IN SPAGNA PODEMOS APRE AL GOVERNO CON I SOCIALISTI DI SANCHEZ. E SE ANCHE A CHIUSI I PODEMOS COMINCIASSERO A PARLARE CON BETTOLLINI?
CHIUSI – Molti giornali riferiscono questa mattina la notizia che la base di Podemos ha deciso con una consultazione online di dare mandato ai vertici dell’organizzazione politica per cercare di costruire un accordo di governo con i socialisti del PSOE. Insomma in Spagna il rassemblement Unidos Podemos che è composto da Podemos di Pablo Iglesias e Izquierda Unida apre alla possibilità di allearsi con i socialisti di Pedro Sanchez per il governo del Paese. Izquierda Unida aveva già dato questa indicazione. Ora la posizione è di tutta la coalizione. E questo anche se il Psoe ha fatto sapere di essere aperto a qualsiasi rosa di nomi per la presidenza, basta che tra questi non figuri quello di Pablo Iglesias. Nonostante il veto sul prorio leader, i Podemos hanno detto comunque sì all’apertura di un tavolo, mostrando pragmatismo e senso di responsabilità, superando il comprensibile orgoglio di partito.
La notizia è interessante per la Spagna, ma anche per l’Europa. Per la sinistra europea in genere. Per l’immediato e in prospettiva. Diciam che potrebbe essere un esempio da seguire anche in Italia, se dovesse saltare il Governo Lega-M5S (e i lazzi per l’esecutivo Conte non sono belli er niente).
Ma, senza volare troppo in alto e senza andare troppo lontano, crediamo che il responso della consultazione di Unidos Podemos potrebbe essere un “segnale” di cui tenere conto anche a livello locale. In particolare a Chiusi, dove si voterà per il Comune tra due anni, nel 2021, e dove c’è un Pd in ambasce, con un sindaco che è tentato dal ripresentarsi con una lista propria senza simbolo del partito e con una lista di sinistra, all’opposizione, che almeno nel nome richiama appunto i Podemos spagnoli.
Per la verità della lista di sinistra si rileva solo una presenza consiliare, per il resto, nella società non è che sia molto presente, anzi è assente su tutta la linea, come del resto il Pd come partito. Ma l’avvicinarsi delle elezioni amministrative (tra meno di un anno ci saranno anche le Regionali), potrebbe indurre una certa ripresa dell’attività. E allora: è proprio improponibile e fuori di ogni logica la prospettiva di un “tavolo di confronto” tra i Podemos chiusini e il Pd o quantomeno con il sindaco Bettollini e i suoi sostenitori e collaboratori, magari cercando di stanare e portare fuori dal bosco anche quell’elettorato che vota a sinistra ma in modo estemporaneo e più per atavica abitudine che per convinzione (vedi Potere al Popolo, Leu, Sinistra Italiana, Partito Comunista ecc.)?
Secondo noi no. Non sarebbe una cosa improponibile. Chiaro che non è detto che il tavolo porti a conclusioni positive e alla possibilità di un accordo elettorale nel 2021, ma già un confronto a tutto campo sui vari temi, da quelli “ideali” (l’antifascismo, la difesa della Costituzione l’accoglienza, il “controllo sociale” camuffato da sicurezza…) a quelli più strettamente politici e amministrativi (gli investimenti pubblici, la tutela dell’ambiente, il trasporto pubblico, la sanità…) comprendendo tra questi anche i temi caldi di questi mesi, dal progetto Acea, alla vicenda scuola, alla gestione degli eventi culturali, alle opere messe in cantiere, sarebbe certamente tutt’altro che inutile.
Potrebbe essere anche un modo per i Podemos e per lo stesso Pd per tornare in gioco e non affrontarsi solo sui social e rarissimamente peraltro. Potrebbe essere un modo, per Bettollini per capire se può contare su qualcuno e su chi. O se invece dovrà arrangiarsi in proprio.
