SOSTIENE NASORRI… CHIUSI, I PODEMOS AL PD: “SERVE UN CONFRONTO SUL FUTURO DELLA CITTA'”
CHIUSI – Sostiene Nasorri che a Chiusi serve “riaprire con urgenza un dibattito pubblico per ridefinire una programmazione innovativa: una visione di futuro da realizzarsi in un contesto territoriale e sociale più ampio. La città deve uscire dalla perenne divisione e dall’isolamento in cui atteggiamenti sbagliati l’hanno rinchiusa”. E Nasorri lo fa dalla pagina facebook della lista di opposizione Possiamo, che qualche giorno fa oltre ad un dibattito in consiglio comunale sulle dimissioni dal Pd del sindaco Bettollini, per verificare se esista o meno una maggioranza che ancora lo supporta, aveva avanzato anche la proposta, appunto, di un confronto aperto sui temi economici e sociali, aperto alla comunità. Marco Nasorri dunque sostiene la linea dei Podemos e rilancia. E lo fa assumendosi in qualche modo un ruolo di… cerniera. Tra i Podemos e il resto della sinistra, quantomeno, Pd compreso.
Infatti, sostiene Nasorri, che non è Pereira, ma di politica ne ha masticata parecchia, che “il confronto deve produrre idee per rilanciare l’economia locale, per creare occupazione e dare opportunità ai giovani che ormai stanno andando via in modo quasi massiccio. In sintesi, come mettere nel modo migliore a sistema le risorse del territorio, cogliendo tutte le potenzialità. Sono tanti i temi specifici su cui discutere e definire una scala di priorità programmatiche. Ogni singola forza politica è certamente capace di fare un programma, ma la forza delle proposte sta nel trovare la più ampia interazione possibile con tutta la realtà cittadina. Anche le migliori idee se non creano sinergie e condivisione non producono grandi risultati”. E su questo non ha torto.
Poi sostiene ancora che occorre “ritrovare un ragionamento che metta al centro i valori sociali e culturali che sono le fondamenta dell’essere comunità aperta e inclusiva. Negli ultimi tempi questi aspetti si sono indeboliti, anche perché la politica, (compreso il centrosinistra) li ha sottovalutati, privilegiando tutto ciò che porta a un consenso immediato. Le incertezze che viviamo non sono solo economiche o legate al coronavirus. Riguardano i rapporti sociali e personali, incidono nell’insieme delle relazioni umane. Tutto questo non è poca cosa, se non ritroviamo risposte politiche e culturali adeguate, la deriva verso un imbarbarimento della nostra convivenza, la crescita dell’intolleranza, dell’individualismo, dell’insofferenza verso le regole comuni avranno sempre più il sopravvento” . E anche su questo il ragionamento di Nasorri delle ragioni ce l’ha. Quante volte anche su queste colonne abbiamo scritto della desertificazione incipiente non solo per ciò che riguarda le attività economiche, ma anche i rapporti sociali, la cultura di fondo della società locale?
Per quanto riguarda gli scenari politici prossimi venturi, Marco Nasorri sostiene che “il pericolo per Chiusi non deriva solo da una possibile vittoria di un candidato di destra. Il pericolo maggiore si sta già materializzando e deriva dallo sdoganamento che è già in atto, dei disvalori e delle istanze di cui una destra estremista e pericolosa si nutre. È preoccupante la forza di diffusione di tutto ciò, negli umori e nei sentimenti di tante persone. Comprese quelle che sono sempre state a sinistra. I voti ottenuti localmente dalla Lega sono prima di tutto l’espressione del vuoto che molti sentono attorno a sé. La percezione che i meccanismi di rappresentanza, in cui credevano si stanno sfaldando in divisioni perenni, in ritardi incomprensibili e in una interpretazione della realtà che troppo spesso è legata alle sole logiche di potere”. Ed è a questo punto del ragionamento che Nasorri, che è stato anche segretario a Chiusi e capogruppo in comune e in provincia per i Ds, sostiene la necessità di una riconquista di campo da parte della politica, e si lancia in una apertura:
“Il Pd – sostiene Nasorri – non solo dovrebbe essere il più motivato nel ragionare di queste cose: dovrebbe mettere da parte tutti coloro che lo vogliono tenere prigioniero in sterili polemiche e invece trovare il coraggio per avventurarsi in un confronto che potrebbe solo rigenerarlo con grande beneficio par l’intera città“.
