A VENEZIA SI PARLA DI CHIUSI E DEL PATTO BRUGNARO-BETTOLLINI PER LA COLLABORAZIONE TURISTICA
CHIUSI – Anche a Venezia si parla di Chiusi. Per strada forse no. Sulla stampa sì. Lo ha fatto nei giorni scorsi sulla rivista Ytali, il giornalista Enzo Bon, che è stato, prima dell’avvento del sindaco Brugnaro, l’addetto stampa del Comune lagunare, e adesso è piuttosto critico con Brugnaro, preso di mira anche per aver disertato un confronto elettorale con gli altri candidati a sindaco. A Venezia si voterà il 20 e 21 settembre. E Brugnaro è di nuovo in corsa, favorito dai sondaggi.
Ma Enzo Bon, su Ytali è parla anche di Chiusi in riferimento al famoso “patto” che il sindaco di Venezia stipulò nel 2016, con il sindaco di Chiusi Juri Bettollini, per favorire – diciamo così – i rapporti turistici tra le due città. Una – Venezia, tra le più visitate al mondo e l’altra, custode di un grande passato e di tesori archelogici, storici e culturali di grande valore, ma ancora alla ricerca di una sua identità e dimensione. E di qualche canale che possa portare turisti. Fosse anche il… Canal Grande.
Solo che il patto è rimasto un po’ sotttotraccia e lo stesso Bon ammette di aver faticato non poco per averne una copia:
“Che relazioni così pregnanti possono avere due città come Venezia e Chiusi da dover stipulare un protocollo d’intesa? Ce la siamo posta, questa domanda, andando a scovare – è proprio il caso di dirlo – un patto tra il comune di Venezia e la città di Chiusi, firmato nel marzo del 2016 dal sindaco Luigi Brugnaro e dall’allora sindaco reggente della città toscana, Juri Bettollini, ora sindaco effettivo. Scovare è il termine esatto, perché per avere il testo ufficiale di quel documento ci abbiamo messo un mese di tempo e abbiamo scomodato parecchi uffici e parecchie persone. Siamo partiti appunto dalla domanda iniziale e lo abbiamo chiesto dapprima al Comune di Chiusi, nella persona dell’attuale vicesindaco, Chiara Lanari, peraltro giornalista pubblicista, che dapprima ci ha gentilmente risposto chiedendoci di inviare le richieste alla sua email, e poi non si è fatta più viva, non rispondendo neppure agli sms inviati al suo cellulare. L’abbiamo quindi chiesto al Comune di Venezia che, per il tramite dell’Ufficio stampa, ci aveva risposto di non poterci aiutare in quanto non possedeva copia del protocollo d’intesa, ma che l’avrebbe richiesto agli uffici. L’abbiamo chiesto alla direzione dei Musei civici veneziani, che ci aveva a sua volta rimandato all’Ufficio stampa comunale. E solo ieri (12 settembre, ndr) finalmente, il comune lagunare ci ha inviato il documento che ha per intestazione “Protocollo tra il Comune della Città di Venezia e della Città di Chiusi per la realizzazione di iniziative culturali congiunte”. In premessa, vi si legge che uno degli obiettivi del Comune di Venezia, di cui il sindaco è anche assessore alla cultura, è quello di stringere alleanze culturali con comuni italiani e città metropolitane che vogliano costruire e rafforzare la propria identità storica attraverso una sistematica collaborazione e che il Comune di Chiusi ‘si è dato identici obiettivi’. Il documento prosegue elencando ciò che le due parti convengono e cioè: attuare un programma pluriennale di scambi culturali; far emergere dalla storia, attraverso ricerche, mostre, stage, borse di studio, quei caratteri che hanno reso grande il passato dei due territori; realizzare una mostra temporanea che illustri gli esiti della ricerca partendo dalla crescita e dallo sviluppo pacifico delle antiche popolazioni. E poi l’ultimo punto, che trascriviamo integralmente, punteggiatura e refusi compresi: si studieranno altresì assonanze, similitudini e differenze tra le due civiltà e città in relazione ad aspetti specifici quali valori identitari di un dell’essere umano nel suo rapporto con l’essere e l’apparire, individuando come tema conduttore il rapporto tra maschera e persona, in un affascinante percorso che conduca dai canopi etruschi alla Commedia dell’arte”.
