CETONA, PARTE UNA RACCOLTA FONDI PER GLI OSPEDALI SENESI. MA LA SANITA’ PUBBLICA NON SI SOSTIENE CON LE DONAZIONI!
CETONA – E’ partita da Cetona, nei giorni scorsi una campagna di raccolta fondi per la lotta al coronavirus.
A farla partire è stato un cittadinio, Augusto Bazzocchi, uno dei tecnici che sostennero alcuni mesi fa la battaglia contro il progetto Acea a Chiusi, il quale dopo aver ottenuto rapidamente l’appoggio operativo del sindaco di Cetona Roberto Cottini e dell’assessore Pietro Venturini , sulla piattaforma www.GoFundMe.com ha avviato la raccolta fondi da destinare alla lotta contro il coronavirus con l’obiettivo dichiarato di vedere coinvolta l’intera Valdichiana senese. L’iniziativa si aggiunge alle molte già messe in atto con successo in tutta Italia sulla stessa piattaforma. Il ricavato della raccolta sarà devoluto per l’acquisto di materiali: in particolare si rivolgerà agli ospedali senesi al momento in prima fila nella lotta al Covid 19: quelli di Siena e di Poggibonsi. Il Team che promuove la raccolta è per ora, come detto,costituito da Roberto Cottini, Pietro Venturini ed Augusto Bazzocchi, ma è aperto alla partecipazione di chiunque desideri attivarsi. Per questo, chi è interessato a farne parte o ad avere informazioni generali sulla raccolta fondi può contattare i numeri 348.0644510 e 388.9582110.
Ovvio che si tratta di iniziativa lodevole. Come tutte le raccolte fondi a scopo benefico. In questo caso è destinata a rafforzare la dotazione della sanità pubblica del territorio ed è dunque anche mirata su un obiettivo preciso. Facciamo gli auguri a Bazzocchi, Cottini e Venturini per un buon successo dell’operazione. Ma, lo diciamo, senza peli sulla lingua, crediamo che non sia questa la strada. Per carità, tutto fa brodo e tutto può contribuire alla causa, ma a nostro avviso la sanità pubblica si sostiene, anche in momenti come questo di assoluta emergenza, con comportamenti responsabili che evitino di intasare gli ospedali e il diffondersi del contagio e con risorse dello Stato. Non sulle donazioni volontarie.
La sanità pubblica fa parte del welfare (cioè dello stato sociale) e si regge sulle tasse che pagano i cittadini. Bisognerebbe fare campagne perché tutti paghino le tasse e soprattutto le paghi chi ha di più. Ovvero chi possiede grandi rendite, grandi patrimoni, redditi elevati. Le donazioni sono cose da dame di San Vincenzo. Sono il contrario del welfare che si regge su diritti e doveri, non sul buon cuore o sulla sensibilità dei singoli.
Ma ancora di più ci sembra una strada sbagliata perché in questo momento l’emergenza sanitaria si sta portando appresso anche una emergenza economica e sociale. E con la gente che è a casa, senza lavoro, con tanti autonomi (artigiani, commercianti, partite iva) che non sanno quando e se potranno riaprire, con gli operai che non sanno se rientreranno in fabbrica, con tanti giovani precari senza più nemmeno il part time o il lavoro sottopagato in un call center o in una agenzia di consegne a domicilio o in qualche ufficietto, chiedere donazioni (anche se per una causa nobile) sa di presa in giro. Ha il sapore e l’odore di una “cosa per ricchi”.
Certo chi ha possibilità può fare una donazione, ci mancherebbe. Anche la Asl ha aperto un iban a questo scopo (ne abbiamo dato notizia qualche giorno fa). Ma iniziative filantropiche individuali sanno di paternalismo. Come sa di presa per il culo la donazione da parte di Silvio Berlusconi, condannato per frode fiscale. Ecco, se mai ha restituito qualcosa di ciò che ha intascato illegalmente. Altro che donazione!
Che poi lo facciano i calciatori, le squadre di calcio, qualche magnate illuminato va benissimo. Chiedere donazioni alla gente comune, in momento di incertezza totale sul futuro di milioni di famiglie, francamente è una cosa poco digeribile, almeno dal nostro punto di vista. Il cittadino Bazzocchi può lanciare tutte le campagne che ritiene di lanciare. Il problema (per i motivi di cui sopra) sta nel fatto che l’iniziativa sia “gestita” anche da un sindaco e da un assessore, che, sempre a nostro modestissimo avviso, farebbero meglio ad adoperarsi affinché la sanità pubblica non sia più massacrata da tagli e razionalizzazioni, da privatizzazioni e chiusure di plessi e reparti e magari anche di adoperarsi affinché le risorse destinate alla sanità da parte della regione e dello Stato siano di più sostanziose e spese il meglio possibile e non solo – per dire – per aumentare gli emolumenti ai dirigenti, come è successo da 30 anni a questa parte… Un amministratore pubblico non può affidarsi alle donazioni. E’ un controsenso.
