ON THE ROAD. AGAIN: UN TEATRO CHE FORMA E INFORMA, CHE EMOZIONA E FA PENSARE
CITTA’ DELLA PIEVE – So che sto per dire qualcosa che a molti parrà un’eresia, ma i classici a Teatro mi hanno un po’ stancato. Sempre più spesso di fronte alla prospettiva di andare a vedere un “Giardino dei Ciliegi” o “Un piacere dell’onestà” o “Un sogno di una notte di mezza estate” filologicamente messi in scena, non faccio proprio i salti di gioia. Sono passati per me i tempi in cui desideravo precisamente sentire echeggiare le battute della sceneggiatura, veder realizzate le scenografie immaginate dagli autori, vivere, insomma, l’esperienza teatrale secondo i dettami della più pura illusione scenica.
Sempre più prediligo adesso vedere riscritture e rivisitazioni dei classici, quando si tratta di convincenti reinterpretazioni che li fanno rivivere in forme moderne, gettano nuova luce su antiche vicende, fanno scorrere nuova linfa in trame che si rivelano proprio per questo sempre vive e in grado di parlarci.
Ma sempre più mi piace anche vedere opere nuove, pièce frutto della creatività di autori contemporanei, fuori dai generi tradizionali, contaminate dall’uso di mezzi multimediali, immagini, musica, filmati, e mi capita spesso – anche da questo osservatorio periferico e minimo in cui vivo – di stupirmi per la qualità di ciò che sono in grado di portare in scena autori non professionisti e con mezzi modesti.
Soprattutto mi piacciono gli spettacoli di teatro di narrazione e civile, opere scritte per mettere in scena la Storia, ripercorrere vicende collettive, farsi e fare domande, sollevare dubbi, mettere il dito nella piaga, provocare, far pensare. E devo dire che, negli anni, anche nei piccoli e preziosi teatri della zona – dagli Arrischianti di Sarteano, al Mascagni di Chiusi, agli Avvaloranti di Città della Pieve (per non dire del Mancinelli di Orvieto, il Signorelli di Cortona e il Morlacchi di Perugia) – di spettacoli di questo genere ne sono andati in scena tanti.
L’ultimo della serie per me è stato quello di sabato sera, quando a Città della Pieve c’è stata la prima replica dello spettacolo “On the road. Again” scritto da Marco Lorenzoni con la collaborazione di Elda Cannarsa.
Dei caratteri del lavoro, descritti fino ai minimi dettagli in modo molto accurato, parla l’autore stesso nel pezzo che è qui linkato, io vorrei solo aggiungere che, secondo me, di opere come queste c’è davvero bisogno. Un teatro che forma e informa, un teatro che emoziona e fa pensare, un teatro che, in definitiva, restituisce alla sua funzione originaria e alla sua finalità formativa questa antica e nobile forma di spettacolo.
Si tratta di un testo complesso, costruito di elementi compositi e ben amalgamati sul filo rosso che li tiene insieme: la strada, il viaggio, la fatica del vivere, le folle di diseredati che cercano un posto dove stare e una vita decente, il confine, la mia terra e la tua terra, la mia vita e la tua vita. La musica rende vivo e palpabile ciò che gli abili narratori raccontano e le voci penetrano le coscienze, lasciano un graffio nell’anima.
Grazie a Marco che, pur non essendo un professionista in questo campo, riesce ogni volta ad emozionare e sorprendere con delle opere veramente belle.
Lucia Annunziata*
(*collaboratrice di Primapagina, docente di lettere a Liceo Italo Calvino di Città della Pieve)
Le parole di Lucia Annunziata fanno senza dubbio piacere. Ripagano della fatica e della tensione accumulata per allestire lo spettacolo. E sono anche uno stimolo, un incoraggiamento a riprovarci, a stare ancora un po’ on the road. E ci piace segnalare qui sotto, altri commenti pervenuti da parte di spettatori che erano presenti sabato scorso a Città della Pieve:
SIMONE NASORRI (galleria d’arte Spazio Ulisse, Chius): Si, è’ stata davvero una bella serata! Certo la passione per certa musica aiuta ma anche chi è “alle prime armi” impara ad associare le note a un messaggio profondo. La musica è arte e comunicazione . Colpisce l’animo in modo diretto e trasmette messaggi di dolore, di gioia, di protesta. Questo spettacolo ci ha raccontato storie di un mondo meno lontano di quanto si pensi del passato ma tremendamente attuali e i narratori come i musicisti sono stati bravissimi. Speriamo di vedere ancora spettacoli così”
SIMONE CANESTRELLI (Canestrelli Petroli, Chiusi): “Bello spettacolo che sa unire riflessione e suggestione. Grande musica, bravissimi i narratori e testi appassionati. Bravi!”