Ciò cosa ci viene a significare? direbbe Montalbano. Che Nasorri l’invito a riaprire il confronto lo rivolge soprattutto al Pd, assegnando e riconoscendo al Pd il ruolo principale e l’onere della prima mossa, ma anche che i Podemos, se il Pd questa mossa la farà, sono pronti a sedersi al tavolo con il Pd. In sostanza è una apertura di credito condizionata allo sfrondamento, da parte del partito di maggioranza, delle incrostazioni e delle posizioni contrapposte al proprio interno, per allargare l’orizzonte.
Il ragionamento di Nasorri in linea teorica e di principio non fa una piega.
Solo che a Chiusi la realtà dice cose un po’ diverse: 1) per esempio dice che gli stessi Podemos in 4 anni e passa di confronti aperti con la comunità locale ne hanno aperti pochi (la necessità non è mai mancata, non emerge solo adesso); 2) dice che i Podemos chiusini si sono spesso accodati o hanno lavorato in sintonia coi 5 Stelle che non possono fare solo il convitato di pietra… 3) dice che il Pd non è in grado al momento di confrontarsi neanche con sé stesso: non riesce a dire una parola sulle dimissioni del sindaco dal partito, non procede ad una verifica di maggioranza, indispensabile per chiarire il quadro, non sa se sfiduciare Bettollini oppure fare con lui un patto di fine mandato, lasciandogli la gestione dell’ultimo miglio e continua a mostrare una freddezza e un distacco dalla questioni sul tappeto che è imbarazzante. E la realtà ci dice anche che Possiamo, per le regionali toscane ha dato indicazione di voto per Fattori e la lista Sì Toscana a sinistra, senza nemmeno il voto disgiunto con la croce anche su Giani presidente, cioè sono su una posizione di contrapposizione netta rispetto al Pd, anche se la richiesta rivolta a 5 Stelle, Possiamo e Pd di sfiduciare Bettollini lanciata da Luciano Fiorani sui social i Podemos non l’hanno raccolta e nemmeno commentata.
Il confronto va benissimo ed è sempre auspicabile, ma per aprire un confronto serve un tavolo intorno a cui sedersi e sopratutto servono gli attori disposti a sedersi. Il tavolo, volendo si trova. Sugli attori al momento qualche dubbio sorge spontaneo…
M.L.
Possiamo sicuramente avrà avuto tanti limiti, non è in discussione certamente la grave crisi che vive il dibattito politico in genere. Occasioni di dibattito e prese di posizione non sono mancate. Ma non ho nessun interesse a giustificare l’azione politica di Possiamo. Negli ultimi 9 anni il Partito di maggioranza è stato completamento appiattito e usato dai sindaci causando le gravi conseguenze nella mancanza di confronto e di abitudine al dibattito che una forza politica dovrebbe favorire. La nostra posizione attuale oltre ad essere una ovvia necessità dettata dall’emergenza sanitaria, è stata favorita anche dalla nuova dirigenza del Pd che ha dimostrato più autonomia e disponibilità al confronto. Se ciò avverrà sicuramente sarà un bene per tutti. Un atteggiamento equilibrato e super partes del sindaco favorirebbe il confronto, ma dubito fortemente che riuscirà a fare un passo indietro per favorire un proficuo confronto.
Riguardo al nostro appiattimento sui cinque stelle sarebbe il caso che tu facessi qualche riferimento concreto, altrimenti sono solo chiacchiere prive di fondamento. Mi sento solo di dire che abbiamo avuto un ottimo rapporto di collaborazione nel nostro lavoro di opposizione in consiglio comunale.
Infine una considerazione riguardo al sostegno che abbiamo dato a Fattori per le elezioni regionali, per noi era l’unica scelta da fare, perchè oltre ad aver svolto in modo egregio il suo ruolo di consigliere regionale in questi anni, facendo approvare molte istanze dei territori e anche proposte di legge importanti, seppure da una posizione di minoranza, cosa che sicuramente non è riuscita alla componente più a sinistra del PD. Sul voto disgiunto ognuno farà come meglio pensa. La nostra azione è quella di sostenere la lista di Toscana a sinistra perchè crediamo rappresenti un’alternativa credibile ad un sistema di potere che non offre grosse possibilità di migiloramento e progresso in campo economico e sociale.
