ACEA, DA CITTA’ DELLA PIEVE UNA VOCE “POSSIBILISTA” E NON CONTRARIA A PRESCINDERE. UNA NOTA DEL GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA

martedì 19th, novembre 2019 / 15:34
ACEA, DA CITTA’ DELLA PIEVE UNA VOCE “POSSIBILISTA” E NON CONTRARIA A PRESCINDERE. UNA NOTA DEL GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA
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CITTA’ DELLA PIEVE –  Se da Cetona è venuto ieri sera un NO secco e sena appello al progetto Acea, dalla città del Perugino, anch’essa confinante con il Comune di Chiusi e con un’area industriale contigua a quella in cui l’impianto Acea dovrebbe sorgere, arriva una voce di segno diverso. Cioè non contraria a prescindere, ma più possibilista e sostanzialmente fiduciosa nell’iter partecipativo avviato dalla Regione Toscana con l’Inchiesta pubblica. E’ la voce del gruppo consiliare di minoranza “Città della Pieve in Comune” che fa capo al Pd e alla sinistra ed è guidato da Simona Fabbrizi.

Domani mercoledì 20 novembre a Po’ Bandino il Pd pievese terrà un incontro di partito sul tema, tra gli invitati anche il sindaco di Chiusi Bettollini.

Una posizione, quella della lista di opposizione pievese, che non solo è diversa dalla posizione di altri partiti e movimenti del territorio, ma è anche piuttosto distante da quella assunta dal sindaco Risini e dalla sua maggioranza, che è sostanzialmente contraria all’insediamento. Così come si è dichiarato contrario Lorenzo Berna, leader della destra pievese.

Da segnalare il fatto che lo stesso tecnico designato dai Comitati del NO quale commissario di parte nell’inchiesta pubblica è l’ing. Cristiano Casucci,  marito della vicesindaca di Città della Pieve Lucia Fatichenti. Cosa che pone il Comune in una posizione oggettivamente scomoda.

Anche in questo caso non siamo di fronte ad un Sì al progetto, siamo di fronte ad un approccio non dogmatico, non fondamentalista, e “impaurito”, in linea peraltro con le posizioni più volte espresse dalla sinistra sui temi ambientali e la green economy, un approccio, come dicevamo rispettoso e fiducioso nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e sulla procedura mezza in atto dalla Regione Toscana, titolare del procedimento. In sostanza è anche atto di solidarietà – rispetto al metodo – nei confronti dell’amministrazione di Chiusi e del sindaco Bettollini, prendendo le distanze dalla tendenza ad “agitare” le paure e le problematiche  sui social…

Ecco il testo del comunicato diffuso da Città della Pieve in Comune.

È stato presentato un progetto di intervento sull’area del comune di Chiusi per lo sviluppo di una tecnologia che dovrebbe recuperare rifiuti liquidi urbani e trasformarli, con un processo di trattamento ad aria calda (200 gradi), senza combustione e con ciclo sigillato, in sostanza solida (lignite) e fertilizzanti.

Un progetto di recupero dei liquami economicamente sostenibile che dovrebbe migliorare l’ambiente, evitando la dispersione incontrollata dei reflui nell’ecosistema e che dovrebbe creare anche lavoro.

L’area interessata, collocata in una zona industriale, è quella in cui è presente, da anni, un depuratore che dovrebbe cessare a breve la sua attività per ovvia obsolescenza. Il progetto prevederebbe che la società Acea, controllata dal Comune di Roma, costruisca e gestisca sia il nuovo sito, sia la riqualificazione dell’attuale depuratore.

Il progetto non è oscuro ma è stato formalmente presentato recentemente anche ad ‘Ecomondo’ di Rimini, la fiera di riferimento in Europa per l’innovazione industriale e tecnologica dell’economia circolare, davanti a operatori pubblici e privati provenienti dall’Italia e dall’estero, tra cui amministratori umbri e di Città della Pieve.

Per la vicinanza con il nostro comune, ma anche per ovvia fondamentale partecipazione di tutte le comunità più o meno geograficamente vicine, è in atto una fase di ascolto promossa dalla Regione Toscana, sia con assemblee pubbliche, sia con acquisizione di parere da parte di Enti, associazioni ed esperti del settore.

La nostra lista, Città della Pieve in Comune, ha già avuto nei mesi passati formali e chiari incontri con il sindaco di Chiusi Juri Bettollini ed altri amministratori locali, sia sulle questioni relative alla cooperazione possibile tra le comunità, sia su primari aspetti di politica ambientale e tutela della salute. Gli incontri si sono tenuti sia nella città di Chiusi sia, in forma pubblica, a Città della Pieve nel mese di maggio. Altri ne avremo a breve. In tutto ciò ci stiamo avvalendo del parere di esperti nel settore, indipendenti, poiché non abbiamo la presunzione di parlare senza prima documentarci in merito alle situazioni specifiche che non sono quelle dei social, studiando le problematiche e non agitandole, come accade ormai purtroppo frequentemente.

Non ci sfugge pertanto, tra gli altri, il problema del progetto presentato e pubblico, che va affrontato con la più ampia informazione sui possibili impatti ambientali, sui possibili sviluppi in senso di Green Economy che una tale opera deve considerare e sulle possibili positive ricadute occupazionali e formative, con l’attivazione di ulteriori uffici e laboratori di studio nelle località interessate, ad opera di Regione, Enti pubblici ed Università.

Il progetto, dopo la richiamata fase partecipativa, che è già formale presa d’atto, sarà a norma di Legge proseguito nella Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ad opera del titolare della eventuale autorizzazione, che è la Regione Toscana, la quale, ovviamente, acquisirà tutti gli studi e pareri degli organi preposti.

Una seria politica deve pertanto vigilare e controllare che tutte le fasi della progettazione e presentazione di elaborati sia trasparente, scientificamente documentata, controllata da tutti i portatori di interesse che sono, primariamente, i cittadini, prima di assumere qualsiasi decisione. Una politica che sia verde ed ecologica, supportata scientificamente e in maniera trasparente.

Abbiamo pertanto fiducia nell’attività dell’Ente Regione Toscana, titolare di tutta la fase avviata, ed attendiamo il completamento dell’iter senza sostituirci a nessuno e senza prese di posizioni a prescindere o polemiche interessate, che spesso stanno emergendo con disinformazioni o catastrofismi. Altrettanto chiaramente diciamo no a facili interessi di parte che porterebbero sempre a minimizzare i problemi.”

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