CHIUSI, GUERRA APERTA TRA COMUNE E PRESIDE DELLE SCUOLE. DURISSIMA NOTA DELL’ASSESSORE MARCHINI
CHIUSI – E’ di nuovo guerra aperta e dichiarata tra Comune e preside dell’istituto comprensivo Graziano da Chiusi. Stavolta è l’assessore Sara Marchini e non il sindaco a sbottare e intimare al preside di fermarsi e parlare con l’Amministrazione. E se sbotta, addirittura in maniera clamorosa, una ragazza pacata, quasi timida, mai fuori dalle righe o in sovraesposizione mediatica, la situazione deve essere rovente davvero. Al di là dei 40 gradi all’ombra. Il nodo del contendere è sempre quello che portò due mesi fa al famigerato blitz di Bettolini presso la segreteria della scuola, ovvero la decisione di andare avanti con il tempo pieno nonostante le problematiche evidenziate dal Comune riguardo il servizio di trasporto pubblico degli alunni… L’assessore Marchini ha diffuso proprio oggi un durissimo comunicato. Un attacco frontale al preside che con la sua decisione sta – secondo quanto afferma l’assessore – avrebbbe cancellato una classe prima dalle elementari di Chiusi Città, costringendo le famiglie a iscrivere i figli ad un plesso diverso. Ecco il testo del comunicato:
“Abbiamo appreso dai genitori dei bambini iscritti alla futura classe prima della scuola primaria Edmondo De Amicis di Chiusi Città dell’Istituto Comprensivo Graziano da Chiusi che è intenzione della scuola non formare la classe prima nel plesso del Capoluogo. Tale notizia ci lascia esterrefatti, per più aspetti. Nel gennaio scorso i genitori degli alunni interessati ricevono, per mezzo mail, la conferma dell’avvenuta iscrizione al modulo da 30 ore nel plesso di Chiusi Città, iscrizione registrata e confermata anche nel portale del MIUR. Come una doccia fredda il 5 luglio, invece, tutti i genitori sono stati nuovamente contattati telefonicamente e informati che la classe non verrà formata, ma che tutti i bambini iscritti alla prima classe di Chiusi Città avrebbero dovuto iscriversi al Tempo Pieno (40 ore settimanali) a Chiusi Scalo. La scuola vuole obbligare, quindi, 15 famiglie a iscrivere i propri figli in un plesso diverso da quello prescelto e con un tempo scuola diverso, che non è adatto per tutti i bambini. Inoltre, la conferenza zonale dell’educazione e dell’istruzione, in accordo con le scuole, ha dato indicazione per il dimensionamento scolastico di Chiusi di formare per il prossimo anno scolastico tre classi prime: una a tempo pieno a Chiusi Scalo e due a tempo normale una a Chiusi Città e una a Chiusi Scalo, tre classi che sono state regolarmente concesse.
I numeri delle iscrizioni e il tempo scuola scelto dalle famiglie sono noti da mesi alla Scuola e soltanto adesso ci si rende conto delle problematiche che sono nate per un’elevata richiesta di tempo pieno? Per quale motivo obbligare 15 famiglie a questa scelta che comporta oggettivamente anche più costi per le famiglie e un’organizzazione familiare diversa? Tutte queste scelte sono fatte, inoltre, senza alcuna programmazione per i prossimi anni, non considerando gli spazi a disposizione nel plesso di Chiusi Scalo e non valorizzando il bel plesso di Chiusi Città e i suoi insegnanti. Come Comune faremo tutto il possibile, secondo le nostre capacità, affinché le famiglie possano vedere rispettata la propria scelta e che il plesso delle primarie di Chiusi Città non venga sminuito ed aggredito in questa assurda ed incompetente maniera“.
Ma l’assessore Sara Marchini continua dando un giudizio pesantissimo sulla gestione scolastica del preside: “La gestione scolastica di questo anno, in mano a questo dirigente “reggente”, è stata la più drammatica che si possa ricordare nella storia didattica di Chiusi. Il consiglio di istituto inerme e silenzioso non può e non deve acconsentire supino alla disfatta dell’Istituzione Scolastica di Chiusi, che sempre ha vantato elementi di eccellenza e che sempre è stata considerata punto di riferimento di tutta la zona. Prima di pensare a pirotecnici cambi di orario, prima di pensare alla settimana breve, si tuteli e si difenda il Plesso di Chiusi Città, si tuteli e si difendano tutti i plessi chiusini nella loro diversificazione dell’offerta didattica, si tuteli e si difendano i sacrosanti diritti delle famiglie e si ascoltino le loro esigenze. Il Comune sarà al fianco delle Famiglie e si farà sempre portavoce della loro difficoltà”.
