ECCO PERCHE’ NON POSSIAMO NON DIRCI BETTOLLINIANI

sabato 18th, gennaio 2020 / 16:28
ECCO PERCHE’ NON POSSIAMO NON  DIRCI BETTOLLINIANI
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CHIUSI – Da poco più di due settimane è cominciato il 2020. Che è anche l’ultimo anno intero dell’amministrazione Bettollini. Nella primavera del 2021 infatti Chiusi tornerà al voto per eleggere sindaco e consiglio comunale. Siamo dunque al rush finale, come si suol dire… E la recentissima vicenda del progetto Acea ha messo a dura, durissima prova la tenuta stessa della maggioranza, minata anche dalla diaspora di Scaramelli e dei renziani passati dal Pd a Italia Viva. Non una fuga di massa, ma comunque una falla nel corpo del partito su cui si regge l’amministrazione e che a distanza di due mesi e passa ancora non riesce a rimettere in piedi uno straccio di gruppo dirigente. Unico passo degno di nota il cambio della guardia come capogruppo in consiglio tra il socialista Annulli e il Pd Agostinelli. Ma il nuovo corso non può esaurirsi lì. Forse il Pd chiusino aspetta le mosse di Zingaretti che ha annunciato cambi strategici e epocali dopo le elezioni in Emilia Romagna.. Vedremo se la montagna partorirà l’ennesimo topolino o se invece la montagna si rivelerà un vulcano pronto a esplodere lapilli e lava e in sostanza qualcosa di meno magmatico e più… di sinistra di ciò che è stato fin qui il Pd, da Veltroni a Zingaretti, passando per Franceschini, Epifani, Bersani, Renzi ecc…

Ovvio che Bettollini a Chiusi ha bisogno come il pane di un partito vivo, presente, capace di proferir parola, di sostenerlo e difenderlo, ma anche di stimolarne le iniziative, di indicare delle strade… Oggi non è così, oggi Bettollini, Micheletti, Agostinelli, Sara Marchini, Chiara Lanari, sono una piccola mandria di cavalli scossi, lasciati soli in mezzo alla prateria…  O se preferite, una ciurma al timone di una barca senza bussola e senza una “invincibile armada” alle spalle che li possa supportare nei momenti in cui la navigazione si fa difficile e complicata. In questa situazione può capitare che la rotta segni qualche sbandamento. Ma a nostro avviso la rotta è stata mantenuta.

Il sottoscritto e questo giornale sono stati accusati, anche da amici di lunghissima data, di aver abdicato ad una informazione d’assalto e di esser diventati dopo decenni di critiche ai sindaci e alle amministrazioni locali, bettolliniani…  Intendendo ciò come un’accusa infamante. Quasi un tradimento.

E allora proviamo a  spiegare: certo, con Bettollini, primapagina ha un rapporto diverso rispetto ad altri sindaci chiusini e non solo chiusini del passato. Un rapporto meno conflittuale. Più amichevole. Su questo non ci sono dubbi. Ma il motivo sta non solo nell’amicizia personale (che c’era anche con sindaci precedenti), quanto piuttosto negli atti concreti. Per esempio, abbiamo avuto, negli ultimi 25 anni sindaci che hanno fatto chiaramente gli interessi propri, prima di quelli della comunità, utilizzando la posizione di sindaco per fare salti di carriera, per sistemarsi per la vita. Vedi Ciarini con il Patto 2000, Ceccobao che lasciò il Comune per fare l’assessore in Regione, Scaramelli che lasciò il comune per fare il consigliere regionale (salvo poi scomparire dalla scena o cambiare partito)…  Bettollini non ha fatto niente di tutto ciò. Non ancora almeno. E questo non è poco.

Poi, ci sono altri passaggi che vanno nella stessa direzione, diciamo: come giornale proponemmo nel 2014 una iniziativa per mantenere la memoria della liberazione della città dal nazifascismo. Una visita ai cimiteri di guerra del Commonwealth come omaggio ai “liberators” sudafricani e britannici che a 19-20 anni persero la vita per la nostra libertà… Bene, Bettollini e la sua giunta hanno fatto diventare quella proposta e quella prima iniziativa estemporanea cui parteciparono l’assessore Micheletti, Sara Marchini e un esponente dei 5 Stelle locali, un appuntamento istituzionale annuale. Dal 2016 ogni anno, il 26 giugno una delegazione di Chiusi ha visitato un war cemetery del Commonwealth. E il Comune ha anche continuato a fare iniziative con le scuole per il 25 aprile e a regalare la Costituzione ai neo 18enni il 2 giugno, fino ad organizzare la Festa della Costituzione in collaborazione con l’ANPI nel giugno 2019. Hanno pure deciso il divieto di concedere spazi pubblici ad organizzazioni razziste e neofasciste…   Sul terreno dell’antifascismo e della difesa della costituzione, Bettollini & C. si sono mossi bene.