Per il gornalista veneziano, questa però è ” fuffa, come si dice in gergo”.
Poi nell’articolo, continua riportando la versione di Juri, ovvero quella del sindaco di Chiusi il quale “difende strenuamente il patto, spiegandoci che anche grazie all’interessamento del collega ed amico veneziano, ora il treno ad alta velocità Freccia Rossa si ferma alla stazione di Chiusi-Chianciano; e che negli ultimi due anni sono arrivati a Chiusi (che conta ottomilatrecento abitanti), diecimila turisti in più. Insomma, il sindaco Bettollini, renziano della prima ora, adesso uscito dal PD ma uomo che gode di ottime referenze politiche, a ragione crede che il patto sottoscritto con Venezia porti una serie non indifferente di vantaggi per la sua città. E per Venezia?”
Beh, questa domanda è un po’ fuorviante e anche un tantino ingenua. Perché Venezia non ha certo bisogno di un “patto culturale” con Chiusi, per migliorare e accrescere il proprio potenziale culturale e turistico. Il patto se aveva ed ha un valore, ce l’ha soprattutto per Chiusi che è la parte debole e può trarne qualche vantaggio.
Infatti lo stesso Bon lo riconosce: “Difficile pensare che la città lagunare, con tutto rispetto per Chiusi, che è una splendida meta etrusca assolutamente da visitare, possa trarre qualche vantaggio da questa intesa, anche perché tutti gli enti interessati dal patto (Comuni di Venezia e di Chiusi, Fondazione Musei civici di Venezia, Museo archeologico nazionale di Chiusi) ci confermano che finora, cioè a cinque anni dalla firma dell’accordo, non c’è stata alcuna iniziativa tra le due città. E allora perché firmare questo protocollo d’intesa?”
E qui viene la seconda parte del ragionamento. Ovvero quella relativa agli “interessi” di Brugnaro (non di Venezia) nella zona di Chiusi. E sono quelli di cui spesso si è spesso parlato anche su primapagina, a partire alla megastalla al confine coi comuni di Montepulciano e Castiglione del Lago (zona Passo alla Querce) per finire agli uffici di Umana e alla squadra di Basket San Giobbe che a Chiusi disputa il campionato di serie B ed è una “succursale” della Reyer Venezia Mestre, che ha vinto il campionato italiano nel 2017 e nel 2019.
A tal proposito Enzo Bon scrive: “La società (agricolasangiobbe.it), che conta 23 addetti e che ha nel consiglio di amministrazione anche il primogenito maschio di Brugnaro, si occupa prevalentemente della coltivazione di terreni a cereali, semi oleosi, barbabietole e ortaggi, ma ha anche una mega stalla per l’allevamento delle pregiate razze bovine chianina e limousine, per un totale di circa duemila capi, dicono fonti locali. Non certo un giocattolo, insomma. Anche perché a fronte di un fatturato nel 2019 di 3,1 milioni di euro e una perdita di 1,8 milioni, l’azienda conta su un elevatissimo patrimonio netto, pari a oltre 25 milioni di euro, dato da un modesto capitale sociale (centomila euro versati) e da consistenti riserve, quasi esclusivamente provenienti da versamenti del socio unico, cioè di Umana Spa in conto futuro aumento del capitale sociale. La società ha inoltre un notevole patrimonio di immobilizzazioni, vale a dire terreni, fabbricati, attrezzature, bestiame ecc., pari a oltre 43 milioni di euro. Insomma, uno sforzo finanziario titanico per un valore della produzione tutto sommato non strabiliante. Non siamo analisti finanziari e qui ci fermiamo. Brugnaro, inoltre, è patron della locale squadra di basket, che guarda caso si chiama “San Giobbe Basket Chiusi”, e che ha mire sportive alte; il presidente della squadra chiusina, Giuseppe Trettel, è proprio uno dei consiglieri di amministrazione della Agricola San Giobbe; sponsor unico della squadra, ovviamente, è Umana Spa. Altra fatalità: un altro consigliere di amministrazione della Agricola San Giobbe, l’avvocato Luca Gatto, è stato consigliere di amministrazione della Reyer, ed è attualmente (lo apprendiamo dal suo profilo Linkedin) presidente del CdA della Scuola della Misericordia Spa, società che controlla il grande complesso della Misericordia, dato in concessione a Brugnaro per 40 anni dal Comune di Venezia, nonché amministratore unico di Porta di Venezia Spa, la società, sempre di Brugnaro, che detiene la proprietà della contestata area dei Pili, a Marghera”.
