26 GIUGNO, LA LIBERAZIONE DI CHIUSI: QUEST’ANNO VOGLIAMO RICORDARE I PARTIGIANI E MILITARI COMBATTENTI?
CHIUSI – Da 2016 il Comune di Chiusi, il 26 giugno celebra in forma ufficiale la Liberazione della città, avvenuta appunto quel giorno del 1944 dopo una dura battaglia tra la guarnigione tedesca di stanza nella città (i paracadutisti della famigerata Divisione SS Herman Goering) e le truppe alleate.
E proprio per onorare il sacrificio di quei ragazzi quasi tutti di 19-20 anni venuti volontari dal Sudafrica a combattere il nazifascismo in Italia con l’esercito britannico, la celebrazione è avvenuta per 4 anni di fila, con una visita ad un cimitero di guerra del Commonwealth dove riposano le spoglie dei caduti a Chiusi e nei dintorni. Nelle battaglie di Città della Pieve, e poi sulle colline del Trasimeno per esempio.
Nel 2016 ad Orvieto, nel 2017 a Foiano della Chiana, nel 2018 ad Assisi e nel 2019 a Bolsena. L’iniziativa fu istituzionalizzata dalla giunta Bettollini, da poco insediata, dopo che nel 2014 e 2015 l’aveva promossa e organizzata Primapagina, in collaborazione con l’ANPI.
Quest’anno, al di là dell’emergenza covid, che ha cancellato molte iniziative, compresa la consegna della Costituzione ai nei 18enni (avvenuta a domicilio e non in piazza, come sempre), e dopo che il “giro” dei cimiteri di guerra si è concluso, non sappiamo di preciso cosa abbia previsto l’Amministrazione Comunale per celebrare la ricorrenza.
Come facemmo 6 anni fa, ci permettiamo di avanzare una proposta al Comune, che dal 2016 in poi ha mostrato su questo terreno grande sensibilità e condivisione. La proposta è quella di concludere il giro dei cimiteri in cui riposano i “liberators” alleati, con una visita ufficiale e istituzionale al cimitero di Chiusi, per rendere omaggio ai “liberatori” del luogo. Cioè ai partigiani combattenti, ai militari chiusini che dopo l’8 settembre ’43 scelsero di continuare a combattere a fianco degli Alleati e della Resistenza, come il chiusino Mario Morgantini, Medaglia d’Oro al Valor militare, caduto ad Alfonsine (Ravenna) nella battaglia del Senio ma sepolto a Chiusi, a quelli catturati dai nazisti e morti nei campi di prigionia o fucilati.
E per rendere omaggio anche a quei soldati che si schierarono con i partigiani, ma caddero per mano di partigiani stessi come “il polacco” Joseph Kluczinij, fucilato per motivi mai chiariti dai partigiani della Simar sul Monte Cetona e Pietro Guazzini, militare passato coi partigiani titini in Jugoslavia e passato per le armi insieme ad altri commilitoni perché tra loro c’era anche un ufficiale fascista.
Ci piacerebbe che nell’occasione fossero ricordati anche i ferrovieri di Chiusi e dei paesi limitrofi, che in più occasioni aiutarono partigiani, militari sbandati a salire sui treni e a liberare e far fuggire alcuni prigionieri destinati alla deportazione nei campi di prigionia e di sterminio…
E con loro pure gli antifascisti che magari non parteciparono ad azioni armate, ma costituirono il CLN locale e poi l’ossatura della nuova organizzazione democratica come il primo sindaco dopo la Liberazione Luigi Romanini, Bruno Donati, Loris Scricciolo, Piero Duchini, Mario Bologni, Luigi Boni, Foresto Paolucci, Lauro Tofani, Carlo Rossi, Eligio Nocentini…
Quanto ai partigiani combattenti, Chiusi diede un contributo importante alle bande attive nella zona con alcune decine di effettivi.