Questa battaglia è una guerra vera, che durerà ancora parecchio e lascerà macerie. Non si vincerà con le messe solenni, le invocazioni all’intercessione della Madonna o del Signore, o dei santi patroni. O invocando il caldo torrido… Ma non si vincerà neanche con le iniziative da dame di San Vincenzo per mettersi a posto la coscienza. Scusate lo sfogo.
m.l.
Marco è troppo tempo che ci conosciamo per passare alle offese, ma a volte dovresti rileggere quello che scrivi prima di pubblicarlo. Parto dal fondo del tuo astioso articolo senza senso : “scusate lo sfogo”…. ma che cazzo dici??
Avevi bisogno di sfogarti? Perche? Io credo che ancora ti girano i coglioni per la storia del carbonizzatore e la figura di Augusto Bazzocchi pedina essenziale del suo naufragio, non l’hai digerita. Punto.
Tu svalvoli come un Savonarola impazzito che la sanità pubblica si sostiene con “comportamenti responsabili e non con donazione volontarie” Ma stai male ? Hai la febbre da isteria? Che cazzo c’entrano i comportamenti responsabili con l’immediata necessità economica a sostegno delle nostre strutture ospedaliere? Che paragone di minchia hai formulato? Come dire: state a casa, non uscite, ma non cacciate un euro perche….dimmi tu la ragione perche_??? Il gesto di un singolo individuo, che si riassume nella buona volontà di fare SUBITO del bene mirato alle NOSTRE strutture sanitarie, secondo il tuo credo, tardo comunista, è un gesto di elite, da ricchi o che altro che ti si contorce nella testa e che non ci è dato sapere ?!?!?! Pecunia non olet, caro Lorenzoni, e se detta vil moneta proviene da un ricco tanto meglio, ma invece vedo, che molte donazioni da 10 euro, non vengono dai ricchi, ma da brava gente che con un gesto vuole dimostrare la solidarietà al personale sanitario ed alle sue strutture. Che la sanità è stata massacrata da continui tagli lo sappiamo tutti, e molte volte il tuo partito era in finestra complice impotente quindi lascia perdere le responsabilità, che è meglio! Invece in un momento come questo che si incentivi e si premi, con un buon gesto, e la volontà di fare del bene non riconducendolo alla mera, schifosa, politica del cazzo mi sembra un dovere non un gioco da dame di San Vincenzo!!! Scusa lo sfogo.
Marcello, la Regione Toscana ha pubblicizzato un iban per le donazioni, lo abbiamo pubblicato anche su primapagina. Chi vuole fare donazioni alla sanità pubblica toscana può utilizzare quello. Poi ognuno può proporre le iniziative che ritiene giuste. Ho scritto che tutte le raccolte fondi sono lodevoli e meritorie. Ma ribadisco il concetto che chiedere donazioni alla gente quando gran parte della gente stessa sta perdendo certezze e prospettive di lavoro e quindi anche di reddito, mi pare una cazzata e quasi offensivo. Non solo: ritengo lodevole la raccolta fondo, ma sbagliato che a proporla siano amministratori pubblici. I sindaci hanno voce in capitolo sulla gestione della sanità a livello territoriale, si facciano sentire, promuovano politiche che siano diverse dai tagli e dalle razionalizzazioni… non possono essere loro a chiedere donazioni. Ho anche ribadito che questa è una mia opinione. Che credo sia legittima come ogni altra. Nessun risentimento nei confronti del sig. Bazzocchi, che personalmente non conosco. Ho citato la sua esperienza tra i tecnici del comitato No Carbonozzatore, solo per “contestualizzare” la figura. Non credo che sia conosciutissimo. Poteva essere indirettamente una forma di promozione della raccolta stessa tra chi ne ha apprezzato l’azione in quel fgrangente. No? A mio avviso il problema non è l’iniziativa di Bazzocchi, è a piuttosto la partecipazione del sindaco e dell’assessore, ma non intendo ripetermi. Un cordiale saluto.
P.S. mi pare che qualcuno sosteneva pure che la carità si fa e non si sbandiera… Quindi si può donare versando sull’iban ESTAR: IT89Z0503402801000000005970, causale: emergenza Covid-19. Per info il numero telefonico da chiamare è: 3669395077, senza poi farlo sapere.
