CHIUSI SCALO, VILLETTE IN UN EX POSTEGGIO: PICCOLO POLMONE VERDE A RISCHIO TAGLIO
CHIUSI – Due settimane fa, nella seduta del consiglio comunale che ha approvato la variante al Prg, il sindaco spiegò orgogliosamente che oltre al divieto di costruire impianti insalubri per il trattamento da rifiuti, la variante prevede anche una riduzione delle aree edificabili, quindi anche una riduzione del cemento e del consumo di suolo. Su queste colonne l’abbiamo definita una buona notizia che conferma un deciso cambio di rotta rispetto alle previsioni edificatorie elefantiache e spropositate del 2010, quando ancora c’era Ceccobao alla guida del comune. Già il Piano licenziato nel 2014 le aveva depennate in gran parte, ottenendo pure la conformità ai dettami regionali e della Soprintendenza, per quanto riguarda la tutela ambientale e, appunto, il consumo di suolo.
Solo che nelle maglie del piano qualche “fazzoletto” edificabile è rimasto. Dal punto di vista quantitativo, in metri cubi, poca cosa probabilmente. Non così dal punto di vista dell’impatto visivo o della opportunità.
Uno di questi “fazzoletti” è l’area che costituiva il giardino e il posteggio del ristorante Il Borsalino, all’incrocio tra via Trieste e via Mazzini. Il ristorante è chiuso da tempo e nel giardino è comparso un grande cartello che pubblicizza “Villette singole personalizzabili”, proprio lì, in quel giardino. Dalla foto riportata nel cartellone la tipologia degli edifici ricorda i moduli post terremoto… Quindi edifici bassi, unifamiliari… nel verde. L’area in effetti adesso è molto verde, un bel polmoncino, con alberi di alto fusto (cipressi) ed altre essenze. Per far posto alle villette però qualcuno sparirà. E qui viene in mente “Il ragazzo della via Gluck” di Celentano: “perché continuano a costruire e non lasciano l’erba, non lasciano l’erba”… Con la differenza che ai tempi del Ragazzo della via Gluck anche Chiusi Scalo cresceva a vista d’occhio e c’era bisogno di “case su case, catrame e cemento”… Adesso questa necessità non c’è. Non c’è più la pressione demografica determinata dal boom economico, le imprese edili e le immobiliari faticano a vendere le villette costruite in collina; anche a Chiusi come altrove, ci sono interi palazzi, alcuni di recente realizzazione, completamente vuoti.
La tipologia dell’area e la sua ubicazione, a ridosso di una strada di transito come via Mazzini, ci sembrano anche poco adatte a “villette singole personalizzabili”. Trattasi di area privata e qui non intendiamo negare il diritto a costruire in un’area edificabile, cioè a tentare un business da parte della proprietà, tanto più visti i vincoli e i “bollini” di conformità alle norme regionali e ambientali del Piano Urbanistico chiusino, che dovrebbero essere garanzia di interventi poco impattanti. Qui facciamo semplicemente un discorso di opportunità: quel giardino non è meglio così, con gli alberi e il verde, che riempito di villette?
Se la proprietà aveva e ha un diritto a costruire, non si poteva da parte del’Amministrazione Comunale cercare e proporre una compensazione per una soluzione alternativa da qualche altra parte?
Gli alberi più alti e importanti si trovano proprio al centro del “fazzoletto” di terreno in questione, sarà difficile che possano rimanere lì dove sono, con tutta probabilità verranno abbattuti. Anche quelli sono privati, è vero, ma sarà l’ennesimo colpo all’ossigeno di tutti.
Insomma, se non si è capito, quel cartellone pubblicitario non ci piace, e soprattutto non ci piace la soluzione che vi è indicata sopra per quell’area. Crediamo sia un peccato e un errore sprecare così il verde residuo intorno all’abitato. E questo anche se le villette proposte saranno poche, ben costruite, basse, e poco impattanti. Quel fazzoletto di terra che adesso è ancora un giardino, ci sembra veramente poco idoneo a diventare zona residenziale.
Magari però la nostra è una posizione “ideologica” e la gente invece farà la fila per acquistarne una di quelle villette e applaudirà le ruspe che abbatteranno il cipresso e i suoi fratelli, perché che cazzo ci fai con gli alberi… che sporcano pure.