Il giornalista veneto cita anche le mega feste con megaconcerti che Brugnaro ha organizzato nella sua tenuta chiusina per i dipendenti delle sue aziende (citando tra gli altri anche i contatti avuti per la sua ricerca con noi di primapagina). E infine tona alla domanda iniziale: “perché Venezia ha stretto un patto di collaborazione con Chiusi e non, ad esempio, anche con Volterra o Viterbo o altre importanti città etrusche?”. Enzo Bon, a questo punto, trae delle conclusioni e adombra pure un… inghippo per il sindaco Brugnaro.
La conclusione è: “Posto che il Comune di Chiusi ha fatto benissimo a cogliere l’occasione e a sottoscrivere l’accordo, può dirci qualcuno quali vantaggi da ciò abbia avuto il Comune di Venezia? Tutte le fonti che abbiamo sentito presso gli enti della città lagunare, ci hanno risposto che non ne hanno la benché minima idea e che l’accordo è una volontà “politica” dell’amministrazione comunale, alla quale tutti si sono adeguati”(la stessa direttrice dei Musei Civici di Venezia Gabriella Belli che egli definisce rigorosa storica dell’arte e tecnico superpartes, presente alla firma, non ha fornito alcuna risposta, dice Bon).
Quindi il “patto della bistecca” (espressione coniata dalle opposizioni lagunari) altro non sia che “la volontà dell’uomo solo al comando” ed “ha tutte le condizioni per dimostrarsi l’ennesimo e chiaro conflitto di interessi tra l’imprenditore Brugnaro Luigi, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che costringe tutti ad addomesticare la storia degli etruschi e dei veneti antichi e a far trovare stentate similitudini tra le maschere funerarie di Chiusi e le maschere della commedia dell’arte di Venezia. Perché la bistecca, per parafrasare il grande Totò, mica è una porcheria…”.
Qualcuno, a Chiusi, soprattutto tra le opposizioni (Bonella Martinozzi dei 5 Stelle ad esempio, ma anche Paolo Scattoni che è Pd, ma ostentatamente ostile a Bettollini) ha rilanciato sui social l’articolo di Enzo Bon in chiave anti Bettollini, quando invece il giornalista veneziano riconosce che Chiusi ha fatto bene a stipulare quell’accordo, e non critica il Comune di Chiusi, se non per l’atteggiamento sfuggente dell’assessore alla cultura. E anzi, fa promozione alla città di Chiusi. Punta però il dito, Enzo Bon, sulla disinvoltura esasperata di Luigi Brugnaro, sul fatto che egli consideri il Comune come “roba sua”, al pari di una delle sue aziende, e faccia e disfaccia ciò che più gli aggrada, per interessi più personali che istituzionali… Cosa questa che su Primapagina avevamo spesso rimarcato… L’articolo per capire come Brugnaro sia visto anche nella sua città è senza dubbio interessante.
Quanto a Chiusi, una cosa che questo articolo del collega veneziano, con il quale abbiamo parlato a lungo, ci stimola a pensare è che se Juri Bettollini non dovesse ricucire con il Pd e si presentasse davvero con una sua lista civica alle comunali del 2021 tutto potrebbe/dovrebbe fare, meno che “copiare Brugnaro”.
m.l.