Il ragionamento di Marco Nasorri è condivisibile e mette in luce un’esigenza di confronto che sembra diffusa. Lo trovo però contraddittorio. Da un lato, riconosce al PD una leadership che, a questo punto e vista la situazione a cui siamo arrivati di sfilacciamento delle relazioni sociali e del diffuso malessere – anche del partito -, è tutta da dimostrare. Dall’altro lato, lancia un’esortazione al PD per una programmazione innovativa che, francamente, trovo poco comprensibile alla luce delle scelte che hanno portato avanti sinora (piano regolatore con cubature astronomiche; carbonizzatore; cessione a privati di spazi pubblici; gestione paternalistica di finanziamenti e diritti). Il problema vero è che si chiama a confronto e a pronunciarsi una forza politica stremata e confusa, lacerata da contraddizioni e incapace di fornire prospettive di medio e lungo periodo. Il confronto, a mio parere, dovrebbe essere richiesto sulla proposta di un numero limitato di punti che si ritengono urgenti e per i quali possono essere esplorati modi e strategie di soluzione. Altrimenti, si finisce per doversi confrontare con scelte già fatte e portate avanti col metodo che ha prodotto la candidatura di Giani. Su queste scelte si pretenderebbe, poi, di avere consenso, perché se non ci appoggi vincono gli altri. E se vincono gli altri non ti sfiora l’idea che hai fatto una scelta non condivisibile? Non mi scandalizza se Possiamo dialoga con M5S, lo trovo un fatto fisiologico. Piuttosto, mi sembra strano che non si riesca a liberare il tavolo dalle macerie di quanto non ha funzionato finora.
La proposta fatta da Possiamo con il documento della settimana scorsa e le considerazioni fatte da Marco Nasorri vanno nella stessa direzione, aprire un dibattito politico assente ormai da anni. Nelle ultime due legislature i Sindaci hanno accentrato nelle loro mani non solo l’amministrazione del paese ma anche l’azione politica, sottratta al partito di maggioranza e ai suoi alleati. Crediamo che debba finire la stagione degli uomini soli al comando perché solo un ampio confronto può liberare le capacità, le energie e le competenze di tante persone che potrebbero contribuire al futuro del nostro comune. Sicuramente la nostra proposta può avere dei limiti, qualcuno può leggerci delle contraddizioni, è possibile ma la storia personale di ciascuno di noi è lì a dimostrare che il nostro intento è finalizzato esclusivamente al bene del paese. Condivido le considerazioni di Enzo Sorbera, il confronto deve riguardare alcuni punti fondamentali, urgenti e irrinunciabili. Condivido meno i dubbi espressi nell’articolo che sanno tanto di tentativo di rallentare un inevitabile processo di rinnovamento, la considerazione che Possiamo sia andata a rimorchio dei 5 stelle sa tanto di boutade senza fondamento scritta tanto per scrivere qualcosa.
Nessuna richiesta da parte mia, solo una considerazione ad alta voce.
Pd, 5Stelle e Possiamo sono benissimo in grado di sbagliare da soli; non c’è bisogno che glielo suggerisca io.
A rimorchio direi proprio di no visto che non si riesce neppure a chiedere insieme una convocazione del Consiglio comunale sulle conseguenze delle dimissioni del sindaco dal PD a partire dalla adesione a quale gruppo consiliare.
