CHAT PEDOPORNOGRAFICA CON RICHIAMI NEONAZISTI SCOPERTA (E SGOMINATA) IN SEGUITO ALLA DENUNCIA DI UNA MADRE SENESE

giovedì 17th, ottobre 2019 / 15:08
CHAT PEDOPORNOGRAFICA CON RICHIAMI NEONAZISTI SCOPERTA (E SGOMINATA) IN SEGUITO ALLA DENUNCIA DI UNA MADRE SENESE
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TRA GLI INDAGATI 19 MINORENNI…

SIENA – Tutto è partito dalla denuncia di una madre che, nel mese di gennaio 2019 si è rivolta ai Carabinieri di Siena dopo aver trovato sul cellulare del figlio 13enne video pedopornografici con atti di violenza e brutalità su minori.

Tale materiale circolava su un gruppo WhatsApp in cui il ragazzino era entrato. Una denuncia coraggiosa, certamente non facile, che ha consentito però di scoperchiare una pentola maleodorante, con ramificazioni in diverse parti d’Italia e anche con risvolti di natura politica.

I video messi in circolazione nel gruppo oltre a scene di violenza inaudita su bambini contenevano infatti anche richiami al nazismo. E anche estremismo islamico. Già il titolo o denominazione del gruppo WhatsApp, la dice lunga: “The Shoa Party”, dove il termine Shoa, richiama inevitabilmente l’olocausto, lo sterminio degli ebrei per opera dei nazisti e dei loro complici fascisti.

L’indagine è stata condotta poi dalla Procura di Firenze. che ha agito usando anche lo strumento delle intercettazioni telematiche. E’ durata 5 mesi. I Carabinieri si sono “infiltrati” nel Gruppo Whatsapp e son risaliti ai promotori e organizzatori della chat pedopornogafica e filonazista. Alla fine sono stati emessi 25  decreti di perquisizione a carico degli indagati, 19 dei quali minorenni e solo 6 maggiorenni, eseguiti nella nottata tra il 15 e il 16 ottobre in 13 province italiane.

Nelle perquisizioni sono stati sequestrati decine di telefonini e personal computers che adesso verranno scandagliati da consulenti tecnici della Procura.

Resta, al fondo di questa squallida vicenda, una verità difficile anche da raccontare: la tendenza diffusa, anche tra minori, a provare piacere nel guardare scene di violenza e degradazione. E nell’accettare o considerare normali richiami per nulla velati alla cultura nazista e alle pratiche di sopraffazione usate dai nazisti nei lager e nelle “casermette” in cui interrogavano i prigionieri.

E questa storia, portata alla luce grazie al coraggio di una madre senese, ci dice che queste cose non sono lontane, ma ci riguardano direttamente, qui, in questo territorio. E questa storia è anche una risposta, implicita, ma chiarissima a chi dice che destra e sinistra non esistono più o sono uguali ed equipollenti…  Non è così, la cultura machista, che si nutre di sopraffazione e affermazione di un potere e di una supremazia anche nei rapporti sessuali è una cultura di destra. Di quella peggiore, violenta, retrograda, reazionaria.

(Foto di copertina It.sott.net)

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