Dai commenti che ogni tanto diffondono Luca Scaramelli e Daria Lottarini, i due consiglieri di Possiamo, sembra di capire che loro non vedano molti margini di manovra o punti di contatto con Bettollini e la sua giunta. E questo ci sta, del resto nel 2016 si presentarono in alternativa, da sinistra, alla lista Pd-Psi e non come ruota di scorta. Ma la politica è fatta anche di “cambiamenti” e di aggiustamenti di rotta, di compromessi per il bene comune. E in questo caso il bene comune potrebbe essere quello di evitare che l’assalto della destra fascio leghista, che ci sarà, possa avere successo. Ovviamente tutto ciò non a scatola chiusa e senza condizioni preconfezionate.
Bettollini, da sindaco, qualche “aggiustamento di linea” in questi tre anni lo ha fatto. Il Bettollini di oggi non è il sindaco iperrenziano del 2016. Che già non era il Bettollini assessore e sindaco reggente dell’anno prima. Alcuni dei risultati che ha portato a casa erano nel programma di Possiamo. Si è mostrato sensibile e attivo sui temi della memoria e dell’antifascismo, n tempi in cui c’è bisogno di esserlo. Dal punto di vista caratteriale tra lui e i suoi oppositori ci son ancora molti angoli da smussare. Come ci sono tra Iglesias e Pedro Sanchez, ma dalla Spagna ci stanno dicendo che si possono anche smussare.
E poi diciamocelo: per i Podemos chiusini l’alternativa, tra due anni, quale sarebbe?
Noi ne vediamo due: 1) diluirsi del tutto nell’alveo dei 5Stelle (che già si sono diluiti nel fascio-leghismo) o scomparire dalla scena senza aver lasciato traccia, se non qualche puntigliosa schermaglia consiliare.
Nei panni di Luca Scaramelli & C., noi, insomma, un tentativo di far diventare Possiamo una sorta di Unidos Podemos e di riaprire un ragionamento con la sinistra di governo proveremmo a farlo. Da adesso, così c’è tutto il tempo per ragionarci su e nel caso vada male, per attrezzarsi in altra direzione. Ma a ragion veduta e senza che nessuno possa dire “se almeno ci aveste provato…”
m.l.
Pare che sia saltato tutto. El Paìs di stamani parlava di un estremo tentativo di Iglesias, disposto a più di una concessione sul pacchetto di proposte per l’azione governativa di coalizione, ma che il PSOE ha risposto picche.
Per ora sì, accordo saltato. Per entrare in un esecutivo, ha detto Iglesias, «vorremmo almeno la stanza degli ospiti, non solo la casetta del cane». Le trattative si sono incagliate sul concetto di «pari dignità» chiesto da Podemos al Partito Socialista Operaio di Spagna (Psoe). La sinistra di Unidos Podemos ha piantato i piedi: inutile appoggiare un governo se non si hanno responsabilità e poteri adeguati, ha detto in sostanza Iglesias. Ma la partita non è finita, Entro il 23 settembre il confronto potrebbe riaprirsi.. In ogni caso, Enzo, i Podemos al tavolo ci sono andati, un tentativo lo hanno fatto. Ecco secondo me anche a Chiusi un tentativo potrebbero farlo. Come ho scritto, non è detto che si arrivi ad un accordo con Bettollini & C. o con il Pd. Ma nessuno potrebbe poi dire: “perché non ci avete almeno provato?” (come molti dicono al Pd per non aver tentato un accordo coi 5 Stelle per fermare Salvini)…
Non essendo “allineato” con Bettollini o con Possiamo, posso solo provare a dare una lettura squisitamente politica basandomi sul tuo articolo. In linea generale, sono d’accordo che sarebbe opportuna un’alleanza. Vedo però un paio di punti deboli nella tua indicazione. Da un lato, i due potenziali alleati, al momento, sembrano abbastanza distanti su parecchi temi. E’ vero che si possono trovare punti di convergenza per l’azione di governo, ma, se non si vuol fermarsi a un semplice cartello elettorale, occorre definire un terreno comune sull’idea di città e sulle cose da fare nell’immediato (invertire la rotta di marginalizzazione che ha investito il nostro territorio; creare una strategia di rivalutazione dell’infrastruttura citta per poter richiamare investimenti che arginino la frana in atto sul piano commerciale e del patrimonio immobiliare; valorizzare la risorsa lago con una politica di risanamento ambientale che richiede investimenti considerevoli sia sulla lotta all’interrimento sia sulla difesa della qualità attuale dell’acqua – di qui, in cascata, negoziati con i comuni vicini per la limitazione dei fertilizzanti agricoli o altro -; riqualificazione dell’intero “Sentiero della Bonifica”: si è smesso di investirci, perché?; ecc.). Come si evInce, sono terreni in cui la “divisione” può scoppiare in ogni momento. C’è poi