CHIUSI, SETTIMANA CORTA E POLEMICHE CON CODA GIUDIZIARIA: TUTTI CONTRO IL SINDACO. E SE INVECE AVESSE RAGIONE?
CHIUSI – Quello che avevamo definito “il braccio di ferro” tra l’Istituto Comprensivo Graziano da Chiusi e l’Amministrazione Comunale, sulla fattibilità della “settimana corta” a partire dalla prossima stagione, ha avuto una coda clamorosa. E adesso la questione dovrà essere dipanata addirittura in Tribunale. Il sindaco ha infatti sorto denuncia formale e il preside pure. Insomma le due parti “in conflitto” si sono denunciate a vicenda. Ma cosa è successo? E’ successo che giovedì scorso, dopo aver ricevuto una lettera dalla scuola, in cui si affermava che essendo il dirigente scolastico (Preside) fuori Chiusi, la scuola stessa non poteva distribuire agli alunni la circolare che due giorni prima il Comune aveva inviato, per spiegare le difficoltà a garantire il trasporto pubblico in entrata e in uscita dalle scuole, con i nuovi orari legati alla settimana corta, il sindaco si è recato presso la direzione dell’Istituto Graziano da Chiusi e ha chiesto spiegazioni su tale diniego. Chiedendo anche chi fosse stato materialmente a scrivere la nota della scuola (firmata “la segreteria”) e se non ci fosse un “dirigente in comando” quando il preside non è in sede. Il sindaco di è fatto accompagnare da un agente della Polizia Municipale e da un genitore. E ha tenuto – così afferma lui stesso in una nota pubblicata su facebook – “un atteggiamento fermo e deciso”. Che evidentemente ha messo in difficoltà l’addetta alle segreteria e anche qualche docente. Qualcuno si è messo a piangere, altri – in collegamento telefonico in viva voce – hanno preso male l’intervento del sindaco e in stato di agitazione emotiva si sono recati al Pronto Soccorso di Nottola per farsi visitare. Dopo di che il sindaco, uscendo dalla scuola è andato al Comando della Polizia Municipale ed ha sporto denuncia per il diniego ricevuto. “Perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”. Il preside che era ad Auschwitz con una delegazione della Regione Toscana e di molte scuole, ha annunciato analoga iniziativa nei confronti del primo cittadino, reo a suo dire di aver compiuto una pesante ingerenza sull’autonomia della scuola.
Certo la questione ha preso una piega incresciosa. E sta facendo molto discutere, anche al di fuori dell’ambito scolastico. Molti sui social hanno preso di mira Bettollini accusandolo di aver fatto “una chiassata” per mostrare i muscoli. Le stesse forze di opposizione 5 Stelle e Possiamo rincarano la dose stigmatizzando il blitz di Bettollini con un comunicato congiunto:
“In riferimento alla vicenda del cambiamento di orario proposto dal consiglio d’istituto del complesso scolastico Graziano Da Chiusi, i gruppi di opposizione prendono le distanze dalle gravi ingerenze perpetrate dal Sindaco nei confronti dell’istituzione scolastica. Riteniamo, infatti, che l’autonomia delle diverse istituzioni sia fondamento del nostro sistema democratico e l’appropriazione indebita di ruoli e competenze altrui sia un abuso inaccettabile. Ribadiamo che l’istituzione scolastica abbia piena ed esclusiva autonomia nell’organizzazione della didattica e la gestione delle proprie attività. L’unica competenza che spetta all’amministrazione comunale è la gestione dei servizi come trasporti, mensa o manutenzione della struttura. Non condividiamo il modus operandi di questa amministrazione che pensa di gestire qualsiasi attività in proprio e in forma antidemocratica, oltretutto servendosi di canali non ufficiali. Crediamo fermamente che il confronto politico debba svolgersi negli appropriati luoghi istituzionali, senza personalismi. Per rispetto di tutte le parti coinvolte, non esprimiamo nessuna considerazione riguardo all’evoluzione della vicenda che ha assunto carattere giudiziario, fiduciosi del lavoro di chi si occuperà dell’indagine” .