Tra questi Ermanno Mario Baldetti detto “Bibi”, morto sul Monte Cetona, il 16 giugno ’44, Medaglia di bronzo al V.M.; Ermanno Margheriti, fucilato a Brescia il 6 febbraio ’44, Medaglia di Bronzo alla memoria. E poi Dino Morelli, Natale Tiradritti cui è intitolata la sez. ANPI; Dino Dell’Agnello detto “Quintale”, Alberto Laurini, Deo Totini, Pliamo Pennecchi, Giovacchino Rossi detto “Nino”, Orlando Rapi, Libero Betti Roberto Rossi detto “Capino”, Bruno Radici detto “Bombò”, Goffredo Pucci, Armando Bistarini, Carlo Rossi, Lino Talozzi, Vito Volpi, Cesare Paolucci, Lido Lisi, Grimbo Marchini, Francesco Rosati, Aroldo Luigi Galli, Lino Toppi, Egone Marchini, Eraldo Morgantini, Francesco Stendardi, Provimo Giulianelli , Bruno Crocchi, Fabio Morgantini, Elvio Barni, Bruno Fiorini, Renato Spadea, Livio Laurini, Ilio Dell’Agnello detto “Stoppino”, Dino Antolini, Piero Barni, Pilade Barni, Quintilio Bernardini, Attilio Bertoldi, Remo Bertoldi, Giuseppe Biagioli, Piero Bozzi, Adolfo Chionne, Marino Culicchi, Santi Del’Agnello, Antonino Della Marta, Enea Fabbroni, Ezio Faralli, Sirio Feri, Domenico Fiorini, Guglielmo Giannotti, Enrico Grigioni, Elio Laurini, Leonetto Lavagni, Mario Lisi, Nublio Marcantonini, Mirio Marchetti, Vinicio Marconcini, Angiolino Mariotti, Pompeo Mariotti, Arturo Municchi, Enzo Neri, Giustino Picchiotti, Ernesto Picchiotti, Vittorio Nofroni, Angelo Rosati, Emo Radici, Alfredo Santoni, Leonetto Socciarello, Lino Terziani, Lino Toppi, Giuseppe Tramonti, Ottorino Vittori.
Non sappiamo se qualcuno è ancora vivo. In ogni caso sarebbe oltre i 90. Molti erano giovanissimi, classe 1923 e 1924, qualcuno addirittura del ’25, renitenti alla leva dopo la chiamata della Repubblica di Salò avvenuta alla fine del ’43. Preferirono andare in montagna piuttosto che arruolarsi coi repubblichini. Non tutti avevano una coscienza politica strutturata e “matura”, ma avevano capito da che parte stare. La componente più forte era quella socialista. Poi c’erano comunisti, cattolici, liberali. C’erano giovani renitenti, ma anche ufficiali e sottufficiali dell’esercito (gli unici con esperienza di tipo militare e sull’uso delle armi), ferrovieri e artigiani, commercianti, operai, funzionari pubblici.
Quelli che scelsero di stare con l’invaspre e con i traditori fascisti spesso parteciparono anche alla guerra ai civili per cui non mi piace accostarsi nemmeno con l’umana pietà agli antifascisti.
Infatti nell’articolo si parla di “ragazzi che scelsero in buona fede di andare invece coi repubblichini a combattere a fianco dell’ex alleato diventato esercito occupante”. Specificando “Ovviamente con la consapevolezza piena che i primi stavano dalla pate giusta e i secondi dalla parte sbagliata”. Quindi un pensiero di umana pietà e niente di più. Sapendo anche che non tutti i repubblichini erano ragazzi e in buona fede. E che il fascismo non fu una dittatura all’acqua di rose. Nella “stele” proposta ci dovrebbero essere i nomi dei partigiani combattenti e dei militari caduti dopo essere passati dalla parte giusta.
Sono il nipote settantatreenne di Ermanno Baldetti fratello di mia madre Minutelli Cioli Marcella di Chiusi. Vi ringrazio per il ricordo di quei giovani caduti per la libertà Vi domando come vi siete procurati la foto della tomba dato che tre anni fa sono venuto a Chiusi e mi é stato detto che le vecchie tombe erano state rimosse. Grazie ancora per averlo ricordato dato che possiedo solo una foto..
La foto è stata scattata nel 2020 alla tomba che si trova nella cripta della cappella del Cimitero di Chiusi. Le tombe dei partigiani sono “perenni” e non possono essere rimosse.
