CHIUSI, SETTIMANA CORTA E POLEMICHE CON CODA GIUDIZIARIA: TUTTI CONTRO IL SINDACO. E SE INVECE AVESSE RAGIONE?

sabato 11th, maggio 2019 / 12:26
CHIUSI, SETTIMANA CORTA E POLEMICHE CON CODA GIUDIZIARIA: TUTTI CONTRO IL SINDACO. E SE INVECE AVESSE RAGIONE?
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CHIUSI – Quello che avevamo definito “il braccio di ferro” tra l’Istituto Comprensivo Graziano da Chiusi e l’Amministrazione Comunale, sulla fattibilità della “settimana corta” a partire dalla prossima stagione, ha avuto una coda clamorosa. E adesso la questione dovrà essere dipanata addirittura in Tribunale. Il sindaco ha infatti sorto denuncia formale e il preside pure. Insomma le due parti “in conflitto” si sono denunciate a vicenda. Ma cosa è successo? E’ successo che giovedì scorso, dopo aver ricevuto una lettera dalla scuola, in cui si affermava che essendo il dirigente scolastico (Preside) fuori Chiusi, la scuola stessa non poteva distribuire agli alunni la circolare che due giorni prima il Comune aveva inviato, per spiegare  le difficoltà a garantire il trasporto pubblico in entrata e in uscita dalle scuole, con i nuovi orari legati alla settimana corta, il sindaco si è recato presso la direzione dell’Istituto Graziano da Chiusi e ha chiesto spiegazioni su tale diniego. Chiedendo anche chi fosse stato materialmente a scrivere la nota della scuola (firmata “la segreteria”) e se non ci fosse un “dirigente in comando” quando il preside non è in sede. Il sindaco di è fatto accompagnare da un agente della Polizia Municipale e da un genitore. E ha tenuto – così afferma lui stesso in una nota pubblicata su facebook – “un atteggiamento fermo e deciso”. Che evidentemente ha messo in difficoltà l’addetta alle segreteria e anche qualche docente. Qualcuno si è messo a piangere, altri – in collegamento telefonico in viva voce – hanno preso male l’intervento del sindaco e in stato di agitazione emotiva si sono recati al Pronto Soccorso di Nottola per farsi visitare. Dopo di che il sindaco, uscendo dalla scuola è andato al Comando della Polizia Municipale ed ha sporto denuncia per il diniego ricevuto. “Perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”. Il preside che era ad Auschwitz con una delegazione della Regione Toscana e di molte scuole, ha annunciato analoga iniziativa nei confronti del primo cittadino, reo a suo dire di aver compiuto una pesante ingerenza sull’autonomia della scuola.

Certo la questione ha preso una piega incresciosa. E sta facendo molto discutere, anche al di fuori dell’ambito scolastico. Molti sui social hanno preso di mira Bettollini  accusandolo di aver fatto “una chiassata” per mostrare i muscoli. Le stesse forze di opposizione 5 Stelle e Possiamo rincarano la dose stigmatizzando il blitz di Bettollini con un comunicato congiunto:

“In riferimento alla vicenda del cambiamento di orario proposto dal consiglio d’istituto del complesso scolastico Graziano Da Chiusi, i gruppi di opposizione prendono le distanze dalle gravi ingerenze perpetrate dal Sindaco nei confronti dell’istituzione scolastica. Riteniamo, infatti, che l’autonomia delle diverse istituzioni sia fondamento del nostro sistema democratico e l’appropriazione indebita di ruoli e competenze altrui sia un abuso inaccettabile. Ribadiamo che l’istituzione scolastica abbia piena ed esclusiva autonomia nell’organizzazione della didattica e la gestione delle proprie attività. L’unica competenza che spetta all’amministrazione comunale è la gestione dei servizi come trasporti, mensa o manutenzione della struttura. Non condividiamo il modus operandi di questa amministrazione che pensa di gestire qualsiasi attività in proprio e in forma antidemocratica, oltretutto servendosi di canali non ufficiali. Crediamo fermamente che il confronto politico debba svolgersi negli appropriati luoghi istituzionali, senza personalismi. Per rispetto di tutte le parti coinvolte, non esprimiamo nessuna considerazione riguardo all’evoluzione della vicenda che ha assunto carattere giudiziario, fiduciosi del lavoro di chi si occuperà dell’indagine” .