Dopo due morti per overdose nella primavera 2018, il sindaco e la Giunta non hanno nascosto il problema droga, anzi l’hanno portato in piazza con una conferenza pubblica in piazza Duomo, nel salotto buono della città… Iniziativa che ci è sembrata coraggiosa e in linea con il nostro pensiero…

Sul Palasport in loc. Pania, si può discutere, ovviamente. Ma secondo noi lo scandalo era quell’incompiuta lasciata lì a marcire con una spesa di 2 milioni e 800 mila euro che rischiava di andare al macero e la scelta di realizzare il palasport ci è sembrata la più seria per recuperare la spesa e dotare la città di una nuova importante struttura sportiva (e non solo). Il ritardo nella fine dei lavori e l’intoppo per infiltrazioni mafiose non cambiano la sostanza dell’operazione che a nostro avviso è buona e utile.

Sull’aggancio all’alta velocità Bettollini era, con Scaramelli, per la stazione in linea, in sopraelevata nella zona del centro carni, noi eravamo contrari alla stazione in linea e favorevoli, invece, ad una o più fermate presso la stazione esistente. Bene, Bettollini e la giunta hanno cambiato linea, hanno lavorato alacremente per quest’ultima soluzione e nel giugno 2019 hanno ottenuto la fermata del Frecciarossa. Una vittoria per la città, ma soprattutto per chi come noi aveva sempre puntato sulla stazione esistente e non sulle stazioni volanti e improbabili.

Sul piano culturale si è discusso molto a Chiusi dei bilanci della Fondazione Orizzonti e del Festival estivo targato Cigni… Bene, Bettollini anche in questo caso ad un certo punto ci ha messo la faccia ed è entrato coi i piedi nel piatto, ha riportato la Fondazione ad essere sostanzialmente un ente pubblico e meno privatistico. Assumendone la presidenza in quanto sindaco pro tempre (non in quanto Bettollini), ha modificato il tiro, passando da proclami fuori misura tipo “il festival Orizzonti diventerà più attrattivo di quello di Spoleto!” a più miti consigli, ha sbolognato Cigni (bravo ed eclettico, ma dispendioso e troppo autoreferenziale) chiamando prima Roberto Carloncelli, poi – dopo la prematura scomparsa di quest’ultimo – Gianni Poliziani, uno del posto, uno che se ne intende, ma anche uno dell’opposizione… per ricreare anche un rapporto proficuo con le compagnie e le risorse locali, che ha cercato di incoraggiare. I risultati gli stanno dando ragione. Anche su questo l’azione di Bettolini è in linea con noi. E se a ciò aggiungiamo il supporto dato al Lars Rock Fest, diventato in pochi anni un evento di rilevanza nazionale, il punteggio sale…

Ma anche sulle questioni più strettamente afferenti la sfera amministrativa, secondo noi, Bettollini e la sua giunta non si sono mossi male. Sulla viabilità, per esempio, da anni su queste colone scrivevamo che non era accettabile una situazione come quella della SR 146 con quella frana pessimo biglietto da visita per Chiusi o con un incrocio pericoloso come quello dei 4 Poderi. Bene anche su questo Bettollini e i suoi, insieme alla Provincia e alla Regione, sono riusciti a risolvere le due emergenze ripristinando la 146 e installando un semaforo ai 4 Poderi,  ma mettendo anche in sicurezza altri punti critici, come ad esempio l’incrocio tra Via Oslavia e via Mameli allo Scalo. E si sono mossi decentemente anche in occasione di alcune emergenze: sversamenti di gasolio, vento forte con caduta alberi, rischio alluvioni ecc… In alcuni casi (la frana sulla 146, il taglio dell’erba e delle canne nei fossi e canali per evitare “tappi” e esondazioni) ha alzato pure la voce Bettollini, nei confronti della Regione della Provincia e ha fatto bene.