Caro Stefano, da una parte riesco a comprendere il tuo diniego e la tua avversione,da un altra meno, in quanto ritengo che occorrerebbe focalizzarsi sulle cause e sul perchè anche quei fascisti scelsero di partecipare a ciò che fu prodotto.La maggior parte di questi erano coloro che erano stati sensibili alla propaganda e all’azione dei padroni,e cioè degli agrari e degli industriali, ai quali l’interesse che non si affermasse l’antifascismo era da sempre diventata una questione vitale, vitale anche al punto da superare l’aspetto umano della questione.Qui si parla di morti quindi l’aspetto ”umano” diventa preminente! Come in ogni sistema dittatoriale che per affermarsi vediamo che occorra il consenso di massa( ed il fascismo ce l’aveva) nella parte più ignorante del popolo tale consenso aveva prodotto situazioni e condizioni che andavano dalla delinquenza più bruta e la violenza ma ancorpiù ed ancora più deprecabile come ”valore” la consapevolezza nelle classi più alte di ciò che si andava a compiere.Sono state queste ultime che hanno prodotto l’instradamento e che si sono servite degli ignoranti per allontanare il pericolo in cui potevano precipitare i loro interessi di mantenimento e questi ne avevano la consapevolezza e non si sarebbero fatti fermare da nulla pur di proteggere i propri interessi.Quindi la maggior responsabile di tutta questa tragedia è quella classe che poco ha risentito di ciò che essa stessa aveva maggiormente prodotto, e lo abbiamo visto nel dopoguerra da chi sono stati anche protetti,dove si sono adattati a pesare e su quali piatti della bilancia si sono seduti, perchè se le mano di parte del popolo come sempre succede nei passaggi repentini di regime possono grondare di sangue come lavoro sporco fatto compiere ai violenti ed agli ignoranti, la responsabilità principale di tutto questo che è successo ha nomi e cognomi precisi e questi sono tutte quelle classi di persone appartenute a ceti che durante il ventennio se ne sono infischiati di cosa produceva il regime,salvo poi abbandionarlo mostrando ai vincitori atti di umana comprensione e di assistenza anche ai poveri (chiesa cattolica compresa che ha offerto loro riparo).Non tutti sono stati così beninteso, ma la maggior parte di queste fasce sociali di certo hanno collaborato e coadiuvato il regime perchè gliene tornava debito conto.Solo questo volevo dirti, e quando si dice dalla parte giusta e dalla parte sbagliata occorrerebbe capire che spesso quando ci sono queste grandi tragedie che toccano le famiglie direttamente occorre anche una coscenza consapevole dalla quale si misura la civiltà delle persone e quale sia la parte giusta e la parte sbagliata dove si sono sedute. Non voglio parlare in prima persona nei riguardi di mio zio che hai conosciuto bene poichè potrebbe sembrare da questo che ” ogni pecora voglia lodare il proprio agnello”, ma pur avendo passato venti anni in miseria tremenda e sopraffazioni dal regime ed abitante in un piccolo paese come Moiano,oltre alle botte e la galera a lui e suo padre ed avergli imposto un controllo poliziesco pur non essendo un malfattore ma di idee contrarie a quelle del regime che ha sempre portato avanti e mai rinnegato e vissuto da isolato per tutto il ventennio in un paese come quello e non vissuto in una città dove conta anche l’anonimato, appena passato l’esercito liberatore, i fascisti di Moiano(quelli cioè che avevano mandato la feccia sociale a fare violenza terribile più volte a lui ed alla famiglia- e lui questo lo sapeva bene chi erano- si rifugiarono a casa sua con un manipolo di gente moianese e dei dintorni che li attendeva fuori casa con bastoni ed armi per vendicarsi.Mio zio dette a loro l’ordine che nessuno di tale feccia sociale che tremante si era rifugiata in casa -anche abbiente economicamente poichè proprietari terrieri-fosse toccato, perchè diversamente si ricominciava ancora una volta il ciclo delle vendette,che pur in altre parti d’italia ci furono e corse anche il sangue( poco al confronto di quanto ne avevano fatto versare i fascisti,i repubblichini, le spie dei tedeschi ed anche i preti delatori per i quali i repubblichini ed i tedeschi uccisero i familiari )Questo della delazione successe anche nel territorio di Città della Pieve per cui scorse del sangue tanto per mettere il punto. Qualcuno da quella folla davanti casa lo redargui urlandogli ”traditore” ma dette ordine di riaccompagnarli a casa propria senza che fosse fatta loro alcuna violenza.Mi zio fù un fortunato perchè altri e non pochi