Ieri pomeriggio una nutrita delegazione di genitori si è ritrovata davanti al Comune per esprimere invece solidarietà al sindaco…  E contrarietà alla settimana corta. Ma il nodo del contendere e il motivo della chiassata del sindaco (se così si può definire) non è il sì o no alla settimana corta. E alla fine nemmeno a dichiarata impossibilità a garantire il servizio pubblico di trasporto degli alunni. Il motivo della “sfuriata” e della coda giudiziaria è il diniego della scuola a distribuire una circolare del Comune, con la quale il Comune intendeva dare informazione alle famiglie sui problemi tecnico-organizzativi legati al nuovo orario. Il sindaco (quindi il Comune) non ha compiuto dunque una ingerenza sull’autonomia ella scuola, non è intervenuto nel merito delle scelte didattiche o sugli orari. Ha solo spiegato che con i nuovi orari non sarebbe possibile garantire un servizio di trasporto efficiente e nei tempi giusti ai ragazzi. E ha chiesto spiegazioni sul perché la scuola si sia rifiutata di distribuire la circolare. Questo è il nodo del contendere. E il Comune, nella questione specifica, non è un ente terzo, ma è oggettivamente parte in causa, perché erogatore e responsabile di un servizio essenziale (il trasporto) affinché le scelte didattiche possano essere realizzate e portate avanti.

Quindi la domanda non è se il sindaco ha fatto bene o male a presentarsi a scuola con un vigile urbano in divisa, ma se la scuola, nella sua autonomia, poteva e può rifiutarsi di inviare alle famiglie una circolare inerente la questione sul tappeto.

Gridare allo scandalo e alla “chiassata”, all’ingerenza e alla violazione dell’autonomia scolastica da parte di molti commentatori, genitori, e forze politiche sembra – almeno a noi – fuori luogo. Come ci sembra del tutto sproporzionata e ingiustificate le lacrime e il ricorso alle cure del Pronto Soccorso da parte di operatori della scuola. Ma di cosa stiamo parlando? E nella scuola è possibile che i assenza del preside nessuno possa decidere, neanche se inviare una circolare del Comune?  Chi ne fa le veci (e le funzioni) quando il dirigente è assente? Qualcuno ci sarà. Ha fatto bene il sindaco a domandarlo. Perché quel diniego, con quelle motivazioni, se non è una abuso ci va molto vicino.

Detto questo, vala la pena ricordare che la questione è arrivata a questo punto nelle ultime ore, ma il confronto va avanti da mesi. Ci sono stati incontri e tavoli di concertazione scuola-comune. L’Amministrazione aveva proposto, come soluzione “fattibile” quella di sperimentare la settimana corta solo alle Medie e non anche alle elementari, e poche settimane fa sembrava che la quadra fosse stata trovata proprio su questa ipotesi. Poi il preside, unilateralmente, ha rimesso tutto in discussione inviando alle famiglie un questionario con l’indicazione dei nuovi  orari.  Quindi la responsabilità della rottura e dell’innalzamento del livello dello scontro non sta tutta da una sola parte. Adesso, al di là del “ci vediamo in tribunale!” qualcuno dovrà rimettere insieme i cocci, perché una guerra scuola-Comune, Chiusi non se la può permettere. E trattandosi di scuola la diatriba non è neanche educativa. Sarà forse opportuno riaprire un canale di comunicazione e riprendere la discussione bruscamente interrotta.

La velocità con cui molti commentatori e soprattutto le opposizioni si sono lanciati nella crociata contro il sindaco per la sua “ingerenza sull’autonomia scolastica” (che non c’è) è comprensibile perché ognuno fa il proprio mestiere e cerca di cogliere al volo tutte le occasioni per mettere in difficoltà l’avversario, ma in questo caso tutto ciò somiglia ad una “furia iconoclasta” verso Bettollini, una furia che è di pelle e di pancia e prescinde dalla questione specifica.  Ci sta che Bettollini abbia alzato la voce, che abbia usato toni un po’ perentori nel suo blitz dentro la scuola (se avesse davvero travalicato l’agente di Polizia Municipale avrebbe dovuto intervenire, consigliandogli  moderazione… Cosa che non è successa, pare), ma è altrettanto vero che, da sindaco, ha voluto rimarcare un aspetto e una sua prerogativa, che è quella di garantire un servizio pubblico determinante in condizioni di sicurezza, parità e uguaglianza tra gli alunni di tutto il territorio comunale, anche quelli che abitano più lontano dai plessi scolastici.  Il trasporto pubblico scolastico è uno dei cardini del welfare locale e – diciamolo – della politica sociale della sinistra. Predisporre orari scolastici che per una serie di motivi metterebbero a rischio tale servizio e le stesse condizioni di uguaglianza, è – questa sì –  una deriva non accettabile.

Questo naturalmente non vuol dire No a prescindere alla settimana corta nelle scuole. Sulla validità didattica e sull’opportunità o meno della settimana corta si può aprire un dibattito, che vada anche oltre le famiglie interessate, perché la scuola è patrimonio collettivo e bene primario di tutta la città. Ma in questo momento la discussione accesa, il braccio di ferro, e la coda giudiziaria (se si arriverà a giudizio) sono su altro. Qualcuno ha scritto che Bettollini si è dimostrato in questo frangente “un sindaco non all’altezza del proprio compito”. E se invece, proprio su questa vicenda avesse fatto il sindaco di sinistra? A noi – dall’esterno – sembra più plausibile questa seconda ipotesi.

m.l.

 

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