Scrive il giornalista;”Ecco, l’unica cosa che questo articolo del collega veneziano, con il quale abbiamo parlato a lungo, ci stimola a pensare è che se Juri Bettolini non dovesse ricucire con il Pd e si presentasse davvero con una sua lista civica alle comunali del 2021 tutto potrebbe/dovrebbe fare, meno che “copiare Brugnaro”.
Tutti i salmi finiscono in gloria dice un vecchio proverbio.
E anche per oggi è fatta.
Che cos’è che non torna? così è, anche se non vi pare. Se qualcuno spera che Bettollini copi Brugnaro per poi attaccarlo più facilmente è un alto paio di maniche. L’articolo di Enzo Bon su Ytali attacca – giustamente – Brugnaro, ma “assolve” Bettollini e il comune di Chiusi, anzi dice che hanno fatto bene a stipulare quel patto, che se anche portasse 16 turisti l’anno sarebbe un guadagno, perché prima quei 16 non venivano. Degli interessi di Brugnaro a Chiusi e in zona su queste colonne se ne è parlato spesso… E mai bene… Invece Chiusi, dall’articolo di Enzo Bon ne esce bene e la sua riflessione è un invito a visitare la città. Se, come è prevedibile, l’articolo sarà letto da qualche migliaio di veneziani, è una buona pubblicità. No?
Il pensiero di B0on mi pare chiaro. Il “patto della bistecca” è un atto pubblico che nasconderebbe un conflitto di interessi di Brugnaro, noto a tutti. Che Bettollini lo abbbia sottoscritto conoscendo tutto questo mi pare significativo. Si è chiesto Bettollini se certe fermate alta velocità propagandate come un risultato politico significativo non siano state aiutate da Brugnaro imprenditore? Se poi quelle fermate siano alla base di cancellazioni di intercity che non interessano il collegamento con Venezia forse qualche danno per i pendolari c’è stato. Ci siamo mai chiesti chi abbia favorito l’intervista in macchina di Franco Bechis, non giornalista di estrema sinistra? In politica raramente, nell’impresa ancora più raramente, non si fa niente per niente.
No, no, torna tutto appunto….Oh Paolo…ma si vedono le cose che si vogliono vedere e si pubblicizzano…per le altre campa cavallo.Mi sembra strano che tu non te ne sia accorto e che il futuro sia già in atto….. daltronde se si è investito in un cavallo e se questo si azzoppa si cerca di ingessarlo, metterlo al riposo e ripresentarlo alle prossime corse. Diversamente ancor oggi in qualche parte d’Italia ci sono anche le macellerie equine….E durante il periodo del gesso si cerca spasmodicamenhte di dire che il gesso sia stato apposto da un bravo gessista che abbia a cuore anche dentro il suo ospedale anche le opposizioni….a cuore talmente al punto che per suo detto ne farebbe volentieri a meno.La democrazia è un opzional concettuale talvolta, ma sono questi gessisti che hanno ingessato l’Italia e che godono di ottime valutazioni anche all’interno della sinistra.Meno male che ci sono,perchè senza di loro come faremmo?
Il pensiero di Enzo Bon su Brugnaro coincide con quello di primapagina più volte espresso. L’intervista in macchina di Franco Bechis, certamente giornalista non di sinistra, ma all’epoca direttore del Corriere del’Umbria (e di rimbalzo del Corriere di Siena) rientrava nella campagna di sensiblizzazione delle città di Siena e Perugia sulla fermata del Frecciarossa a Chiusi. L’accordo con Brugnaro invece è precedente, di 3 anni e passa… Il Frecciarossa non è certo il toccasana dei problemi di Chiusi e nemmeno del trasporto ferroviario nel territorio, ma per voi era meglio non averlo? Tra l’altro mi pare che la fermata abbia portato a collegamenti diretti con Siena e Perugia, alla riapertura del dibattito sul collegamento Perugia-Chiusi e all’attivazione di 4 treni (5 il sabato) di tipo turistico Chiusi-Perugia, via Trasimeno. Il che non è esattamente niente… Quest’anno data l’emergenza covid è un’anno particolare e forse l’operazione non avrà dato grandi risultati, ma anche quei treni credo sia meglio averli che non averli, oggi come in prospettiva… E se qualcuno pensa il contrario lo dica
Primapagina dice sempre tutto in anticipo. Meglio così. Bechis ai tempi dell’intervista aveva già lasciato Corriere di Siena e Corriere dell’Umbria. In quell’intervista si ribadiscono le capacità di Bettollini per far digerire il carbonizzatore là dove altri avevano fallito. I problemi della stazione di Chiusi sono quelli delle corse in direttissima che negli ultimi anni sono stati drasticamente tagliati. I contentini sono qualcosa, ma la sostanza è quella.