Ieri pomeriggio una nutrita delegazione di genitori si è ritrovata davanti al Comune per esprimere invece solidarietà al sindaco… E contrarietà alla settimana corta. Ma il nodo del contendere e il motivo della chiassata del sindaco (se così si può definire) non è il sì o no alla settimana corta. E alla fine nemmeno a dichiarata impossibilità a garantire il servizio pubblico di trasporto degli alunni. Il motivo della “sfuriata” e della coda giudiziaria è il diniego della scuola a distribuire una circolare del Comune, con la quale il Comune intendeva dare informazione alle famiglie sui problemi tecnico-organizzativi legati al nuovo orario. Il sindaco (quindi il Comune) non ha compiuto dunque una ingerenza sull’autonomia ella scuola, non è intervenuto nel merito delle scelte didattiche o sugli orari. Ha solo spiegato che con i nuovi orari non sarebbe possibile garantire un servizio di trasporto efficiente e nei tempi giusti ai ragazzi. E ha chiesto spiegazioni sul perché la scuola si sia rifiutata di distribuire la circolare. Questo è il nodo del contendere. E il Comune, nella questione specifica, non è un ente terzo, ma è oggettivamente parte in causa, perché erogatore e responsabile di un servizio essenziale (il trasporto) affinché le scelte didattiche possano essere realizzate e portate avanti.
Quindi la domanda non è se il sindaco ha fatto bene o male a presentarsi a scuola con un vigile urbano in divisa, ma se la scuola, nella sua autonomia, poteva e può rifiutarsi di inviare alle famiglie una circolare inerente la questione sul tappeto.
Gridare allo scandalo e alla “chiassata”, all’ingerenza e alla violazione dell’autonomia scolastica da parte di molti commentatori, genitori, e forze politiche sembra – almeno a noi – fuori luogo. Come ci sembra del tutto sproporzionata e ingiustificate le lacrime e il ricorso alle cure del Pronto Soccorso da parte di operatori della scuola. Ma di cosa stiamo parlando? E nella scuola è possibile che i assenza del preside nessuno possa decidere, neanche se inviare una circolare del Comune? Chi ne fa le veci (e le funzioni) quando il dirigente è assente? Qualcuno ci sarà. Ha fatto bene il sindaco a domandarlo. Perché quel diniego, con quelle motivazioni, se non è una abuso ci va molto vicino.
Detto questo, vala la pena ricordare che la questione è arrivata a questo punto nelle ultime ore, ma il confronto va avanti da mesi. Ci sono stati incontri e tavoli di concertazione scuola-comune. L’Amministrazione aveva proposto, come soluzione “fattibile” quella di sperimentare la settimana corta solo alle Medie e non anche alle elementari, e poche settimane fa sembrava che la quadra fosse stata trovata proprio su questa ipotesi. Poi il preside, unilateralmente, ha rimesso tutto in discussione inviando alle famiglie un questionario con l’indicazione dei nuovi orari. Quindi la responsabilità della rottura e dell’innalzamento del livello dello scontro non sta tutta da una sola parte. Adesso, al di là del “ci vediamo in tribunale!” qualcuno dovrà rimettere insieme i cocci, perché una guerra scuola-Comune, Chiusi non se la può permettere. E trattandosi di scuola la diatriba non è neanche educativa. Sarà forse opportuno riaprire un canale di comunicazione e riprendere la discussione bruscamente interrotta.
La velocità con cui molti commentatori e soprattutto le opposizioni si sono lanciati nella crociata contro il sindaco per la sua “ingerenza sull’autonomia scolastica” (che non c’è) è comprensibile perché ognuno fa il proprio mestiere e cerca di cogliere al volo tutte le occasioni per mettere in difficoltà l’avversario, ma in questo caso tutto ciò somiglia ad una “furia iconoclasta” verso Bettollini, una furia che è di pelle e di pancia e prescinde dalla questione specifica. Ci sta che Bettollini abbia alzato la voce, che abbia usato toni un po’ perentori nel suo blitz dentro la scuola (se avesse davvero travalicato l’agente di Polizia Municipale avrebbe dovuto intervenire, consigliandogli moderazione… Cosa che non è successa, pare), ma è altrettanto vero che, da sindaco, ha voluto rimarcare un aspetto e una sua prerogativa, che è quella di garantire un servizio pubblico determinante in condizioni di sicurezza, parità e uguaglianza tra gli alunni di tutto il territorio comunale, anche quelli che abitano più lontano dai plessi scolastici. Il trasporto pubblico scolastico è uno dei cardini del welfare locale e – diciamolo – della politica sociale della sinistra. Predisporre orari scolastici che per una serie di motivi metterebbero a rischio tale servizio e le stesse condizioni di uguaglianza, è – questa sì – una deriva non accettabile.
