CHIUSI: RIPARTENZA E NUOVI CASI COVID, LA DIRETTA CON RABBIA DI BETTOLLINI
CHIUSI – Due dirette Facebook a distanza di 20 ore l’una dall’altra. Una calda e una fredda. O viceversa. Ieri sera il sindaco di Chiusi Bettolini ha scelto un orario insolito per il suo consueto appuntamento social: le 21,00, cioè la prima serata, per parlare alla cittadinanza. Questo per avere un po’ più tempo per presentare una sorta di relazione sulla possibile ripartenza. Oggi è tornato “in onda” alle 17,00. E ha sbottato. Si è tolto i sassolini dalle scarpe e anche le scarpe. Perché ha avuto l’impressione che le dirette precedenti, con i dati positivi, abbiano ingenerato un ingiustificato ottimismo e quindi anche una serie di comportamenti e di richieste altrettanto ingiustificati. Tendenti cioè alla “riapertura fai da te” prima del tempo. “Non è ancora tempo del tana liberi tutti!” Serve ancora serietà e rispetto delle regole sul distanziamento sociale e il fermo delle attività, che nessuno ha allentato. Ha preso le distanze, Bettollini dalla decisione del sindaco di Città della Pieve di riaprire il mercato settimanale, sebbene solo per i prodotti alimentari e le piante. E se anche questa mattina a Città della Pieve il mercato si è svolto senza assembramenti, ma in un clima surreale da paese blindato, con più guardie e agenti di polizia che clienti, il sindaco di Chiusi ha ribadito, alzando anche un po’ la voce, che finché c’è lui in Comune e finché sono in vigore i divieti, il mercato a Chiusi non si fa. Punto. Ma la “sbroccata” è arrivata dopo la diretta distensiva e puntata in avanti di ieri sera, anche perché oggi a Chiusi si sono registrati due nuovi casi di contagio. Entrambi legati a due “focolai” già noti: una famiglia di Montallese e la Rsa di Sarteano.
Con 42 casi totali, Chiusi torna ad essere il primo paese per contagi in relazione al numero degli abitati della Provincia di Siena e questo è elemento di preoccupazione. E segnale che la fase 1 non è per nulla terminata e le “ricadute” o i nuovi contagi sono ancora dietro l’angolo. Per questo la guardia non va abbassata neanche di un centimetro… Anzi ha anche annunciato Bettollini che il Comune di Chiusi ha chiesto alla Regione di poter distribuire porta a porta le nuove mascherine che da lunedì prossimo avrebbero dovuto essere distribuite gratuitamente nei supermercati e nelle farmacie. Questo per evitare la corsa e l’assembramento nei punti vendita. Insomma un Bettolini combattivo, che si è assunto anche il ruolo di parafulmine, invitando i suoi detrattori a criticare lui, senza istigare la popolazione a comportamenti irresponsabili o del tipo “l’erba del vicino è sempre più verde”.
Dopo quella che ha definito egli stesso la prima parte di una relazione sulla ripartenza, il sindaco chiusino ha fatto un passo indietro tornando quasi violentemente a sottolineare che l’emergenza non è finita, che siamo ancora in trincea e che il virus sta colpendo ancora duramente. E che si può cominciare a parlare di ripartenza, ma solo per prepararla, non per anticipare i tempi o farsi prendere dalla smania di riaprire fabbriche, bar, ristoranti, negozi e uffici.
I numeri dicono 42 casi totali, di cui 14 guariti, 2 decessi e 2 persone in ospedale, 55 persone in quarantena (in tutto sono state circa 340).
I positivi al momento sono 26. La curva scende, nonostante qualche sussulto come i due casi di oggi, ma bisogna continuare a stare in casa. Anche la politica e le polemiche possono attendere. Verrà il momento. Adesso ancora non lo è, questo il messaggio di Bettollini, che, sulla “fase 2” ha mandato a dire qualcosa anche al governo. Ad esempio che serve liquidità, ma che questa non deve passare per l’imbuto del merito creditizio. Se lo Stato garantisce, le banche devono erogare, senza troppi cavilli e senza valutazioni sulla solvibilità di imprese e cittadini. I cittadini devono avere fiducia nello Stato nelle istituzioni, ma lo Stato deve avere e mostrare fiducia nei cittadini. “Mi fido di te”. Non ha citato Jovanotti, Bettollini, ma il senso è quello…
Servirà un grande piano nazionale per le opere pubbliche e anche piani locali, e i comuni, come le imprese e le famiglie devono essere messi in condizione di progettare e di spendere, e anche di poter garantire i servizi ai cittadini. Altrimenti il sistema Italia si ferma. Ha citato Carlin Petrini, il guru di Slow Food, sul “cambio di prospettiva e di modelli di produzione e di consumo”, ha parlato di necessità di sostenere le attività, anche quelle marginali, di riprogettare il commercio attraverso lo sviluppo di piattaforme on line e modalità nuove… Non ha fornito ricette concrete, il sindaco di Chiusi, ma ha mostrato disponibilità a cominciare la riflessione e la discussione sulla ripartenza, ha preso le difese dei sindacati e ha criticato le organizzazioni imprenditoriali che invece fremono e spingono per riaprire…
Un Bettollini amareggiato per le continue docce fredde dei casi positivi, per qualche fuga in avanti e commenti insistiti su atteggiamenti e soluzioni ancora a suo dire non proponibili. E per i modelli presi ad esempio, per certi riferimenti e certe affermazioni, anche un Bettollini spostato sempre più decisamente a sinistra. Può piacere o meno. E verrà il tempo per fare valutazioni politiche più profonde. Non è che il sindaco non sia criticabile, ci mancherebbe altro.
Ma oggi dalla posizione non certo comoda di chi sente di essere ancora in mezzo al guado, il sindaco con la felpa, con una serie di affermazioni e considerazioni, ci ha ricordato tre cose: 1) che la tempesta non è passata; 2) anche se siamo tutti nella tessa tempesta, non siamo tutti sulla stessa barca; 3) tutti abbiamo bisogno di uscire dall’emergenza, ma bisognerà uscirne in modo che nessuno vada a fondo. E senza fare cazzate che riportino la città in alto mare.
m.l.