CHIUSI: UN CONVEGNO OSCURANTISTA E UNA CHIESA LONTANA DALLE PAROLE DI PAPA BERGOGLIO… BETTOLLINI E SCARAMELLI PRENDANO LE DISTANZE!

sabato 18th, gennaio 2020 / 17:29
CHIUSI: UN CONVEGNO OSCURANTISTA E UNA CHIESA LONTANA DALLE PAROLE DI PAPA BERGOGLIO… BETTOLLINI E SCARAMELLI PRENDANO LE DISTANZE!
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CHIUSI – Sinceramente non ne sentivamo la mancanza. E se proprio si voleva parlare di Medioevo, era meglio invitare Alessandro Barbero o Franco Cardini che di Medioevo se ne intendono. Di gente che invece il medioevo vorrebbe riproporcelo pari pari nel 21esimo secolo, no, francamente avremmo fatto volentieri a meno. Di cosa stiamo parlando? Di un convegno che si terrà a Chiusi, saletta del Teatro Mascagni, il prossimo 8 febbraio, dalle ore 15,30. Titolo: “La bellezza della famiglia”. E fin qui niente di trascendentale. Anche perché l’iniziativa è organizzata dalle Parrocchie d Chiusi città San Secondiano e San Francesco. E infatti tra gli oratori figurano Don Azelio Mariani, parroco di Chiusi città e già direttore dell’Araldo Poliziano; Mons. Stefano Manetti, vescovo della Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza; poi il sindaco di Chiusi Juri Bettolini e il consigliere regionale Stefano Scaramelli. Poi Massimo Gandolfini dell’Associazione “Family Day” e Antonio Brandi, detto Tony, dell’associazione “Pro Vita & Famiglia”.

Ecco, Gandolfini e Brandi, due esponenti di punta dell’oscurantismo cattolico più oscuro. Entrambi esponenti di quel cattolicesimo integralista che si oppone ai diritti civili: dal divorzio all’aborto (opponendosi a leggi dello Stato) fino all’eutanasia, ai matrimoni gay, alle coppie di fatto. Ma sono anche contro l’omosessualità in quanto tale e contro il libero arbitrio nelle scelte afferenti la sfera sessuale o lo stato civile…

Roba appunto da Medioevo. Brandi e Gandolfini sono due campioni del Medioevo prossimo venturo che certi ambienti vorrebbero ripristinare.

Brandi è anche amico intimo dichiarato di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, partitino neofascista tra i più facinorosi…

Stupisce, francamente, che la chiesa di Chiusi, nota per trascorsi e percorsi conciliari organizzi una simile iniziativa. Diciamolo, ci sembra fuori luogo anche la presenza del sindaco Bettollini, che qualche tempo fa ha deliberato l’adesione al Toscana Pride e del consigliere regionale Scaramelli. Ci auguriamo che la loro partecipazione sia solo un atto di “cortesia istituzionale” conseguente ad un invito. E che si limitino ad un saluto. Noi, però, nei loro panni il nome su una cosa del genere non ce lo avremmo messo. Perché figure come Gandolfini e Brandi sono esponenti di un pensiero e di posizioni che rappresentano il contrario della modernità, della laicità dello stato sancita dalla Costituzione, della libertà individuale frutto dell’illuminismo ma anche posizioni lontanisime, contrarie al pensiero della sinistra di questo Paese. Scaramelli è cattolico praticante da sempre, ma non ha mai espresso posizioni di tal fatta. Men che meno Bettollini. E allora?

Allora il consiglio che ci permettiamo di dare loro è quello di limitarsi al saluto istituzionale, prendendo le distanze e dichiarandosi estranei a quelle posizioni. Anche per non coinvolgere Comune e Regione in uno “scivolone” rovinoso. Ci piacerebbe che dicessero che la famiglia è una cosa bella, certo, ma tutte le famiglie lo sono, anche le famiglie arcobaleno, quelle miste per razza e religione, quelle fatte da due donne o da due uomini, quelle unite da un vincolo “di fatto” e non da un contratto di matrimonio… Dove sta la differenza?

Ma il problema non riguarda solo Bettollini e Scaramelli, il Comune o la Regione. Riguarda anche la Chiesa di Chiusi. E nella fattispecie il parroco Don Azelio e soprattutto il vescovo Manetti. I quali con un convegno del genere sembrano andare in direzione del tutto opposta rispetto a ciò che dice papa Francesco che predica tolleranza e meno ipocrisia…  Lontani, lontanissimi, anche nella Chiesa di Chiusi, i tempi del “compagno Vescovo” Mons. Rodolfo Cetoloni, che organizzava le marce della pace e di sicuro un amico intimo di Roberto Fiore non lo avrebbe invitato.

Mentre Francesco si sgola sulle vicende dei migranti, dei preti pedofili, sull’uso distorto delle chiesa, a Chiusi c’è aria di restaurazione, di una chiesa più vicina a papa Ratzinger, lontana da quella pauperistica e conciliare di Don Mosè o di Claudio Provvedi. Ecco, a poche settimane dalla morte di Claudio Provvedi, un convegno come quello dell’8 febbraio, suona quasi come un’offesa alla memoria.

Chiusi è una città in decadenza, non vi è dubbio, è una città che stenta a trovare o ritrovare una sua identità, che peraltro nella chiesa dei primordi ha radici profonde e robuste, ma convegni del genere, con personaggi del genere non se li merita. Stavolta, lo scivolone, oltre Bettollini e Scaramelli lo hanno fatto anche il vescovo Manetti e il parroco di Chiusi città. Sempre che di scivolone si tratti e non di una scelta ponderata e precisa.

Ecco perché sarà bene che Bettollini e Scaramelli, a scanso di ogni equivoco,  si tengano a distanza e precisino come la pensano.

m.l.

 

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