Che qualcuno si incateni agli alberi per evitarne il taglio è ipotesi largamente improbabile. E anche che sulla questione nasca un comitato o che i comitati esistenti prendano cappello a difesa di 4 piante e dell’aria, pure.
m.l.
La fila per acquistare? Sarebbe interessante capire che calcoli abbiano fatto (ma anche chi sono) i promotori del progetto.
I nomi dei promotori del progetto sono scritti nel cartello pubblicitario. Ma anche se fossero altri il problema sarebbe lo stesso. Il nodo a mio avviso è cosa si fa, non tanto chi lo fa. Ovvio che la battuta sulla fila per acquistare era una battuta retorica. Si dovrebbe capire dal resto dell’articolo. Mi domando piuttosto se il Comitato Aria, di cui fai parte o qualche altro comitato si interesseranno anche all’aria che peggiorerà in quel quartiere dopo il taglio delle piante per far posto alle villette.
No, secondo me è interessante capire anche chi sono i promotori di iniziative di edilizia residenziale di questi tempi.
Il pannello pubblicitario in foto riporta il nome del proponente: si tratta un studio tecnico associato locale.
Infatti mi sembra più una “rappresentanza” che un progetto. Si tratta di analizzare il PRG di Chiusi e capire cosa si può fare in quell’area.
Il progetto sarà stato presentato in comune sulla base di un diritto a costruire e delle indicazioni del Piano. Non credo che si possano mettere in vendita villette (anche sulla carta) e pubblicizzare il progetto, senza averne i titoli. Il problema secondo me, al di là di ciò che “si può fare” in quell’area è che l’area non è adattissima a interventi residenziali (perché angusta, vicina ad una strada di transito e a bassa quota) e l’intervento edilizio comporterà un taglio di alberi e quindi un sacrificio di verde che forse sarebbe stato meglio evitare, magari trattando lo scambio di quell’area con un’altra…
Quindi è come dicevo. Si tratta di un cartello pubblicitario di un prodotto, in questo caso edilizio.
Lo “scambio” che viene proposto richiede una variante. Ci mancherebbe altro che si introduca la “borsa delle aree fabbricabili”.
Che si tratti di un cartellone pubblicitario è scritto nell’articolo. Si pubblicizza la costruzione e vendita di villette singole personalizzabili, che nasceranno in quell’area (che ovviamente sarà edificabile). Non è mai successo a Chiusi e altrove che l’amministrazione abbia proposto uno scambio di aree fabbricabili o abbia proposto ai privati soluzioni diverse o aree più idonee per certe operazioni? Dico di più: se le villette proposte saranno realizzate secondo criteri innovativi e di sostenibilità ambientale, quindi saranno un “prodotto interessante” a maggior ragione mi pare che sarebbero sacrificate e non valorizzate se realizzate in quel fazzoletto di terreno sotto a un palazzone, tagliando alberi e verde.
No, è un cartellone pubblicitario che riguarda il prodotto e non la sua localizzazione. C’è un piano? Si opera in un’area di completamento? Quale volumetria? Ammetto che l’urbanistica non sia più di moda, ma un po’ più i informazione non guasterebbe.
Urbanistica o non urbanistica, le villette proposte in quel cartello nascerebbero lì, in quell’area, non altrove. Come del resto è scritto nell’articolo. Io personalmente ritengo che non sia una scelta urbanistica opportuna e sono preoccupato (e dispiaciuto) per la fine che faranno gli alberi che vi si trovano, con conseguenze negative sull’ARIA che il quartiere respirerà… Questo è il problema che si pone in questo articolo, non se l’intervento sia regolare o previsto dalle norme di Piano Regolatore. Certamente lo sarà, se no non avrebbero potuto pubblicizzare una cosa irregolare o non prevista. Comunque, tu che te ne intendi e ti districhi meglio di tutti sulle procedure urbanistiche, puoi sempre farci sapere come stanno le cose dal punto di vista procedurale e tecnico, su volumetrie, unità immobiliari, ubicazione ecc. Dalle informazioni ricevute la notizia data da primapagina risulta corretta e confermata, tant’è che nessuno ha smentito (proponente e comune non lo avrebbero fatto se le villette fossero previste altrove?) e qualche segnale di disappunto da parte di cittadini del quartiere e non solo per il quasi certo taglio delle piante lo abbiamo ricevuto.