perirono di violenza fascista, ed oggi coloro che sventolano le bandiere tricolori e che inneggiano a motivi patriottici professando idee provenienti da quei concetti politico-sociali dovrebbero fare autocritica su quanto tali idee hanno contribuito ad affossare l’italia e che ancor oggi contribuiscono a farla affossare,altro che riscatto della ”dignità d’italia” che proclamano ! Ma purtroppo caro Stefano il motivo è sempre quello e nasce tutto da lì : l’ignoranza fatta sistema.E ciò che il sistema produce è questo,che le ferite se si vogliono sanare come sarebbe bene, occorre capire da quali armi siano state prodotte ed il perchè si siano affermate.Questo vale per ogni condizione, per ogni situazione, anche al di fuori dell’Italia, e quando uno cresce nel bisogno e nella compressione, questi fatti di cui si parla avvengono automaticamente. Ma è il sistema, soprattutto quello economico- morale che li produce e che ha i propri diffusi difensori in persone normali, che fanno una vita normale, ma che non si interessano mai di cosa loro li circondi, e che se ne infischiano se ai poveri possa cambiare o non cambiare qualcosa, sono quelli che spesso rifiutano l’ideologia come strumento di conoscenza,e che dicono che questa non debba avere valore nella critica dei fatti e che fanno crescere i loro figli nell’ignoranza e nel sentimento reazionario non educandoli a vedere quale sia la realtà che il sistema produce, se questo non cambia i poveri saranno sempre strumento di coloro che affossano le loro vite, e ci dibatteremo sempre nelle stesse peste.Questo perchè gli uomini non sono uguali ma nascono tutti con uguali diritti ed uguali doveri,non l’ho scoperto di certo io dicendo così. Uno di questi diritti-doveri è quello del rispetto delle idee quando queste non portino alla sopraffazione e non siano manipolate. Ed oggi non mi sembra guardando il mondo che tutto questo avvenga, purtroppo, ed è un messaggio educativo deleterio che si immette nelle generazioni che non può portare di sicuro al superamento degli interessi di parte,facendo apparire la foto dell’uomo come ”homo homini lupus” e facendone di questa una legge in quella che poi viene considerata inevitabile condizione umana soprattutto da chi spesso antepone il senso religioso della vita e la trascendenza anche al riguardo delle azioni umane a quello della conoscenza materiale delle condizioni della vita,che invece per la razionalità è uno scoglio0 ed un dualismo che andrebbe superato dato che l’uomo non è un animale: quelli hanno l’istinto, l’uomo ha la ragione ed in essa sono contenuti gli strumenti che dovrebbero servire a farlo uscire dal buio. Idealismo gratuito il mio ? Forse lo è anche ma credo che si antepone l’interesse personale all’idea,si faccia spazio solo per se stessi e tali condizioni guardando il mondo parlano chiaro di cosa sia riservato al genere umano.
Errata corrige nel terz’ ultimo rigo del sopracitato intervento. Leggasi : ..ma credo che se si anteponga solo l’interesse personale e lo si ponga in contrasto con l’idea dell’onnicomprensività si produca spazio solo per se stessi e tali condizioni guardando il mondo parlano chiaro di cosa possa essere riservato al genere umano.
L’articolo comunque è dell’anno scorso
Per essere sincero fin in fondo non l’avevo notato che era risalente a 11 mesi fa ma questo alla fine non vuol dire nulla. La constatazione e la risposta che ha dato Stefano Bistarini credo che abbia una validità tutt’ora e mi trova da una parte consenziente ma da un altra meno, in quanto credo che bisognerebbe aggredire più i motivi veri che hanno portato al fascismo ed alla sua origine sanguinaria come è stata la sua fine.I motivi della violenza e del sangue sono stati giudicati ma certi altri non lo sono stati per nulla giudicati nei tribunali perchè hanno trovato copertura politica nei partiti facendo spesso pagare la manovalanza alla feccia sociale che li aveva materialmente procurati, ma la responsabilità politica quella-anche attraverso errori e manchevolezze anche a sinistra-non ha toccato i grandi mandanti e chi se ne sia avvalso del regime per costruirsi fortune ed espandere i propri interessi. Sono alla fine loro i grandi burattinai del regime che ha distrutto l’Italia,si chiamino o no fascisti o con altro nome.E come in tutti i regimi totalitari come ho già detto c’è chi pensa ed organizza procurando le condizioni e chi viene spinto ad eseguire ciò che serve ai mandanti, e chi politicamente tali mandanti difende con le armi dell’intorbidamento delle acque.