l’altro aspetto non marginale che la ri-candidatura di Juri è un’ipotesi che, al momento, è solo un’autoinvestitura avanzata a titolo personale. In teoria potrebbe non vedere d’accordo il PD. Lo so, lo so, è puro esercizio “retorico” (Juri ha lavorato bene, ha maturato un’esperienza importante, insomma, ce lo vedrei bene 🙂 e non si capirebbe un diniego del partito nei suoi confronti), ma il tempo potrebbe giocare contro Juri (e contro la potenziale “alleanza”). Questa “fretta” (mancano ancora due anni alla scadenza) di dichiararsi “disponibile” potrebbe essere interpretato anche come un segnale di debolezza della candidatura stessa: la si è avanzata per “bruciare” la piazza? Da ultimo, non è detto che i numeri di partenza (i risultati dell’ultima consultazione), siano “sommabili” ovvero che non producano un qualche cortocircuito aritmetico. Ho fatto un esercizio di “salti in qua e la”, però credo che molte questioni siano ineludibili. Mi scuso per la “lungaggine”
Ci sarebbe un altra opzione secondo me, di natura squisitamente ”politica” e che potrebbe prevedere il non ri-decollo del PD localmente.La paura fà ’90 talvolta ed è per questo che a questo questo punto l’importante diventa la sella,cioè ”la guida” perchè ”la cosa” sarebbe come una pompa aspitante-premente che permetterebbe a chi ne fruisce, in maniera alternativa l’appoggio alternativo del partito su certe questioni condivisibili o meno, ma anche la conduzione ” tutta personale” a capo di una coalizione.Vi sembra una eresia questa che possa meravigliare e che non possa trovar posto come modo di pensare da parte di personaggi che fanno riferimento all’elettorato di sempre per poter rimanere sempre in sella modificando la facciata ? In fondo è la stessa di cui ha parlato sempre lo stesso Lorenzoni quando denigra e fa le bucce al PD ma fa il panegirico a Bettollini come se non fosse espressione del partito.La linea disinvoltamente sarebbe quella,guardate che è non ideologica, tutta personale, impostata sulla fattività,per il decollo di Chiusi. Parole già risentite più volte anche su tante tantissime altre questioni.Ed ora che i negozi chiudono(non da adesso per la verità) si inventano strategie per coinvolgere chi ci crede e chi potrebbe dare credito politico a tali idee..Siamo l’ultima frontiera di tutto questo. Ma siamo nati tutti sotto un cavolo ? Lo sapete qual’è la patologia odierna di interpretazione della politica che ormai è latente da ogni parte nessuno escluso e ribadisco nessuno escluso ? Secondo me talvolta è quella che si pensa di essere pupari ed emettere sentenze e direttive secondo le quali quelle alleanze si potrebbero fare perchè facendole poi si avrebbe la maggioranza per governare o per non avere tanti problemi. ” Pupari” nel senso proprio affibbiato dal dialetto siciliano che vuole far sottostare la gente come le marionette manovrate da chi stà dietro la tenda del teatrino popolare, appunto come quello dei pupari. Ma in questo caso secondo me si crede che possiamo essere tali. Siamo in una società ”liquida” ormai e se pensiamo di poter indirizzare le scelte della gente ogni qualvolta che escono le misure esatte dell’attualità e cioè il riscontro materiale, si vede che ci possiamo sbagliare semprepiù ma di tutto questo ci piace non tenerne conto a seconda di come a noi torni comodo.E non è patologia di questi tempi questa di pensare che con un articolo si possa lanciare idee che possano trasformare la realtà ? Oppure si preferisce chiamarle idee propositive e portatrici di possibilità o critica politica impostata su cosa? Mi sembra proprio che possa essere una esibizione gratuita di ”puparismo”.Poi si dirà come tutte le volte che si analizzano le questioni, che si cerchino nuove aperture o possibilità e che tutto questo sia perfettamente lecito e che scorra come l’acqua dalla sorgente perchè le nuove idee hanno bisogno di far progredire la politica.Li ho risentiti molte volte tali discorsi ma il risultato è sempre, costantemente sempre il peggiore che possa essere stato pensato. Ed a cosa serve? Risposta: spesso a fare un passo avanti e due indietro.Ma si sà,chi è costretto a chiudere l’attività od il negozio è incazzato ed è concepibile che lo sia, ma allora perchè non cambia oppure in quelle occasioni sempre più rare che parlano i dirigenti politici non interviene e non si espone? L’abbiamo analizzato cosa è che lo fermi dal farlo ? Analizziamo questo invece di pensare di giuocare se vi siano le possibilità di certe alleanze oppure no.
