OLTRE 16 MILA SPETTATORI IN 5 GIORNI AL LIVE ROCK FESTIVAL: ACQUAVIVA DA FRAZIONE DI CAMPAGNA A CAPITALE DELLA BUONA MUSICA E DELLE BUONE PRATICHE

lunedì 02nd, settembre 2019 / 17:01
OLTRE 16 MILA SPETTATORI IN 5 GIORNI AL LIVE ROCK FESTIVAL:  ACQUAVIVA DA FRAZIONE DI CAMPAGNA A CAPITALE DELLA BUONA MUSICA E DELLE BUONE PRATICHE
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ACQUAVIVA – In cinque serate, il “Fierale” di Acquaviva ha ospitato almeno 16 mila persone. Praticamente 10 volte la popolazione della frazione poliziana. Al Fierale c’era il Live Rock Festival, che è uno dei più importanti e rinomati festival rock a livello nazionale, ma è pur sempre un evento di nicchia. Pensateci bene però: 16 mila persone ad Acquaviva, sono più della popolazione dell’intero comune di Montepulciano. Sono più di quelle viste in ogni altra manifestazione di massa di tutto il comprensorio, compresi gli altri festival musicali. Anche quelli in cfescita esonenziale come il Lars Rock Fest di Chiusi che quest’anno ha fatto il botto con i Wolfmother.

Il festival rock di Acquaviva, edizione 2019, ovvero edizione n.23, s è dunque confermato come l’evento clou di tutta la Valdichiana e dintorni. Con la sottolineatura che trattasi di eventi che si tiene in una frazione, non in una grande città o in un’area metropolitana metropolitana e nemmeno in una cittadina di medie dimensioni come potrebbe essere Cortona o Città di Castello o Orvieto…

Acquaviva è come l’astigiano di Paolo Conte… un posto che è “in fondo alla campagna… E abbiamo il sole in piazza rare volte. E il resto è pioggia che ci bagna”.

Acquaviva è più come Stradella che non come il Forum di Assago o Viareggio… E ad organizzare un festival da 16 mila spettatori non è una grande agenzia o Radio DeeJay… E’ un collettivo di ragazzi (qualcuno era un ragazzino 23 anni fa e adesso è sulla quarantina), che ha messo su anche un circolo ricreativo per sopperire alla chiusura di tutti i bar del paese.. Si chiama Collettivo Piranha e come i famosi pesci tropicali è famelico di buona musica e buone pratiche.

Adesso molti eventi, quasi tutti i festival, le sagre, le feste popolari, anche nella zona sono orgogliosamente “plastic free”, ma i primi ad esserlo sono stati loro quelli del Piranha. Ad Acquaviva. E anche sul piano artistico-musicale il Live Rock Festival no è mai banale. Nè semplicemente ammiccante alle mode del momento. Quest’anno ha proposto anche alcune “anteprime mondiali” e debutti italiani, tra indie rock, Rap, trap, techno… Per alcune band e artisti è stato un vero e proprio “bagno di folla”. Forse inaspettato in un la location del genere. E’ il caso degli americani Chk Chk Chk che hanno presentato il loro nuovo album Wallop;  della britannica Anna Calvi o del rapper Rancore, accreditato come uno dei migliori interpreti dell’hip hop made in Italy. Interessanti e coinvolgenti le esibizioni di Nu Guinea o Algiers…

Il fatto che ad aprire la kermesse sia stata una band locale (Chiusi e Montepulciano) con uno dei 4 elementi membro dello stesso collettivo Piranha è stato un fatto non secondario. Un tributo alla crescita del movimento musicale del territorio, al rock made in Valdichiana… Per i Dudes (questo il nome della band) una sorta di consacrazione tra amici, certo, ma anche davanti ad un pubblico importante ed esigente e su un palco che sembrava quello di Woodstock.

Grande soddisfazione per gli oltre 200 volontari del Collettivo Piranha: “In un’epoca di emigrazioni ed espatri e considerate le difficoltà nell’organizzare manifestazioni culturali che abbiano alto profilo e autorevolezza internazionale, il successo del nostro festival è un atto di resistenza civica, con l’obiettivo primario di costruire un tessuto sociale e culturale nel nostro territorio”.

Quello di Acquaviva non si può definire (e non è) un festival militante. Ma è di sicuro un festival “resistente”, un evento di resistenza culturale, prima ancora che politica, contro l’omologazione, contro il pensiero unico, contro la dittatura del marketing e del mercato, contro il decadimento verso il trash (anche nelle scelte musicali) che imperversa in tante feste paesane, grandi e piccole. Grande musica, artisti non banali, apertura al mondo, valorizzazione e visibilità a band locali meritevoli e a filoni che viaggiano spesso sottotraccia… Scusate se è poco. Lunga vita al Live Rock Festival e al Collettivo Piranha. Che è un bell’esempio. Di un certo “collettivismo” c’è davvero bisogno.

m.l.

 

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