Questo naturalmente non vuol dire No a prescindere alla settimana corta nelle scuole. Sulla validità didattica e sull’opportunità o meno della settimana corta si può aprire un dibattito, che vada anche oltre le famiglie interessate, perché la scuola è patrimonio collettivo e bene primario di tutta la città. Ma in questo momento la discussione accesa, il braccio di ferro, e la coda giudiziaria (se si arriverà a giudizio) sono su altro. Qualcuno ha scritto che Bettollini si è dimostrato in questo frangente “un sindaco non all’altezza del proprio compito”. E se invece, proprio su questa vicenda avesse fatto il sindaco di sinistra? A noi – dall’esterno – sembra più plausibile questa seconda ipotesi.
m.l.
Mettere in ridicolo e dubitare così apertamente persone che si sono sentite male di fronte ad un atteggiamento sopra le righe di un amministratore mi sembra veramente singolare. A sto punto tutto il resto si va a far friggere. Ma di cosa vogliamo parlare?
È arrivato il giornalistone superpartes. Vergogna.
In effetti Daria hai ragione di che cosa stiamo parlando, come si fa a commentare un articolo che si informa sentendo solo una parte o dai commenti sui social. Fa più tenerezza che rabbia.
Della settimana corta se ne parla da molti mesi ,sono stati fatti colloqui con tutti i genitori ,scuola – comune ,consiglio dei docenti ,consiglio di istituto…( come da prassi) ora alla fine della scuola si ritorna sull’argomento? Il sindaco tre giorni fa vuole ,attraverso gli alunni,informare i genitori della difficoltà del comune a garantire il servizio trasporti? , perché non lo ha fatto prima ? Che necessità aveva di recarsi a scuola ,durante l’orario scolastico con studenti nelle classi,senza chiedere preventivamente un colloquio chiarificatore con il dirigente scolastico? non credo che l’esposizione del sindaco sia stata pacata ed educata nei confronti delle insegnanti e questo è diseducativo per i ragazzi che hanno visto ,per le insegnanti aggredite verbalmente e per tutto il personale Scolastico presente. Con questa piazzata il nostro sindaco ha dimostrato di non sapere gestire le proprie emozioni,I problemi si risolvono parlandone con ponderatezza al momento giusto con tutte le parti in causa ! .
A me risulterebbe che il sindaco la denuncia l’abbia fatta in casa e cioè ai vigili. Qualcuno ha elementi più precisi? Comunque la vicenda è patetica e la rissa sembra cercata. Si sarebbe trattato di una protesta senza effetti sul cosiddetto “referendum”. Ma allora perché non aspettare un giorno e il rientro del preside?
Sì, Comando Polizia Municipale, non Carabinieri come inizialmente scritto sull’articolo. Ma da un punto di vista formale ha lo stesso valore.
Caro Luca fai politica da 30 anni e ancora non hai capito quale è l giornalismo buono e quello cattivo? il giornalismo superpartes non è mai esistito e esiste (forse quello del Televideo e neanche sempre). Il giornalismo è buono quando è chiaro e fatto onestamente. Primapagina non è mai stata superpartes. Non lo fu quando contribuì a fondare e poi sostenne la Primavera nel 2011, non lo è stata quando ha sostenuto la tua lista alle comunali di Chiusi del 2016, per dire. In questo caso il sindaco avrebbe compiuto un’ingerenza se si fosse intromesso sul sì o no alla settimana corta. Ma non ha fatto questo, ha solo posto un problema riguardo alla possibilità di assicurare il servizio di trasporto pubblico degli alunni con i nuovi orari. E siccome il servizio di trasporto degli alunni è aspetto non secondario, ma dirimente rispetto alla stessa possibilità di svolgere la didattica scolastica in condizioni di sicurezza parità e uguaglianza tra gli alunni stessi, mi sembra che abbia solo fatto ciò che doveva fare. Non solo ha posto anche un problema politico, perché la scuola nella sua autonomia non può modificare gli orari, senza concordare delle modalità che assicurino l’accesso di tutti senza disagi o problemi legati appunto al trasporto pubblico. E questo è – come ho scritto – un punto cardine della politica sociale della sinistra. E bene ha fatto Bettollini a tenere il punto fermo.