Una situazione di crisi non è determinata certo dalla giunta di Chiusi. L’impegno che hanno messo per cercare di fare “quadrare” alcuni cerchi non può disconosciuto. Si dirà che non basta o che è sbagliato quanto è stato fatto, ma non che si siano chiusi gli occhi. Lo sa anche Juri che c’è il mutuo da pagare e la rata non la quietanzano le chiacchiere; spesso, però, parlare di società “liquida” è solo un’altra declinazione di un “non c’è niente da fare”. L’azione amministrativa ha vincoli e limiti che non consentono “voli”: qui è Rodi e qui devi saltare. Questo appiattisce la politica sull’amministrazione con effetti deleteri sia sul partito – che finisce per non guidare più -, sia sull’amministrazione che deve farsi guida navigando spesso “a vista”, cioè senza una prospettiva strategica e spesso con esiti autoreferenziali (lautoinvestitura di Juri denuncia tutti i limiti di un partito allo sbando, non certo la “grandeur” di Bettollini). Penso qui anche a esiti nazionali: si è cercato di fare la riforma dello stato pensando di cambiare il senato senza una prospettiva politica più complessiva che disegnasse un altro Stato e un’altra costituzione. Strategia perdente. Tornando a noi. Un’alleanza con Possiamo richiede interlocutori politici per un che fare dell’immediato e su un terreno che si intende comune. Sarebbe necessario che fosse alleanza politica e non un volgare contratto.
Ciò che intendevo per ”società liquida” non è certo il concetto che normalmente si esprime quando si guarda alle previsioni ma una grande quantità di amministrazioni si è trovata di fronte al burrone prima economico poi politico proprio perchè non sono state in grado di prevederne gli esiti.Nel senso che a cominciare dal Referendum Costituzionale è venuta fuori una contrapposizione che ha portato ad una disintegrazione di una parte di come l’establishment politico si era costituito e da lì sono partiti altri rovesci per i partiti che volevano la riforma della Costituzione.La legge elettorale seguendo tale cammino- e chi l’ha votata aveva già odorato come sarebbe andata a finire- ha decretato l’impossibilità di governare se non con l’atipicità di un contratto di governo che non è però un suggello di parallelismo politico fra le due forze che sono a guida dello stesso governo.Ed è in tale crisi che rientra tutto, dove gli esclusi vedono la possibilità di rientrare in casa ma il guardiano non sembra essere dello stesso parere ed ecco che si forma una ”società liquida” dalla quale io credo che ci si possa aspettare di tutto, come è il fenomeno lega, come è ugualmente la regressione del partito di maggioranza relativa.Ed allora in tale sbando, la metamorfosi illusionista per propria necessità di sopravvivenza pigia sull’acceleratore della dissolvenza di certi partiti ma nello stesso tempo ne esalta i personalismi che lei stessa aveva messo a guardia della casa, e la differenza si dovrebbe leggere -almeno credo- in primis nella volontà di non cedere spazio e potere perchè sarebbe un ulteriore rovescio e si rischierebbe quasi la sparizione ma nemmeno tanto subdolamente si fà intravedere che nella debacle emerga il salvatore svincolato dai partiti e dalla politica che salga su una ruspa e che tracci la strada sfrondando per necessità i rami che fin’ora sono stati quelli che l’hanno sostenuto e sui quali si è appoggiato.Allora mi chiedo che il concetto di politica è quella di fare e guardare ad alleanze -visto che da soli non si governa- ma se il buon giorno si vede dal mattino io credo che bisognerebbe fare autocritica che non è quella di passare da renziani a zingarettiani perchè tale cosa fà ridere ed è una presa in giro