CHIUSI: IL 26 GIUGNO LA VISITA AL CIMITERO DI GUERRA DI BOLSENA PER RENDERE OMAGGIO AI LIBERATORS. UNA INIZIATIVA BUONA E GIUSTA. E… UN MONUMENTO DA CORREGGERE
CHIUSI – Settantacinque anni fa, in questi giorni cominciava la terribile “battaglia di Chiusi” che alcuni giornali dell’epoca definirono una sorta di piccola Cassino. Il combattimento tra la guarnigione tedesca – paracadutisti della Herman Goering – che occupava la città e i soldati sudafricani dell’armata britannica che avanzavano da sud vide prevalere inizialmente gli occupanti, poi però l’avanzata alleata li costrinse alla ritirata e alla fuga. Che non fu indolore perché le SS minarono e fecero saltare la porta S. Pietro e tentarono di far saltare tutto il centro storico. Cosa che fu evitata solo per l’iniziativa coraggiosa (e fortunata) di un prete che era stato cappellano militare nella Prima Guerra Mondiale e lì aveva conosciuto uno degli ufficiali tedeschi che in quel giugno ’44 erano a Chiusi… La città ne uscì comunque malissimo: morti e feriti tra i civili e i partigiani, più del 90% delle case lesionate o distrutte. Alla fine della guerra Chiusi contò più di 100 morti tra i civili. Quest’anno la ricorrenza è tonda: 75 anni. Dei partigiani nessuno è più in vita. E anche di quei ragazzi venuti da un altro continente a combattere volontari contro il nazismo e il fascismo in un Paese che non conoscevano e di cui non sapevano praticamente niente pochi, pochissimi saranno ancora vivi. Molti avevano 19-20 anni. Oggi avrebbero 95-96 anni.
Come ormai tradizione, anche quest’anno, la città di Chiusi renderà omaggio al loro sacrificio facendo visita ad un Cimitero di guerra del Commonwealth. Una proposta e un’iniziativa promossa inizialmente da Primapagina (2014) è diventata dal 2016 istituzionale. Il Comune l’ha fatta propria e da allora sono stati visitati i cimiteri alleati di Orvieto, Foiano della Chiana e Assisi. Quest’anno sarà la volta del cimitero di guerra di Bolsena. In quei cimiteri tutti uguali, curatissimi, riposano centinaia di soldati, che persero la vita in questo territorio: a Chiusi come ad Orvieto, a Castiglione del Lago, Città della Pieve, Cetona, Montepulciano… L’appuntamento è, come sempre, per il giorno della liberazione della città, il 26 giugno (mercoledì), con partenza alle ore 8,30 da piazza del Comune. L’Amministrazione Comunale che sarà presente con una propria delegazione insieme a rappresentanti dell’ANPI e di Primapagina, invita tutti i cittadini che volessero farlo a partecipare. Il viaggio è previsto con mezzi propri. Come Primapagina ci uniamo all’appello del Comune.
Nell’occasione della ricorrenza del 75° anniversario della Liberazione di Chiusi e considerando che il Comune ha in animo di rimettere mano alla Piazzetta Garibaldi a Chiusi Scalo, vorremmo segnalare una incongruenza che dovrebbe essere a nostro avviso corretta. In piazza Garibaldi c’è un monumento dedicato “a tutte le vittime della barbarie fascista”. L’epigrafe riposta poi la dicitura “nell’anniversario della Liberazione – 25 aprile 1999”. Ecco questa dicitura è una fake new. Un falso storico. Il monumento costituito da una pietra calcarea recuperata sul Monte Cetona, nella zona in cui si rifugiavano i partigiani, non è lì dal 1999, ma dal 26 giugno del 1974. L’epigrafe originaria riportava infatti la scritta “Nel 30° anniversario della Liberazione di Chiusi” e fu inaugurato dal sindaco Laurini, insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni come i consiglieri Scricciolo (Psi) e Vagnetti (Dc) e il partgiano Gabriele Brogi. Poche settimane dopo la bomba fascista alla casa del Popolo di Moiano e dopo la manifestazione che ne seguì a Moiano, quella fu la prima occasione in cui Pci, Psi e Dc parteciparono insieme ad una celebrazione della Liberazione. Adesso chi vede quel monumento può pensare che sia stato posto nel 1999. No, ha 25 anni di più. E di sicuro in Comune vi sarà traccia nelle delibere dell’epoca. Il sindaco del 1999 Marco Ciarini lo ha solo fatto spostare dal centro della piazza alla posizione attuale in occasione di un rifacimento dell’area. Siccome le fake news non vanno bene, mai, non solo quando non ci piacciono, secondo noi l’epigrafe del monumento deve essere corretta e riportata alla versione originale. Per onestà, per correttezza nei confronti di chi lo pensò e pose in opera 25 anni prima di Ciarini.
Sindaco Bettollini, la cambiamo quella scritta? P.S. Priapagina la “correzione” la chiese già nel ’99, ma Ciarini, all’epoca fece orecchi da mercante.