“STREGHE E PRETI IN VALDICHIANA”, IL NUOVO LIBRO DI ALBO FREGOLI: UNO SGUARDO AL ‘500 PER CAPIRE MEGLIO IL PRESENTE
CHIANCIANO TERME – Albo Fregoli è stato sindaco di Chianciano Terme ed è uno di quella covata di dirigenti comunisti che tra gli anni ’70 e gli anni ’90 provarono a disegnare la “Città Valdichiana”, a far diventare cioè l’area sud della Provincia di Siena come una sorta di corpo unico, integrato, una “città diffusa”, ma ma non più polverizzata e fatta di campanili l’un contro l’atro armato. Con lui c’erano Giancarlo Laurini di Chiusi, Gino Serafini amiatino ma trapiantato a Montepulciano, Francesco Colajanni anch’egli trapiantato nella città del Poliziano e poi Riccardo Mariotti di San Casciano Bagni, Sirio Bussolotti di Cetona…
Finita l’esperienza politica amministrativa Fregoli si è un po’ eclissato, dedicandosi allo studio, alla ricerca intorno alla tradizioni, alla storia locale. Quasi per dire a se stesso e agli altri che le radici sono importanti e senza sapere dove sono piantate le radici si va poco lontano.. E a distanza di quasi 30 anni dalla pubblicazione di “Sorella Acqua” un volume sulle origini e la storia di Chianciano scritto a più mani con Benedetto Angeli e Roberto Betti (altri due esponenti storici della sinistra chiancianese, ma non del Pci), Albo Fregoli torna in libreria con un nuovo volume. Anche stavolta su certe… radici della Valdichiana.
Il libro si intitola “Streghe e preti in Valdichiana”, ed è edito da Effigi di Arcidosso e sarà presentato sabato 6 aprile alle ore 17,00 nella sala Master del Palazzo del Capitano a Montepulciano.
Frutto di una certosina ricerca archivistica, soprattutto negli archivi storici di Chianciano Terme, dell’Archivio di Stato di Siena e dell’Archivio Diocesano di Chiusi, il testo illumina alcuni aspetti del pensiero, della morale, della vita delle popolazioni di Chianciano e della Valdichiana “inferiore”, a metà Cinquecento. Un’epoca che sembra lontana, ma lo è men di quanto si possa immaginare. E’ nel ‘500 infatti che nasce la Valdichiana che conosciamo ancora adesso. Siamo nel momento cruciale del passaggio tra Medioevo e Rinascimento. Tra la società dei liberi comuni e delle signorie difese da eserciti provati di mercenari alla società moderna, di tipo capitalistico, gestita da banchieri e mercanti. Gli anni tra il 1550 e il 1560 sono quelli della “Guerra di Siena”, della calata dei lanzichenecchi di Carlo V, della sconfitta dell’orgogliosa Repubblica senese che ebbe nella zona le ultime roccaforti (Montalcino, Radicofani, Chiusi) e della vittoria del Granduca Cosimo I de’ Medici… Ed è anche il periodo del Concilio di Trento e della Controriforma, tesa ad arginare il dilagare delle idee “protestanti” di Martin Lutero…
Albo Fregoli, nel suo volume, apre dunque “una finestra su alcuni elementi costitutivi dei rapporti socioeconomici, sul funzionamento reale delle nuove istituzioni medicee, sulla cultura e sulle regole comportamentali moderne; una finestra aperta sulle radici profonde della società moderna e contemporanea, di queste zone”. Con particolare riferimento al ruolo della Chiesa, dei preti custodi della fede e di un certo controllo sociale, e a quello delle “streghe” che altro non erano che le coscienze non sottomesse, ribelli, antagoniste, voci fuori dal coro, o semplicemente sospettate di essere fuori dal coro…
Uno sguardo al passato insomma, per saperne di più, ma anche per capire meglio il presente.