STASERA LA FINALE DI COPPA ITALIA. SARRI FARA’ IL BIS? LA PRIMA LA VINSE CON LA SANSOVINO

mercoledì 17th, giugno 2020 / 15:50
STASERA LA FINALE DI COPPA ITALIA. SARRI FARA’ IL BIS? LA PRIMA LA VINSE CON LA SANSOVINO
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Stasera alle 21,00 si gioca la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus. E’ il primo trofeo che si assegna dopo l’emergenza covid. L’antipasto, succulento, del campionato che riprenderà nel week end dopo più di tre mesi di stop. Il pallone torna a rotolare, anche se senza pubblico. E senza pubblico è un altro calcio. O forse non è nemmeno calcio. Ma la ripresa non era scontata e il fatto che si sia tornati a giocare con le semifinali di Coppa Juve-Milan e Napoli-Inter è un segnale che va verso la normalità. Non ancora piena, ma più vicina.

Stasera saranno di fronte le prime due dello scorso campionato. Sarri e Gattuso sulle due panchine. Uno esteta del bel calcio e l’altro un “mastino” ringhioso capace però di far giocare bene le sue squadre, senza scoprirsi troppo. Sarri ha vinto una Coppa Uefa con il Chelsie. E stasera proverà a portare a casa il primo trofeo in Italia. Ma in realtà, parlando di Coppa Italia, per Sari sarebbe la… seconda. Una volta, da allenatore l’ha già vinta. E’ successo nel 2002-2003, quando era sulla panchina della Sansovino, in serie D. Sì, Sansovino. La squadra di Monte San Savino, provincia di Arezzo, che portò dall’Eccellenza alla D e poi alla C2. Insomma stasera Sarri se la vedrà con la sua ex squadra, il Napoli e stavolta avrà Higuain in bianconero. Insieme a Cristiano Ronaldo e a tutti gli altri. Ma quella prima Coppa Italia Sarri la vince in Valdichiana, con una squadra che all’epoca se la vedeva con il Figline, la Sangiovannese e negli anni precedenti con il Chiusi, la Sinalunghese o il Bibbiena…

E ci sta che se dovesse alzarla quella coppa, stasera, il tecnico della Juve, un pensiero alla vittoria con la Sansovino ce lo faccia. Perché anche se siedi nell’Olimpo del  pallone, sulla panchina più prestigiosa d’Italia, certe cose non si dimenticano. All’epoca i pezzi da novanta che aveva in campo si chiamavano Luca Tognozzi e Massimiliano Bongiorni. Adesso ha Ronaldo, Pianic, Bentancurt, Quadrado, Chiellini, Bonucci, Douglas Costa, Higuayn, Dybala, Bernaredeschi, Ramsey… Dall’altra parte avrà i suoi ex pupilli Insigne, Koulibaly, Allan, Mertens…

Ma i campi di provincia, la gavetta sono un passato che non passa. Non solo per chi ha fatto politica e pensava di fare la rivoluzione, anche per chi ha fatto del pallone un proprio credo. Un modo per “cambiare le regole del mondo” e sovvertire i vecchi schemi. Maurizio Sarri, che faceva il bancario e la sera allenava il Cavriglia, la Sansovino o la Sangiovannese sa bene cosa voglia dire scalare una montagna cominciò allora, sui campi della val d’Arno a studiare e impostare tattiche, schemi e tecniche che lo hanno portato da Empoli a Napoli, Londra e Torino, tre metropoli e tre squadre di altissimo livello.  Oggi il “masaniello” Sarri che ancora parla come mangia e fuma come un turco è il tecnico della squadra più amata e più odiata d’Italia, la squadra del “potere”, quella a cui i tifosi viola dedicarono l’adesivo “Meglio secondi che ladri!”, ma quel suo  passato in provincia e quella coppa Italia vinta con la Sansovino ce lo rendono più simpatico, quasi uno di noi.

Con questo non vogliamo dire Forza Juve! ci mancherebbe altro, esploderebbe la tastiera.

M.L.

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