“SPACCIANO, SPORCANO, FANNO CASINO, SONO VIOLENTI”, IL SINDACO DI CHIUSI DENUNCIA LA PRESENZA DI UNA BABY GANG ALLO SCALO
CHIUSI – C’è una “banda” che stazione nel parco di Piazza XXVI Giugno e immediate vicinanze e che si abbandona a “comportamenti molesti, atti intimidatori verso passanti, spaccio e uso di stupefacenti, danneggiamenti vari, atti osceni e rumori molesti dalle prime ore della sera fino a tarda notte”. Insomma una “bandetta” di teppistelli. A denunciarne la presenza e a chiedere un intervento delle Forze dell’Ordine è il sindaco Bettollini, in seguito a varie segnalazione da parte di cittadini infastiditi e preoccupati.
Bettollini fa sapere di aver “appena sporto formale denuncia inoltrandola a tutte le nostre Autorità Civili e Militari, per contribuire a porre fine a questa situazione, con la richiesta di individuare ed identificare il gruppo in flagranza adottando ogni comportamento ritenuto necessario con spirito determinato e sinergico tra tutte le forze di Polizia”. Il sindaco ha anche dato disponibilità non solo all’uso dell’impianto di video sorveglianza comunale, ma anche la disponibilità del corpo di polizia municipale a supporto delle operazioni e la sua personale garanzia a sottoscrivere, qualora se ne ravvisassero le condizioni, il DASPO Urbano, ovvero, il potere riconosciuto al Sindaco, una volta individuato il trasgressore, di multare e stabilire il divieto di accesso ad alcune aree della Città per chiunque ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione di infrastrutture pubbliche.
Va detto che la situazione denunciata dal sindaco Bettollini e segnalata da molti cittadini, non è in relazione con presenza in questi giorni in piazza XXVI Giugno del “quartier generale ” dei Ruzzi della Conca. La presenza dei Ruzzi non c’entra niente, anzi, se mai ha reso meno sfacciati certi comportamenti, segnalati nelle settimane precedenti. Va detto che la zona è stata oggetto di recentissimi lavori pubblici come la realizzazione del posteggio e l’adeguamento del Parco Giochi intitolato a Don Romano, parroco chiusino di origini africane ucciso in Congo nel 2002.
Il sindaco in un post su Facebook, nel quale fa sapere della denuncia che ha sporto, parla di “segnalazioni pesanti” (cioè persone che hanno riferito di fatti gravi e non semplici ragazzate) e di “persone che hanno avuto remore a segnalare per paura”. Ecco in un paese come Chiusi (come in nessun altro paese) possono esserci zone franche, dove qualche prepotente “pensa di dettare legge o di fare il cazzo che gli pare” come ebbe a dire il sindaco di un paese della riviera romagnola a proposito della movida molesta, qualche anno fa…
In questo caso le segnalazioni riferiscono di ragazzi molto giovani. Il che è anche peggio, perché è il segno di una incultura, di un decadimento del senso di rispetto verso “i grandi” e verso il patrimonio pubblico. Poi c’è la questione non secondaria dello “spaccio e uso di stupefacenti” (circostanza richiamata dal sindaco), che se fosse confermata sarebbe la cosa più preoccupante, perché vorrebbe dire che certe sostanze circolano anche tra i giovanissimi e gli adolescenti.
Due anni fa, nell’estate del 2017, una serie di atti vandalici a danno di parchi e giardini pubblici e anche di proprietà private, con conseguenze pesanti sul patrimonio comunale e di alcuni cittadini accese i riflettori su quelle che venivano definite baby gang in cerca di una botta di adrenalina… Adesso questa nuova puntata con la denuncia e la richiesta di Daspo avanzata dal sindaco su una presunta “bandetta” che “spaccia, sporca, fa casino ed intimidisce le persone”…
Senza evocare scenari da Stato di polizia o da Grande Fratello orwelliano, che non ci piacciono affatto, la situazione va comunque affrontata e portata alla luce. Chiusi non è il set di ‘Arancia Meccanica’. E forse anche le famiglie dovranno cominciare a interrogarsi e a verificare un po’ meglio cosa fanno e dove vanno i loro ragazzi la sera…
m.l.
Neppure io sono d’accordo con misure estreme di polizia o telecamere ad ogni metro di strada, credo però che non si possa essere “ostaggio” di un branco che si impadronisce di un territorio rendendolo zona franca a proprio uso e che proprio in virtù della “forza” del branco si sente in potere di fare “il cazzo che gli pare”. Vivo da quasi vent’anni nella zona del centro storico che tutti conoscono come l’olivazzo e quindi posso testimoniare anch’io di situazioni simili, sicuramente non connesse al fenomeno dell’uso o allo spaccio di stupefacenti, ma con forti schiamazzi che per tutta l’estate fino a notte molto inoltrata (anche fino alle tre), impediscono di riposare in maniera adeguata a chi la mattina dopo, magari di buon’ora deve alzarsi per andare al lavoro. Ciò che dà più fastidio è la noncuranza verso l’altro, se alle tre di notte si urla come a mezzogiorno, infischiandosene di chi a pochi metri dorme o meglio vorrebbe dormire, significa non aver assimilato i minimi principi di educazione e di senso civico. Più volte ho segnalato quella situazione alla polizia municipale ma non ho trovato grande riscontro, nel tempo ho smesso di affacciarmi alla finestra brontolando perché a volte oltre allo scherno ho subito anche offese, col tempo mi sono rassegnato all’inciviltà, e dato che non credo alla giustizia fai da te tipo farwest lascio perdere però con una certa rabbia. Senza evocare chissà quali scenari però mi auguro che chi di dovere possa risolvere queste situazioni.
Al tempo stesso credo che certe situazioni siano figlie di una scollatura tra le varie componenti della società che non possono essere affrontati solo con l’approccio delle misure di polizia, le tante bocciature a scuola e i tanti abbandoni scolastici sono il segno di un male che attanaglia il nostro paese che non è poi tutta questa meraviglia come a volte qualcuno lo dipinge, quindi vanno bene le sanzioni quando siamo in presenza di reati, non si può però prescindere da un approccio sociologico per valutare in maniera adeguata il fenomeno.