Infatti nell’articolo di un anno fa si propone una cerimonia e una stele a ricordo dei partigiani e combattenti dalla parte giusta, non dei repubblichini. A questi ultimi (solo quelli in buona fede e non tutti lo erano, come è scritto nell’articolo) si può dedicare al massimo un pensiero di umana pietà. Aggiungo però che un pensiero di biasimo e disapprovazione e sdegno andrebbe rivolto a quei partigiani che si piegarono a logiche aberranti e compirono azioni sconsiderate o funzionali a quelle logiche. Vedi la fucilazione sommaria del Polacco Klucine…
E’ un fatto molto ” impegnativo” definire certe posizioni come logiche aberranti.Dico questo pur non essendo a conoscenza della storia vera di quel personaggio e cosa fece e procurò alla resistenza con i suoi dissensi.In ogni epoca, quando un processo forte di cambiamento e di scardinamento della realtà vecchia è stato messo in atto per cambiare, ed a tale direzione il cui costo in vite umane sia stato elevato come lo è stata la resistenza, credo che assumere posizioni di marcato dissenso durante le azioni militari o quando queste vengano concertate e messe in atto e di conseguenza assumere posizioni personali di contrasto e assimilabili a comportamenti di ” anarchia”, possa far correre il rischio di sconvolgere i piani e l’azione per le quali molti uomini hanno pagato cari prezzi per raggiungere certi livelli di scontro.Le insubordinazioni venivano punite durante la prima guerra mondiale con la decimazione per far regnare il terrore fra i soldati semplici i quali non erano nemmeno responsabili delle azioni loro addebitate.Si facevano mettere i soldati in fila e si contava fino a dieci-a caso- ed a caso si prendeva chiunque e si passava per le armi. Di tutto questo l’esercito dei reali di savoia soprattutto gli ufficiali ne eran responsabili? Mi sembra che la storia su tali questioni abbia fatto ”il nesci”.Eppure tali azioni venivano fatte e c’era chi le condivideva…questo per dire che lo schema autoritario di come funziona un esercito non ammette deroghe, e forse nel caso che riprendi tu relativo a Klucine, valutato quei momenti era dello stesso genere.Poi la verità vera la sanno in pochi e forse di quei pochi già oggi tutti morti data l’età non hanno lasciato nulla su detta memoria.Una interessante descrizione dei fatti è stata tentata da Stefano Bistarini nella sua analisi dal titolo :”La tragica morte del Polacco,la liberazione degli ebrei e la strage della Muffa” dove ha raccolto la descrizione temportale di queste tre tragiche vicende,dandone un taglio di credibilità effettiva.Personalmente non sono a conoscenza di tante altre indagini fatte sul caso del polacco Klucine oltre a questa.
Del polacco e della sua fine ho scritto in un recente libricino… ovviamente traendo notizie dalle testimonianze raccolte nel tempo e da quel poco che è stato scritto sulla vicenda. Io mi sono fatto delle convinzioni suffragate da quelle testimonianze (anche se sarebbe meglio dire “confidenze private” e “colloqui riservati” con quasi tutti i protagonisti, ovvero gli amici e compagni di Klucine e quelli che lo fecero fuori). Come ho scritto in quel libro, credo che i partigiani non ne abbiano mai voluto parlare in modo chiaro e compiuto, nessuno, per non inficiare in nessun modo la Resistenza e perché per tutti è stata una pagina nera, tutt’altro che edificante.