Quanto alle persone che si sono sentite male, ho solo scritto che è sembrata una reazione esagerata. Ognuno certo reagisce come si sente, ma… Ma ve li immaginate i sindacalisti o i delegati di fabbrica che durante un confronto acceso con la controparte si mettono a piangere o vanno al pronto soccorso? Alcune pare che non fossero presenti, ma solo in “viva voce” al telefono… Che avrà detto mai il sindaco, per far star male delle persone? Quante volte Luca (e Daria) il confronto politico o sindacale o anche istituzionale ha vissuto momenti di tensione o di innalzamento dei toni? Se ogni volta che succede uno va al Pronto soccorso… Quanto ad altri commenti che si leggono sui social è bene precisare ancora una volta che qui non si sta discutendo sulla settimana corta e sulla validità o meno della stessa, ma solo sulla “fattibilità” dato che il Comune non può per sua stessa ammissione comunicata con apposita circolare, garantire il servizio di trasporto pubblico. Che invece è giusto che venga garantito.
Si mette in dubbio la diagnosi dei medici? Una prognosi di quattro giorni non è uno scherzo. Comunque la consultazione era già conclusa. Se il sindaco voleva protestare perché non ha atteso un giorno per parlare con il Dirigente scolastico tornato dalla Polonia? È da anni che sostengo che questo sindaco non è all’altezza del compito e purtroppo i fatti mi stanno dando ragione.
Continuo a pensare che la questione sia stata gestita malissimo.Penso che la questione dei trasporti poteva trovare una soluzione pacifica. Continuo a non capire l’insistenza di voler far circolare un documento nelle scuole in concomitanza dell’espletamento del sondaggio. Continuo a non capire l’insistenza nel volere spiegazioni sul perché la circolare non è stata distribuita, spiegazioni chieste con il supporto del vigile e di un genitore. Mi chiedo perché non si poteva aspettare l’esito del sondaggio, che appunto era un sondaggio e non una sentenza di tribunale. In tutta questa vicenda c’è a mio avviso una volontà di scontro ingiustificata e che trascende ogni regola dell’agire politico equilibrato.
Ritorno anche sul dibattito sui social dove sono state fatte accuse discriminatorie riguardo alla provenienza geografica del preside, accuse tra l’altro nemmeno condannate, accuse alle insegnanti di non voler lavorare. C’era bisogno di ciò?
Riguardo al personale scolastico che si è sentito aggredito e accusato di aver agito scorrettamente, mostrerei un po’ più di rispetto. Spero sinceramente che ritorni la calma e la volontà di risolvere i problemi , di informarsi ascoltando tutte le parti in causa, quello offerto in questi giorni è uno spettacolo avvilente, ma in tempi di populismo e successo dell’uomo forte non mi stupisco più di niente
La scuola pubblica vive da anni situazioni difficili: continue riforme pasticciate, tagli alle risorse, precariato diffuso, fenomeni allarmanti di bullismo e droga, dispersione scolastica in aumento. La cronaca riporta di ragazzi e genitori che arrivano ad aggredire insegnanti per un voto non gradito. Quasi l’ottanta per cento delle strutture sono fatiscenti e fuori dalle norme di sicurezza. A mio avviso aggiungerei le crescenti difficoltà ad organizzare una didattica di qualità, in grado di formare i nostri ragazzi per affrontare la vita e il mondo del lavoro, rispetto a un contesto in continuo cambiamento.