Sono fra quelli che hanno accolto l’appello di Augusto Bazzocchi. L’ho fatto perché credo che in questo momento sia utile sostenere le nostre strutture ospedaliere. Per questo ritengo anche giusto che chi dona lo faccia, se vuole, sapere. Non vedo proprio come questo possa danneggiare l’immagine del sistema sanitario pubblico. L’impegno di Augusto Bazzocchi nell’inchiesta pubblica sul carbonizzatore non c’entra proprio niente con l’iniziativa della raccolta fondi per l nostre strutture ospedaliere. La citazione, anche se da uno che “non può non dirsi bettolliniano”, è stata impropria e fuorviante.
chi ha mai sostenutro che le donazioni danneghgiano l’immagine del sistema sanitario? io ho scritto se mai che già c’era e c’è l’iban della Asl (Estar) per sostenere la sanità Toscana e che è singolare che a promuovere una raccolta fondi per la sanità pubblica sia un sindaco che tra l’altro come tutti i sindaci ha voce in capitolo sulla sanità territoriale… I privati, come il sott. Bazzocchi possono fare quello che vogliono (e nell’articolo c’è scritto), l’incongruenza è la partecipazione di figure istituzionali…
Intanto l’obiezione era sulla presentazione di Augusto Bazzocchi nel post. Bastava scrivere “Augusto bazzocchi ex dirigente industriale in pensione residente a Cetona. Che poi Augusto sia stato un brillante analista del progetto ACEA per il carbonizzatore non c’entrava una beata mazza. Qualcuno che quell’analisi doveva farla e non si è degnato di farla se ne dovrà pur fare una ragione.
Poi perché mai il sindaco di Cetona Cottino non avrebbe dovuto appoggiare l’iniziativa per la sottoscrizione? C’è un’incompatibilità con il ruolo? Come diceva Totò……
alla prima obiezione sulla “presentazione ” di Bazzocchi ho già risposto in un commento precedente. Non era certo offensivo ricordare il suo ruolo nei comitato anti Acea. Per quanto riguarda il sindaco, la mia opinione è che avrebbe fatto meglio a segnalare l’Iban istituzionale della Asl/regione e non una iniziativa privata (seppure lodevole)… Poi nell’articolo ho anche spiegato il perché a mio avviso chiedere soldi alla gente quando a gente non sa come fare la spesa (e se potrà farla tra qualche settimana o mese) mi pare una cazzata e bella grossa. Una cosetta da ricchi, da anime belle… Ma c’è chi può e chi non può. E allora chi può contribuisca pure. Se tu puoi fallo. Male non farà… Anche se io alle donazioni preferirei politiche serie e conseguenti dei governi, delle Regioni, dei comuni e delle Asl per sostenere la sanità pubblica e le sue strutture. Ora è chiaro?
Ho tanta paura che a te manchi la capacità di intendere, quello che leggi. La nobiltà del gesto del donare, per quanto si legge nell’articolo, non è messa in discussione. Il fatto è che il Diritto alla salute, così come quello alla scuola, alla casa, e tanti altri diritti, in Italia, complice una sinistra ubriacatasi di liberismo, sono stati sempre più erosi. Le cliniche private foraggiate con i soldi pubblici, sono una realtà anche nelle cosiddette Regioni rosse. Noi nel nostro territorio la Val Nestore, si ruppe questo disegno politico molti decenni fa, agli albori della prima riforma sanitaria. Avevamo idee chiare su cosa fosse il DIRITTO sancito anche dalla nostra Costituzione. In molti altri territori si assecondarono certi appetiti. La Lombardia in questo è in prima fila. D’altronde la reclusione del casto Formigoni, ne è una tragica conferma. Ti consiglierei di leggere un libro di qualche anno fa, ma ancora oggi attualissimo. “La sanità di Dio” di Ferruccio Pinotti.
Una delle principali azioni da mettere in atto sarebbe far pressione affinché venga tolto il numero chiuso a medicina, già prima dell’emergenza dovuta all’epidemia era evidente la mancanza di medici, in molti ospedali ci sono reparti costretti a chiudere semplicemente per la malattia di uno specialista, data la carenza di organic. E se anche da domani si decidesse di eliminare il numero chiuso, dato che tra corso di laurea e specializzazione servono circa 9/10anni, comunque per 10 anni soffriremo questa carenza, senza pensare ad ora, è stato necessario richiamare medici in pensione e fare appello a tutti i medici affinché dal resto d’Italia raggiungano Veneto e Lombardia dove la situazione ormai è disperata.
Egr. Direttore,
stante l’incedere di polemiche al sottoscritto (beninteso legittimissime), può spiegare ai Suoi lettori, ai cittadini cetonesi e (solo in ultima istanza) al sottoscritto, la ragione della mancata pubblicazione della replica al Suo articolo? Distinti saluti. Roberto Cottini
quale replica?