Vogliamo parlare anche dell’enorme spreco dei collegamenti che la sera partono a vuoto dopo l’arrivo del freccia rossa?
In effetti quei collegamenti partono quasi sempre a vuoto. Ma quest’anno è un anno particolare per via dell’emergenza covid, e anche il Frecciarossa difficilmente ripeterà il successo del 2019. L’anno scorso l’utenza aveva richiesto collegamenti che non c’erano (come la navetta da e per Perugia che quest’estate è stata attivata). Certo un pullman che va a Montalcino alle 21,15 e arriva dopo le 23,00 forse andrà ripensato… Però, ribadisco, a mio avviso il frecciarossa è meglio averlo che non averlo, se non altro come biglietto da visita, come strumento promozionale, e come “valore aggiunto” per la stazione di Chiusi e per tutto il territorio. Che poi servano anche altri treni normali e più fermate degli IC è indubbio e sarà una battaglia da fare. Come sarebbe da fare, a mio avviso quella per “il treno per Nottola” aggiustando l’orario e utilizzando la stazione di Montepulciano, trasformando la tratta Sinalunga-Montepulciano-Chiusi della Siena-Chiusi in una sorta di metropolitana di superficie a servizio dell’ospedale, ma non solo (anche le scuole e il turismo potrebbero trovare uno strumento in più). Finora però su questo primapagina è stata una voce nel deserto…
Vorrei capire la tempistica dell’uscita di questo articolo del giornalista Enzo Bon. Perché proprio ora? Perché dopo quattro anni? Perché a Chiusi non se ne è mai saputo nulla? Inoltre, dati i tempi burocratici e quelli temporali (2015/2016) il protocollo d’intesa, anche se firmato da Bettollini, come sindaco reggente, fu, secondo me, ideato e favorito da Scaramelli Stefano, presente, nella foto, alla sinistra di Bettollini.
Non sembra una “soffiata” per gettare ancora più fango sulla figura di Bettollini? Anche Giuda mangiava accanto a Gesù!
I tempi? Molto semplice: a Venezia ci sono le elezioni amministrative e c’è giustamente un dibattito su quanto fatto da Brugnaro, candidato della destra per la riconferma. La vicenda vista da queste parti è sicuramente significativa.