Sembra che le due parti siano ormai ai ferri corti. La battaglia sta diventando campale e sembrano esserci anche pochi margini di ricucitura. Il Comunicato dell’assessore non è solo una presa di posizione su una decisione, è una bocciatura senza appello del preside su tutta la linea, ed è anche un j’accuse verso una gestione definita “fallimentare” e “drammatica”… Parole grosse, clima cupo e preludio di scontro ulteriore. Con la scuola trasformata in terreno di battaglia e gli alunni soldatini inconsapevoli e incolpevoli. Qui siamo oltre la diatriba sulla settimana corta e sul si può fare oppure no, qui siamo al corpo a corpo. E, come dicevamo, se anche la pacata e timidina Sara Marchini si mette l’elmetto e parte lancia in resta vuol dire che la misura è ritenuta colma. La dichiarazione di guerra è stata consegnata. A questo punto o il preside si arrende e si ritira, oppure l’attacco sarà violento e voleranno pure gli stracci dalle finestre…
Premesso che è stata fatta una consultazione, premesso che si può essere o non essere d’accordo… Mi fa sorridere scoprire che Chiusi città è capoluogo… Esattamente di cosa? Poi, mi scusi, signor Lorenzoni, Lei a quale titolo si permette di dire al Preside, col quale dubito abbia mai parlato, di ritirarsi? Smettiamola con queste sviolinate al Sindaco e alla giunta. Articoli sempre preparati a pro dell’amministrazione. Ma Lei non dirige un periodico indipendente?
io non dico niente al preside, lo dice l’assessore Marchini a nome del Comune. Io, da giornalista, ho solo “tradotto” delle frasi contenute in un comunicato stampa ufficiale.(i giornali prima di commentarli bisogna saperli leggere).
“A questo punto o il preside si arrende e si ritira, oppure l’attacco sarà violento e voleranno pure gli stracci dalle finestre…”
Lo ha scritto Lei in quanto Suo pensiero o ha “tradotto” quanto comunicatoLe dall’assessore?
L’ho detto: è una traduzione. Questo chiede l’assessore, peraltro in modo piuttosto perentorio
X Cosetta. L’indipendenza quasi mai non esiste a prescindere, soprattutto in un mondo così strutturato e pervaso da interessi che quasi mai sono interessi culturali diretti-magari lo fossero ! – ma interessi economici diretti od indiretti.Questo è poco ma sicuro !
Fra poco anche al signor Lorenzoni, diranno: vuoi parlare?Fatti prima eleggere da qualche parte.
Ovviamente guai se ti fai eleggere nella lista sbagliata.
Comunque la concertazione scuola ,famiglie,amministrazioni e’ stato quello che ci ha permesso di andare avanti per decenni..anche con poche risorse.Mostrare muscoli e alzare muri portera’ sicuramente al peggio.
X Il Sig. Remo. Al peggio ci siamo già arrivati perchè le risorse sono finite ed il fondo del barile è sempre più vicino al mestolo. E se i soldi sono finiti secondo lei tutto questo a cosa si deve ?Alle famiglie ? Non credo proprio ma a come è stata impostata la scuola che ha anche consumato risorse non in linea con forme di educazione di normalità, perchè le famiglie per ovviare ai costi hanno dovuto farsi diversi buchi alla cintura, ed oggi si vedono dire dall’autorità che sopporta i costi che i soldi sono finiti e non ci sono per una diversa impostazione delle esigenze delle stesse famiglie che sono prese fra l’incudine ed il martello.Non è forse il risultato della politica come è stata indirizzata, condotta ed anche che ha distribuito economicamente delle parzialità anche nell’ambito scolastico ? Mica si penserà che l’auspicata concertazione che ha risolto in un certo qualmodo il passato coniugando risorse ed esigenze si possa riproporre in un divenire di ristrettezze certe e future? Ed allora mi par di scorgere all’orizzonte altri buchi alla cintura ma il problema e la domanda è: fino a quando sarà possibile il concerto del ”volemose bene” e su quali basi di compressione dei diritti sarà esplicato ? Non sarà mica colpa dei Presidi credo se tutto questo verrà ristretto in una gabbia sempre più piccola ? Vede Remo quello che lei dice in merito alla concertazione faceva parte di un periodo ormai andato che i suoi frutti li ha anche dati avendo avuto se non altro la prerogativa di aver risolto problemi immediati ma che oggi di fronte al fondo del barile si chiede alle famiglie di riparametrarsi la vita perchè tali risorse non ci sono e non è mica da adesso che non ci sono….e con fare quasi cristiano e caritatevole si auspica che la concertazione possa continuare ma non si vede che la vita nello stesso tempo per le famiglie sia diventata di certo sempre più stretta.E non sono forse queste anche responsabilità educative che sono state fornite nei confronti delle stesse famiglie messe fra l’impossibilità di conciliare la quotidianità con il lavoro, con la stessa famiglia e tutti gli altri aspetti relazionali che vi sono all’interno? Allora siccome nessuno è esente da responsabilità perchè nessuno vive su Marte ma vive sulla Terra le famiglie capiranno che se sono prese fra l’incudine ed il martello non lo si deve nè ai dirigenti scolastici nè alle esigenze di orari diversificati che teoricamente dovrebbero tendere a migliorare la vita ma mi sembra che tutto questo cozzi con il fatto che come si diceva una volta ”bambole un c’è una lira”. Ed allora la responsabilità non è che sia proprio di nessuno e che certe cose debbano arrivare giù sulla terra calate dal cielo.Anche su questo l’esperienza storica e sindacale dovrebbe dire la sua a persone che conoscono i trascorsi ed il passato di una scuola che tranne alcuni pochissimi casi è stata sempre presa fra l’incudine ed il martello.Ed i livelli educativi ” normali ” ce li possiamo spesso sognare e la morale che si vorrebbe fare talvolta non tiene nemmeno presente bazzecole come il fatto di doversi portare la carta igienica da casa.E nonostante questo siamo entrati globalmente in una macchina che continuamente schiaccia, conculca, e fa anche la voce grossa. Ma se il popolo è muto la voce grossa domani sarà ancora più grossa! E l’unica cosa che la politica teme sono i voti perchè sente solo quelli e talvolta è così forte la faccia tosta che nemmeno quelli del mancato consenso vorrebbe sentire.