SIENA – La pandemia ha messo a durissima prova gli ospedali attrezzati per l’emergenza Covid, ma il carico di restrizioni e protocolli di sicurezza ha di fatto quasi cancellato la medicina “normale”, tutto ciò che era “non covid”. Ospedali praticamente svuotati e chiusi, attivi solo i reparti per l’urgenza e le cure per le situazioni più gravi, niente più prestazioni programmate, niente visite domiciliari da arte dei medici di famiglia che lamentavano la mancata dotazione di strumenti di protezione. Centri medici, case della salute e ambulatori territoriali resi quasi inaccessibili e attivi solo via telefono. Cup perennemente intasati, con conseguenti ore e ore di attesa ad ascoltare musichette improbabili, il più delle volte senza mai ottenere una risposta. Una situazione insostenibile denunciata da molti cittadini sui social. Anche in questo territorio, sia sul versante toscano che su quello umbro.
Da qualche settimana alcuni reparti “normali” e non covid sono stati riaperti e hanno ripreso l’attività, piano piano si cerca di tornare ad una quasi normalità. Che la situazione fosse diventata drammatica e insostenibile se ne sono accorti anche i vertici della Sanità regionale e le Asl che stanno in qualche modo correndo ai ripari.
L’Asl Toscana Sud Est, quella che raggruppa le province di Siena, Arezzo e Grosseto, per esempio, ha deciso di riorganizzare in pochi giorni sia gli spazi che i servizi, i modo da poter fornire una risposta la più rapida possibile all’utenza stremata. Per quanto riguarda la provincia di Siena la riorganizzazione riguarda gli ospedali di Nottola in Valdichiana e di Canpostaggia in Valdelsa.
“Stiamo producendo il massimo sforzo possibile per garantire ai cittadini sia il ‘contatto’ con l’azienda che la conseguente prestazione – dice il direttore generale della Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso, che aggiunge – stiamo impegnando più personale, abbiamo “allungato” fascia orarie e settimanali”.
Per i prelievi a Nottola da lunedì 15 giugno sarà esteso l’orario di prenotazione fino alle ore 12, pertanto l’orario completo sarà 7-12 dal lunedì al sabato compresi. Il percorso preferenziale sarà dalle ore 14 alle ore 15 dal lunedì al venerdì.
Gli sportelli ticket di Nottola da lunedì 15 giugno saranno aperti dal lunedì alla domenica dalle ore 7 alle ore 19. Per tutto l’orario di apertura verranno garantiti i servizi: da lunedì a sabato dalle 7 alle 12 accettazione prelievi prenotati; dalle 11 alle 13 accettazione prelievi ad accesso diretto; da lunedì a venerdì anche dalle 14 alle 15 per accettazione percorso preferenziale; da lunedì a venerdì dalle 7 alle 10.45 e dalle 13.30 alle 17. Per le prenotazioni il sabato dalle 7 alle 10.45.
La riscossione ticket da lunedì a sabato dalle 8 alle 19. In questa prima fase l’Azienda valuterà gli accessi anche per una eventuale riprogrammazione degli orari di apertura. Al di fuori degli orari previsti, che partiranno domani, gli operatori sono a disposizione per le richiamate delle prenotazioni sospese.
Non solo, ma da domani sarà di nuovo possibile prenotare prestazioni anche presso le farmacie. In provincia di Siena le farmacie che garantiscono il servizio CUP sono 67.
Insomma un primo passo per tornare alla normalità dopo 3 mesi veramente difficili e complicati. Il Covid è stato devastante anche per quanto riguarda la risposta sanitaria generica non covid, come dicevamo. E quel Cup che non rispondeva mai stava diventando un imbuto indecente e insopportabile. Perché se un cittadino chiama il Cup lo fa perché sta male o ha un problema e dunque ha bisogno di una visita o di una prestazione, non per passare il tempo o per divertimento. Lo stesso dicasi per le richieste di visita domiciliare, che per tre mesi sono state praticamente ignorate o gestite in maniera quantomeno discutibile. Fatte salve naturalmente le preoccupazioni e le giuste tutele degli operatori. Chi non ha contratto il coronavirus, ma ha altre patologie da curare o tenere sotto controllo può tirare in sospiro di sollievo.
Al momento, tutto il marchingegno non sembra che sia migliorato affatto: ho registrato un ritardo di quattro giorni per avere risposta dal cup (per tre giorni, a distanza di due ore da una chiamata e l’altra, ho sempre avuto la risposta che le linee erano sovraccariche e che bisognava richiamare; il quarto giorno, dopo un’attesa di oltre 50 minuti, ho avuto il numero per la mia visita, ma non ho fatto in tempo ad aprire bocca: il tizio ha riattaccato sull’ultima sillaba del numerino. Avrei voluto prenotare un’altra prestazione, ma non ce l’ho fatta).Non so se fosse una gara a chi chiudeva prima. Scherzi a parte, mi chiedo se, invece di una “normale” situazion come la mia, ci fosse stata la necessità di una risposta più pronta, probabilmente avrei dovuto ricorrere a una struttura privata. Magari, incontrando lo stesso medico che vedrò a metà luglio.C’è una giustificazione anche per questa situazione?