REGIONALI TOSCANA: CHIUSI TERRENO DI GUERRE FRATRICIDE A SINISTRA. SCARAMELLI, BETTOLLINI, LANARI E CARDAIOLI, TUTTI IN PISTA?

giovedì 11th, giugno 2020 / 16:43
REGIONALI TOSCANA: CHIUSI TERRENO DI GUERRE FRATRICIDE A SINISTRA. SCARAMELLI, BETTOLLINI, LANARI E CARDAIOLI, TUTTI IN PISTA?
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CHIUSI –  A proposito delle elezioni regionali toscane che si terranno a settembre, il Corriere di Siena di oggi adombra uno scenario che sarebbe clamoroso. Soprattutto per la provincia di Siena e per Chiusi in particolare. Anche in vista delle elezioni comunali chiusine in programma nel 2021.  Dando per scontata e certa la candidatura nelle file di Italia Viva del consigliere uscente Stefano Scaramelli, come “nome forte” del partito di Renzi, il “Corriere” scrive che ci sarebbe però una parte del Pd senese che vorrebbe candidare, proprio per bilanciare la presenza di Scaramelli, Juri Bettollini, suo successore alla guida del Comune di Chiusi, ex amico e sodale, artefice principale della cavalcata che portò Scaramelli a scalare la Regione, sull’onda di 15 mila preferenze.

Insomma per il quotidiano senese, alle regionali di settembre potrebbe andare in scena uno scontro all’ultimo voto, che sarebbe però comunque uno scontro fratricida,  all’interno della medesima coalizione di centro sinistra. Lo scenario sarebbe indubbiamente suggestivo. E carico di interrogativi. Perché vorrebbe dire, intanto, che Bettollini mollerebbe in anticipo il Comune di Chiusi e difficilmente potrebbe essere lui il prossimo candidato sindaco. Se si candida in Regione e viene eletto, dovrà lasciare, come fecero a suo tempo Ceccobao e Scaramelli, la poltrona di sindaco. Se si candida e resta a piedi, chi lo ricandida al comune?

Certo siamo ancora ai “si dice”, certo, il tempo che rimane dalle regionali alla fine del mandato di Bettollini in Comune ormai è poco, siamo praticamente al’ultimo chilometro (qualche mese: da ottobre a febbraio) e non sarebbe come lasciare l’ente un anno o due prima della scadenza… Ma che Bettollini stia pensando seriamente ad una candidatura in Regione è tutto da vedere. L’operazione, come dicevamo, potrebbe avere dei rischi. Va detto che la candidatura Scaramelli alle regionali qualche problemino a Bettollini e al Pd lo pone, perché in caso di un buon successo è facile immaginare che l’ex sindaco qualcosa vorrebbe anche a livello locale. Magari far parte della coalizione e avere un assessore forte in caso di vittoria alle comunali…

Cosa questa che, dalle cose che ha detto negli ultimi mesi, il sindaco Bettollini vedrebbe come il fumo negli occhi.

Fantapolitica? può darsi. Ma lo scenario ipotizzato dal Corriere di Siena, una sua logica ce l’ha. Del resto l’altro eletto senese è Simone Bezzini, che probabilmente verrà ricandidato dal Pd, ma è considerato molto… valdelsano, poco presente sulle questioni del sud della provincia (che era terreno di Scaramelli). Per cui è molto probabile che Siena e la Valdichiana, l’Amiata e la Valdorcia chiedano di candidare una figura di riferimento del territorio più riconoscibile. Ed essendo Chiusi l’unico comune che andrà al voto nella primavera 2021, potrebbe essere proprio la città di Porsenna a chiedere rappresentanza al Pd, al di là delle scelte di Italia Viva e di Scaramelli.

E a questo punto potrebbero però aprirsi altri scenari e andare in scena altre “guerre fratricide”, non più nella coalizione, ma addirittura dentro lo stesso partito.

I candidati della provincia di Siena alle regionali saranno 6, tre uomini e tre donne. Sulla scheda si potrà votare un uomo e una donna. Dando per certa la ricandidatura di Bezzini, al Pd ne rimangono altri 5. Tra le donne si parla molto di Serenella Pallecchi, presidente provinciale dell’Arci. Ma anche di Chiara Lanari, che è stata assessore con Scaramelli ed è attualmente vicesindaco di Bettollini. Ma sopratutto è data come “vicinissima” al candidato presidente Eugenio Giani, con il quale condivide il percorso politico: dal Psi al renzismo, al Pd depurato dei renziani…

Se Giani avrebbe così una “fedelissima” su cui contare in consiglio regionale, pare che anche a Scaramelli una candidatura Lanari in quota Pd, non dispiacerebbe affatto. Dal suo punto di vista, insomma meglio Chiara Lanari che Bettollini come concorrente in casa.