Enzo Bon sta marcando a uomo il sindaco Brugnaro e ne sta mettendo in luce quotidianamente le incongruenze e gli scivoloni da sindaco e da candidato alle elezioni di domenica prossima. L’11 settembre scriveva: “Un’altra perla comunicativa del nostro Brugnaro: paragona i dipendenti comunali (e le mogli) a delle galline che si affrettano a mangiare il becchime. Becchime, per il sindaco-padrone, sono i “schei”, che possono essere elargiti in busta paga come del “becchime” appunto… Credo che le parole non riescano più a descrivere il personaggio. Serve davvero mandarlo a casa….”. Quanto a Bettollini, come scritto nell’articolo, Enzo Bon lo assolve, dicendo che ha fatto bene a sottoscrivere quel patto del 2016. In effetti Chiusi aveva solo da guadagnarci.Che poi Brugnaro l’abbia fatto per interessi più suoi (e delle sue aziende) che per quelli di Venezia è un altro discorso. Che riguarda i veneziani, però…
Per Paolo Scattoni.Visto che cassi tutte le mie risposte prendo occasione per dirtelo e soprattutto per informare chi legge anche fuori dal tuo blog perchè rispondere alle tue idee e non veder apparire la risposta in modo che anche altri la possano leggere non credo sia un esercizio di democrazia.Soprattutto se il contenuto delle mie risposte non sia nè offensivo nè sconveniente ma solo contenente idee sulla diversità della concezione della storia politica dei paesi africani e del terzo mondo che hai tu e che possiede il sottoscritto.Forse ho usato una parola sconveniente quando ho scritto ” paese del bengodi” ma se ti è apparsa offensiva delle persone che come dici te sono scappate dalla loro terra non ho problemi a ritornare su me stesso poichè chiaramente non volevo offendere nessuno,ma nella risposta cassata ho spiegato per filo e per segno il contenuto della mia risposta che non hai fatto apparire perchè contraria alla tua impostazione…( ed era quello l’importante per me,cioè far vedere le ragioni sul perchè di tale diversità).Fra l’altro non ho contestato affatto i pensieri espressi da Suzie Alexander perche credo che abbia detto la verità.Le analisi su queste tematiche-e l’ho premesso all’inizio del mio intervento- non si possono basare ed incentrare su storie personali che anche se importanti perchè riguardano storie di esseri umani e non hanno la valenza generale che deve avere la storia dei paesi che ho nominato nella risposta da te cassata,quando ti ho chiesto come mai paesi come Kenia, Tanzania, Mozambico, Angola e Guinea Bissau ed altri si sono organizzati ed hanno lottato politicamente per sbattere fuori chi li sfruttava ed oggi non fanno parte della schiera dei migranti se non molto ma molto marginalmente, e le ragioni di questo ci sono e devono essere comprese, non cassate.Intendiamoci bene poichè considero il fatto del migrare come la ricerca lecita di condizioni migliori di vita di esseri umani ma forse ancor più lecito e chiarificatore è il fatto di osservare che fino a 30 anni fa l’organizzarsi e lottare per il proprio paese è stata la più grande forza e sicurezza che quelle condizioni contro le quali si lottava non si fossero più ripetute e lo straniero occidentale non fosse ritornato a sfruttare. Oggi succede l’opposto e s’innescano una serie di problematiche nei paesi di origine di questi migranti per le quali lo zampino dell’occidente sia sempre presente e determini le condizioni,tenendoli al cappio e tributari.Perchè ? Ho cercato di far emergere una differenza di ragionamento fra ciò che segui tu e quella che è la realtà incontestabile di questi paesi, anche diversa da quella dilaniata da lotte etnico-religiose e terroristiche alle quali fai riferimento,anche se l’una condizione determina quella che segue nei comportamenti.Oggi questa condizione e questa volontà è comunemente accettata e non viene messa in discussione e quindi appare sorpassato ed inesistente il principio e l’idea che lottando ci si possa alle volte anche liberare.Questo oggi neanche passa per la mente,od almeno passa per la mente a pochi.I più sognano di emigrare e quando possono lo fanno anche a costo di molti rischi.Purtuttavia pubblichi ciò che ti aggrada.Ho anche aggiunto in maiuscolo che l’organizzarsi e lottare all’interno del proprio paese per un avvenire migliore rappresenta anche la più grande garanzia ed anche la forza di contrasto a quelle condizioni pre-esistenti che hanno ridotto i loro paesi alla fame fisica ed alla dipendenza totale dall’esterno e soprattutto dall’occidente. Quando ti ho detto che per esempio i Curdi non migrano ma si organizzano e combattono come hanno fatto tante nazioni dell’Africa e dell’Asia ti ho chiesto se io avessi detto una cavolata mettendo a fuoco queste diversità comportamentali. Non credo che occorra andare a guardare la storia di un gruppo di persone che avranno avuto le loro ragioni a migrare senz’altro anche perchè credo sia fondamentalmente giusto ed ineluttabile che gli uomini cerchino costantemente migliori condizioni di vita(questo lo sò da me e non lo devo imparare da nessuno che dice ”ti rendi conto dell’enormità di quello che hai detto?”) ma ho anche soprattutto detto che nella storia c’è stato anche chi si è comportato diversamente organizzandosi, lottando ed alla fine vincendo.Se vuoi te ne faccio un ulteriore elenco di tali paesi. Hai anche cassato il mio intervento dove dichiaravo la mia solidarietà a Daria Lottarini perchè ritenevo giuste le sue impostazioni relative al post sulla BCC.Io caro Paolo non capisco sinceramente il tuo diniego delle idee degli altri quando esprimono pensieri che contrastino con i tuoi e li cassi non facendoli apparire perchè quell’atto è come se celasse e contenesse il desiderio che chi legga non debba avere una visione più larga dei problemi.Come vedi io avevo contestato le tue idee quando hai portato gli esempi sugli Armeni e sul Congo ma poi chi legge vorrebbe capire non ha materia di confronto e legge solo te.