Primapagina è nata 30 anni fa sull’idea di un territorio unito al di là dei confini regionali e provinciali, sull’idea di un rapporto stretto tra Toscana e Umbria in una zona di confine. Bene, anche su questo, dopo anni (forse decenni) di assoluta indifferenza tra una sponda e l’altra, con sindaci che a malapena si conoscevano e si rivolgevano la parola pur essendo dello stesso partito e abitando a 10 km di distanza, Bettollini ha provato a costruire qualche ponte, spendendosi per esempio a sostegno di Matteo Burico a Castiglione del Lago o di Simona Fabbrizzi a Città della Pieve… Per noi, che ne abbiamo fatto una bandiera e un tormentone, un atteggiamento del genere, indirizzato a politiche e rapporti di area, al di là dei confini regionali, è rilevante. E significativo. Diverso dal passato. Il coinvolgimento di tanti sindaci toscani e umbri sulla battaglia per il Frecciarossa è indubbiamente un altro tassello nella stessa direzione.

Sulla vicenda che nel 2019 lo ha visto schierato muro contro muro con il preside  delle scuole medie e con buona parte del corpo docente per il tempo pieno,  ha sì debordato forse nei toni o nell’attivismo, ma ha difeso con i denti il principio costituzionale della pari opportunità riguardo all’accessibilità scolastica, ha difeso il diritto di scelta delle famiglie e l’uguaglianza (tra classi sociali o territoriale tra centri urbani e frazioni), privilegiando questi aspetti rispetto alle aspettative o rivendicazioni corporative di una parte dei docenti. Ha tenuto la barra dove la doveva tenere.

La giunta Bettollini ha anche cancellato e bandito la plastica dalle feste popolari e dalle mense scolastiche... Sarà poco, ma qualcosa è. Ha stretto un rapporto proficuo con Slow Food, che è una decisa e precisa scelta di campo…

Anche sulla questione del progetto Acea diciamolo: Bettolini ha sicuramente sbagliato qualche passaggio comunicativo, soprattutto quelli televisivi, nei quali si è assunto ruoli e posizioni che non gli competevano, ha usato talvolta toni sopra le righe. Ha sbagliato a non voler fare un’assemblea pubblica e questo lo ha esposto (volente o nolente) ad attacchi e critiche senza precedenti, quasi avesse sfidato la città intera. Ciò lo ha messo oggettivamente in difficoltà, lo ha isolato come mai era successo prima. Ma sul piano degli atti amministrativi, quindi dei fatti, che pesano più delle dichiarazioni o esternazioni mediatiche, non ha fatto sconti e si è mosso con criterio. Ha messo in sicurezza la città e il territorio prima con un atto di governo, poi con l’adozione di quell’atto nelle norme di Piano regolatore. Infine, dopo aver evidenziato una serie di carenze tecniche nelle osservazioni inviate dal Comune alla Conferenza dei Servizi, ha chiesto ad Acea di ritirare il progetto, indicando anche una possibile alternativa per la destinazione dell’area: un parco energetico fotovoltaico. E anche questa è una cosa che avevamo proposto come Primapagina nel 2016 in vista della campagna elettorale comunale. I Podemos la inserirono nel loro programma elettorale, ma poi l’hanno lasciata cadere, Bettollini l’ha ripresa e rilanciata. Ci fa piacere. E’ un altro esempio di “vicinanza” di posizioni. Di un cambio di linea positivo.

Quindi se prendiamo a base quello che poteva e potrebbe essere una sorta di “programma politico” di Primapagina, vediamo come Bettollini & C. in questi 4 anni ne hanno raccolto e realizzato più punti, cambiando, con un certo coraggio, anche le proprie posizioni precedenti. Cosa questa non molto usuale nella politica di oggi.

Se adesso, dopo la battaglia campale che si è registrata sul caso Acea, il sindaco e la giunta metteranno in agenda anche la “Conferenza di Pace” per chiudere definitivamente la questione carbonizzatore e aprire il capitolo successivo, quello sul che fare nell’area centro carni e del depuratore esistente, di come affrontare e risolvere il problema fanghi, allora saremo ancora più convinti che stia remando dalla parte giusta.

Certo, come dicevamo all’inizio, il sindaco e la giunta non hanno un esercito vero alle spalle, sono scoperti nelle retrovie, però se vorranno uscire dall’imbuto in cui si trovano adesso, hanno solo una strada: quella di riprendere la parola, portando la cittadinanza a discutere sul futuro, magari lavorando nel frattempo anche per ricreare qualcosa che somigli a un partito politico, ad un campo della sinistra aperto, plurale, riconoscibile, capace di interloquire e non solo di garantire la claque al sindaco e agli assessori.

