I 150 ANNI DELLA “BRECCIA”: CI SIAMO DIMENTICATI PORTA PIA

lunedì 21st, settembre 2020 / 12:13
I 150 ANNI DELLA “BRECCIA”: CI SIAMO DIMENTICATI PORTA PIA
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CHIUSI – Ieri era il 20 settembre. A Chiusi e in tante altre città e paesi c’è una piazza o una via XX Settembre. A Chiusi è la piazza principale. Quella con la fontana e il municipio. La piazza del potere laico, civile. Ieri poi era un 20 settembre particolare, speciale diciamo. Perché faceva cifra tonda: 150 anni dalla “breccia di Porta Pia” e dalla fine del potere papalino, di quello Stato Pontificio, che per lungo tempo, nel cuore della penisola aveva fatto da tappo alle idee liberali e da ostacolo insormontabile all’unità italiana. Con la conquista di Roma da parte dei bersaglieri, l’unità d’Italia fu finalmente possibile e Roma divenne capitale. In 20 settembre insomma non è una data qualunque. Eppure non si son viste celebrazioni o interventi ufficiali per ricordare ciò che la “Breccia” significò… Non che da allora l’ingerenza della Chiesa Cattolica Apostolica Romana sulla politica e sulla vita quotidiana degli italiani sia scomparsa, ma di sicuro è stata ridimensionata.

La “Breccia” pose fine al potere temporale della Chiesa, ad uno Stato confessionale, al Papa Re.

Certo anche la monarchia sabauda e l’esercito piemontese per assicurarsi l’Unità d’Italia ne fecero di cotte e di crude, soprattutto nel Meridione e il Risorgimento fu anche una “guerra di conquista e di sottomissione”, ma fu anche molto altro: senza Mazzini e le sue idee repubblicane, senza la rivolta borghese e popolare elle cinque giornate di Milano, senza la costituzione avanzatissima della Repubblica Romana e il sacrificio di quei giovani e giovanissimi che combatterono per difenderla sotto le cannonate dei francesi venuti ad aiutare il papa, non ci sarebbe stata più tardi la cultura liberal democratica e poi socialista e pure comunista di Gobetti, de Fratelli Rosselli, di Turati e Gramsci e Nenni…  Non ci sarebbe stata probabilmente nemmeno la Costituzione del ’48 che è ancora la nostra Carta fondamentale. E senza Porta Pia e la fine del potere temporale non ci sarebbe stato, forse, nemmeno il Concilio Vaticano II e tutte le battaglie e le vittorie sul terreno dei Diritti Civili, dal nuovo diritto di famiglia, al divorzio, alla legge sull’aborto, alla parità uomo-donna…

Certo nel mezzo, tra la Breccia di Porta Pia del 20 settembre 1970 e i giorni nostri,ci sono state le cannonate di Bava Beccaris sulla folla, la prima guerra mondiale, il fascismo, i patti lateranensi che mitigarono gli effetti di Porta Pia, la seconda guerra mondiale con la Resistenza, poi il boom economico, gli anni di piombo, la fine dei partiti tradizionali, l’esplosione di movimenti populisti e dell’antipolitica. Ci sono stati papi molto diversi tra loro: Leone XIII che nel 1891 cominciò a porsi il problema della “questione operaia”, Pio XII che invece benediceva i fascisti e poi Giovanni XXIII e Paolo VI che diedero avvio e conclusione al Concilio Vaticano II, infine Woytyla che stringeva la mano a Pinochet e si adoperò molto per far cadere i regimi socialisti dell’est europa, poi il conservatore e normalizzatore Ratzinger, infine Papa Francesco, che è uno dei pochissimi al mondo a parlare di disuguaglianze, di dignità del lavoro, di accoglienza…

Nessuno né a livello locale, né a livello nazionale, neanche con una trasmissione Tv, ha celebrato il XX Settembre e il 150° anniversario di Porta Pia. Un’occasione persa per una riflessione non solo su un avvenimento storico rilevate che ha cambiato lo scenario, ma anche sulle conseguenze di quell’avvenimento e su ciò che ha significato. In sostanza sulla laicità dello Stato.

A me personalmente la Breccia di Porta Pia torna in mente ogni volta che vedo un sindaco sfilare con la fascia tricolore in una processione religiosa. O magari ad un family day…

m.l.

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