Di quali Resistenza parli che non è stata edificante? Di quella del fatto della morte del Polacco ? Le pagine anche come dici tu considerate ”nere” dagli stessi partigiani,vengono fatte da costoro ”dopo i fochi” si dice a Chiusi, ma durante i fochi da ambo le parti dei contendenti partigiani, fascisti repubblichini, tedeschi,nessuno o pochi hanno deciso di scantonare dal loro ruolo.In guerra quando è in ballo la vita, tali fatti succedono e sono all’ordine del giorno come suol dirsi,e ci si muove sempre su un crinale che è difficile ad essere percorso senza cadere di qua o di là e si capisce che tutte le parti in causa pensino al dopo, a quando sarà passata la buriana quale sia la parte che sarà certificata dalla storia.In tale fase assistiamo sempre a tentativi di intorbidimento delle acque da parte di tutti,soprattutto dalla parte di chi aveva in tempo di pace commesso sopraffazioni e delitti e che adesso si ritrova a correre il rischio di renderne il conto.In tale luce chi ha avuto la responsabilità della conduzione dello scontro ed anche la responsabilità delle vite che si sono esse stesse messe in giuoco consapevolmente, non può tollerare che le sue azioni vengano denigrate ed ostacolate.Ben altra cosa è il sentimento umano e di umanità che anche in tali occasioni non deve mancare.In base a questo come classificheresti allora la delazione da parte di religiosi che denunciarono ai nazisti chi era dalla parte della guerriglia partigiana e che sono stati fucilati per questo dagli stessi tedeschi ? Gli avvenimenti di tal genere ce ne sono stati a bizzeffe anche nel nostro territorio, eppure di questi non se ne parla, scomparso tutto come se non fossero avvenuti.Anche secondo gli elementi di conoscenza della Strage della Muffa per esempio si è ritenuto di non infierire sulle persone nel dopoguerra ma quelle erano persone che fino a 15 giorni prima della procurata strage e per farsi accettare nel gruppo dei partigiani ” voltarono la giubba” perchè prima di disarmare i tedeschi facevano i rastrellamenti di renitenti a favore dei repubblichini e degli stessi tedeschi,andando a porta a porta dalle famiglie con la prepotenza e reclamando di consegnare coloro che erano al bosco.Oltre ad essere ”cassati” dal ruolino di partigiani mi sembra che altri guai non li abbiano passati da parte della giustizia nel dopoguerra.Dovevano essere passati per le armi dai partigiani? Io credo di si, eppure ricordi le interviste che facemmo con quale ”faccia tosta” si dichiararono amici dei partigiani? Conoscevano tutti,Alfio Marchini, il mio babbo,mio zio,li lodavano….i doppiogiochisti ci sono sempre stati e assumere quelle posizioni spesso consentiva di salvare la pelle,ma prima però avevano procurato la reazione tedesca che uccise tutti meno uno i componenti della famiglia Bruni,contravvenendo alle direttive dei partigiani di non provocare reazioni da parte dell’esercito occupante.Non può un caso come quello essere accostato al caso del Polacco? Forse si, ma di casi come quello ce ne sono stati molti più di quanto si possa immaginare nel nostro territorio.A bizzeffe ! E se si facesse il peso del sangue versato questo sarebe di sicuro maggiore dalla parte di chi ha subito le angherie organizzate consapevolmente dal regime, i cui esponenti di livello sapevano bene visto ormai le pieghe che prendeva la guerra,assunsero spesso la funzione di coadiuvatori del ”quanto possibile passaggio indolore” perchè sapevano bene che nel dopo,quelle persone che armi alla mano adesso combattevano, avrebbero avuto il diritto di giudicare il loro operato.E questo,quasi sempre-tranne rare eccezioni che sappiamo per conoscenza indiretta e sincera della popolazione come per esempio i podestà di Chiusi e di Cetona che si adoperarono per salvare vite,famiglie, abitazioni,- tanto pulito non era stato,anzi, ma pochi pagarono il comportamento violento,sopraffattore e poliziesco che avevano avuto durante il ventennio.I collezionisti di occhi non erano solo gli Ante Pavelic scappato nella ”via dei topi” in Argentina come molti per intercessione del Vaticano o i torturatori di Villa Triste a Firenze,ma anche altri.Nel dopoguerra il far render giustizia di coloro che erano stati ” neri ” non era più