plateale verso i propri militanti ma anche verso tutti gli elettori ma sarebbe molto più logico ed auspicabile che si analizzassero le ragioni che hanno portato alla sconfitta. Quello che per adesso vedo è solo la nebbia, da dove spuntano fuori le ipotesi e le volontà solo a parole di poter cambiare musica e dopo tutto quello che è successo a livello nazionale,l’Italia non può basarsi sulla politica della sfortuna dell’altro perchè abbia fortuna la parte avversa e così pari pari anche in periferia dove si cerca di accreditare ed illuminare col lume a petrolio certe lontane eventualità.Questo per terminare sfugge al ragionamento ed alla memoria delle ragioni pratiche e materiali dalle quali è partita la legge elettorale fatta per creare difficoltà a tutti coloro che riportato la maggioranza relativa sperando che una altro governo tecnico potesse sopraggiungere e ripetere quelle manovre lacrime e sangue già viste con l’assenso dei partiti di quello che era l’establishment e che ha visto il tanto osannato salvatore Prof.Monti appellarsi al pericolo del precipizio ma nello stesso tempo spalmando diversa vasellina sul tergo delle classi meno abbienti le quali chissà come mai sono sempre quelle che debbano salvare l’italia, fra l’altro con la compartecipazione interessata dei partiti di governo che si richiamano alla sinistra. Ed è chiaro che dopo ci si incazzi con la Lega e si strabuzzi gli occhi perchè diventi nelle cose il primo partito.ma l’avete fatta l’analisi del perchè intere realtà e città operaie di Sesto S.Giovanni, dell’Emilia e qui da noi come quella di Terni il primo partito sia la Lega e la si accusi di fascio-leghismo ? E se l’analisi si è fatta allora bisognerebbe capire che quando si cambia genia poi alla fine il truccatore della scena crede che la cosmesi serva a continuare la danza ma evidentemente ci si sbaglia. E fra l’altro si è fatto tutto ( epiteti compèresi ) ma senza fare nessun cenno di analisi.La botte piena e la moglie ubriaca forse una volta andavano bene e ce la facevano pure a passare ,oggi molto di meno. Ma il dramma è che il passato non insegna nulla.
Sono d’accordo con te. Purtroppo, spesso si adoperano categorie mutuale dalla sociologia e le si “adatta” alla propria impotenza. C’è necessità di politica e che sia una politica di redistribuzione: di reddito, di cittadinanze, di accesso al sapere, di diritti. Sulla flat tax sbandierata come rimedio nessuna forza di sinistra ha espresso un fiato: è una forma di sudditanza che porterà a una legge ingiusta e sperequativa; dietro al nome inglese, c’è un ulteriore regalo ai ricchi che saranno sempre più ricchi. Non si vuol passare per comunisti? Beh, la progressività dell’imposizione era legata al nome di Roosevelt e Kennedy (per dire). Ma credo che siamo “fuori dal seminato”. Ripensare un’alleanza di sinistra: questo tema è centrale ma va affrontato in termini politici di alleanza concreta sulla realtà delle cose. Vedremo chi ci sta.
Io non ho proposto però una alleanza al buio tra Bettollini e i podemos o tra questi e il pd. Ho proposto l’avvio di un confronto per vedere se possano esserci le condizioni e punti di convergenza… ragionare sulla base delle posizioni pregresse, cristallizzate, forse è un errore. Non so se la società sia effettivamente liquida, ma la politica è di sicuro evaporata. Il pd di fatto come partito non esiste. Non esistono più nemmeno i 5 stelle, evaporati a tempo di record…da qui a due anni il quadro potrebbe essere diverso anche a livello nazionale, figuriamoci a livello locale. Quindi cominciare a parlarne adesso mi sembra l’unica strada percorribile per i podemos, e anche per pd e psi.
