CENTRALE GEOTERMICA IN VAL DI PAGLIA: I COMITATI CHIEDONO L’INCHIESTA PUBBLICA, COME A CHIUSI PER ACEA…

venerdì 07th, febbraio 2020 / 19:49
CENTRALE GEOTERMICA IN VAL DI  PAGLIA: I COMITATI CHIEDONO L’INCHIESTA PUBBLICA, COME A CHIUSI PER ACEA…
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ABBADIA S.S.   La Giunta regionale della Toscana avrebbe deciso di procedere ad un contraddittorio tra le varie parti chiamate in causa all’interno del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale per la centrale geotermica che la ditta Sorgenia vorrebbe costruire in Val di Paglia, al confine con la Val d’Orcia. Ciò avverrebbe presso la Regione a Firenze. Ma i comitati che si stanno militando da settimane contro il progetto, sostengono che il confronto suddetto non è sufficiente e chiedono un “passaggio” diverso. Chiedono l’Inchiesta pubblica regionale, come è avvenuto a Chiusi sul discusso progetto Acea, poi ritirato dall’azienda proponente e “archiviato” dalla regione. La differenza tra il confronto previsto dalla Regione e l’Inchiesta pubblica è, secondo i comitati, sostanziale, perché, come dicevamo il primo avverrebbe a Firenze, nel chiuso delle stanze della Regione, solo tra tecnici ed esperti delle varie parti in causa, mentre l’Inchiesta avverrebbe – come a Chiusi – nel territorio interessato, con il confronto tra tecnici ed esperti fatto davanti al pubblico e con la possibilità per il pubblico si intervenire, fare domande, proporre integrazioni ecc..

“Questo istituto è, a nostro modo di vedere, insostituibile in rapporto al progetto della centrale, proprio perché l’unico in grado di costruire una vera operazione di coinvolgimento territoriale. Ricordiamo, infatti, che la richiesta dal basso in questo senso è fortissima: l’Amiata ha già da decenni un carico enorme dal punto di vista ambientale a causa della geotermia; nello stesso comune che dovrebbe ospitare buona parte degli impianti della centrale vi è la richiesta di un referendum consultivo contrario al progetto; altissimo anche il coinvolgimento della popolazione del Comune di Radicofani, interessato a livello di impatti dal progetto”, scrivono i Comitati, che ricordano inoltre come “varie amministrazioni pubbliche locali hanno espresso dubbi quando non esplicita contrarietà: delibere in proposito sono venute dai Comuni di Radicofani, Castiglione d’Orcia, Pienza e San Quirico. Per gli enti, pareri contrari dalla Soprintendenza, dall’Unione dei Comuni, dallo stesso ufficio tecnico del Comune di Abbadia San Salvatore”.

In tale contesto – scrivono ancora i Comitati – se la Regione non considerasse le istanze provenienti dal territorio, dalla sua società civile, dalle sue stesse istituzioni, commetterebbe un grave atto di prevaricazione democratica”.

In sostanza, i Comitati ritengono utile il “contraddittorio” previsto dalla Regione, ma non sufficiente e vogliono andare  oltre. E in tal senso hanno ufficialmente richiesto alla Regione Toscana l’avvio dell’Inchiesta Pubblica, ai sensi della L.R, 10/2010, art. 53. La richiesta è stata sottoscritta da

Associazione Pyramid; Associazione Opera Val d’Orcia; Comitato per la Salvaguardia Ambiente Amiata; Italia Nostra Toscana; Legambiente Circolo Terra e Pace APS; Rete Nazionale NO-GESI; Rete dei Comitati per la difesa del Territorio; SOS Geotermia.

Evidentemente la recentissima esperienza dell’Inchiesta Pubblica tenutasi al teatro Mascagni di Chiusi con 4 sedute infuocate per un totale di 14 ore di discussione, sul progetto Acea ha fatto scuola. A Chiusi l’Inchiesta presieduta da Alessandro Franchi è servita a mettere in luce le magagne tecniche de progetto in questione, a mettere sul piatto una serie di controindicazioni e a sottolineare il clima di generale ostilità verso l’operazione, con la possibilità però per i proponenti di argomentare le proprie posizioni e i vari aspetti procedurali, progettuali e relativi al piano industriale.

Nel caso Acea è finita con un  nulla di fatto. Il procedimento è stato archiviato dalla Regione. Sulla base di una lettera di Acea, i Comitati locali ritengono che l’azienda romana potrebbe anche riprovarci magari dopo le elezioni regionali toscane, quando le acque saranno più tranquille. Ma dopo quanto è successo, con la grande mobilitazione popolare e di alcuni comuni limitrofi, con i pareri degli enti preposti alla VIA tutti sostanzialmente contrari (tanto che è convinzione generale che il progetto se non fosse stato ritirato da Acea sarebbe stato comunque bocciato), una riproposizione dello stesso progetto, anche se rivisto e corretto, avrebbe il sapore di una minestra acida e di un suicidio… Però l’Inchiesta Pubblica, pur con qualche limite, ha fatto scuola. Ora è la zona Amiata -Valdorcia che la chiede… E dopo averla attivata a Chiusi, sarà difficile per la Regione dire di no.

 

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