabrodo, ma nessun’altra forza politica locale ha mai fatto e forse mai farà una cosa del genere.

m.l.

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