2 GIUGNO: NIENTE FESTA DELLA COSTITUZIONE. UN PECCATO, SAREBBE STATA UTILE PER DISCUTERE DI MOLTI ASPETTI DELL’EMERGENZA
CHIUSI – Non ne parla nessuno. Ma tra le feste ed eventi che l’emergenza coronavirus ha spazzato via c’è anche la “Festa della Costituzione” che sarebbe stata alla terza edizione. La prima si tenne a Monticchiello, la seconda a Chiusi. Quest’anno sarebbe toccato a Trequanda ospitare la kermesse organizzata da ANPI e altre associazioni della provincia di Siena.
L’anno scorso a Chiusi la Festa fu senza dubbio un bell’evento. Molta gente e molti incontri interessanti. Furono presenti tra gli altri lSi’ex presidente Rai Zaccaria, il costituzionalista Azzariti, i senatori Anna Finocchiaro e Gregorio De Falco, il vignettista Vauro, Don Biancalani, il giornalista Giulio Cavalli… Si fece vedere, ma solo tra il pubblico anche Andrea Scanzi, venuto ad accompagnare la fidanzata Sara Lucaroni, de l’Espresso. La festa la chiusero i Dudes con le loro canzoni e soprattutto con una inedita e particolare versione di Bella Ciao.
Anche quest’anno avrebbe dovuto tenersi in questi giorni, tra la fine di maggio e il il 2 giugno, Festa della Repubblica. Se ne riparlerà nel 2021. Le norme di sicurezza per evitare rischi di contagio e il distanziamento sociale hanno consigliato il rinvio, ma anche sui social se ne è parlato pochissimo. Peccato, perché la Costituzione è un testo che non passa di moda. Non è un ferrovecchio. E l’unica linea guida che non abbia controindicazioni.
Sarebbe stato interessante, per esempio, assistere ad una discussione sugli aspetti costituzionali o meno del lockdown. Per carità, la Costituzione stessa prevede che in casi di emergenza, anche sanitaria, si possa anche sospendere la democrazia partecipata, e le norme si rispettano. Ma capire se tutte le misure proposte e imposte erano (sono) giustificate fino in fondo è un diritto dei cittadini. Oltre al Governo, anche i sindaci, le istituzioni locali e regionali, le associazioni, hanno lavorato per superare l’emergenza nel miglior modo possibile. In qualche caso alcuni hanno dovuto fare pure gli sceriffi. Ma alla fine, la cittadinanza ha risposto in maniera responsabile, tranquilla, civile. In maniera solidale, se vogliamo, anche se qua e là sono emersi atteggiamenti dettati dalle paure di pancia e dalla voglia, mai sopita, di trovare sempre un nemico, un untore cui dare addosso.
Non sappiano cosa abbia deciso o deciderà l’ANPI della Valdichiana. Se la festa la recupererà in qualche modo entro l’anno o se si andrà direttamente al 2021, senza passare dal via..
Certo almeno una serata, un incontro, quando sarà possibile farlo sul tema “Costitituzione-emergenza-lockdown” noi lo metteremmo in calendario.
Perché, purtroppo, non tutto è stato ed è chiaro. E il dubbio che ci sia stato qualche eccesso di zelo o qualche tentativo di usare la pandemia e l’emergenza per fare un po’ di “scrematura” sociale, economica e politica è del tutto legittimo. Va benissimo la gestione dell’urgenza. La messa in campo di misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese. Vanno benissimo gli appelli alla cautela individuale e collettiva e al rispetto delle norme di distanziamento, ma capire se tutto ciò che si fa rientra nei canoni democratici previsti dal nostro ordinamento o meno è necessario.
Una legislazione di emergenza ci può stare e va applicata e rispettata, ma non può durare in eterno o per periodi indefiniti. Il quadro deve essere chiaro e preciso per tutti. Per chi decide e per chi deve obbedire. La Costituzione è un testo bellissimo. Non siamo più al tempo del “Credere, obbedire, combattere”. Se qualcuno se lo è dimenticato o pensa che siamo ancora lì, sta facendo confusione.
Peccato davvero per la Festa saltata. Perché anche Trequanda, che non è proprio un luogo al centro della grandi direttrici di traffico, valeva bene una messa. E per messa in questo caso intendiamo un rito civile, laico. Come è la Repubblica Italiana.
M.L.
“Perché, purtroppo, non tutto è stato ed è chiaro. E il dubbio che ci sia stato qualche eccesso di zelo o qualche tentativo di usare la pandemia e l’emergenza per fare un po’ di “scrematura” sociale, economica e politica è del tutto legittimo”. A cosa si riferisce in particolare?