Dico questo e lo dico su Primapagina perchè al dilà delle differenze su quelle che possono essere le posizioni espresse sulla politica fra me, altri e Marco Lorenzoni, a lui riconosco senz’altro la giustezza della impostazione del suo giornale poichè non si sottrae alle critiche, reagisce, le argomenta bene o male, condivisibili o meno, ma la gente che legge se ne fà un idea ed è questo ciò che conta. Invece con te la censura scatta non appena senti che ci sia qualcosa di fondamentalità che vada contro il tuo sentire soprattutto politico.Io sono costretto a scrivere sul suo giornale anche in questo caso non seguendo i commenti al suo post come quello sopra perchè sono sicuro che se ti avessi inviato lo stesso testo che stai leggendo da queste righe non lo avresti pubblicato come non hai pubblicato le mie risposte. Punto.Vuol dire che me ne farò una ragione,come del resto se la sono fatta anche altri.Per Enzo Sorbera: io non ho mai parlato neanche una volta di paghe,di concorrenzialità,di lotta fra i poveri,di strutture assistenziali dal braccino corto. Sò bene però che queste condizioni esistono e determinano anche gli atteggiamenti ed i fatti. Quando Paolo Scattoni parla di numeri citando Amnesty Int’l e riferisce che prima di scrivere sarebbe bene informarsi e che i migranti siano stimati in 80 milioni,vorrei sapere da lui se tale cifra riguardi i migranti africani verso l’Europa oppure tutto il mondo.Ho controllato sulle stime e sui dati di Amnesty Int’l ma tale cifra non è apparsa(forse sono io ad aver controllato male)ma mi sembrerebbe ad occhio e croce una stima che se riguardasse il mondo intero sarebbe molto ma molto espressa per difetto.Solo in India ci sono 100 milioni di Adivasi(leggasi 100.000.000 che sono stati costretti a lasciare le loro terre ed i loro villaggi ed a subire un urbanesimo forzato dall’azione del governo indirizzata dalle multinazionali alle quali facevano gola i territori che loro abitavano e le materie prime che sono sotto la loro terra.Una tragedia che in Europa non si conosce nemmeno per un decimo di ciò che rappresenta.Stà succedendo questo anche come prodotto delle politiche fatte dai governi di sinistra ed estrema sinistra che una volta si prendevano carico del sostentamento dei poveri,come il West bengal ed il Punjab ed il Madhya Pradesh. Quindi la tragedia alla quale noi facciamo riferimento di casa nostra portandola come amplificazione dei diritti umani compressi- ha un valore certamente perchè riguarda l’esistenza delle persone- ma quando si dice che non si ha la percezione di quello che si vada dicendo si dice una solenne cazzata.Ed ho nominato solo l’india in questo caso. Mi sembra quasi che si insegua una condizione di natura intollerante a dover considerare interpretazioni diverse e plausibili ed oggettive della realtà ed a far valere solo quelle che si ritengono giuste.E’ chiaro che minimo mi sento di rispondere e che la gente che legge lo sappia.
Non vale rispondere. Basta andare sulle regole di chiusiblog che prevede di trattare i problemi di Chiusi e dintorni, Se non ti piace non ci posso fare niente.