Anche la scuola di Chiusi vive molte di queste contraddizioni: da tempo si avverte la mancanza di una programmazione di medio e lungo periodo, causata dal susseguirsi di dirigenze precarie che hanno portato ad un notevole calo delle iscrizioni e probabilmente limitato la possibilità di migliorare la qualità dell’offerta formativa. Dobbiamo anche ammettere un certo disinteresse per alcune eccellenze che pure abbiamo e che non hanno trovato adeguata valorizzazione. Sappiamo che anche la nostra realtà non è immune da fenomeni di disagio e problematiche giovanili: dalla droga, al Bullismo, tanto per fare due esempi.
La surreale vicenda di questi giorni, mi fa tornare alla mente l’iniziativa organizzata alcuni mesi fa in Piazza del Duomo a Chiusi dopo l’evento della tragica morte di uno studente per droga. Tutti sottolinearono, tra le tante cose, la necessità di un costruttivo e stretto rapporto tra le istituzioni, i docenti, le famiglie, i ragazzi.
Tutti quei bei propositi non solo sono stati dimenticati, ma addirittura intorno alla scuola, si è creata una “rissa” indegna, che contraddice platealmente tutte quelle belle parole e soprattutto dà un pessimo esempio ai nostri studenti. L’esatto opposto dei comportamenti che dovrebbero tenere le Istituzioni e i loro rappresentanti per essere un esempio autorevole nell’etica civica, nella tolleranza e nel rispetto reciproco.
Da genitore sono convinto che sulla scuola, sulla propria autonomia sia da irresponsabili giocare una disputa così lacerante. Ognuno dovrebbe rispettare il proprio ruolo e mettersi a disposizione per trovare soluzioni migliori.
Questa pessima vicenda, al di là degli aspetti giudiziari, se ci saranno, lascia ferite e divisioni tra le principali istituzioni, coinvolgendo le famiglie, i docenti e una comunità intera che si ritrova a tifare sui soliti social, mentre il sistema scolastico locale (al pari di tante altre questioni) necessiterebbe di un confronto e un lavoro condiviso per migliorarne la qualità e contrastare tutti quei fenomeni negativi che stanno crescendo nel mondo giovanile. Sarebbe urgente, ad esempio, impegnarsi per avere una dirigenza definitiva o ragionare su come costruire un rapporto tra scuola e territorio, in modo da creare maggiori opportunità occupazionali per i nostri ragazzi e non condannarli a trasferirsi altrove, come sta accadendo sempre più spesso.
Non è la prima volta che il sindaco crea conflitti inutili con la scuola. In Consiglio comunale ha dichiarato che se le iscrizioni diminuiscono l causa è da ricercarsi nella qualità della suola. L’uscita ha determinato su chiusiblog un intensi dibattito promosso dai docenti. Poi il sindaco dovette fare pubblica ammenda in un’iniziativa pubblica con don Luigi Merola, organizzata, guarda un po’, proprio dal preside Marra. Evidentemente la lezione non è bastata. Errare è umano……
Il sindaco è intervenuto, in concomitanza con il sondaggio, perché la questione trasporto alunni è strettamente connessa e propedeutica (condizione essenziale) alla possibilità di fare la settimana corta. Ed era un elemento dirimente per la scelta delle famiglie. Se la scuola avesse distribuito la circolare del comune (che cosa costava?) Non saremmo arrivati a questo punto
Marco Lorenzoni, le Ingerenze sono state tante altrimenti a gennaio noi genitori avremmo già votato e la storia sarebbe finita.. Se vinceva il no finta del tutto, se vinceva il si avremmo avuto il tempo o comunque lo avrebbe avuto il comune di discutere con la scuola su come organizzare gli orari e trasporti. Siamo arrivati al punto che questa storia sia diventata l’unico problema di Chiusi.. Invece il problema più grosso per la scuola è stata la mancanza di una dirigenza e di politiche condivise con il comune su come risollevare l’istituto… Per non parlare la non condivisione della vendita dell’area Acea… Li la consultazione con i cittadini non è stata fatta invece per un orario scolastico si pretendeva pure un referendum… Via vi mancano un po’ troppi elementi per giudicare questa storia con obiettività!
Non credo siano stati fatti tutti gli sforzi per trovare una soluzione. Ma tu sicuramente hai interpellato tutte le parti in causa e quindi sarà così. Resto in attesa degli sviluppi che spero avvengano in un clima di buon senso.