CARMINE PUGLIESE (ex assessore alla cultura Città della Pieve): “Spettacolo molto interessante…contenuti anche attualizzati…e. la grande musica che ha accompagnato la nostra giovinezza e le nostre speranze…bravi”.
CESARE MENCHETTI (Cetona): Lo spettacolo è stato eccezionale. Sia per i contenuti che per lo svolgimento. E’ l’opinione espressa dal pubblico in uscita dal teatro. Considerazione personale: sarebbe da portare nelle scuole, soprattutto nelle ultime classi delle superiori. Un bel po’ di storia, cultura, ecc…Complimenti! i tempi e l’alternanza dei narratori e della musica, perfetti…Non c’era modo di annoiarsi
Musicisti bravissimi. E lo dice uno che va poco oltre la metà dell’ottocento in fatto di gusti musicali”.
FABIO DI MEO (Ex sindaco di Cetona): “Testi molto belli, musica di qualità suonata nel miglior modo possibile da ragazzi che di solito fanno musica loro, costruzione drammaturgica efficace. Aggiungerei video o immagini che aiutino a seguire meglio il ragionamento e magari trasformare una o due letture in brani recitati con un po’ di movimento… Comunque una cosa nel complesso più che dignitosa”.
LORENZO BERNA (Città ella Pieve): “Spettacolo interessante, mi è piaciuto. Problemistico sui temi, ma se non s riflette sulla storia e sul presente il cervello che lo teniamo a fare? Sono d’accordo anche sui contenuti. I musicisti mi sono parsi molto bravi, come i lettori e la lettrice”.
LINO POMPILI (Chiusi): “uno degli spettacoli migliori che ho visto negli ultimi anni. Ben congegnato, professionale e con forti contenuti culturali civili e sociali. Quindi anche politici. Ottimi i musicisti, che secondo me meriterebbero attenzione e valorizzazione. Buona anche la narrazione, con la danza a dare movimento… Forse può essere migliorato in qualche dettaglio, ma la base è robusta e lo spettacolo merita di essere riproposto il più possibile perché è ben fatto e dà messaggi forti”.
ERCOLE ALESSANDRO PASCUCCI (Chiusi): i Dudes sono stati una piacevole sorpresa, per me, sono stati molto bravi. Forse i tempi della parte narrata sono un po’ lenti. I narratori sono tutti bravi, ma a mio avviso i tempi sono un po’ lenti”.
Uno spettatore presente al Teatro Avvaloranti di Città della Pieve, sabato scorso, mi chiede se ci sono dei film che possano “approfondire” ciò che si è raccontato in “On the road. Again”. Certo che ce ne sono. Ne segnalo alcuni: Furore, di John Ford, 1940; Fronte del porto di Elia Kazan del 1954; No direction home di Martin Scorsese, 2005; Il cacciatore di Michael Cimino, 1978; Malcom X di Spike Lee 1992; El norte di Gregory Nava, 1983; Il fuoco della vendetta di Scott Cooper, 2013; Easy rider di Dennis Hopper, 1969 e Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni, 1970… Ce ne sono sicuramente anche altri, ma già questi danno un’idea abbastanza compiuta di cosa era/è l’America raccontata da Woody Guthrie, Bob Dylan e Bruce Springsteen: le migrazioni del dust bowl, il maccartismo, la stagione delle lotte per i diritti civili, il Vietnam, la rust belt, la migrazione dal centro America verso gli Usa, la vita degli immigrati e della working class, la Route 66… In On the road. Again abbiamo cercato di condensare tutto questo in un’ora e 40 minuti di parole, musica e danza…