Credo che dovrebbe essere il Pd a promuovere un dibattito consiliare sulle dimissioni del sindaco dal partito. Possiamo ha fatto bene e fa bene a sollecitarlo, ma è il partito di maggioranza che deve dire se la maggioranza esiste ancora oppure no. Su queste colonne lo diciamo da mezz’ora dopo l’annuncio dell’addio di Bettollini al Pd. Del resto anche il sindaco credo abbia diritto di sapere se la maggioranza sussiste o meno.E che lo sappia dai consiglieri comunali, non dai post sibillini ed ermetici della segretaria…
Personalmente condivido molto l’intervento di Sorbera, chiarificatore di una situazione ma anche quello in tre righe di Fiorani.Sono altresì dubbioso che il PD al quale si vogliono lanciare salvagenti in questo Post sia in grado di raccogliere questa sfida e questo lavoro, per il semplice motivo che fin’ora il suo ”personale” ha fatto il contrario di ciò che serviva e come al solito si vorrebbero evitare le rese dei conti,che detto fra noi è un inveterato comportamento di un partito ridotto allo stremo,sia per il comportamento di autosufficenza che ha avuto in questi anni rifiutandosi sempre di fare autocritica ma anche per l’onnipresenza di comportamenti che definirei da deliri di onnipotenza che hanno dimostrato i limiti di fronte ai fatti, segno è che dietro nulla c’era di consistente.Bettollini formerà una lista propria con l’aiuto di altre forze indirette ? Non si sà, ma anche se in tal caso lo facesse, personalmente sarei molto dubbioso che abbia seguito sufficiente per imporsi e ricostruire un edificio che ha contribuito soprattutto lui a smontare. Che vi debba essere un confronto lo trovo giusto,ma anche chi ne venga chiamato a farlo trovo che debba sapere l’etica e le istanze politiche di chi sieda davanti.Ed i salvagente gettati in nome di cosa ? In nome forse di quello che doveva essere costruttivo e che invece ha assunto la forma distruttiva? Ora si corre gridando alla necessità del rattoppo ? Con questa gente ? Ma per carità….e sarebbe bene riflettere e guardare al passato come sono state fatte certe scelte di promozione sia dei nomi delle giunte( ho detto giunte e non solo giunta) in questione e da chi siano state fatte…e chi ha materia dentro per intendere intenda.Soprattutto è su questo credo che ci si debba interrogare e cioè sulle garanzie di questa gente che durante il mandato non ha mai dato il segno di dissentire nemmeno sulle cose minime ? Ed ora si correrebbe ai ripari? In nome di cosa? Della governabilità di Chiusi ? Botte piena e moglie ubriaca è da parecchio che non vanno d’accordo.Lo si dica a quel ” blocco sociale” che da almeno 40 anni ha fatto a Chiusi il bello e cattivo tempo. Prima sembrava bello, poi il metodo è variato ed il tempo è variato al cattivo.E oggi si raccolgono i frutti. Il tavolo di confronto che teoricamente appare giusto, ma poi confronto con chi ? Sono sempre quelle le forze e le persone, animate dalle stesse visioni.Perchè dietro hanno sempre coloro che quelle persone hanno nominato….questo è il dilemma, non solo questo, ma parecchio importante.
Marco, la realtà è interpretabile in diversi modi. Il dato su cui mi pare ci sia una vasta convergenza è che la città ha un urgente bisogno di riaccendere i motori di un vero confronto politico. Il PD sta attraversando una fase di evidente difficoltà. Le molte contraddizioni che non riesce a sciogliere con rapidità derivano dal fatto che questo partito non è più un monolite, appiattito sull’Amministrazione comunale. Non so se il PD riuscirà a ritrovare una collocazione più consona ai valori di sinistra e alla sua storia e ripensare a molte scelta fatte, in questi ultimi anni. Qualche cosa mi pare si sita muovendo, sia sulle questioni locali, sia su quelle più generali.
La stessa candidatura di Giani vede molti esponenti del PD esprimersi in termini apertamente critici. Non mi sorprenderebbe se ci fosse un voto disgiunto evidente nelle urne. Sarebbe forse anche utile dare un senso e un valore politico a questo malessere per mandare un segnale chiaro che certi metodi, sempre meno vengono riassorbiti nelle urne. In definitiva, penso che per conoscere il sapore del budino non rimane che assaggiarlo.
In ogni caso, l’attivazione di un dibattito aperto alla realtà sociale, sui temi e sulle priorità che riguardano il futuro della città non può essere paralizzato dalle indecisioni e dalle contraddizioni irrisolte di un partito o di chi altro.
Personalmente, in questi anni non ho lesinato critiche anche dure al PD, ma questo partito è pur sempre un soggetto che rappresenta circa un 40 percento di persone che si sono e si riconoscono in certi valori. Se anche l’ultimo contenitore politico, seppur diroccato e pericolante crolla difficile prevedere quali scenari si potrebbero aprire. Senza un ricovero, non sappiamo dove questo popolo si dirigerà. In passato sappiamo che alle prime crepe dei muri molti elettori sono andati verso la destra senza pensarci troppo.