diventata cosa sostanziale, le condizioni erano solo quelle di concentrare le forze sul ”rosso” perchè ”il pericolo” veniva da est. E la base che era dietro tale politica era quella in primo luogo tessuta dall’Oltre Tevere che si era da subito adattata alla nuova situazione del dopo liberazione.La storia per fortuna-chiaramente a sommi capi- è questa e non può essere cambiata,nonostante i tentativi a cui assistiamo che in primo luogo e dico GIUSTAMENTE parlano delle Foibe dell’Istria e della morte di centinaia e centinaia di italiani per mano dei partigiani titini,ma nessuno dice con la stessa forza ed insistenza che prima.im modo di gran lunga peggiore aveva fatto l’esercito invasore fascista nei villaggi della Slovenia,Croazia del febbraio 1943 al marzo 1943.Andatevi a leggere per curiosità-se qualcuno voglia davvero capire la disparità di trattamento delle notizie di questa Italia odierna che vengono fatte in televisione e che si fregia della democrazia-cosa sia scritto da De Falco sul Generale Roatta su Google alla nota ”Gli orribili crimini trtoppo a lungo nascosti del generale Pietro Roatta”,poi dopo letto tale articolo apparente su un giornale indipendente,pensate alle violenze INGIUSTE CERTAMENTE perpetrate dai partigiani titini agli italiani ed alle loro famiglie.Allora sono anni che il revisionismo di parte è in atto e sostenuto da tutti i governi nessuno escluso che si sono succeduti in italia,compreso l’attuale, ed assistiamo al revanscismo della destra italiana che sventola indebitamente usurpando quel tricolore e che non perde occasione per falsificare la storia e gli avvenimenti,come quello della resistenza su cui è basata la nostra Costituzione,che se fosse veramente attuata vedrebbe fare a meno di tale preoccupante revanscismo.Berlusconi stesso disse qualche anno fa che la nostra Costituzione era ”Sovietica” ed il chè lasciava e lascia intendere da quale princìpi siano animati i governanti che ancor oggi pesano sui destini degli italiani che maneggiati da tali sentimenti ed idee pagano il prezzo alla politica di coloro che hanno eletto e che passano per statisti.
la campagna contro orchestrata da Marenco e l’uccisione del polacco fu una pagina nera. Anche per chi la visse da molto vicino.Su questo credo che non ci piova. E anche la visione della Resistenza e della guerriglia che aveva Marenco a mio avviso presentava molti punti oscuri.
Si, credo anch’io che fosse come dici tu già dagli inizi della formazione della Simar.Il netto rifiuto fatto da Marenco ad Alfio Marchini sull’unione delle bande sotto un unico comando la dice lunga sulla visione strategica del dopoguerra che era lì lì per essere decisa e che stava per arrivare imposta soprattutto dagli alleati, dai nostri ex fascisti rintanati nei partiti e nelle strutture dello stato,ed anche dai servizi segreti Inglesi ed americani. La campagna di snaturamento della resistenza è iniziata in quei momenti ma era già nelle cose.Credo che il Centro Monarchico di Roma fosse interessato quanto Marenco al fatto dell’esclusione delle bande sul territorio poichè sapevano che erano di formazione social-comunista e tale cosa si riscontrava anche nell’ostracismo dell’esercito inglese perchè si era annusata molto bene l’aria che avesse potuto tirare sui territori una volta passato il fronte di guerra. Come vedi una cosa ne porta un altra, una considerazione ne porta un altra fino ad arrivare alla determinazione del peso di una politica più larga.Tolti quei pesi che aveva rappresentato il fascismo-quelli più evident che ne rappresentavano l’impresentabilità- nelle istituzioni e nelle persone ,poi si sarebbe affermata l’ostruzione e la costruzione di un fronte anti-rivoluzionario in funzione anti comunista, e le armi promesse con i lanci aerei alle formazioni partigiane del Monte Soratte e del Pausillo ed anche di altri luoghi che erano state annunciate con le trasmissioni radio non ci furono poichè c’era il timore che quelle armi poi potevano essere usate contro gli alleati.I partigini accesero i falò nelle notti per indirizzare i lanci di armi ma le armi non furono paracadutate,Molto latte condensato e sigarette ma le armi che sarebbero servite a chi conosceva meglio di tutti i territori zero