LA SCISSIONE DI RENZI E LO STRANO SILENZIO DI SCARAMELLI. INTANTO PER LA REGIONE SPUNTA LA CANDIDATURA CECCARELLI
CHIUSI – Stefano Scaramelli è cresciuto. Si è scafato non poco. E’ considerato dai suoi un “politico navigato” quasi di lungo corso anche non ha neanche 45 anni. E’ stato ed è (fino a prova contraria) il leader indiscusso dei renziani senesi, oltre che consigliere regionale. Mister 15 mila preferenze, nel 2015. Ma da due giorni, cioè da quando Renzi ha annunciato la fuoriuscita dal Pd e la formazione prima di due gruppi parlamentari autonomi, poi di un nuovo partito che chiamerà “Italia Viva” (si è dimenticato che Italia Viva era uno slogan di Veltroni e anche il titolo di un libro di Mario Capanna, che ora minaccia di chiedergli i danni per plagio e diritti d’autore), Scaramelli è rimasto in silenzio. Sul suo profilo Facebook, oggi annuncia l’anteprima del suo libro con la consegna delle prime 100 copie, presso il circolo dopolavoro de La Foce, nel cuore della Valdorcia. Un bel posto, indubbiamente quanto a panorama, ma non proprio centralissimo. Verrebbe da dire “lontano da occhi indiscreti”. Fuori dai circuiti più battuti. Non ha detto una parola Scaramelli sulla scissione di Renzi. Il che fa pensare che anche lui, come Lotti, come Nardella, come Marcucci e altri, non lo seguirà. Non subito almeno. Ieri sera a Chiusi era presente ad una riunione del Pd, ma anche lì ha parlato di tutto meno che della scissione e di cosa farà lui.
La cosa è singolare. Bettollini che pure è stato suo sodale e fido scudiero, oltre che amico, prima di prenderne le distanze, la sua l’ha detta, non si è fatto pregare. Ha detto che non seguirà Renzi, ma che non gli piace neanche la deriva correntizia del Pd, né tantomeno il governo coi 5 Stelle. Ma Bettollini è estemporaneo, viscerale. Più diretto. E’ cacciatore e quando vede la preda che si muove spara, senza stare a fare trope congetture. Scaramelli no, è più paludato. Viene dalla Sinistra Giovanile e dai Ds, ma in questo sembra un democristiano d’antan. Di quelli bravi, di una volta, che stavano sempre a galla.
L’impressione è che Scara voglia aspettare di capire come evolve la situazione in vista delle prossime Regionali in Toscana. Si voterà a primavera, manca poco. Rossi deve lasciare. E per la successione adesso spuntano i nomi degli assessori Saccardi e Ceccarelli, mentre l’ipotesi Eugenio Giani, candidato in pectore dei renziani, con la scissione in atto sta perdendo quota.
Bettollini, anche in questo caso senza pensarci troppo, ha già fatto sapere che appoggerà volentieri Ceccarelli, se il Pd sceglierà lui. Scaramelli, che negli ultime mesi e settimane ha battuto le feste de Pd e della Cgil di tutta la Toscana, non si è invece pronunciato, né si pronuncia. Neanche su questo versante.
Vorrà capire se nel Pd c’è la possibilità di un mandato bis. Se dovesse decidere di seguire Renzi, tale possibilità sarebbe ridotta, ovviamente. E quindi se ne sta rintanato, accucciato in attesa. E intanto presenta il libro-intervista sulla sua vita e sulla sua esperienza politica.
Ora ,”le mie memorie” di solito uno le scrive in età avanzata, quando è già sul viale del tramonto, per fare un bilancio. A 40 anni i politici i libri li scrivono per lanciare un messaggio, un’idea, una proposta, una linea… Scaramelli, è vero, è in pista da una ventina d’anni. Era un ragazzo quando Ceccobao lo fece eleggere in consiglio comunale e lo chiamò in giunta. Poi ha fatto il sindaco per 4 anni, infine il consigliere regionale. Ma resta un politico giovane, con una storia ancora fresca alle spalle. Che avrà mai da raccontare?
Questa dei libri su se stessi deve essere una “linea” studiata a tavolino. Ha fatto la stessa cosa anche la rampantissima neo sottosegretaria Anna Ascani, che tra l’altro ha una decina di anni di meno di Scaramelli, super renziana pure lei.
Il libro-intervista di Scaramelli è pronto da qualche settimana (lo ha scritto lui su facebook), quindi questa vicenda della scissione di Renzi non sarà contemplata. Forse non ci sarà nemmeno quella del governo giallo-rosso, altro argomento su cui ha detto poco o nulla anche negli incontri pubblici e sui social. Rischia insomma di uscire già superato dagli eventi.
Comunque lo leggeremo. Capiremo meglio il personaggio. Cimentarsi con la scrittura e il racconto, anche di se stessi, fa sempre bene e avrà fatto e farà bene anche a Stefano Scaramelli.
Resta il fatto che uno come lui, che ama stare in prima fila, ora che nel Pd si sta consumando una scissione dolorosa fatta peraltro dal suo mentore e capo, non può starsene accucciato e in silenzio. Il ruolo di leader (così si è sempre considerato) impone di metterci la faccia, anche nelle situazioni più complicate. Non era lui quello che… “noi ci mettiamo la faccia” e “il vento non si ferma con le mani”? Ecco, adesso sarebbe il momento di dire qualcosa. Adesso e non tra settimane o mesi. Se la politica – come ama dire – è passione, impegno, partecipazione e non solo mero posizionamento in attesa del posto in prima fila, o se in prima fila son finiti anche in seconda o in terza.
Forza Scara, facci sapere come la vedi ‘sta scissione. Del libro ne riparliamo, con calma…
m.l.