Ovvio che per essere ancora più credibile, lo stesso Bettollini non potrà far finta che ciò che è successo sul caso Acea non sia successo;  non potrà tergiversare su questioni spinose come il blocco del cantiere del palasport per infiltrazioni mafiose; non potrà rimandare o tenere nel cassetto la soluzione di vicende annose come quella del Centro Merci fantasma di cui non parla più nessuno, ma che è costato due milioni e mezzo di euro per un nulla di fatto… Oppure come quella di dotare Chiusi Scalo di una sala polivalente per conferenze, iniziative culturali, mostre, musica ecc. e per rilanciare e rivitalizzare il tessuto commerciale cittadino che poi è elemento essenziale per la vivibilità e l’appeal della città. La Fornace è una questione a sé, perché è di proprietà privata e il Comune più che preparare il terreno e le condizioni per possibili interventi  non può fare…

Qualche tentennamento lo avrà certamente avuto, ma alla fine non ha avuto paura a prendere le distanze dal suo vecchi amico e sodale Stefano Scaramelli, ha deciso di rimanere nel Pd e provare a battersi lì dentro, senza abbandonare la nave in avaria… tanto che il prode Scara, parlando in tv del rapporto con Bettollini lo ha definito “il normale rapporto che un consigliere regionale può avere con un sindaco della Toscana”. Come se Bettollini fosse come il sindaco di  Torrita, di Sorano o di Bagni di Lucca e non l’ex amico fraterno che gli fece prendere 15 mila preferenze nel 2015. La politica è anche cinismo, talvolta. Ma a volte pure troppo…

Ci piace un po’ meno Bettollini quando va in processione con la fascia tricolore (lì non è richiesta, né opportuna), o quando cede a certe commistioni con la Chiesa, come nel caso del Convegno “La bellezza della Famiglia” in programma per l’8 febbraio prossimo, con la presenza tra gli altri di tale Antonio Brandi, dell’associazione “Pro Vita” un sodalizio su posizioni non solo antiabortiste e antidivorziste (quindi contro leggi dello Stato), ma anche anti gay, anti eutanasia, anti libero arbitrio, che sono state invece da sempre battaglie della sinistra… Ecco certi scivoloni, nei panni di Bettollini noi li eviteremmo.  Speriamo sia solo una questione di “cortesia istituzionale”…

Nel 1942 Benedetto Croce, filosofo liberale, laico, antifascista scrisse un articolo celeberrimo: “Perchè non possiamo non dirci cristiani”. Noi, oggi più sommessamente (ma con spirito gramsciano) diciamo, ecco perché non possiamo non dirci bettolliniani. Il che non vuol dire firmargli una cambiale in bianco. Né passargliele tutte. Né significa appoggiare il Pd, che al momento, diciamolo, proprio non riesce e presentarsi con un volto e qualche proposta che possano rappresentare una ragione per votarlo…

Significa dare a Cesare quel che è di Cesare e fare una valutazione oggettiva, semplice semplice: Bettollini è così, prendere o lasciare. Ma le alternative quali sarebbero? la lega sempre più fascistoide, xenofoba e sovranista? i 5 Stelle che in un anno sono andati al governo del Paese con due maggioranze diverse, ma come movimento si sono liquefatti peggio e più rapidamente della neve al sole? la sinistra a sinistra del Pd, che anche a livello locale non favella su niente, e oltre qualche j’accuse rancoroso nei confronti di un sindaco un po’ sui generis non riesce ad andare?

Questo riguardo all’oggi. Riguardo alle elezioni del 2021, vedremo. Non si sa nemmeno se Bettolini si presenterà. A luglio lo diede per certo, adesso, dopo la vicenda Acea, certe certezze potrebbero anche vacillare. Per noi, molto dipenderà anche dalla lista che farà, dalla “bandiera” che sceglierà, dalla coalizione che metterà in piedi, dal programma elettorale, e da come si muoverà in questi ultimi 12-15 mesi di mandato.

Sappiamo benissimo che dire di essere bettolliniani, adesso, equivale a prendere una posizione impopolare. Contromano rispetto ad un certo senso comune che aleggia a Chiusi. Ma date le proposte che negli anni questo giornale ha fatto, date le battaglie che ha portato avanti e sostenuto, la contraddizione sarebbe non esserlo… E secondo noi, qualcuno, che ha sostenuto le stesse posizioni e oggi lancia strali velenosi ogni quarto d’ora contro il sindaco e la giunta, qualche problema con se stesso ce l’ha…

E poi – diciamolo senza troppi peli sulla lingua –  oggi come oggi, a Chiusi c’è di meglio sulla piazza? La discussione è aperta…

Marco Lorenzoni

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