Forse non sono stato chiaro. Quando il sindaco è andato presso la scuola con tutto quello che ne è seguito, I “PARERI” DEI GENITORI ERANO GIÀ ARRIVATI. Quindi era una semplice protesta e arrivare un giorno dopo non avrebbe cambiato un bel niente. Perché l’ha fatto un giorno prima del rientro del preside lo dovrebbe dire il sindaco, magari affidando la notizia alla stampa amico.
Le tempistiche non sono state casuali. Mai! Nemmeno a gennaio quando potevamo votare tranquillamente e invece due giorni prima c’è stata l’assemblea pubblica… Come si a dire che non ci sono state ingerenze Marco Lorenzoni?? Forse troppe cose sono sfuggite alla stampa locale??!!
Finora il sindaco ha affidato i suoi messaggi al proprio profilo facebook. In questo caso come per altre vicende. E mi pare anche a La Nazione che ha parlato per prima della querelle giudiziaria. Quanto al resto, adesso il problema è solo nei tempi del’intervento del sindaco? Mi pare che la cosa, se è così, si ridimensiona e di parecchio…
Qui si fa finta di non capire. I medici del pronto soccorso hanno prescritto una progrognosi di tre o quattro giorni. Medici, non il calzolaio o il panettiere. Questo rappresenta un danno per la scuola e la comunità. L’abbiamo capito si o no?
C’è poi un giudizio politico. Il sindaco non ha voluto informarsi e chiedere un appuntamento al dirigente sclolastico che quel giorno non c’era, ma il giorno seguente si. Tanto più che lo stesso sindaco ha dovuto comprare un biglietto per Canossa per aver detto che se la scuola era in sofferenza di iscrizioni lo si dveva alla qualità della scuola stessa. Gli interventi dei docenti hanno portato argomenti contrari che il sindaco non è riuscito a controbattere ed è stato costretto di compare il suddetto biglietto per Canossa, che gli ha permesso di farsi fotografare con don Luigi Merola. Un biglietto val pure una foto.
Marco non ho un profilo Facebook ma un amico qualche mese fa mi ha fatto leggere i tuoi lunghi “dialoghi” sulla questione beegfoot, credo ricorderai ti hanno dimostrato oggettivamente che avevi torto, hai fatto una figuriccia, e tanto intignavi. Su questa vicenda scuola non hai avuto voglia di raccogliere elementi, i tuoi interventi sono un copiaticcio da Facebook e da qualche sentito dire, insisti senza contenuti, dai ragione a prescindere ad una parte, il sottovuoto spinto ha più consistenza. Ragionaci. Se poi da ultras devi schierarti per forza è un altro discorso.
Sulla questione big foot non so se ho avuto torto.La mia era una ipotesi, mica una crociata. Del resto che lo spacciuo si serva anche di messaggi del genere è noto (al di là del caso specifico). resta il fatto che lo spaccio c’è ed è, guarda caso, anche (non dico solo) nei luoghi in cui figuravano certi graffiti. IL che non vuol dire niente. Ma poteva essere benissimo un’indizio. Tanto che la polizia – mi risulta – stava indagando anche in quella direzione fin dai tempi della devastazione del Podere Brignoli (e non perché lo avevo scritto io)… Sulla questione scuola non capisco perché uno viene considerato ultras se dice che ha ragione i sindaco e non se dice che ha ragione qualcun altro… Secondo me il sindaco ha sostenuto e difeso un principio e anche il ruolo dell’istituzione pubblica. Che lo abbia fatto in modo magari poco consono, mi pare secondario. Secondo me e qui la chiudo, la scuola doveva distribuire la circolare del Comune, perché le famiglie dovevano conoscere la problematica che il comune aveva evidenziato. Il resto è chiacchiericcio. Non c’era alcun motivo per non distribuire quella circolare. Questa è la mia posizione. Che non è sulla settimana corta, ovviamente.
Sei un ultras perché dai ragione al sindaco a prescindere senza contenuti concreti. La consultazione è stata bloccata da mesi per il suo atteggiamento. In ogni caso è inutile continuare. Emilio Fede in vita sua non ha mai dato torto a Berlusconi, nemmeno quando disse che Rubi era la nipote di Mubarak.