Credo che nessuno possa dire”…se le norme erano giustificate fino in fondo”,anzi questo dovrebbe essere detto dopo, alla fine, quando sarà scomparso il pericolo che la pandemia possa continuare.Non credo che sia il caso di estremizzare o dare dello”sceriffo” a sindaci che hanno fatto il proprio dovere nel senso di essere scrupolosi oltre ogni norma.Se il buon senso riguarda in primo luogo la salute,questo aspetto deve rimanere in prima fila rispetto ad altri.E siccome viviamo periodi di estremizzazione dei concetti per dare il segno a certe parti sociali che scalpitano per la riapertura delle aziende, estremizzazione per estremizzazione allora sarebbe proprio meglio il mostrare tutta la prudenza che ci vuole.Le manifestazioni che abbiamo visto a Milano sui Navigli per gli apericena, senza ombra di smentita personalmente le classifico come una componente culturale deteriore della nostra nazione e secondo me fanno vedere che come si dice”una mano di bianco” sia passata in questi anni nelle teste di coloro che ritengono quelle manifestazioni insopprimibili libertà dovute. In quelle teste fa presa secondo me quello che si chiama ”antistato” e sono quelle componenti dei discorsi che sentiamo tutti i giorni da parte soprattutto di coloro che chiedono soldi a fondo perduto, chiedono di eliminare la burocrazia ma non chiedono su quali basi i flussi di denaro da parte dello stato debbano pervenire ai privati e come dovrebbero essere regolati. Io non lo sò a quale scenario possano far riferimento, ma s’immaginano forse di vedere un uomo dietro un tavolo con una fila davanti che distribuisca i soldi ? Non dimentichiamo che quando si parla di soldi pubblici quelli sono soldi di tutti.E tali aspetti fanno presa solo sulle menti che a Napoli considerano con l’aggettivo di ”fresche”.
La crisi esiste e dilaga, dilaga anche la povertà, ma allora se c’è da ripensare al cambiamento che tutti sventolano come necessità,si chiedano questi se sia vero o falso che le grandi corporazioni delinquenziali del nostro paese-che fra l’altro si sono appoggiate spesso sulla politica e penetrate dentro lo stato perchè occupato da partiti- chiedono di rimuovere i vincoli.Sarebbe il loro trionfo finale, il colpo di spugna dell’esautorazione della giustizia, la prevalenza della forza contro il diritto.Queste menti che ragionano in maniera omogenea, eugualitaria rispetto ai problemi, magari commercianti anche sull’orlo del fallimento,rispondano alla domanda se hanno pensato bene cosa abbia prodotto ”il mercato” verso di loro.Credono che ci sia bisogno di vendere una quantità sterminata delle stesse tipologie di prodotti e che chi comperi abbia veramente bisogno di comperare gli articoli che vediamo nella pubblicità?.E’ tutto un mondo impostato su un consumo deteriore ed inutile, che riduce in miseria ed abbatte senza pietà chi lo usi.Ma succede questo perchè è stato impostato ”’politicamente” in tal modo,facendo sorgere dei falsi bisogni nella gente.E adesso i falsi bisogni non possono più essere soddisfatti ma non si va a ricercarne il perchè, la causa, sembra appunto ”normalità”l’essere in questo modo mentre è la cosa più anormale che possa esistere, perchè conduce alla miseria per molti ed alla ricchezza per pochi.E’ tutto impostato su queste basi,come hanno impostato le categorie del commercio per farle pesare più nelle decisioni della politica hanno impostato le categorie degli uomini.Cambiare,non vuol dire riproporre lo stesso schema, perchè a ragion veduta si ripropone lo stesso schema, scremato-come diceva l’articolo-da chi può dar fastidio o rappresentare un peso economico.Se non si cambiano le basi dove cresce l’erba del prato, l’erba continuerà a crescere fino a raggiungere l’altezza di un bosco e mi sembra che stiamo andando in quella direzione.Ecco la doppiezza di chi dice si debba cambiare mentre sà bene di riproporre gli stessi schemi che hanno portato fino qui.C’è una grossa componente ” morale” in tal pensiero che andrebbe cambiata.Ma quando mancano i partiti e la politica sana come riferimento alle persone, altre idee si fanno strada e cercano di prevalere.Questo è il messaggio che esce da questi giorni di confronto serrato, dove l’incapacità della politica si evidenzia in modo tale che le persone siano portate anche a pensare che uno stato autoritario sia migliore di uno stato democratico perchè lo stato autoritario risolva più velocemente i problemi.E chi pensa in tal modo sono tanti purtroppo e guarda caso sono quasi per la loro totalità persone che sono state vita natural durante lontane dalla politica e che la sentono e la vivono come cosa deteriore.Questo fu il substrato dove negli anni ’20 razzolò il fascismo oleato dai padroni e dagli agrari,ma che si spinse fino dentro le coscenze degli uomini comuni,convincendoli ad aderire a quell’idea, perchè avevano la paura che l’italia diventasse come la Russia del 1917.Il mondo è cambiato ma poi poi a guardarlo bene sono le stesse questioni ad agitare gli uomini,chepretendono giustamente una vita migliore e più sicura.La domanda è se tale sistema sia in grado di fornirgliela una vita migliore e più sicura. A giudicare dagli eventi,la risposta è come minimo piena di dubbi, anche davvero giganteschi,fino al punto di mettere in evidenza che il pianeta Terra non sia per tutti.Poi alla fine si arriva a determinare che il comportamento umano sia come la politica: ”o la fai o la subisci”.Una terza condizione od una terza via di fronte a tale dilemma non esiste.