assoluto…e non erano mica fessi gli inglesi…Difatti nell’immediato dopoguerra scattò l’ordine da parte dell’esercito anglo americano al CLN della restituzione delle armi in dotazione ai partigiani, quelle armi soprattutto che erano state prese assaltando i depositi dell’esercito italiano e le caserme.Tale ordine fu rispettato solo in parte ma sostanzialmente lo fu, ed il fatto che qualche divisione partigiana non le restitui ma le imboscò sotto terra ed in luoghi che difficilmente potevano essere trovati dalle autorità era questa la conseguenza dell’aria che correva in italia,poichè se anche nelle formazioni partigiane militavano uomini dei partiti di tutto l’arco parlamentare,dentro a parecchi di questi trovarono rifugio coloro che erano stati i fascisti repubblichini che per la verità e per la cronaca anche dentro il PCI ci furono travasi da questi provenienti dal disciolto partito fascista repubblicano,soprattutto per ragioni di imboscamento e paura di rivalse.Ciò che spaventava era quindi quel sistema che si era affermato nell’Unione Sovietica e daltronde non doveva scandalizzare che durante la guerra fredda altrettanto di formazione segrete furono create e sostenute da parte dei governi alleati con armi e soldi a non finire: l’organizzazione Gladio della quale tanti hanno parlato ed anche tu Marco, e che lo stesso Cossiga da Presidente della Repubblica ne ammise l’esistenza senza problemi,non è che fosse una confraternita di frati trappisti,ma una organizzazione segreta e sotto copertura pronta ad intervenire nel caso fosse avvenuta una invasione dell’Italia da parte dei paesi dell’Est Europa.Le cose che raccontano i mezzi di informazione rispetto a motivazioni che riguardano la libertà, il liberalismo e il dispiegarsi del libero pensiero,come si vede arrivano con le ragioni fino ad un certo punto soprattutto negli stati vassalli delle grandi potenze,prima del quale si è disposti ad essere liberali ma se si vada un passo oltre dove si possa rischiare i privilegi delle classi che comandano,liberali non si è più e si diventa conservatori.E’ molto diversa rispetto al liberalismo la situazione e la condizione esistente in nazioni come l’Inghilterra per esempio perchè i trascorsi e la storia ci dicono parlando proprio sui princìpi e le collocazioni politiche che in Inghilterra i liberali sono di sinistra mentre in Italia coloro che si fanno chiamare e si organizzano intorno a tale idea sono di destra,e come tali sempre hanno agito sostenendo e partecipando ai governi della nostra nazione.E per finire quando oggi ci si mette a confronto con i significati di quanto ho scritto sopra e si esprimono giudizi dai quali sembra che certe cose siano lontane oggi miglia e miglia dalla politica e da quelle che sembrano essere le sue necessità odierne,sarebbe bene pensare sempre al vecchio principio mai superato che in una limitatezza di risorse tale quale è il nostro contesto non solo nazionale ma mondiale, il principio della tipologia dello sviluppo serve al consolidamento del privilegio e quelle che ci fanno intendere come buone azioni del libero occidente non sono altro che attività con le quali si rimettono a posto quegli equilibri che intenderebbero che il mondo fosse cambiato.Codesto sia chiama alla fine con un aggettivazione:”egoismo del profitto e del suo mantenimento”.Se ne parla tanto ma appena si adombra un cambiamento che possa portare a qualche variazione ampi settori che vanno dall’informazione alle politiche economiche e militari intervengono per rimettere a posto tutto quanto corresse il pericolo di essere rimosso,nemmeno tanto velocemente ma anche in maniera graduale.E questo lo vediamo anche nella politica nazionale quanta parte insorge e toglie risorse alla stragrande maggioranza delle persone.C’è subito chi in casa dei ladri chi grida ”al ladro al ladro”.Tutto il mondo è paese ? Forse si, ma fino a quando ci sarà la politica del dominio mediatico che è la prima cosa che non si faranno togliere,allora di strada se ne farà poca.
Buonasera. Ci può dire dove si trova la tomba di Ermanno Baldetti che è mio prozio? La stiamo cercando ma dalla foto non riesco a capire dove si trova. Grazie mille
Nel cinitero di Chiusi, credo nella cripta della chiesa