MARCO VENTURINI E ANITA GNASSI, DUE “GIOIELLI” DEL CANOTTAGGIO CHIUSINO
CHIUSI – Sabato scorso al palasport di Poggio Gallina, Chiusi ha ufficialmente aperto il 2020 come “Città Europea dello sport”. Lo ha fatto presentando, in passerella una dopo l’altra, tutte le società sportive locali. Un mondo fatto da centinaia di atleti da 6 a… 80 anni: calcio, volley, basket, calcio a 5, judo, ciclismo, canottaggio, podismo, bocce, pesca sportiva… Un mondo complesso, fatto di tante realtà diverse, fatto di volontariato e semiprofessionismo, di atleti maturi, di giovanissime speranze e anche di persone che si tengono in forma e si divertono anche dopo i 50 e i 60 in un bocciodromo o andando in bicicletta. Un mondo che per una cittadina di 8.000 abitanti è una ricchezza assoluta. Oro colato verrebbe da dire. Perché lo sport è educazione allo stare insieme, al rispetto dell’avversario, è crescita culturale ed è anche salute. Quindi risparmio in termini di spesa sociale e valore aggiunto in termini di qualità della vita.
Sul titolo di Città Europea dello Sport si può anche discutere e ironizzare, ma sulle tante realtà sportive locali no. Sia che si tratti di sodalizi storici, consolidati, sia che si tratti di esperienze quasi autogestite, di piccoli giocattoli di e per pochi appassionati. Perché sulle passioni non si discute.
Sulle colonne di Primapagina lo sport ha sempre avuto uno spazio rilevante. Abbiamo seguito il calcio, da sempre. E anche il volley che a Chiusi ha una storia e una tradizione antica. Abbiamo scoperto da poco il basket, che prima era uno sport marginale a livello locale e adesso è il secondo per “attenzioni” e pubblico… Abbiamo tante volte scritto di ciclismo, di podismo, di canottaggio. E in questa circostanza – l’apertura dell’anno da Città Europea dello Sport – vorremmo puntare i nostri riflettori proprio sul canottaggio. Che è considerato uno sport minore, uno di quelli che assurge agli onori delle cronache solo se qualcun vince le Olimpiadi cone successe agli Abbagnale. Che però è uno sport vero, di fatica e sudore, di sacrificio, ma anche di spettacolo. Perché veder volare una barca sull’acqua in uno sprint al fotofinish può essere esaltante come una volata del Tour de France… Vogliamo parlare di canottaggio perché a Chiusi è uno sport “storico”, perché Chiusi ha uno dei pochissimi “campi di gara” della Toscana. E uno dei più suggestivi d’Italia. L’unico nella Regione ad aver la possibilità di fare gare sulla distanza olimpica: 2000 mt.
Ma anche perché è uno sport che ha dato e sta dando soddisfazioni anche dal punto di vista dei risultati. Perché nello sport non è vero che l’importante è partecipare. Se vinci è meglio. E coi risultati che cresce il movimento, che la disciplina acquista audience e praticanti…
E allora ecco che come auspicio e come simbolo di questo 2020 da “città europea dello sport” segnaliamo due individualità che si stanno facendo notare proprio nel canottaggio: Marco Venturini e Anita Gnassi.
Il primo ha vinto il campionato italiano di categoria Under 23, ha 21 anni, e da 4 anni è tra i più forti a livello nazionale del suo peso. Di recente ha ottenuto una medaglia di bronzo del CONI, che non è una patacca qualsiasi.
E’ nato e cresciuto sportivamente nella Canottieri D’Aloja a Chiusi, adesso è in forza al Cus Pavia. E nella città lombarda frequenta anche l’Università (Scienze Politiche), in forza di una convezione tra Università, Federazione Italiana Canottaggio e Cus Pavia.. Si allena 2 volte al giorno e punta agli Europei e al Mondiale. Per le Olimpiadi ci sarà tempo…
Anita Gnassi è ancora più giovane, è del 2002, si è fatta notare con alcuni ottimi piazzamenti nei campionati italiani ragazzi, Junior e Under 23… oltre che al Meeting Europeo in Irlanda, adesso punta alla convocazione nella Nazionale Junior… Poi più avanti si vedrà.
ragazza si allena a Chiusi, nei ranghi della D’Aloja che annovera una trentina di atleti. In una realtà delle dimensioni di Chiusi non sono pochi. Il canottaggio è uno sport duro, che richiede fatica e dedizione, ma anche qualcos’altro: ci si allena e si gareggia in acqua. Non in un campo in erba o in palestra. Questo in estate, ma anche in inverno. In acqua il freddo è più freddo.
Poi serve una imbarcazione che il più delle volte è messa a disposizione dalla società. Ma qualcuno la “barca” la vuole personalizzata, per ottimizzare la prestazioni e il costo non è irrisorio: siamo intorno agli 8.000 auro. Più di un motorino…
Riccardo Alfatti allenatore e deus ex machina della Canottieri D’Aloja parla con soddisfazione dei risultati dei suoi ragazzi e se qualcuno lo vede approdare al Cus Pavia (che è una società storica e prestigiosa a livello nazionale) è contento, perché è un passo avanti. Detto questo vorrebbe vedere anche una maggiore attenzione verso il canottaggio anche in loco, da parte delle istituzioni, delle banche, della cittadinanza tutta… “Chiusi è una realtà significativa nel canottaggio, ma può aspirare a diventare una delle ‘città del canottaggio’, come Piediluco che è centro Olimpico federale e come Pavia appunto. Ha tutte le carte in regola per arrivare a tanto” dice Alfatti, che si coccola i suoi “gioielli” e prepara gli allenamenti per tutti gli atleti, con la speranza che ne escano fuori altri di “gioielli”…
Lui è uno alla Iachini, uno con pochi fronzoli, un allenatore che fa sudare i suoi allievi, e insieme a Nila Dini, altra coach della D’Aloja, non si tira indietro se c’è da far tardi per mettere a posto le imbarcazioni o da spazzare la palestra di allenamento, che è ricavata in un capannone sulle rive del Chiaro.
Vedremo se l’anno “europeo” porterà nuove soddisfazioni. Intanto quei due ragazzi, Marco e Anita guardano lontano…
m.l.