X Enzo Sorbera. Su questa visione che dici potrei teoricamente essere d’accordo,ma sono altrettanto sicuro-tanto per parlarci chiaramente ed anche per dare una risposta sintetica a Lorenzoni- che il problema centrale è quello della classe politica.Io di tale classe politica NON MI FIDO, perchè di prove per le quali non fidarsi le ha date; se c’è qualcuno che si fida dovrebbe spiegare perchè si fida e nella spiegazione il discorso di mancanza di alternativa è spesso indirizzato a riproporre gli stessi schemi che abbiamo sempre visto.Sicchè la ”liquidità” è comunque la condizione con la quale dovremmo tutti fare i conti, ma quelli che detenevano il potere in passato nei nostri territori non è che tale discorso lo accettino volentieri, perchè tutto è finalizzato al ripristino del loro potere(che ancora per la verità possiedono) e la dimostrazione di questo è che hanno abbracciato il concetto di ”riciclaggio” da renziani a zingarettiani senza fare ”pio”(come si dice a Chiusi, anzi affiancati dai media locali che sarebbero a loro detta ”quelli non asserviti e liberi”).Se la gente questo non lo comprende saranno c…. della gente quando dopo-e non è la prima volta- si lagneranno i loro nepoti di tutte le conseguenze legate alla devastazione di un territorio. Le parole sono parole ma i fatti sono fatti, e quando arriveranno a dire ”a quando una tassa sull’aria?” -perchè ci si arriverà presto o tardi, probabilmente sarà troppo tardi per tutti.E guardate che non è fantascenza nè terrorismo psicologico,ma il futuro non solo di Chiusi ma di tutto il nostro territorio è destinato a servire il programma di un certo tipo di sviluppo che andrebbe cambiato proprio e decisamente ”anche a prescindere”.Ed allora c’è da chiedersi : ”per chi e per cosa remano questi ?”. La difficoltà della gente oggi che è quella di non riconoscere più la ”dirimenza politica degli interessi” è la diretta conseguenza di un programma lucido che non ammette divergenze e/o critiche e che porta alla reazione sottoculturale delle classi subalterne.Ma spesso tragicamente si rischia di scambiare ” chi sia per” e ”chi non lo sia.” E tali entità non hanno secondo me la stessa valenza per il semplice fatto che la chiave di lettura è diversa a seconda degli schieramenti in campo : gli uni che si è visto come hanno governato in passato per almeno due decenni e gli altri che fanno leva sulla incomprensione globale, sulla stanchezza di un futuro che difficilmente può essere riprogrammato in quattro e quattrotto dopo quanto ha subìto(soprattutto a causa di coloro che hanno governato questo deve rimanere ben fermo), ma anzi rischia di far affondare il vascello in già precaria navigazione mentre assistiamo ogni giorno a schieramenti che affilano le armi per preparare l’ariete per sfondare le mura del castello,che fra l’altro è anche stato tirato su da loro( vedi legge elettorale ed altro ).Questo è il dramma, ma sempre di ”cultura politica” si parla.
C’è un passaggio evangelico che mi ha sempre fatto alterare: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Si può leggere come una spocchiosa variante di massa del “lei non sa chi sono io”. “Loro” sapevano bene quel che stavano facendo: un sobillatore veniva messo a morte. Cioè, un’esigenza d’ordine veniva fatta valere da quei “loro” che, inconsapevoli, mettevano a morte Dio. Quegli ignoranti cancellavano colui che era venuto a portare la buona novella. Avevano scelto i Romani contro il sogno del riscatto del panebraismo. La storia si ripete dovunque: oggi facciamo valere la stessa superbia nei confronti di coloro che votano Lega: non sanno quello che fanno. Stesso ritornello per chi vota PD. E’ chiaro che un sistema di potere tende a perpetuarsi. Dici che non ti fidi. Forse fai bene ma, per es., come fai a fidarti di Di Maio che alla prima occasione (caso Diciotti) ha buttato a mare tutte le proprie premesse irrinunciabili su sospettati e indagati? O di Salvini, questo Sceriffo di Nottingham, la cui unica ricetta è l’inasprimento sempre e comunque dell’intervento repressivo (coi risultati fallimentari che sono sotto gli occhi di tutti)? O di Rossi, che sta “alterando” la sanità regionale giorno dopo giorno? Come vedi, casi di sfiducia possono moltiplicarsi a piacere. Non dovremmo parlare con nessuno? Qui stiamo facendo un esercizio su possibili punti di incontro per soggetti che si caratterizano per la sfiducia reciproca. E’ possibile che si incontrino? Su quali basi? Possono dar luogo a un’alleanza? O ci dobbiamo accontentare di un cartello elettorale? Sarà sufficiente? La sfiducia può essere un ottimo antidoto per le delusioni: serve per condire gli accordi, sempre che gli accordi si vogliano fare.