Ma anche questa non è l’unica ipotesi sul tappeto. A Chiusi c’è infatti chi pensa che la candidatura locale del Pd alle regionali, per bilanciare quella di Scaramelli con Italia Viva, potrebbe rispondere al nome di Simona Cardaioli, attuale segretaria del partito, mai renziana, quindi mai scaramelliana, ma soprattutto donna che ha condotto una durissima battaglia contro una malattia e ha trasformato quella battaglia in un impegno sociale e civile con una associazione delle donne operate al seno, quindi un esempio di “cittadinanza attiva”molto significativo ed encomiabile.

Ovvio che una candidatura Cardaioli o una candidatura Lanari, pur avendo una logica, non avrebbero oggettivamente la stessa forza di una candidatura Bettollini, né in  funzione di una neutralizzazione di Scaramelli, né in senso politico generale. E difficilmente potrebbero accompagnare una candidatura Bettollini nel ticket uomo-donna. Due chiusini su 35 comuni sarebbero improponibili.

Nel Pd chiusino, che ancora non parla di queste vicende (in una riunione degli organismo dirigenti tenutasi ieri sera si è parlato d’altro), c’è anche chi “spinge” per  candidare Bettollini in Regione in modo che si liberi – comunque vada l’avventura del sindaco – la casella della candidatura alla guida del comune nel 20121.  E’ normale che sia così. E’ nel gioco delle cose e degli appetiti.

E quando la politica con la P maiuscola è latitante, proliferano le cordate amicali, parentali e familistiche, gli accordi sottobanco per interessi economici e particolari e anche qualche legittima aspirazione o velleità personale.

Ad oggi, però, Bettollini, con la gestione dell’emergenza Covid sembra aver recuperato gran parte del consenso personale che aveva perso con la vicenda Acea (più per incomprensioni e preconcetti e per qualche dichiarazione improvvida, che per gli atti amministrativi concreti) e resta il candidato più credibile e robusto alla successione di sé stesso come sindaco di Chiusi. Ogni altra ipotesi nel centro sinistra si porterebbe dietro incognite, se non dei rischi.

Ma torniamo alle regionali:  la candidatura di Eugenio Giani per il centro sinistra, uscita fuori senza discussioni preventive e senza confronti aperti, come auspicava lo stesso governatore Rossi qualche mese fa, non ha grande appeal. Giani appare come il classico uomo per tutte le stagioni, una figura che finora è stata più di rappresentanza che di governo. E il fatto che la sinistra a sinistra del Pd abbia deciso di “ballare da sola” senza nemmeno provare a costringere il Pd ad una trattativa e a spostare l’asse della coalizione verso politiche più marcatamente sociali, sembra un altro bell’autogol di quelli che nemmeno Niccolai…

A nostro modestissimo avviso servirebbe che il candidato locale del Pd (ammesso che il sud senese riesca a strapparne uno), che sia uomo o donna non importa, si presentasse come “rappresentante di tutta la sinistra”, come una figura che non garantisca solo obbedienza, lealtà o vicinanza al capo di turno, ma si ponga l’obiettivo di riunire intorno a sé, già dalla campagna elettorale, le sensibilità storiche della sinistra toscana, anche quelle che sembrano smarrite o annebbiate: l’antifascismo, la memoria, l’attenzione al lavoro e soprattutto a quello precario e meno garantito, la tutela dell’ambiente, della biodiversità, del paesaggio, il sostegno alle attività culturali e alla creatività, la difesa della scuola e della sanità pubblica, l’accoglienza come principio irrinunciabile, la laicità delle istituzioni, la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico…

La Toscana per la prima volta è contendibile, per la prima volta la Regione può passare di mano, come è successo all’Umbria il 26 ottobre. Le prime mosse del centro sinistra toscano sono discutibili. Come quelle della sinistra a sinistra del Pd. Ci vuole qualcunio che provi a rimettere insieme i cocci e guardi un po’ più avanti del proprio naso. Alla fine dei salmi, la questione non è come “neutralizzare Scaramelli” e i renziani, o chi candidare nel Pd, è come impedire che vinca la Lega insieme alla destra. Perché – l’Umbria insegna – sarebbe una iattura. E sarebbe una toppa peggiore del buco.

m.l. 

Nella foto: Bettollini e Scaramelli nella campagna elettorale del 2015. Altri tempi…

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