Mi trovi d’accordo col tuo discorso: ” qui stiamo facendo un esercizio per possibili punti d’incontro fra soggetti che si caratterizzano per la sfiducia reciproca” e non ho problemi ad ammetterlo che sia cosi, ma c’è una piccola differenza sulla sfiducia per la sfiducia, ed è quella che interessa la storia da dove veniamo, dove abbiamo da lunghissimo tempo preso visione a chi la sfiducia vada data per ragioni di fatto che sono quelle che i governi della nazione ci hanno condotto al mondo che sappiamo e che vediamo.Sfiducia per sfiducia, visto che anche tu ammetti che la società sia diventata una ” società liquida”, poi saranno
” liquidi” ed anche ”gassosi” chi si ripromette di cambiarla, ma credo che le difficoltà a gestire un sistema tale, arrivato a tali punti di detrimento non sia facile farlo e se forse una alternativa ci debba essere non è certo quella che venga sfornata da chi già il potere l’ha gestito in lungo ed in largo.Sarò fissato e ripeterò sempre la stessa solfa ,ma non è che mi fidi molto in un sistema dei soldi di coloro che a 360 gradi 365 giorni su 365 si appellano all’umanità ed alle etiche umanitarie,visto che in gran parte il flusso dei soldi è diretto verso di loro che hanno in mano la ruota dell’assistenzialismo.Questo non vuol dire condividere Salvini sia ben chiaro, ma se fossero stati credibili prima quando cadevano le bombe e che fossero venuti in piazza a protestare,forse anch’io un po’ più di fiducia gliela avrei data e la gente li avrebbe visti anche con altri occhi.Tu l’hai visti che siano scesi in piazza i vari Fratoianni,il PD, Berlusconi and Co. mentre le bombe cadevano sulla Libia, sull’Irak ed in altri luoghi o me lo sono sognato io ? Allora credo che ci sia bisogno di avere e mostrare anche in politica decisionismo proprio per essere credibili e quando io dico CHE NON MI FIDO DI QUESTA CLASSE POLITICA credo di fare bene a farlo.Dopodichè può darsi che mi sbagli anche, ma mi dovrebbe essere dimostrato e siccome tante altre alternative non ci sono nella padella,dimostrare attenzione a quello che si abbia di fronte certamente lo si deve fare se non altro per senso di responsabilità verso il paese,ma purtuttavia credo che la risoluzione a tutto questo la debba dare la gente con i segnali che sforna e che sono quelli che vediamo.E sono anche d’accordo con Lorenzoni quando dice che la gente la maggior parte delle volte sbaglia anche quando è maggioranza, ma allora com’è questa storia che quando la gente vota per partiti che vanno all’opposizione, assume un significato politico minoritario e la maggioranza è quella che determina le cose ma poi quando si cambia maggioranza allora va bene subito dopo quella ? Non è che per caso è l’uso che se ne fà della cosiddetta ”democrazia” a seconda di chi il potere detenga? Ecco perchè poi alla fine la società diventa ” liquida” e si regge sull’uso mediatico che è un arma micidiale alla quale non si può più sfuggire e che ci dice cosa dobbiamo pensare…ma la gente è stufa di essere decotta e se imparasse a reagire ed a mobilitarsi ed a farsi sentire forse vorrà dire che siamo sulla buona strada,non tanto avanti ma un gradino più su forse sì, e tanti giocherellini di potere saranno resi più evidenti e non ci sarà bisogno dei vari pupari del sistema che spargono nebbia.Almeno lo spero ma mi posso sempre sbagliare di certo.